
Nel corso della nostra vita siamo presi da tante cose: lo studio, la carriera, i nostri affetti, le nostre passioni. Ci imbattiamo in momenti di gioia e di difficoltà; ci accorgiamo di avere punti di forza e di essere fragili; ci troviamo in situazioni in cui non tutto dipende da noi, senza però che tutto sia già scritto. Per vivere tutto questo non possiamo affidarci al caso o all'improvvisazione: abbiamo bisogno dell'etica. Non però di asettici codici di comportamento, né di «grilli parlanti», che si limitino ad inchiodarci ai nostri difetti e ai nostri errori: ciò di cui abbiamo bisogno è piuttosto un modo di essere e di vivere, capace di dare senso, valore, sapore alle nostre esistenze. Questo libro rappresenta un tentativo di andare al fondo della domanda etica e delle sue ragioni, offrendo un invito a cercare ciascuno la propria risposta, nella concretezza della propria vita.
L’anima umana, la sua natura e il suo destino sono stati tra i temi più appassionanti della filosofia medioevale. Autori come Alberto Magno e Tommaso d’Aquino hanno elaborato la propria concezione dell’anima partendo dall’idea aristotelica che l’intelletto, che ne costituisce la parte più nobile ed essenziale, sia ‘immateriale’. Questa scelta teoretica li conduce però a confrontarsi con alcune questioni per loro stessa ammissione difficili da risolvere. Come può un intelletto del tutto immateriale entrare in relazione con il corpo? Come possiamo dire che tale intelletto appartenga a noi, singoli individui abitanti il tempo e lo spazio? Può un intelletto immateriale attendere la resurrezione cristiana? Tali interrogativi trovano una sorta di ricapitolazione nella figura acuta e drammatica di Sigieri di Brabante che, nel desiderio di seguire tanto l’ispirazione aristotelica quanto un metodo rigorosamente razionale, giunge a scontrarsi con l’autorità religiosa e con gli stessi teologi, in particolare Tommaso, da cui aveva entusiasticamente ereditato numerose dottrine. L’analisi puntuale di Antonio Petagine, oltre a ricostruire con rigore uno spaccato storico, propone un’acuta e approfondita riflessione su quelle che per secoli sono state le categorie più importanti per comprendere la natura umana: ‘anima’ e ‘intelletto’.
Antonio Petagine (Bologna 1974) svolge attività di ricerca presso l’Università Cattolica di Milano. Oltre a collaborare con riviste e centri di studi, ha lavorato alla traduzione italiana, di prossima pubblicazione, delle opere psicologiche di Sigieri di Brabante ed è autore del saggio Intelletto e corpo: il confronto tra Tommaso d’Aquino e Sigieri di Brabante apparso nel volume miscellaneo a cura di A. Ghisalberti, Dalla prima alla Seconda Scolastica. Paradigmi e percorsi storiografici, Bologna 2000.