
È tempo di investire in educazione, non solo per superare l'emergenza Covid, ma per guardare oltre, per ritrovare quel cammino di sviluppo che sembra essersi perduto nei lunghi anni in cui hanno prevalso individualismo e populismo e che deve fondarsi sui valori definiti nella nostra Costituzione. Il nuovo secolo della connessione continua ha bisogno di cittadini portatori, oltre che di contenuti, di creatività, lavoro di squadra, capacità di astrazione e di sperimentazione, senso di orientamento per poter navigare in mari aperti. La scuola deve rispondere a queste esigenze e muoversi, insieme al Paese, nel senso di marcia di uno sviluppo inclusivo e sostenibile.
Parola detestata dai più, che sottintende spesso un giudizio negativo. Perché? Da sempre l'umanità scambia beni e servizi, ma è dalla Rivoluzione industriale che la dimensione economica del mercato ha modificato radicalmente la nostra vita: per la prima volta nella storia abbiamo sperimentato cosa vuol dire «crescita», e con essa un aumento del reddito medio e della speranza di vita. Allo stesso tempo, le disuguaglianze proliferano: i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. Il capitalismo è dunque solo uno strumento di sfruttamento dell'uomo sull'uomo? Rivedute e corrette, le accuse di oggi sono le stesse dell'epoca di Marx ed Engels. Questo libro intende fare un po' di ordine e soprattutto raccontare un'altra storia. È dalla Rivoluzione industriale che aspettiamo la fine del capitalismo. Ma per sostituirlo con cosa?
Il profitto e la circolazione delle ricchezze possono avvicinare il cielo alla terra? Fautori di una povertà rigorosa ed evangelica, i francescani sono paradossalmente indotti, proprio da questa scelta «scandalosa», a indagare tutte le forme della vita economica che stanno tra povertà estrema e ricchezza eccessiva, distinguendo tra proprietà, possesso temporaneo e uso dei beni economici. In che modo i cristiani devono fare un uso appropriato dei beni terreni? Per rispondere a tale interrogativo molti francescani, sin dal Duecento, scrivono sulla circolazione del denaro, sulla formazione dei prezzi, sul contratto e sulle regole del mercato, sottolineando l'importanza dell'investimento socialmente produttivo contro la tesaurizzazione improduttiva. In questo libro Giacomo Todeschini indaga lo sviluppo socio-economico in Occidente mediante la chiave interpretativa del concetto di ricchezza introdotto da San Francesco e poi lungamente lavorato, plasmato, in un certo senso snaturato, dalle abili e dotte menti dei suoi epigoni.
Questo breve saggio di Hosea Jaffe affronta il tema dell'importanza della duplice piattaforma petrolio-automobile per il cosiddetto sviluppo dell'economia internazionale e le conseguenze che questo binomio ha nella vita di tutti noi, sia a livello quotidiano sia su scala mondiale: secondo l'autore l'accoppiata petrolio-auto è causa di molti conflitti del passato, del presente e lo sarà anche per il futuro. Jaffe mette in evidenza le ricadute negative di questa industria sia come costo in vite umane, sia come danno per l'ambiente, sia come fattore di sviluppo imperialistico. Per favorire lo sviluppo dell'industria auto-petrolio, inoltre, non si è dato corso allo sviluppo delle ferrovie e del trasporto pubblico.
L'Europa costruita sulla base di parole chiave quali "sviluppo", "sicurezza", "competizione" e "euro", non implica l'apertura e l'accoglienza dei cittadini e degli stranieri. Non si tratta di un'Europa dell'interesse pubblico e dei lavoratori, ma una costruzione che tende a realizzare, attraverso il controllo degli abitanti e delle risorse, le migliori condizioni per la competizione economica neoliberista. L'allargamento rischia di tramutarsi in un mezzo per ottenere manodopera a prezzi sempre più bassi e per ridurre le protezioni sociali. Non è, insomma, un'Europa delle persone e dell'incontro delle culture, ma Europa dei capitali. Il volume indaga queste questioni in vista di un modello diverso, di un'Europa dei popoli costruita dal basso.
Che siamo messi male l'abbiamo ormai capito, ma il perché non è ancora del tutto chiaro, e meno ancora è chiaro se possiamo fare qualcosa per difenderci dai mercati, dalla tecnocrazia, dai rischi di default. In concreto. Nella nostra vita quotidiana. L'obiettivo di questo libro è aiutarci a capire e a impostare - se possibile - qualche azione per contrastare le minacce che incombono: il crollo dell'euro? Una crisi "argentina" o semplicemente, l'impoverimento diffuso? Con tono brillante e "parabole" fulminanti l'autore non ci risparmia le cattive notizie (che spesso la stampa ufficiale nasconde), ma lascia aperta la speranza attraverso suggerimenti concreti sulle cose da fare. In appendice i "portafogli colorati" con consigli pratici per gestire e proteggere i risparmi di tutte le tipologie di investitori.
Precari contro pensionati, uomini contro donne, autonomi contro statali, dipendenti contro professionisti: negli ultimi anni il mondo del lavoro italiano si è trasformato in un vero e proprio campo di battaglia, in cui tra giovani in fuga, cinquantenni licenziati e imprese al collasso - la scarsità di posti disponibili e l'assenza di riforme efficaci hanno causato una pericolosa spirale di tensioni e reciproche accuse. Dopo aver indagato per anni le realtà dell'universo occupazionale, Passerini e Marino denunciano contraddizioni e assurdità del sistema attuale e spiegano come districarsi nella giungla lavorativa italiana: dal ruolo cardine della formazione alle molteplici possibilità per reinventare il proprio mestiere, dai profili più richiesti alle migliori occasioni di impresa e investimento, fino alle potenzialità connesse alla rivoluzione delle nuove professioni, gli autori spiegano come uscire dalla guerra assurda in cui siamo imprigionati e, soprattutto, mostrano quali sono le idee e i progetti già oggi esistenti in Italia e in Europa per creare lavoro e costruire così un futuro dignitoso per noi stessi e il Paese.
Un'opera fondamentale per comprendere le caratteristiche essenziali della societa' capitalistica moderna, le sue radici culturali e il suo destino.
“La partecipazione agli utili e al capitale azionario, il controllo dell’amministrazione, rende l’operaio non più salariato, ma cooperatore interessato e responsabile”
G. Pastore
“L’economia rischia oggi di basare i suoi eleganti modelli matematici sulle scene di un teatro accademico chiuso per lavori di restauro, mentre il vero dramma - la disoccupazione, l’inflazione e il conflitto industriale - si svolge per strada”
E.Tarantelli
Dedicato a Ezio Tarantelli, economista ucciso dalle Brigate Rosse il 27 marzo 1985, il saggio mette al centro la situazione del movimento sindacale che si trova oggi a fare i conti con problemi di crescita, di instabilità e soprattutto di una sempre più iniqua distribuzione del reddito, un problema che riguarda la tenuta e l’efficacia stessa dell’iniziativa sindacale.
Il libro propone una lettura strutturale, economicamente fondata, dell’attuale fase del capitalismo come premessa per comprendere la futura attività del sindacato, anche attraverso la riproposizione del “modello distributivo” creato appunto da Tarantelli.
I temi dei capitoli delineano i contenuti del volume: Capitalismo finanziario e riformismo sindacale: sulle tracce di Ezio Tarantelli (Cap. 1), di Alberto Berrini (economista, consulente e formatore CISL); La crisi del capitalismo finanziario: tra primato dell’azionista e responsabilità sociale (Cap. 2) di Giuseppe Gallo (segretario nazionale FIBA-CISL - bancari 83.000 iscritti); Capitalismo finanziario e azione sindacale: elementi per una proposta politica (Cap. 3), di Pierpaolo Baretta (segretario confederale CISL).
Che direste se arrivasse uno in casa vostra e in nome del suo guadagno cominciasse a smontarvi tetto, porte e finestre per ottenere legname e mattoni da mettere in vendita? E che gli direste se di fronte alle vostre proteste rispondesse che conviene anche a voi perché userà voi come manovali per la demolizione? Pensereste di trovarvi di fronte a un folle, eppure è la fotografia del sistema di oggi che non solo demolisce il pianeta per il profitto immediato, ma afferma perfino che si tratta di sviluppo e progresso. Il sistema fa di tutto per trasformare la follia in normalità, addirittura in virtù, ma molte comunità hanno conservato il senso della ragione e difendono con tutte le loro forze la natura e i beni comuni. Questo libro racconta della resistenza organizzata in Cile per impedire a Endesa, controllata di Enel, di dare un altro duro colpo alla Patagonia, manomettendo i corsi d'acqua per la costruzione di una diga che avrebbe conseguenze incalcolabili per la natura. Un esempio da replicare su scala locale e globale semplicemente per garantirci un futuro.
L’economia e i carismi; il mondo disincantato della società di mercato fatto di profitto, ricerca del tornaconto e di denaro, e la dimensione ricca di spiritualità, di gratuità e ideali dei carismi. Sembrano a prima vista due realtà distanti. Ma non è così. È quanto dimostrano gli Autori del volume. La storia, quella economica compresa, è anche il risultato dell’azione dei carismi. In particolare di Benedetto da Norcia e di Francesco d’Assisi. Il monachesimo, ad esempio, ha creato il lessico economico della rivoluzione commerciale dell’Europa attorno all’anno Mille e le premesse teologiche e culturali per la nascita dell’economia mercantile; il francescanesimo ha dato vita alla prima vera scuola di pensiero economico (Ockam, Scoto, Olivi…), che ha fornito le categorie per interpretare la civiltà comunale. Un approccio originale e sorprendente.