
Il volume offre un quadro aggiornato delle politiche per il mercato del lavoro, approfondendo la situazione italiana nel contesto internazionale. Sono presentate le politiche del lavoro (dalla genesi storica alle misure più recenti) e sono identificati i fattori politici, economici e sociali delle tendenze in atto. Infine sono discussi i nodi problematici del modello italiano e le possibile direzioni di riforma, considerando opportunità e indirizzi europeo-comunitari.
Nonostante le molte trasformazioni nei rapporti tra i sessi e nonostante gli sforzi operati sul piano della repressione e della sensibilizzazione, la violenza contro le donne continua ad assumere proporzioni inquietanti. Si tratta di un fenomeno ampio e trasversale, che conosce molteplici fisionomie ed incrocia dimensioni eterogenee: contesto culturale e ruoli sociali, rappresentazioni simboliche e potere, vissuti individuali e tratti psicologici. Il volume si interroga su quali siano e quali possano essere oggi - in una fase di ridisegno profondo del welfare - le politiche di contrasto e prevenzione. L'ipotesi che guida il lavoro è che quelle contro la violenza proprio perché operanti in un ambito sui generis - siano politiche ad alto contenuto di innovazione: esse richiedono, congiuntamente, un lavoro sul sistema e sulla persona; favoriscono interventi flessibili e integrati; promuovono azioni di tipo preventivo e non meramente riparative. Il volume ripercorre gli esiti di una ricerca nazionale Prin (Lumsa, Università di Milano-Bicocca, Università di Pavia, Università della Calabria, Università di Palermo) e descrive lo stato in Italia delle politiche e dei servizi in argomento. Nel sottolineare le specificità e le buone prassi dei contesti considerati, evidenzia le criticità comuni e individua alcune raccomandazioni per l'azione politica.
Docente di Filosofia dell'educazione e Storia della pedagogia nell'Università di Firenze, Franco Cambi analizza la storia, le teorie, le correnti, gli autori, i modelli e le opere-chiave della scienza pedagogica del Novecento. Il secolo scorso è stato un secolo di crescita e di svolta, ha inaugurato un nuovo percorso, una nuova storia dell'uomo, proiettandolo in una dimensione di sperimentazione complessiva e radicale. E anche la pedagogia ha intrapreso questo cammino di evoluzione e ripensamento del proprio passato.
Lo studio della grammatica nella scuola primaria risulta al centro di un dibattito diventato, in questi ultimi tempi, più che mai vivace ed attuale. A fare da sfondo a questo lavoro è una grammatica intesa come studio riflesso della lingua, che diventa un vero gioco di intelligenza quando l'insegnante sa valorizzare le ipotesi e stimolare le domande ingenue che ciascun allievo si pone sulla lingua. I percorsi didattici presentati sono caratterizzati da un forte legame con l'esperienza, le conoscenze e le abilità già acquisite, il vissuto individuale e collettivo, e la dimensione ludica. Il volume si rivolge a tutti gli insegnanti che si occupano di educazione linguistica nelle prime classi della scuola primaria.
Le parole del lessico italiano sono tessere di un grande mosaico che rappresenta la comunità di coloro che da più di mille anni parlano la stessa lingua e condividono la medesima cultura. Il lessico è il complesso unitario e vivo che ripropone momenti della storia comune, dai lasciti della latinità ai giorni nostri, arricchendosi e integrandosi con le tracce di altre lingue e civiltà. Questa nuova edizione, corredata di più esempi esplicativi e aggiornata con gli studi condotti negli ultimi anni, si propone di guidare il lettore a orientarsi nella comprensione, nello studio e nel dominio delle parole italiane.
Presentati insieme, e in una prospettiva comparatistica, gli sviluppi di tutte le letterature romanze medievali: dalla Penisola iberica all'Italia, dalle origini ai tempi di Boccaccio.
Questo volume descrive in modo avvincente, entro un ampio e rigoroso quadro culturale, il percorso che ha portato da tentativi aurorali di scrittura volgare a testi di autonoma e suggestiva significazione.
La psicologia italiana affonda le sue radici nello sviluppo scientifico positivista dell'Italia appena unita. Il volume ripercorre le origini di questa disciplina a partire dai filosofi Francesco De Sarlo e Roberto Ardigò fino a coloro che possiamo considerare i pilastri della nascente disciplina psicologica: Gabriele Buccola, Angelo Mosso, Federico Kiesow, Sante De Sanctis, Giulio Cesare Ferrari e Vittorio Benussi. Attraverso queste figure e il loro operato vengono quindi identificate le origini di una nuova disciplina, la "psicologia scientifica", autonoma e staccata dalla Filosofia, dalla Antropologia e dalla Freniatria. Un testo importante per comprendere le basi della Psicologia che trova la sua collocazione e il suo utilizzo sia nei corsi di Storia della Psicologia e Storia della Scienza, sia nei corsi introduttivi di Psicologia generale nelle lauree triennali di Psicologia, dove uno spazio viene sì dedicato alla storia e ai metodi, ma dove lo sguardo all'Italia è meno presente proprio per mancanza di strumenti come questo.
«L’utopia di oggi sarà la politica di domani»: con queste parole Emilio Sereni, allora ministro dell’Assistenza Post-bellica, interveniva al «Convegno per studi di assistenza sociale», tenutosi a Tremezzo nell’autunno del 1946, ben sintetizzandone lo spirito.
Nel fervido clima dell’immediato dopoguerra, un nutrito gruppo di politici, studiosi ed esperti italiani e stranieri, riunito sulle rive del lago di Como, discusse a lungo i problemi del welfare e la necessità di riorganizzare l’assistenza, come elemento necessario per la rinascita democratica del paese. Come sostenne nella sua relazione Maria Comandini – che insieme al marito Guido Calogero fu una delle animatrici del Convegno – «l’assistenza sociale è una diversa forma di esercizio e di creazione della democrazia, cioè dell’attitudine degli uomini a risolvere da sé i propri problemi e a conquistare, in un’armonia collettiva, più larghe libertà di vita e migliori opportunità d’azione». In quel quadro veniva a delinearsi il ruolo dell’assistente sociale come figura professionale in grado di contribuire all’affermazione di una maggiore giustizia sociale.
In questo volume sono raccolti saggi di storici, sociologi e assistenti sociali, che rievocano quel periodo e i contenuti del dibattito. Inoltre vengono ristampate le relazioni tenute al Convegno da Maria Comandini Calogero, Paolina Tarugi e Odile Vallin, le “pioniere” del servizio sociale italiano, di cui vengono ricostruite le vicende biografiche, attraverso documenti di archivio anche inediti e ricordi di familiari e collaboratori.
Il volume affronta le diverse tematiche (giuridiche, amministrative e fiscali) delle organizzazioni non profit. Vengono analizzate le associazioni (le organizzazioni di volontariato e le organizzazioni non governative), le fondazioni (le IPAB depubblicizzate, le fondazioni di origine bancaria e le fondazioni di partecipazione), le cooperative sociali, le imprese sociali, il trust (per soggetti deboli, di cui è proposto uno schema di istituzione) e le trasformazioni eterogenee, nonché l'applicazione dell'amministratore di sostegno alle realtà non lucrative. Focus specifico è riservato anche ai possibili impatti della responsabilità amministrativa ex d.lg. n. 231/2001 sulle organizzazioni non profit. Un capitolo è poi dedicato interamente ai rapporti contrattuali tra Pubblica Amministrazione e soggetti non profit, in cui si evidenziano anche i ruoli e le funzioni di alcune figure di diritto pubblico (aziende speciali e aziende pubbliche di servizi alla persona). La metodologia seguita è tale da consentire una lettura delle diverse tipologie giuridico-organizzative che evidenzia il loro momento genetico, la loro governance interna, i rapporti con la pubblica amministrazione, nonché i profili tributari. Ogni aspetto è analizzato richiamando la dottrina, la giurisprudenza e la prassi tributaria di riferimento in materia. I volume contiene anche Un esempio di istituzione di un trust di scopo (per soggetti deboli) con trustee una cooperativa sociale.
Negli anni cinquanta del Novecento un gruppo di educatori e insegnanti fondò il Movimento di cooperazione educativa (Mce), un movimento di educazione alternativo ispirato al pensiero pedagogico e sociale di Célestin ed Elise Freinet. Tra i promotori del Movimento, Bruno Ciari, importante critico del sistema scolastico italiano. Ciari propone l'attuazione di una pedagogia popolare che rispetti l'individualità del bambino, cercando di liberare la sua intelligenza e la sua autonomia. I fondamenti del suo pensiero sono oggi fondamentali per gli educatori che vogliono affrontare sfide e trasformazioni dell'esperienza educativa del presente. Introduzione di Goffredo Fofi.
Il 9 gennaio 2020 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che le autorità sanitarie cinesi hanno individuato un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato prima nell'uomo e classificato con il nome di SARS-CoV-2. Il 21 febbraio 2020 è la data del primo caso autoctono in Italia. Così, da quando è cominciata l'emergenza sanitaria, le professioni di cura e di aiuto si sono trovate, nei diversificati setting del servizio sanitario nazionale, non solo a vivere in prima persona l'alto rischio di contagio, ma anche a fare i conti con un sovraccarico emotivo prima mai contemplato. A questo si aggiunga che, alla necessaria circoscrizione delle zone COVID 19, ha fatto seguito un fatto di eccezionale rilevanza: il confinamento domiciliare dei cittadini "liberi" di un'intera nazione. Le suggestioni prodotte dalla repentina chiusura, al pari dell'ingresso nei luoghi della pena, richiamano, non solo i campi, le conoscenze e le competenze degli argomenti declinati nel titolo del presente volume, ma anche il vigore di passioni e di sentimenti che caratterizzano e muovono l'individuo nel suo sociale, nell'evidenza di tumultuosi viaggi e non sempre facili approdi.

