Fabio Ciconte e Stefano Liberti ci trascinano in un viaggio nel mondo della grande distribuzione organizzata del cibo: “Il grande carrello. Chi decide cosa mangiamo” è il nuovo libro dei due autorevoli giornalisti, già autori di grandi inchieste sulle filiere agroalimentari.
Che genere di acquirente sei? Il cacciatore di offerte? Il pragmatico? Il prudente? Il salutista? Il fan brand? Chiunque tu sia, stai pur certo che il marketing ti ha inquadrato e che ci sono cartelli, percorsi o zone del supermercato nate apposta per te. Nulla è lasciato al caso all’interno di un supermarket: la grossa insegna visibile dalla strada, i cartelli all’ingresso con la stessa offerta già vista sul volantino trovato nella buca delle lettere, le corsie razionali, le isole, gli stopper, le testate di gondola. Il trucco è uno solo: farci creder che le scelte che faremo saranno solo ed esclusivamente determinate da noi stessi. Rassicurare ed emozionare.
“Il grande carrello” di Fabio Ciconte e Stefano Liberti è un saggio che scompone per svelarcela la realtà dietro gli scaffali dei supermercati, dai rapporti coi fornitori ai contratti di lavoro, dai costi reali delle offerte ai segreti del marketing. Attraverso le testimonianze dei principali protagonisti del mondo del commercio, "Il nostro pane quotidiano" ci mostra come il supermercato (e l’intreccio di rapporti produttivi alle sue spalle) condiziona la nostra vita molto più di quanto siamo abituati a credere.
Secondo previsioni dell’Onu, nel 2050 saremo 9 miliardi di persone sulla Terra: come ci sfameremo, se le risorse alimentari sono sempre più scarse, e chi vive in paesi iperpopolati come la Cina sta repentinamente cambiando abitudini alimentari? La finanza globale e le multinazionali del cibo hanno fiutato l’affare: l’over-population business. Dopo A sud di Lampedusa, il reportage che per primo raccontava le rotte dei migranti dal deserto del Sahara fi no alle coste italiane, e il successo internazionale di Land grabbing, il saggio tradotto in più di dieci paesi sull’accaparramento delle terre delle nazioni più povere da parte di quelle più ricche, Stefano Liberti ci regala il suo libro più ambizioso e impressionante sul nostro piccolo pianeta. Ha girato il mondo per due anni (dal Brasile al Mozambico, dalla Cina rurale all’Iowa) seguendo la filiera di quattro prodotti alimentari – il maiale, la soia, il pomodoro, il tonno – per osservare cosa accade in un mondo divorato dall’aggressività della finanza che ha deciso di trasformare l’intero pianeta in un gigantesco pasto.