
Il Card. Noè, nei suoi scritti, ha sparso delle note autobiografiche; l'autore le integra con quanto è stato scritto da altri per mostrare come la vita del Card. Noè sia stata tutta dedita alla Liturgia. La scoprì da studente, mosso dal "pulchritudinis studium". Servì le finalità del movimento e della riforma liturgica a Pavia, in Italia e nella Chiesa tutta animato dalla convinzione che lo "sposalizio fra Liturgia e bellezza è indissolubile" e che i partecipanti devono salire al Signore servendosi della scala della bellezza espressa nell'"ars celebrandi" mediante la comprensione dei testi, cantando e gustando elevante musica sacra, in luoghi decorosamente ornati lasciandosi così "evangelizzare dalla bellezza della Liturgia", come scrive Papa Francesco nella Evangelii gaudium.
In questo mondo estremamente ricco di potenzialità, ma confuso e segnato da profonde ferite, con un immenso bisogno di guarigione e di riparazione, l’AdP intende rispondere al desiderio d’interiorità e di concretezza avvertito oggi da molti uomini e donne, indicando un cammino di integrazione fra la contemplazione e l’azione, affinché tutta la vita possa trasformarsi in preghiera, e cresca l’attenzione consapevole verso la realtà e l’impegno responsabile per la salvezza di tutti gli uomini. Operando in ogni parte del mondo per una comunione universale di preghiera, l’AdP costituisce nella Chiesa uno strumento planetario, umile ma potente, poiché ha la capacità di innescare un benefico e auspicabile processo di globalizzazione, in grado di riunire tutti i popoli della terra intorno alla sorgente perenne dell’amore e della grazia, che è il Cuore di Cristo.