
"Questo libro è stato pensato per tre tipi di lettori. È scritto per il lettore comune che non possiede alcun precedente sapere specialistico. Si potrebbe trattare di uno studente all'inizio della sua carriera universitaria, o di un lettore del grande pubblico. In secondo luogo, è scritto per i dottorandi in scienze storico-sociali che vogliano una seria introduzione alle questioni e alle prospettive che vanno sotto il nome di analisi dei sistemi-mondo. E infine, è scritto per lo studioso esperto che desideri confrontarsi con il mio specifico punto di vista, in una comunità di studiosi giovane, ma in crescita. Il libro inizia con la ricostruzione di un percorso che a molti lettori sembrerà tortuoso. Il primo capitolo è un'analisi delle strutture del sapere del sistema-mondo moderno. È un tentativo di spiegare le origini storiche di questa modalità di analisi. È solo a partire dal secondo capitolo, e fino al quarto, che analizzeremo i meccanismi effettivi del sistema-mondo moderno. Ed è infine nel quinto capitolo, l'ultimo, che discuteremo del possibile futuro che ci si sta presentando, e dunque delle nostre realtà attuali." (Immanuel Wallerstein)
Mentre nell'intero pianeta le opere d'arte sono ormai definitivamente riconosciute come beni di investimento, alla pari dei titoli e degli immobili, in Italia, per molti, il mercato dell'arte è ancora un oggetto misterioso. Una questione per super ricchi e addetti ai lavori? Con la crisi che ha abbattuto le sicurezze degli investimenti tradizionali e con l'avvento di internet non è più così. Claudio Borghi Aquilini intende dimostrare che oggi un quadro può essere meglio dell'oro e del mattone, e che è possibile fare acquisti soddisfacenti e redditizi anche solo con qualche migliaio di euro. Il settore è in forte crescita e registra un aumento costante degli appassionati: fiere, cataloghi online, aste televisive e sul web, forum specializzati, gallerie sono sempre più frequentati, e chi investe ha anche interessanti vantaggi fiscali. Basta saper scegliere. L'autore, oltre a inquadrare le particolarità e le regole del mercato, fornisce esempi e suggerimenti per orientarsi nell'acquisto e per cominciare una collezione. Prefazione di Francesco Micheli.
I MERCATI IN CRISI NERA,
IL PIL IN PICCHIATA
MA LA COOPERAZIONE CI SALVERÀ
Le radici storiche dell'impresa cooperativa, la sua specialissima via al mercato, la sua forza, il suo futuro. Un libro per capire che la crisi economica non si supera con i vecchi schemi ma scommettendo su un modello diverso, tutto italiano. Che già oggi funziona, anche se i giornali non lo raccontano.
L'ECONOMIA CIVILE:
LE PERSONE PRIMA DEI SOLDI
Le prime radici è un saggio intrigante e illuminante, perché obbliga il lettore a liberarsi dei luoghi comuni sulla cooperazione italiana, un movimento che è tra i più robusti e avanzati del mondo occidentale. Fondando l'agire economico sui princìpi di reciprocità-mutualità e di fraternità, è il più efficace veicolo per affermare l'economia civile di mercato (dalla prefazione di Stefano Zamagni).
Questo libro racconta un mondo, quello della solidarietà, di cui non si sa abbastanza. Tra sms che salvano, adozioni a distanza, partite del cuore, campagne televisive, azalee e arance benefiche, quanti milioni di euro raccolti arrivano a chi ha bisogno? La risposta che viene fuori dalle testimonianze di cooperanti italiani e internazionali e dai più recenti dati di bilancio (quando sono disponibili: in Italia non c'è l'obbligo di pubblicare un vero e proprio bilancio economico-finanziario) è che tra profit e non profit c'è ormai poca differenza. Migliaia di associazioni sono in lotta una contro l'altra per i fondi, quelle più grandi spendono milioni per promuoversi e farsi conoscere, intanto le più piccole sono schiacciate dalla concorrenza. Gli stipendi dei manager del settore non profit sono ormai uguali a quelli delle multinazionali (la buonuscita milionaria di Irene Khan, ex segretario generale di Amnesty International, è solo la punta dell'iceberg). Ma i soldi non sono che una parte della questione, c'è molto altro da sapere. Che fine fanno i vestiti che lasciamo ai poveri? Come funziona il sistema delle adozioni internazionali? E il commercio equo e solidale? La filantropia ha fatto cose importanti, ma è anche il simbolo del fallimento della politica. Gli esseri umani non dovrebbero dipendere dalla generosità di altri. Se poi questa generosità diventa un business è importante raccontarlo per impedire che qualcuno si arricchisca sulla buona fede dei donatori.
Ci troviamo nel bel mezzo di una crisi sistemica senza un programma di socializzazione di massa dell'attività produttiva, e in un contesto di accanita competizione internazionale fra poli imperialisti, con uno scontro sempre più duro e frontale fra area del dollaro e area dell'euro-marco. La Germania controlla la sua crescita incentrandola sull'export e necessita del deficit dei paesi europei dell'area mediterranea, i cosiddetti PIGS (Portogallo, Italia, Grecia, Spagna), inclusa anche la Francia, in quanto l'acquisto da parte del sistema bancario e finanziario tedesco dei titoli del debito pubblico di questi paesi rappresenta una forma di investimento del proprio eccedente accumulato con le esportazioni. In concreto, il surplus della bilancia commerciale tedesca è reso redditizio dall'investimento nel debito dei paesi europei con bilancia commerciale in deficit. Ed è proprio il sistema bancario tedesco che gestisce tale eccedente, compreso quello di altri paesi del Nord Europa. Alla fine, la politica applicata difenderà ovviamente gli interessi dei più forti, in questo caso dei paesi esportatori dell'Europa centrale, rispetto ai deboli paesi europei della periferia mediterranea. In pratica, salvare l'Unione Europea e quindi il modello di export tedesco significa semplicemente distruggere le possibilità autonome e autodeterminate di sviluppo dei paesi europei dell'area mediterranea, lasciando un sempre maggior numero di persone senza protezione, nella miseria...
Difficile sbagliare le previsioni a brevissimo termine, perché il futuro immediato è già qui. Meno coinvolgente il vaticinio su ciò che capiterà nel lungo periodo, quando non ci saremo più. Così la vera sfida è centrare i pronostici a medio termine. L'hanno persa con disonore coloro che appena l'altro ieri facevano a gara a rassicurarci sulla ripresa dell'economia mondiale. È da tutt'altra prospettiva che muovono quattro tra i maggiori "obiettori di crescita" nel ragionare sul decennio che ci aspetta. Serge Latouche, Yves Cochet, Jean-Pierre Dupuy e Susan George giudicano ineluttabile il declino dell'ordine economico neoliberale e non distolgono lo sguardo dal baratro che si sta spalancando. Anzi, tra loro c'è chi rivendica il "catastrofismo illuminato" come l'unico esercizio previsionale all'altezza della situazione. L'idea è che non si possa sfuggire all'alternativa: decrescita o barbarie.
Come e perché sta cambiando il lavoro nel mondo? Il tipo di lavoro svolto esprime ancora un'identità sociale? Al lavoro viene riconosciuto un ruolo tuttora fondamentale nelle singole traiettorie di vita, pur segnate da percorsi occupazionali più incerti e instabili? Come si risponde, nei vari paesi e in Italia, alle maggiori richieste di produttività e "soft skills"? Osservando il passaggio dal 'saper fare cose' al 'saper essere creativi' nella società della conoscenza, Serafino Negrelli delinea le trasformazioni che hanno interessato il lavoro negli ultimi trent'anni e quel che potrebbe accadere nel prossimo futuro.
"Ai tempi delle grandi dittature del Novecento in Europa si moriva per la libertà, i diritti umani, la giustizia e la democrazia. Oggi si muore per i debiti." Non è una crisi passeggera, è il capitalismo come lo conosciamo che non funziona più. L'euro ha favorito le economie floride del Nord Europa a scapito di quelle periferiche. E ha innescato una spirale distruttiva che sta travolgendo le democrazie del Sud, dove ormai decisioni come le tasse, le pensioni, gli investimenti in istruzione sono guidate da Bruxelles, non dai singoli governi. Peccato che le misure che vengono imposte, sempre le stesse tagli, austerità, sacrifici - si stanno rivelando pesantemente recessive. E se continua a scivolare nella povertà, presto l'Italia diventerà una colonia del Nord Europa: un Paese sottomesso e in miseria in cui esportare le proprie merci e qualche volta andare in vacanza. Era prevedibile tutto ciò? La risposta è sì, come dimostra Loretta Napoleoni in questo libro appassionato, documentato, denso di scomode verità e incursioni nella Storia. È stato previsto? La risposta è no. Dati alla mano, l'autrice spiega come i governi nazionali e le istituzioni internazionali hanno fallito nel loro compito di proteggere i cittadini e oggi insistono nel loro errore.
Una nuova rivoluzione industriale è alle porte. Anzi, è già cominciata. Dopo aver sovvertito il mondo dei bit - e quindi l'industria della musica, dei video e l'editoria - la cultura digitale sta per trasformare il mondo degli atomi, degli oggetti fisici. E come nella prima rivoluzione industriale fu una macchina, quella a vapore, a innescare un cambiamento epocale, anche in questo caso c'è di mezzo una macchina: la stampante 3D, che consente di imprimere oggetti come si stamperebbe un foglio, dando vita alla "fabbrica personale". È questo l'importante annuncio di Chris Anderson, l'osservatore che prima di tutti ha definito i trend più avanzati della nostra era - dalla coda lunga di Internet alla gratuità della Rete -, in un libro che spiega come, nel prossimo decennio, gli innovatori più brillanti, coloro che hanno "visioni" di nuovi prodotti in grado di cambiare il futuro, non dovranno più affidare ad altri la realizzazione delle loro idee, ma potranno produrre e distribuire da soli, sfruttando il web e le nuove tecnologie e capovolgendo il mondo della produzione industriale. Alla base di questa rivoluzione - una sorta di "ritorno" dal virtuale al reale - oltre alle stampanti 3D, ci sono tutti i principali trend nati in rete - dalla peer production all'open source, dal crowdsourcing al crowdfunding - che permetteranno a chiunque di finanziare e produrre un singolo oggetto a costi bassissimi. La conseguenza per il futuro: tante piccole fabbriche personali e un movimento inarrestabile di "artigiani".
La capacità di affrontare il conflitto come confronto, gestione di forti contrasti e risoluzione di problemi in maniera efficace è un fattore determinante del successo o del fallimento di un’organizzazione. Il conflitto è motore e propulsore delle relazioni per la sopravvivenza e l’evoluzione dei sistemi organizzativi, un potente strumento di cambiamento organizzativo di cui vanno comprese origini, dinamiche e funzioni per una sua corretta gestione. L’obiettivo di questo lavoro è quello di fornire un contributo allo studio del conflitto nelle scienze organizzative, analizzando e rielaborando la letteratura sul tema relativa a un orizzonte temporale di circa cinquant’anni, al fine di attuare un processo di schematizzazione e giungere a una possibile chiarificazione terminologica e a un approccio del fenomeno per livelli organizzativi. Il tentativo è di dare una “visione schematica” del fenomeno senza avere la pretesa di essere completi ed esaustivi, data la moltitudine dei contributi presenti a riguardo.
Grazie ai social media, non è mai stato così facile scoprire opportunità di business, avviare conversazioni, scoprire informazioni da fonti affidabili e dare forma a nuovi rapporti commerciali. Bodnar e Cohen, business blogger e opinion leader nel marketing online, rivelano come generare relazioni B2B utilizzando i social media. Il ritorno economico (ROI) sarà la metrica fondamentale e unica per capire la bontà dei loro consigli e il valore di questo libro. Costruite una strategia per generare contatti qualificati con i social media, seguendo un semplice metodo in cinque fasi. Create contenuti per tutti i partecipanti al processo di generazione di contatti B2B tramite i social media: dagli eBook di successo ai tweet che producono traffico. Ampliate la sfera della comunicazione, collegando i metodi offline di acquisizione di contatti, per esempio le fiere, agli strumenti offerti dalla Rete. Superate gli ostacoli che impediscono di realizzare le strategie B2B sui social media. Tramite esempi, casi reali e metodologie collaudate, Social Media B2B fornisce le nozioni e gli strumenti che servono per consolidare le relazioni con i clienti, aumentare il numero di contatti qualificati e scoprire nuovi modi di lavorare nel campo del marketing 2.0.
Questi manuali di ultima generazione, in linea con le più avanzate metodologie didattiche, si avvalgono di una nuova e più attenta impostazione. In appendice: una raccolta di schede di approfondimento che consentono di colmare ogni tipo di lacuna.