
Un approfondimento sulla crisi internazionale e sul ruolo della finanza di Wall Street, a partire dalla storia recente americana. Elido Fazi riprende i fili del suo racconto sulla crisi economica del 2008 e ne spiega gli effetti e le conseguenze ancora in corso. L’analisi si concentra sulla figura di Obama, il quale, nonostante le dichiarazioni fatte durante la campagna elettorale, ha privilegiato la continuità con il sistema di potere precedente, confermando l’establishment responsabile della crisi, legato a doppio filo al “sistema” Goldman Sachs. Dal salvataggio incondizionato delle banche alla scelta dei consiglieri economici della Casa Bianca, Elido Fazi riflette sulle misure, poche e inadatte, messe in campo dall’amministrazione Obama per far fronte al crac finanziario di Wall Street e per regolamentare il sistema delle grandi banche d’affari.
La crisi economica della Grecia si è presto tramutata in un terremoto sociale, un sisma che scuote la vita delle famiglie, delle imprese, dell'intera organizzazione della società. Con "Oúzo amaro" Patrizio Nissirio si avventura nei numeri della crisi ellenica, quelli del debito pubblico, quelli delle richieste della comunità internazionale, della disoccupazione, del PIL in picchiata, raccontando le cause antiche e recenti di questa catastrofe che tuttora rischia di contagiare il resto d'Europa. Da un sistema politico opaco e clientelare che impera da almeno tre decenni alla diffusa corruzione, dall'ambiguità dei paesi stranieri che danno lezioni ad Atene, ma continuano a curare in maniera spesso spregiudicata i propri interessi, al ruolo delle grandi banche d'affari nei giochi contabili che hanno spinto la Grecia a un passo dal collasso. Un libro anche personale, che vuole narrare la Grecia di questi anni dall'interno, raccontando la cultura e la società di questo Paese, così drammatico nei suoi fenomeni, contraddittorio ed affascinante.
Era solo il 30 agosto 2010 quando Gheddafi e Berlusconi festeggiavano a Roma il secondo anniversario dell'accordo di amicizia e cooperazione italo-libico. Gli turbinosi eventi hanno sconvolto un panorama libico già profondamente trasformato dalla Primavera araba. Da un lato, dopo la violenta uscita di scena del rais, in Libia sembra essersi avviato un promettente processo di democratizzazione, segnato dalle tappe del governo provvisorio, delle prime elezioni libere e ora della nomina di Abu Shakour. Dall'altro le tensioni sono ancora una minaccia concreta, come hanno drammaticamente dimostrato le proteste al consolato americano che hanno causato la morte di tre persone oltre a quella dell'Ambasciatore. Pelosi e Varvelli ci guidano attraverso i rapidi cambiamenti del paese individuando con precisione le diverse sfide che si prospettano nel futuro libico: la difficoltà di costruire un'unità nazionale, la ricomposizione in un esercito centrale delle milizie ribelli che ancora dettano legge in alcune aree del paese, l'enigma della Costituzione a venire nel suo rapporto con la Sharia, la capacità della Libia di gestire la fitta rete internazionale di interessi petroliferi che investono il suo territorio. Con determinazione i due autori invitano l'Italia a recuperare il suo rapporto storicamente privilegiato con il vicino libico, indicando nella ricostruzione materiale e istituzionale della Libia un'opportunità di crescita per entrambi i paesi.
Autore:
Gusmeroli Fausto
È ricercatore presso la Fondazione Fojanini di Studi Superiori di Sondrio, città in cui vive. Collabora con il Dipartimento di Produzioni Vegetali dell'Università degli Studi di Milano e ha svolto attività di docenza in Master di primo e secondo livello. Ha pubblicato su riviste scientifiche nazionali e internazionali sui temi della biodiversità; è autore di libri e articoli divulgativi sugli stessi temi e sulla cultura alpina.
Contenuti:
Crisi. Ossia krísis: trasformazione.
Siamo alle soglie di una svolta epocale, paragonabile a quella che diecimila anni fa rese i raccoglitori-cacciatori una società rurale, o a quella che nel Settecento introdusse la società industriale. Come allora, il sistema appare oggi al collasso.
Il cambiamento, un vero sovvertimento, comincerà da un altro modo di guardare alla vita, al domani. Con gli occhi della cicala, è la provocazione di questo libretto. E se fosse lei ad avere ragione, invece della formica di Esopo? Nella favola, la formica è accumulo, crescita a tutti i costi, competizione, fretta... Egoismo.
La cicala è utopia.
«Chiedo scusa alla favola antica,
se non mi piace l'avara formica.
Io sto con la cicala,
che il più bel canto non vende,
regala»
(Gianni Rodari)
Una serie di consigli pratici per rivoluzionare la propria vita e quella della società. Dalla semplice esperienza di annotare le spese quotidiane, alle indicazioni per una spesa alternativa e per una sostanziale riduzione dei consumi. Persino nel campo delle assicurazioni si può operare una scelta più etica. La politica e l'economia devono cambiare, ma la rivoluzione comincia dall'essere "sindaci di noi stessi".
Autore:
Boschini Marco
Assessore all'Urbanistica e all'Ambiente del Comune di Colorno (PR), è coordinatore dell'Associazione nazionale dei Comuni Virtuosi fin dalla sua fondazione. Ha pubblicato diversi volumi con l'Emi. Vive a Parma.
Contenuti:
"La crisi non esiste: io ho le prove". Questo libricino poteva intitolarsi anche così. Perché è un manualetto di "idee pratiche", alla portata di tutti e da intraprendere subito, per uscire dal perverso sistema della crisi. Che significa distruzione ambientale, diseguaglianze sociali, perdita dei beni comuni.
Ma... da dove cominciare? La prima cosa è osservare quel che stiamo combinando ora. Ci accorgeremo allora che tutto comincia da noi e attorno a noi.
Prendiamo il potere, dunque!... in modo nonviolento, a partire dalla nostra quotidianità. Reimpariamo ad essere cittadini. È troppo facile pensare che qualcun altro debba cambiare le cose per noi.
Sindaci di noi stessi, questo dobbiamo tornare ad essere.
Di terra ce n'è per tutti; di cibo, pure. Perché allora tanta ingiustizia, 1,2 miliardi di poveri "estremi" e 800 milioni di sottonutriti, quando il diritto all'alimentazione è ormai riconosciuto a livello universale? Il nodo è come si accede alla terra, fonte di vita e nutrizione. E pure lo scandalo della speculazione sulle risorse: c'è chi gioca in Borsa sul pane degli esclusi. Il sostegno ai piccoli produttori, il contenimento delle produzioni agricole a scopi industriali, lo spazio alle donne,... Così l'economia del cibo non sarà più omicida ma a servizio di una giustizia più grande. Il fenomeno dei Cash Crops e del land grabbing. I common pool goods e la finanziarizzazione dei beni agricoli. Realtà lontane da noi? Tutt'altro. Ecco perché.
In questi tempi di crisi economica mondiale, la caduta di molti tabù sull'economia è pressoché inevitabile. Quello sull'infallibilità e l'efficacia degli aiuti economici internazionali è il più inatteso. Attraverso una disamina critica di alcuni aiuti economici della storia più recente, Stiglitz analizza non solo le differenze tra i Paesi che li elargiscono e quelli che li ricevono, ma anche l'uso che ne viene fatto e le relative conseguenze. Depositi, riserve e percentuali positive iniziano ad assumere così un altro significato. Domandandosi se queste speculazioni siano soggette alle leggi internazionali di giustizia oppure se ci sia bisogno di uno schema di redistribuzione degli introiti commerciali su scala mondiale, Stiglitz ci offre il suo punto di vista sulle brucianti contraddizioni dell'economia mondiale.
"La promessa della rivoluzione francese si è rivelata ingannevole, almeno rispetto all'uguaglianza, e una gran parte della mia ricerca gira intorno alle domande su cosa, in ultima analisi, non abbia funzionato in quella promessa." (L'autore)
Il progetto della società civile richiede in primo luogo l'esercizio di alcune virtù civiche che potremmo sintetizzare con l'espressione autogoverno: l'insieme delle virtù che segnano la distanza tra il suddito, ripiegato su se stesso e in balia del potere coercitivo, e il sovrano, responsabile per le azioni che compie e per questa ragione libero di contribuire alla realizzazione della propria personalità. L'esercizio di tali virtù richiede il sacrificio costante e la vigilanza perenne, dal momento che il progetto della società civile non è l'esito intenzionale di qualche astuto scienziato sociale; non si tratta di un'opera d'ingegneria sociale, raggiunta in modo definitivo, una volta per tutte, bensì è la lenta evoluzione di attitudini che hanno assunto la forma storica che noi conosciamo dopo un'incessante - e mai definitivamente compiuta - opera di approssimazione a ciò che uomini imperfetti, ma desiderosi di migliorare la propria condizione, hanno creduto e credono che sia la verità.