L'imprevista opportunità dovuta alle restrizioni imposte dalla pandemia di sperimentare un modello di apprendimento differente da quello scolastico 'in presenza' con un ampio ricorso alla Didattica a Distanza ha riacceso il dibattito sul destino della scuola cosiddetta tradizionale, organizzata in classi per gruppi di età, disciplinata da programmi predisposti in modo uniforme e legittimata dal riconoscimento del titolo legale di studio. L'interrogativo su cui è aperto il dibattito si può così sintetizzare: le esperienze innovative condotte in emergenza possono essere l'antefatto di una trasformazione scolastica in grado di dar vita a un''altra scuola'? Secondo molti studiosi non solo la diffusione delle nuove tecnologie, la disponibilità in Rete di informazioni infinitamente superiori a quelle che la scuola riesce ad assicurare, ma anche il desiderio dei giovani di costruire percorsi di apprendimento in autonomia e il bisogno di veder valorizzata l'esperienza pratica a fianco dello studio sono alcune delle ragioni che spingono verso un nuovo modello scolastico. Gli autori offrono al lettore un'ampia rassegna dei dibattiti in corso sul futuro dell'istruzione, senza tacere le difficoltà e le resistenze che possono frenare o addirittura ostacolare il cambiamento.
Il volume, attento ai più recenti orientamenti emersi nel nostro paese in tema di progettazione formativa, propone un percorso strutturato per elaborare unità di apprendimento orientate verso traguardi di competenza, sia di tipo disciplinare, sia di carattere trasversale. Come evidenziano gli esempi illustrati nel testo, il percorso può essere impiegato nei diversi gradi scolastici del primo e del secondo ciclo di istruzione, in quanto fornisce una struttura logica basata sul modello di progettazione a ritroso di Wiggins e McTighe e imperniata sulla centralità del traguardo di competenza nella progettazione di una unità di apprendimento. La proposta di lavoro fornita dall'autore - frutto di una continua ricerca delle soluzioni più appropriate e sostenibili svolta insieme agli insegnanti all'interno di attività formative condotte con scuole e reti di scuole - si colloca nel contesto di un più ampio ripensamento dell'ambiente di apprendimento che caratterizza il lavoro scolastico, sia nei suoi aspetti strutturali (spazi, tempi, attrezzature, sussidi), sia in quelli metodologici e relazionali. Particolare attenzione viene posta alla flipped classroom come modalità low cost per liberare del tempo nel lavoro scolastico e per riconfigurare il setting formativo.
Numerosi segnali indicano che il modello scolastico tradizionale imperniato sul ruolo «educativo» dello Stato, sulla scuola edificio, sulle classi organizzate per gruppi di età, su programmi predisposti in modo uniforme e sul riconoscimento del titolo legale di studio mostra segni di invecchiamento. Secondo molti studiosi saremmo in presenza di un suo esaurimento in un futuro non si sa quanto vicino o remoto. Non solo la diffusione delle nuove tecnologie, la disponibilità in Rete di informazioni infinitamente superiori a quelle che la scuola riesce ad assicurare, ma anche il desiderio dei giovani di costruire percorsi di apprendimento in autonomia e il bisogno di veder valorizzata l'esperienza a fianco dello studio sono alcune delle ragioni che spingono verso un nuovo modello scolastico. Gli autori offrono al lettore un'ampia rassegna dei dibattiti in corso sul futuro dell'istruzione, senza tacere le difficoltà e le resistenze che possono frenare o addirittura ostacolare il cambiamento.
La certificazione delle competenze è ormai a regime anche nella scuola italiana, sia per il primo che per il secondo ciclo di istruzione, e costituisce un radicale cambiamento nei modi e nelle forme della valutazione scolastica. Per applicarla si tende a focalizzare l'attenzione su come compilare le diverse voci del documento: di fatto rimane sostanzialmente immutato il processo valutativo che ne precede la compilazione, salvo qualche piccola revisione formale alle intestazioni del registro (elettronico) o alla delibera del collegio docenti. Nel volume si propone di ribaltare la prospettiva e di assumere il modello come ultimo passo di una revisione profonda del processo valutativo; si tratta di una strada decisamente più impervia e impegnativa, ma ineludibile. In gioco c'è un diverso modo di pensare l'apprendimento, un allargamento dello sguardo valutativo ad aspetti spesso trascurati quali: i processi attraverso cui mobilitare i propri apprendimenti, una pluralità di punti di vista e di strumenti con cui raccogliere dati e informazioni, una diversa gestione della fase di attribuzione del giudizio, la valutazione vista come risorsa per l'apprendimento.
Negli ultimi anni le prove INVALSI si sono imposte nel dibattito sulla scuola italiana, suscitando reazioni diverse e contrastate. Il volume intende proporre una lettura professionale di questa innovazione e accompagnare il lettore a una comprensione più attenta dei tratti qualificanti di tali prove, suggerendo modalità di utilizzo più consapevoli. Dopo aver ricostruito il contesto culturale e istituzionale entro cui inquadrare il Sistema nazionale di valutazione, vengono analizzati i quadri di riferimento su cui sono elaborate le prove valutative. Sulla base di essi si forniscono indicazioni operative ed esempi per la realizzazione di percorsi di analisi e interpretazione dei risultati delle prove, in funzione del miglioramento delle prassi didattiche e valutative. I destinatari del volume sono gli insegnanti e i dirigenti della scuola di base e della scuola superiore, in rapporto alle innovazioni normative connesse alla revisione dei curricoli nazionali e alla sperimentazione di modelli di certificazione delle competenze, oltre che gli studenti impegnati in percorsi di formazione all'insegnamento.
Una guida per progettare, insegnare, valutare secondo le nuove Indicazioni nazionali, che cambiano profondamente le tre principali azioni che caratterizzano il compito dell'insegnante: la progettazione, l'azione didattica, la valutazione. La progettazione non ha più il compito di applicare programmi nazionali, ma di interpretare, attraverso il curricolo di scuola, le esigenze e le attese di una specifica comunità sociale. L'azione didattica assume ora la prospettiva delle competenze per interpretare gli apprendimenti attesi nel primo ciclo di istruzione e, di riflesso, i processi di insegnamento e valutazione affidati alla scuola. La valutazione, insieme all'autovalutazione, costituisce la condizione decisiva per il miglioramento delle scuole e del sistema di istruzione.
Il tema del curricolo, troppo frettolosamente relegato a feticcio della pedagogia progressista degli anni ottanta-novanta, è ritornato al centro dell'attenzione, in particolare nel primo ciclo scolastico della scuola italiana, attraverso l'emanazione delle Indicazioni nazionali per il curricolo. Il contesto di autonomia che lentamente si sta realizzando nel nostro sistema scolastico consente di disporre dello sfondo più idoneo per raccogliere la sfida del curricolo e attualizzarla, in rapporto all'evoluzione del dibattito culturale sui processi di apprendimento/insegnamento e sulle modalità di progettazione organizzativa. L'intento del volume è fornire un percorso di elaborazione e un insieme di strumenti operativi utili alle scuole per affrontare la sfida proposta dalle Indicazioni nazionali.
La valutazione si è prepotentemente affermata nel dibattito sulla scuola italiana (e non solo), fino a divenire una priorità strategica e culturale tra le più avvertite. Il contributo offerto dal volume risulta innovativo sia nell'oggetto che nel metodo: nell'oggetto, in quanto si allarga lo sguardo a una valutazione di sistema, comprensiva non solo degli apprendimenti degli studenti, ma anche della qualità degli insegnamenti e degli Istituti scolastici; nel metodo, in quanto la valutazione viene intesa come apprezzamento di un dato evento, senza ridurla ad aridi tecnicismi o pretese misurative. Si parte da una messa a fuoco del tema per procedere poi all'individuazione di linee guida operative e alla presentazione di materiali di lavoro. Gli apparati di studio che corredano il manuale forniscono inoltre studi di caso, esercitazioni, percorsi di approfondimento, perché non è sufficiente parlare di valutazione, occorre rimboccarsi le maniche e imparare a farla.
Cosa significa fare il Dirigente scolastico oggi? Quali sono le principali aree strategiche da presidiare? Quale contributo può fornire il Dirigente nella gestione di progetti di miglioramento? Sulla base dell'esperienza condotta nel Master "Management delle Istituzioni scolastiche e formative" promosso dall'Università di Torino in partnership con altri soggetti pubblici e privati, vengono sviluppate un insieme di risposte alle questioni poste e si propone un repertorio di progetti di miglioramento pensati, realizzati e valutati nell'ambito del percorso formativo. Le "buone pratiche" come opportunità di formazione al profilo dirigenziale.