Secondo un'opinione diffusa il cattolicesimo è un tratto unificante degli italiani, con una tradizionale frattura tra Lombardo-Veneto "bianco" e regioni "rosse". Ma quanto c'è ancora di vero in questa geografia? Quanti sono i cattolici praticanti e in quali aree del paese sono più numerosi? Da alcuni interessanti indicatori (frequenza alla messa, otto per mille, insegnamento della religione, matrimoni civili, nascite fuori dal matrimonio) risulta che i praticanti sono una minoranza del 30-40% concentrata nelle regioni del Sud, la vera zona "bianca". Per un verso, dunque, il cattolicesimo si accompagna a una sindrome meridionale fatta di minore ricchezza, inefficienza delle istituzioni e carenza di capitale sociale; per un altro, nella generale crisi della partecipazione sociale e politica, i movimenti ecclesiali costituiscono una risorsa tale da fornire alla Chiesa-istituzione un forte potere di veto.
Dove si trova, nel nostro paese, quel "tesoro nascosto" che è il capitale sociale? Dove risultano più ricche e intense le relazioni, libere e disinteressate, che legano tra loro i cittadini di una comunità? In altre parole che tratti presenta l'attuale geografia delle virtù civiche degli italiani? Le mappe delle 103 province italiane che il libro presenta forniscono un quadro aggiornato, e non privo di sorprese, della distribuzione del capitale sociale. Ne emergono sì una frattura fondamentale lungo i confini meridionali di Toscana, Marche e Umbria, ma anche differenze altrettanto interessanti all'interno delle due grandi ripartizioni. Al Sud sono poverissime di capitale sociale la Campania e la Calabria, mentre in una situazione migliore si trovano alcune zone della Puglia, della Basilicata e della Sicilia, ma soprattutto la Sardegna. Al Nord, d'altra parte, minori riserve di capitale sociale si registrano in numerose aree del Veneto, della Lombardia e del Piemonte. Un mosaico per certi versi inatteso: Sassari supera Belluno, Verona, Padova e Brescia; Oristano fa meglio di Asti, Torino e Novara; Cagliari precede Sondrio, Como, Vicenza, Treviso e Milano; Matera viene prima di Varese; Nuoro e Ragusa "staccano" Roma. Un panorama assai contrastato, che l'autore pone puntualmente a confronto con le differenze di reddito e con la distribuzione degli elettori delle due coalizioni.