
Che cos'è la giustizia sociale? Quali sono i suoi scopi? Un'equa distribuzione? La promozione dell'eguaglianza e del riconoscimento reciproco? Le risposte a tali interrogativi cruciali si organizzano oggi intorno a due filoni principali. Se per l'approccio socio-relazionale è centrale l'eguaglianza intesa nel senso delle relazioni tra persone, l'egualitarismo della sorte sviluppa una concezione di giustizia sociale come giustizia distributiva, integrando la preoccupazione per l'eguaglianza con la considerazione della responsabilità individuale. Attraverso un'attenta analisi dei due approcci, l'autrice approda a una nuova prospettiva basata sul rispetto, una nozione che - correttamente intesa - può davvero promuovere la giustizia, dandole forma nelle concrete pratiche sociali e istituzionali.
Martha Nussbaum è da anni impegnata a costruire un nuovo progetto etico-politico, volto a dare un effettivo spessore al concetto di dignità umana e di giustizia sociale. Anche nella più equa delle società contemporanee, destinatario dei diritti individuali è l'individuo razionale, consapevole e indipendente. Ma la realtà, ci mettono ogni giorno sotto agli occhi molte situazioni in cui gli individui non possono contare sulle stesse abilità nell'utilizzare le proprie risorse. Bambini, anziani, persone non autosufficienti, disabili rischiano di non poter esercitare diritti fondamentali di cui pure sono nominalmente titolari. E il problema si complica ulteriormente quando ci occupiamo di culture non-occidentali.
Il volume delinea le nuove frontiere della restorative justice secondo le prospettive del più recente dibattito nazionale e internazionale. Si tratta di un quadro articolato, come evidenzia il crescente interesse che la giustizia riparativa occupa nella produzione scientifica, che raccoglie riflessioni, progettualità, obiettivi di lavoro verso nuove modalità partecipate di soluzione dei conflitti. La giustizia riparativa è un paradigma che include pratiche di accoglienza e cura delle persone, delle relazioni, delle comunità sociali: tutte in sofferenza a causa del crimine o di altri illeciti e con un bisogno di riparazione del danno, di ricostruzione del senso di fiducia, per risanare le ferite delle persone e le fratture del tessuto sociale. Il libro, caratterizzato da un approfondito dialogo interdisciplinare, evidenzia la varietà dei programmi che rientrano nel paradigma della restorative justice, la fondamentale presenza della comunità, la trasversalità delle applicazioni della giustizia riparativa nei diversi contesti di vita, l'ottica orientata al benessere di persone e gruppi sociali.
Il volume compie una rapida carrellata sui tribunali ecclesiastici, ponendo al centro l'inquisizione di fede, ma esaminando anche altre forme di giustizia penale "spirituale": quella di "foro interno" (la confessione sacra-mentale) e quella di "foro esterno" (i tribunali episcopali). La vicenda ha inizio coi tribunali dei vescovi d'età tardo-antica e con la giustizia volontaria dei monaci alto-medievali; il Basso Medioevo vede la persecuzione degli eretici passare dai vescovi ai frati, nuovi delegati papali. L'apparato cattolico è poi messo a confronto con ciò che ne conserva e ne sopprime la Riforma protestante, nei Concistori luterani e calvinisti.
Un vademecum filosofico per orientarsi di fronte all’immenso problema della giustizia; un problema che tocca la realtà più profonda dell’esistenza umana, perché attiene alla dimensione della coesistenza, dello stare-insieme, dello stare di fronte a un altro che ci interpella e che esige di essere riconosciuto. Il libro si divide in paragrafi, ognuno dei quali spiega un termine giuridico o filosofico: filosofia e teoria del diritto, la prassi, l’etica, l’economia, la politica, la pace, la persona, l’eguaglianza, la simmetria, la violenza, la vendetta, la guerra, il processo, la punizione, la coscienza e molti altri argomenti.
Francesco D’Agostino è ordinario di Filosofia del diritto all’Università di Roma II, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani e presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica. È autore di numerose opere: Filosofia del Diritto (Torino 2005); Parole di bioetica (Torino 2004); Una filosofia della famiglia (Milano 2003); La sanzione nell’esperienza giuridica (Torino 1999); Il diritto come problema teologico (Torino 1997). Con i tipi della San Paolo ha pubblicato: Diritto e Giustizia. Per una introduzione allo studio del diritto (20042) e diverse opere in collaborazione con altri autori: Bioetica, diritti umani e multietnicità: I. Immigrazione e sistema sanitario nazionale (2001), II. Dinamiche multiculturali e servizi sociosanitari in Italia (2003), III. Confronto interculturale: dibattiti bioetici e pratiche giuridiche (2003); Immigrazione. Fra accoglienza e rifiuto (2005). Vi sono inoltre “indicazioni di lettura” per ciascun paragrafo. Libro molto utile per chi deve bazzicare col diritto. Testo usato in qualche università, es. Lateranense.
La giustizia costituzionale è ormai una branca tradizionale della giurisdizione, accanto a quelle civile, penale e amministrativa. Essa, però, presenta una peculiarità, che la connota e la differenzia dalle altre: l'aspirazione a stabilizzare le regole fondamentali della convivenza politica e a difenderle dalla minaccia del potere arbitrario. Si potrebbe dire che trae la sua origine dall'intreccio di un fine politico con un dato giuridico: mantenere la continuità nella vita collettiva, cioè rigettare le fratture e i conflitti che esse generano, e realizzare tale continuità attraverso la risoluzione giudiziaria, secondo norme giuridiche costituzionali positive, delle più alte controversie politiche.
Il Volume, riprendendo gli ultimi capitoli del Manuale di Diritto amministrativo e ripetendone l'impostazione ormai collaudata, si occupa in via autonoma di Giustizia amministrativa. Sempre più frequente è la richiesta, anche didattica, di una trattazione specifica di questa parte, spesso oggetto di un corso progredito di Diritto amministrativo all'interno dei cosi di laurea in Giurisprudenza. Pure gli operatori del diritto possono giovarsi di uno strumento agile, di dimensioni più contenute, che racchiuda lo studio dei mezzi che l'ordinamento appresta per la tutela del privato nei confronti dell'amministrazione. La materia, poi, è in continua evoluzione e percorsa da incessanti fibrillazioni giurisprudenziali: ricca di spunti di indagine per gli studiosi del diritto, giustifica uno sforzo di sistemazione unitaria e di esposizione autonoma. Guardando alla Giustizia amministrativa si è costretti a interrogarsi sul grado di civiltà di uno Stato: quella civiltà, infatti, si misura anche in ragione dell'estensione, della profondità e dell'effettività della tutela che il diritto assicura ai cittadini.
L'oggetto del volume è quello tradizionale: l'esposizione del sistema delle tutele offerte dall'ordinamento ai cittadini contro gli atti e i comportamenti delle pubbliche amministrazioni e dei soggetti privati che la legge ad esse equipara. Le tutele non si esauriscono sul piano processuale ma si estendono al piano sostanziale (ricorsi amministrativi, strumenti di soluzione stragiudiziale delle controversie); e, sul piano processuale, sono assegnate a giudici diversi (giudici ordinari, amministrativi, contabili, delle acque, parlamentari), che seguono riti processuali differenziati. Restano fuori dal quadro solo le controversie tributarie, secondo tradizione. Per queste ragioni il volume non può essere denominato "Diritto processuale amministrativo": il titolo non renderebbe appieno il suo contenuto.
Il volume raccoglie gli esiti di una giornata di formazione seminariale, intitolata "Il Giullare nel curricolo", che ha incrociato gli interventi di operatori teatrali in ambito educativo, esperti e docenti. I temi affrontati riguardano la pratica del teatro nelle comunità scolastiche dal punto di vista educativo, formativo, gestionale. La prima parte presenta una sintesi dei primi risultati del progetto di riflessione sul teatro promosso dall'IRRE Lombardia e spunti e riflessioni teoriche inerenti le molteplici relazioni elaborate attraverso la pratica teatrale. Nella seconda parte si trova in sintesi un mosaico delle pratiche teatrali nella scuola a opera di operatori professionisti (attori, registi, scenografi, etc.).
Il libro evidenzia nel profilo biografico di Pastore (1902-1969) uno dei temi centrali e permanenti del suo impegno civile: assicurare l’emancipazione delle lavoratrici e dei lavoratori rendendoli partecipi protagonisti dei processi di formazione delle decisioni socio-economiche. Il maturare di questa aspirazione accompagnò l’itinerario di Pastore, uomo del Novecento,
nelle sue principali esperienze pubbliche: giovane operaio autodidatta, militante del cattolicesimo sociale, attivista del PPI, giornalista antifascista, organizzatore della Gioventù cattolica, leader sociale nella DC, innovatore del sindacato italiano e internazionale, ministro per il Mezzogiorno e per le aree depresse del Paese. Come fondatore della CISL egli promosse una rappresentanza sindacale in grado di dare un apporto positivo allo sviluppo della democrazia in Italia e come uomo di governo della giovane Repubblica Italiana sostenne il pieno riconoscimento del sindacato quale attore sociale di fronte al sistema dei partiti. Per consentire di ripercorrere agevolmente la riflessione di Giulio Pastore intorno alle relazioni tra rappresentanza sociale e rappresentanza politica in uno Stato democratico, il volume offre ai lettori un’ampia scelta di interventi e di articoli proposti in diverse occasioni tra il 1925 e il 1969.