
Concepito come un companion di media studies, il volume "accompagna" in un campo di studi multiforme e che nel tempo si è fortemente specializzato e diversificato. Scritti da accademici e accademiche di varie sedi italiane e straniere, i capitoli approfondiscono una serie di prospettive disciplinari e di parole chiave che sono oggi al centro degli studi sui media, con lo scopo di fornire un quadro, necessariamente parziale ma il più possibile rappresentativo, dei temi fondamentali della materia. Pensato in primo luogo come uno strumento didattico per chi studia i media e la comunicazione o per chi vuole capire come integrare la prospettiva mediale nei suoi studi, il testo rappresenta anche uno strumento d'informazione e riflessione per chiunque intenda conoscere meglio la complessa realtà dei media. Il volume è a cura di Gabriele Balbi, Francesca Comunello, Francesca Pasquali e Michele Sorice.
In occasione di terremoti, alluvioni e altri disastri ambientali, un numero crescente di cittadini si rivolge ai social media per ottenere e diffondere informazioni, oltre che per condividere emozioni, cercare supporto, offrire il proprio aiuto alle popolazioni colpite. Anche le istituzioni hanno iniziato a muoversi in tali ambiti, tra ritardi e casi d’eccellenza.
Che cosa fanno davvero i cittadini sui social media, durante le emergenze? Quali bisogni esprimono? Che contributo possono dare? Chi sono gli influencer, in questi contesti? Che ruolo giocano le istituzioni e i media tradizionali? È possibile costruire una grammatica per una più efficace comunicazione d’emergenza sui social media?
Il volume affronta simili questioni con un taglio multidisciplinare, offrendo una riflessione teorica attenta al dibattito internazionale – e fondata sulla letteratura dedicata alla comunicazione d’emergenza e agli internet studies – e una serie di casi di studio che si concentrano su terremoti e alluvioni che hanno di recente colpito il territorio italiano (dal terremoto in Emilia del maggio 2012 all’alluvione in Sardegna del novembre 2013).
Le tecnologie della comunicazione non creano un universo separato dal mondo offline, ma rappresentano per l’utente uno strumento in più per attivare i processi identitari e relazionali tipici della network society, dentro e fuori dagli ambienti tecnologicamente mediati.
Oggetto centrale di questo lavoro non sono dunque le tecnologie. Sono i processi di proiezione identitaria e le forme sociali che le persone attivano anche a ridosso delle tecnologie di rete.
 
 
 
 
 
  
