
Primo di tre volumi che riguarda la parte generale fino agli impedimenti. I saggi inclusi di insigni canonisti possono considerarsi delle vere e proprie monografie.
Questo secondo volume riguarda la complessa ed articolata materia del consenso matrimoniale (1095-1107). L'Arcisodalizio della Curia Romana ha avviato da oltre trent'anni un percorso di studio, proponendo un riesame della normativa matrimoniale canonica nel segno della giurisprudenza, specialmente rotale romana, e soprattutto nei tempi nuovi maturati per effetto dello sprone degli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Durante il cammino si e pensato di riprendere alcuni degli scritti che si erano venuti accumulando, aggiornandoli e completando con nuovi studi le lacune rimaste, per costruire un'opera di vaste dimensione che abbracciasse l'intera normativa codiciale latina relativa alle nozze. Questo secondo volume riguarda la complessa ed articolata materia del consenso matrimoniale (1095-1107). Il volume include, per ciascun capitolo di nullita, una serie articolata di saggi che danno conto di ogni aspetto fondamentale della problematica.
Terzo volume sul diritto matrimoniale canonico, un ulteriore indispensabile strumento per studiosi e cultori di diritto canonico.
La chiarezza e la competenza con cui l’Autore espone la legislazione ecclesiastica sul matrimonio fanno di questo volume un agile e serio strumento di lavoro e di studio non solo per tutti gli studiosi di diritto canonico, ma anche per chi è impegnato nella pastorale familiare, nella preparazione al matrimonio, nella cura pastorale per i divorziati o nei tribunali ecclesiastici. Il volume è un prezioso contributo per una migliore intelligenza del diritto matrimoniale, il cui scopo è innanzitutto quello di «tutelare e favorire il matrimonio come è voluto da Dio» (dalla prefazione di J. Beyer).
I diritti degli uomini dipendono dalla legge? E le esigenze della giustizia che cosa hanno a che fare con essa? La risposta a quanto è davvero fondamentale non si trova nella "Babele di lingue" delle costituzioni, dei codici o delle sentenze. Occorre un confronto con le idee generali e con il pluralismo degli universi culturali, etici, religiosi e politici che caratterizzano e complicano la società attuale. Il diritto mite è una proposta pacifica e democratica. Ripercorrendo la storia europea, dallo Stato di diritto dell'Ottocento allo Stato costituzionale di oggi, il libro mostra come le norme del diritto non possano più essere né espressione di interessi di parte né formule per concezioni universali e immutabili che qualcuno impone.
Il presente manuale raccoglie tutte le lezioni ed alcuni articoli di studio realizzati dall’autore nell’intento di contribuire all’apprendimento del diritto Musulmano. Lo studio vuole presentare il programma del corso sulla cultura islamica nella sua evoluzione storica, geografica, culturale, sociale, politica, economica e, soprattutto, giuridica. Mette in luce come le varie scuole musulmane non considerano l’Islam soltanto come una religione, ma come un sistema giuridico applicabile in ogni aspetto della vita di un musulmano. Rileva altresì il notevole sviluppo della giurisprudenza islamica (fiqh) avvenuto negli ultimi quattordici secoli, circa, con la conseguente nascita di varie scuole giuridiche islamiche dalle differenti interpretazioni sull’applicazione della Sharia.
Certamente in forma sintetica e manualistica, tocca tutti gli aspetti giuridici: la nascita della Comunità Islamica (Ummah Islamiyya), la sharia e il fiqh; le qualificazioni del diritto islamico; le cinque categorie di azioni umane; le fonti rivelate e non rivelate, secondarie e scolastiche; il diritto delle persone; il diritto penale; il diritto penale islamico nelle legislazioni contemporanee; la shura e la democrazia; il regime giuridico delle minoranze non islamiche.
Marcellus Okenwa Udugbor
ha conseguito il dottorato in Diritto Civile alla Pontificia Università Lateranense, Città del Vaticano. È docente di “Diritto Musulmano nei Paesi Islamici” e di “Storia ed Istituzioni dei Paesi Africani” presso la Facoltà di Diritto Civile della stessa Università. È membro della “African Law Association” dell’Università di Bayreuth, Germania. Tra le sue pubblicazioni: “The Influence of the International Conventions and Recommendations in the Labour Legislation of African States; Roma, 1990; Introduzione allo Studio del Diritto degli Stati Africani, Stampa Offset, PUL, Roma, 2001, nonché numerosi articoli sui diritti umani nei paesi Africani e sul diritto Islamico pubblicati su varie riviste.
uno studio approfondito del diritto naturale dal pensiero dell antico oriente sino al sistema delineato da san tommaso d aquino IL DIRITTO NATURALE VIENE INTESO GENERALMENTE COME UN ORDINE VINCOLANTE, DOVEROSO E VALIDO DELLA CONVIVENZA UMANA, COME UN ORDINE NORMATIVO A CARATTERE ETICO, RAZIONALE, IMMUTABILE E DIVINO, DERIVANTE DA UN ORDINE OBIETTIVO ESISTENTE NELLE COSE STESSE, CHE E`ORIGINARIAMENTE DATO CON L'UOMO STESOS, E CHE GLI IMPONE COME NORMA FONDAMENTALE DI ESSERE UOMO, DI AGIRE DA UOMO. QUESTO STUDIO DELINEA IL PENSIERO DEL DIRITTO NATURALE DAL PENSIERO DELL'ANTICO ORIENTE A TTRAVERSO L'ELABORAZIONE NEL PENSIERO GRECO, ROMANO, PATRISTICO, MEDIEVALE E DELLE PRIME SCUOLE TEOLOGICHE ARRIVANDO A
Da cosa dipende la dignità dell'uomo? Quando si può dire che l'uomo sia pienamente libero, integralmente se stesso? E quando si può affermare che l'uomo compie il bene? Il saggio "Diritto naturale e natura umana" presenta il diritto naturale come l'espressione normativa della natura umana, capace di condurre l'uomo alla ricerca del bene, del vero e dell'eterno. La trattazione propone una prospettiva teologico morale naturale che si sofferma sui principi immodificabili attraverso i quali il Bene assoluto comunica la propria Verità alla ragione umana, affinché l'uomo - accogliendola liberamente - ne accolga la Giustizia e, con essa, edifichi sé stesso e i consorzi umani nei quali è chiamato a vivere.
Stigmatizzato come il teorico di una sovranità popolare che mette a repentaglio i diritti fonda-mentali degli individui e la stabilità della costituzione, Rousseau sembra oscillare tra una visio-ne della politica come palingenesi terrena e un pessimismo radicale verso le istituzioni sociali. Sulla base di un’accurata rilettura dei manoscritti e dei testi di Rousseau, di un confronto con le teorie giusnaturaliste e le vicende della repubblica ginevrina, Gabriella Silvestrini propone una diversa interpretazione del pensiero politico di questo autore e di alcuni suoi concetti chiave: democrazia, repubblica, volontà generale e religione civile. In tale prospettiva la teoria politica di Rousseau appare segnata dall’intento di riformulare in chiave repubblicana le concezioni contrattualistiche imprimendo, attraverso il concetto di vo-lontà generale, un carattere altamente costituzionale all’idea di sovranità popolare elaborata dai suoi predecessori