
Oggi è più urgente insegnare a pensare che insegnare a credere! Ha ragione il cardinale Carlo Maria Martini a lanciare questa provocazione. Sì, perché “a condurre il mondo non sono le locomotive, ma le idee”. (Victor Hugo) Le camere a gas non le ha inventate Hitler: le hanno inventate coloro che le hanno pensate. Hitler ha solo aperto il rubinetto e acceso il fiammifero. Le viti non producono vino al metanolo. Sono le idee avvelenate che lo avvelenano. Ecco: i pensieri fanno nascere le cose! Insomma, a conti fatti, la dinamite non serve: bastano le idee. Dunque è chiaro perché questo opuscolo doveva nascere! Per ricordare che va aggiunto, con urgenza, un undicesimo Comandamento: salviamo la testa dei nostri ragazzi! Tutto comincia di lì! Mangia un’idea e farai la rivoluzione. Sana o pazza, in base all’idea che hai mangiato. Queste pagine offrono solo idee buone e ci indicano le piste per offrirle in modo pedagogicamente accettabile.
Un piccolo libretto per ragionare sui Valori della vita.
“Chi le stelle abbandona, vomita terra”: è il tagliente messaggio dello scrittore tedesco Bertold Brecht (1898-1956). I Valori sono le stelle! Chi abbandona i Valori, vive raso terra. I Valori sono l’ossatura dello spirito, l’intelaiatura delle personalità. I Valori presiedono alla nostra grandezza. Ecco il perché di queste pagine che propongono, appunto, una bella manciata di Valori. Non già Valori assortiti, ma Valori di alta qualità e di urgente necessità. Pagine decisamente controcorrente. Chi parla ancora, oggi, di ‘pudore’, di ‘silenzio’, di ‘coraggio’, di ‘interiorità’, di ‘indignazione’? Pagine necessarie. Non vi è mai stata epoca come la nostra nella quale i ragazzi siano stati traditi in modo tanto indecente! Pagine succose. Pagine concrete (soprattutto concrete!). Pagine scritte per ricordarci di non mollare! Sì, perché anche i nostri ragazzi digitali sono nati per osare! Grazie a tutti coloro che le faranno germinare, queste pagine, nel paese della loro anima e le affideranno al vento perché le porti ovunque. La Terra tornerà ad onorare il suo compito: mostrare al sole ‘Uomini’, non solo ‘gente’. Libro non destinato a fare da tappezzeria, ma a far succedere qualcosa. Pagine nutrienti, accessibili a tutti. Sconsigliate ai pessimisti e a chi non ama le sfide.
Che cosa possiamo fare per salvare l'educazione nel terzo millennio? Siamo in piena emergenza educativa: un'emergenza silenziosa, ma che ha effetti disastrosi! La maleducazione trionfa. Non possiamo continuare la latitanza. Dobbiamo ritornare a educare i nostri figli e non solo allevarli, perché non educare è una follia: è tagliare il ramo su cui siamo seduti. Non educare è rubare il futuro. Queste pagine tifano perché rifiorisca un'educazione capace di far sì che chi nasce "uomo" diventi "umano". "L'epoca contemporanea è una corsa drammatica tra catastrofe ed educazione" (Herbert George Wells)
Possiamo dividere gli uomini in varie categorie: ricchi e poveri; forti e deboli; solari e tenebrosi; coraggiosi e friabili… Ma, forse, la divisione più decisiva è tra ‘quelli che non leggono’ e ‘quelli che leggono’. I primi vivono una vita sola, i secondi vivono il doppio. I primi sono solo corpo, i secondi sono anche anima e spirito. I primi lasciano che le cose accadano, i secondi le fanno accadere. I primi ignorano queste pagine, i secondi le leggono. E sono intelligenti! Tre volte intelligenti: - perché chi legge si protegge, - chi legge impara a sfogliare la vita, - chi legge fa indietreggiare la solitudine!
Queste pagine indagano sul presepio e ne indicano il modo di valorizzarlo come simpatico alleato nell'educazione dei figli.
Ancora fiabe sul Natale? Certo, e con le carte in regola! È noto a tutti che le fiabe sono uno strumento fondamentale per illuminare le menti e riscaldare i cuori dei bambini. È precisamente questo che si propongono le nostre semplicissime fiabe, pensate per piccoli fino ad otto anni. Lette (o meglio!) raccontate, preparano il bambino alla Festa più attesa dell’anno. Una preparazione che lo coinvolge nel profondo e gli fa intuire che le notti sono tante, ma la notte di Natale le sorpassa tutte quante!
I racconti sono, oggi, tra i prodotti più necessari.
– Sono la strada più breve tra la comprensione della verità e l’essere umano.
– Sono spilli che fissano le idee: li senti al mattino e ti rimangono addosso per tutto il giorno.
– Sono la conchiglia: l’appoggi all’orecchio e ti racconta l’oceano.
Insomma, un forte applauso a questa nuova raccolta!
Ogni racconto è un fuoco acceso. Tutti possono attingervi luce e calore. In particolare i sacerdoti che (finalmente!) hanno deciso di sconfiggere lo sbadiglio religioso; in particolare i catechisti che vogliono che la “buona” Novella diventi anche “gradita” Novella; e – perché no? – tutti gli educatori che ancora vogliono continuare a parlare ai ragazzi d’oggi, ormai reattivi al solo codice comunicativo televisivo.
Meglio stare senza mangiare che senza storie, perché senza mangiare si muore, ma senza storie si vive da morti.
Roberto Benigni
A molti guai della nostra epoca sarà difficile rimediare, almeno in breve tempo; pensiamo, ad esempio, allo smog, alla droga, alla crisi energetica… Però subito possiamo rimediare alla solitudine dei nostri bambini, al loro bisogno di attenzione, di tenerezza, d’amore. Possiamo rimediare subito e a poco prezzo. Basta un fiaba! Allora, perché non iniziare da stasera? Perché non iniziare leggendo queste pagine che si propongono di rilanciare uno strumento fondamentale dell’arte di educare? Uno strumento che piace e fa bene! “Non c’è nulla di più moderno che raccontare una fiaba, nulla di più vitale alla crescita psicologica di un bambino” (Paolo Crepet).
Se i bambini potessero giocare di più, avremmo ragazzi meno irrequieti, meno tesi, meno turbati, meno isterici. Avremmo meno unghie rosicchiate, meno matite dentellate. È certo: bimbo che non gioca, gioia ne ha poca! Dunque un opuscolo come questo che esalta il gioco dalla prima all’ultima parola, può benissimo stare in vetta alle montagne di tanti testi pedagogici che ingolfano le librerie! Il gioco va protetto, va difeso, va reclamizzato. Salvare il gioco, è salvarci! Sì: per diventare grandi, bisogna giocare! Ecco perché il nostro densissimo libretto non va solo sfogliato, ma va ‘ruminato’, va goduto e fatto vivere nelle case, nei cortili, nella scuole. Solo così i bambini ringrazieranno d’esser nati! Tutti sanno che il primo articolo della nostra Costituzione recita: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” D’accordo, certo, ma solo a metà! Per essere sana e felice, l’Italia deve anche essere fondata sul gioco dei suoi bambini che la rallegrano e le danno futuro.