
Tutti i tentativi di far ripartire la crescita per superare la crisi economica mondiale non hanno prodotto, sino ad ora, l'effetto desiderato. Oltre a ciò, la potenza raggiunta dalla megamacchina industriale sta esaurendo gli stock di risorse non rinnovabili ed emette quantità crescenti di scarti, liquidi, solidi e gassosi, non metabolizzaci dalla biosfera. Per tutte queste ragioni, secondo Maurizio Pallante, occorre cominciare a costruire modelli economici e produttivi alternativi, a instaurare relazioni umane rondate sulla collaborazione e la solidarietà, a promuovere l'autosufficienza, soprattutto alimentare ed energetica, delle comunità locali, a realizzare forme più eque di redistribuzione delle risorse tra i popoli, a garantire il futuro delle generazioni a venire grazie al modello della decrescita felice proposto in questo volume. La vita monastica, che ha rappresentato per secoli uno dei modelli vincenti di utilizzazione delle risorse e di aggregazione sociale, ritrova in questo momento storico la sua attualità: l'organizzazione comunitaria, il rapporto tra la dimensione del lavoro e la dimensione spirituale degli antichi monasteri possono offrire indicazioni importanti a chi voglia fondare i monasteri del terzo millennio e attuare la rivoluzione dolce di cui c'è bisogno oggi.
Raccolta di riflessioni alla luce della Caritas in veritate e della Lumen fidei. Lavoro dall'impatto immediato, che può essere letto tutto d'un fiato e centellinato nei momenti più diversi, secondo le attese del momento.
L'Italia è in recessione. Cittadini e lavoratori pagheranno di nuovo il conto di una crisi causata da una finanza-casinò ai cui profitti non partecipano, ma di cui scontano le perdite. La speculazione prosegue indisturbata, mentre i piani di austerità, ci si dice, costituiscono i soli modi per "restituire fiducia ai mercati". Restituire fiducia: come se al contrario non fosse il sistema finanziario a doversi riconquistare la nostra fiducia. Sentiamo parlare tutti i giorni di debito pubblico, di derivati, di spread: ma è difficile capirci qualcosa, e sembra difficilissimo intervenire come singoli per cambiare le cose. Non è complicato comprendere la finanza, e neppure agire in prima persona: "Finanza per indignati" lo dimostra, partendo dagli argomenti più semplici - cos'è la finanza, come funzionano le borse e le banche - e conducendo progressivamente il lettore a comprendere a fondo i meccanismi della speculazione, i nuovi strumenti finanziari, la situazione dei conti italiani, l'impasse dell'Europa. Negli ultimi capitoli, il lettore avrà gli strumenti per valutare con cognizione di causa le soluzioni indicate dagli economisti critici e dai movimenti di protesta di tutto il mondo: e, siamo pronti a scommetterci, si ritroverà più indignato di prima, ma meno pessimista e meno disposto a tollerare soprusi nel nome del (presunto) Libero Mercato.
L'economia, "scienza estremamente complessa e assolutamente inesatta", detta le regole di un gioco che ci coinvolge quotidianamente e in cui il rischio è altissimo, riguardando non solo il benessere delle nostre tasche ma gran parte della felicità di noi tutti e, a lungo termine, la sopravvivenza stessa della nostra specie su un pianeta sempre più esausto. "Capire l'economia in sette passi" accompagna il lettore in un mondo affascinante, complesso e sinora riservato a una casta chiusa di specialisti, illustrando i principi che sono alla base dell'infrastruttura sociale del nostro sistema, quell'intreccio di persone e mercati che raramente si palesa agli occhi dei comuni cittadini. Leonardo Becchetti, con sentimento e chiarezza, ci indica il percorso e gli strumenti per orientare le nostre scelte, ricordandoci quanto l'economia serva a preservare e promuovere valori fondamentali come libertà, giustizia ed equità.
Il lavoro si inserisce all'interno di un più vasto progetto di ricerca finalizzato a studiare il processo di istituzionalizzazione e professionalizzazione della scienza economica, nonché i caratteri specifici e distintivi della sua evoluzione nel corso dell'800. All'elaborazione di una scienza economica "concreta", Scuderi aveva cominciato a dedicarsi fin dal 1808 quando era diventato professore cattedratico di Economia presso l'Università di Catania. Sotto la sua direzione, l'economia politica era andata rafforzandosi non solo nel senso di una scienza del commercio e dell'agricoltura ma, soprattutto, nel senso di un'economia civile, di una scienza di "utili verità", sussidio scientifico della politica economica.
Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa è stato pubblicato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace nel 2004 e da allora è stato tradotto in più di trenta lingue. Si è dimostrato uno strumento pastorale utile per diffondere l'insegnamento sociale della Chiesa. Questo libro vuole offrirne una sintesi, al fine di renderne più accessibile il contenuto. Allo stesso tempo gli autori hanno inserito idee tratte dai nuovi documenti dell'insegnamento sociale dei pontefici. Il titolo del libro esprime l'ineludibile responsabilità di ognuno verso la società in cui vive. "[...] sarebbe assai utile un compendio o una sintesi autorizzata della dottrina sociale cattolica, compreso un 'catechismo', che mostri la relazione esistente tra di essa e la nuova evangelizzazione" (San Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica Ecclesia in America, 54).
Il libro spiega in maniera semplice i meccanismi della crisi mondiale, suggerendo i percorsi per uscirne. Il filosofo Achille C. Varzi, professore alla Columbia University di New York, conia per l’occasione la definizione ontologica di Derivatus paradoxus. Alberto Berrini, economista, è consulente per la FIBA CISL Nazionale. Scrive sul mensile Valori. Altri contributi sono di: Giuseppe Gallo, Silvano Fausti, Massimo Cacciari oltre che del citato Achille C. Varzi.
Le cause che determinano sviluppo e declino della città e delle aree urbane, sempre meno ascrivibili a fattori di tipo strutturale quali il declino socio-demografico e la crisi dei settori economico-produttivi, con sempre maggiore frequenza sembrano derivare dalla immutabilità di un disegno del territorio genericamente definito da piani urbanistici incapaci di interpretare l'evoluzione di realtà insediative complesse che devono confrontarsi con la conservazione e la valorizzazione delle risorse ambientali. In questo volume vengono approfonditi metodi ed esperienze di pianificazione e gestione del territorio d'area vasta, unitamente alle tematiche del recupero dei tessuti insediativi.