
Gianni Di Giovanni e Stefano Lucchini lo vivono ogni giorno nell'impresa in cui operano: l'avvento della Rete ha completamente sovvertito le regole di comunicazione delle aziende grandi e piccole e, di conseguenza, la professione di chi è chiamato a informare il mercato e a interagire con esso, in momenti anche di crisi. E non è solo una questione di strumenti, ma soprattutto di atteggiamento: l'impresa è trasparente, sotto gli occhi di tutti, sottoposta a uno scrutinio continuo delle sue azioni e della sua reputazione e non può sottrarsi alla sfida della credibilità. Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, infatti, non ha accresciuto solo il volume delle informazioni trasmesse, ma anche la rete di relazioni che le imprese intrattengono con il mondo esterno e la comunicazione è così diventata una pratica sociale attraverso cui si entra in contatto con i pubblici più disparati, ai quali i comunicatori devono offrire una "realtà" fatta di credibilità, autorevolezza, competenza. Con approccio ottimistico ma consapevole della sfida, gli autori, due tra i maggiori esperti italiani di comunicazione d'impresa, analizzano uno per uno gli attori e le questioni cruciali del nuovo contesto (da Wikileaks ai motori di ricerca, dall'informazione online ai social network) condividendo riflessioni, strategie e casi pratici per gestire con successo la conversazione con il mercato.
Si è tornato a parlare di loro. La crisi, la ricerca delle cause del terremoto che ha fatto cadere in recessione l'Europa, hanno riportato sotto i riflettori le politiche liberiste di Ronald Reagan e Margaret Thatcher. Dieci anni sono trascorsi dalla scomparsa del Presidente degli Stati Uniti arrivato da Hollywood, un anno da quella del primo premier donna del Regno Unito, che hanno condiviso l'intensa epoca dell'ultimo tratto del secolo scorso, con la caduta del muro di Berlino, la sconfitta del socialismo reale e l'affermazione del capitalismo liberista. "Siamo due anime gemelle", scherzava Reagan. '"Ci paragonano ad Astaire e Rogers", rifletteva lei. Ma al di là di tali battute e delle ricostruzioni un po' retoriche, le differenze sono state più d'una e meritano di essere messe in evidenza per un'analisi storica della loro eredità, tuttora viva e oggetto di contrastanti giudizi: per alcuni i campioni del liberismo da imitare anche oggi, per altri la causa prima alle origini della crisi finanziaria. Per dare a chi legge la possibilità di comprendere meglio i due personaggi e tirare le conclusioni sugli interrogativi ancora aperti sul loro lascito storico, questo libro raccoglie e accosta alcuni dei passi più significativi dei loro interventi discorsi, interviste. Due icone, tra le ligure più rilevanti del XX secolo, in un ritratto vivido e senza filtri, che rifugge da interpretazioni di comodo e falsi moralismi.
Non abbiamo bisogno di manovre o aggiustamenti, quello che ci serve è un cambio di orizzonte mentale, un nuovo paradigma economico, sociale e politico che rompa con gli schemi del passato: analizzando le numerose occasioni perse dal nostro bipolarismo imperfetto negli ultimi vent'anni, Yoram Gutgeld dimostra in questa sua appassionata analisi che il declino del nostro Paese non è un processo irreversibile e che possiamo ancora tornare competitivi. Ma per ripartire dobbiamo subito accantonare una serie di luoghi comuni e alibi che non solo hanno impoverito il nostro dibattito politico, ma hanno oscurato i veri problemi che attanagliano il Paese. Dagli sprechi della pubblica amministrazione alle inefficienze della sanità, dalle occasioni mancate nel settore turistico alle buste paga dei lavoratori che devono assolutamente ricominciare a crescere, l'autore osserva le singole realtà italiane avanzando ogni volta proposte concrete, e spesso a costo zero, che permettano di superare le criticità. "Più uguali, più ricchi" racconta un Paese in cui la prima battaglia da vincere è proprio quella contro le iniquità che non sono solo all'origine dell'ingiustizia sociale, ma rappresentano anche un freno allo sviluppo economico. Portare l'equità al centro del dibattito politico non significa creare un Paese di uguali, ma uno in cui le imprese riescono a operare al meglio e le persone vengono premiate secondo le proprie capacità.
Dal 2007 a oggi la crisi dell'euro ha fatto cadere governi, fallire banche, capitolare intere economie. Milioni di cittadini europei stanno pagando il conto di scelte che non hanno compreso né condiviso. Le previsioni catastrofiste sulla tenuta dell'euro sono (per ora) andate a vuoto, ma in Italia il prezzo è stato altissimo: molto rigore, troppe tasse, un aumento vertiginoso della disoccupazione e del debito pubblico. Così all'improvviso la politica è stata costretta a discutere, difendere, proporre: bisogna uscire dall'euro; solo la lira può salvare le imprese; la Germania di Angela Merkel sta combattendo una guerra senza carri armati. Oppure no: dobbiamo rimanere nella moneta unica ma "battere i pugni sul tavolo", rompere i vincoli del rigore, accettare il fallimento delle istituzioni comunitarie e tornare a una "Europa dei popoli", qualunque cosa questo voglia dire. Ma al di là degli slogan, quasi nessuno sa cosa sia successo davvero: come si è passati dalla crisi delle banche a quella degli Stati e poi di nuovo delle banche? Di questo circolo vizioso senza precedenti tra debito privato e debito pubblico, la Bce è la maggiore responsabile o l'unica soluzione possibile? Consegnare il destino dell'Europa alla Banca centrale è l'inevitabile conseguenza del vuoto della politica o una sconfitta della democrazia? Il problema dell'Italia è l'Europa o semmai è vero il contrario? La notte dell'euro è stata lunga ma non è ancora finita. Queste pagine sono una guida per orientarsi nel buio.
Qualcuno lo chiama «il Papa sindacalista», qualcuno dice che è «il leader della sinistra globale», ma la vera ispirazione di Francesco è il Vangelo. È da questa prospettiva che Francesco guarda ai problemi sociali di oggi, alle vittime della cultura dello scarto e di un’economia che uccide, ai giovani abbandonati alla precarietà, agli anziani trattenuti troppo a lungo al lavoro per pagarsi una pensione spesso non dignitosa, ai migranti che rischiano la vita per trovare un luogo in cui costruire un avvenire per sé e le proprie famiglie e faticano a trovare accoglienza. Francesco ama la concretezza e non ha paura di misurarsi con il conflitto sociale, che ci invita ad assumere. Per questo, quando parla di impresa, investimenti e finanza, non usa giri di parole, anche quando deve andare contro il pensiero dominante. E nella concretezza delle iniziative di solidarietà e di auto-organizzazione di chi sta ai margini sa riconoscere i semi di un’alternativa che sta già germogliando. In questo libro padre Giacomo Costa e Paolo Foglizzo raccolgono e commentano gli interventi più significativi del Papa sul tema del lavoro: ci viene offerto un quadro di riferimento adeguato alla realtà contemporanea, in cui collocare la nostra riflessione sul lavoro e la nostra azione a favore delle donne e degli uomini che lavorano. Come Papa Francesco stesso ha detto, «il nostro dovere è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lottare».
Il marketing costituisce oggi uno strumento di collegamento tra le diverse organizzazioni ed i numerosi soggetti che operano nel mondo economico. A tal proposito il volume si propone di sviluppare le conoscenze di base delle problematiche gestionali del marketing nelle imprese e di fornire una serie di tecniche, da quelle tradizionali a quelle più innovative, necessarie sia per coloro che si avvicinano per la prima volta alla materia sia per chi già opera nel settore. Il "Compendio", nella sua chiarezza ed esaustività, consente la rapida consultazione dei principali temi attrontati. Si tratta di un testo molto versatile, che può essere utilizzato in molteplici percorsi formativi nei diversi livelli: nei corsi di laurea triennale delle facoltà economiche, ma anche in altre facoltà ed ambiti di studio, dove si ritiene ormai essenziale fornire agli studenti nuove competenze manageriali che li rendano capaci di operare in quelle organizzazioni per le quali è fondamentale creare e saper gestire le relazioni tra i diversi mercati e settori di attività. Completa il volume un glossario dei principali vocaboli che caratterizzano la disciplina.
Una sorta di diario dell'anima di un economista in una età di passaggio. Pagine pubbliche e intime, dove parlo del mondo e parlo di me, brani di un viaggio interiore e ancora in corso. Sono molti i modi per guardare all'economia e in generale alla società, sono molti i punti di osservazione. Il centro dell'anima è un punto di vedetta. Non si vede tutta la realtà, ma quella che si riesce a vedere è illuminata da una luce diversa e speciale, che mi auguro possiate vedere anche voi lettori.
Papa Francesco ha più volte mosso critiche al sistema economico basato sul profitto definendolo un modello vorace. Secondo il Pontefice le precarie condizioni della nostra casa comune sono dovute principalmente a un modello economico che è stato seguito per troppo tempo, orientato al profitto, con un orizzonte limitato, basato sull'illusione della crescita economica infinita, un sistema che viene definito disastroso. Questo libro avvalora la Sua tesi secondo cui alcuni modelli aziendali conducono a migliorare il benessere sociale, ambientale ed economico sia dell'azienda, sia delle famiglie in un'ottica di lungo periodo. Il libro è un percorso guidato verso la comprensione del concetto di azienda e dell'insieme di pratiche che permettono l'attuazione di un modello aziendale indirizzato verso il benessere dei lavoratori così da condurre a un migliore benessere economico, sociale e ambientale. Tratta gli argomenti basilari per approfondire le dinamiche aziendali, avvalendosi anche di ricerche scientifiche. Con la Prefazione del Cardinale Giuseppe Versaldi.

