
Incontri quotidiani, curiosi a volte ma anche profondi e rivelatori; un prete tra la gente, che si muove tra le bancarelle del mercato del suo quartiere e parla con le persone più volentieri in casa che dal pulpito: il ritratto di un tempo difficile, nel quale non può però venir meno la speranza.
Confessione di un sacerdote a credenti e non credenti, scritta con il cuore in mano e con la volontà di dialogare e ricordare, come lo stesso anno sacerdotale indica, che il prete è “servitore della gioia”,“fratello della speranza” in tempi non facili, in cui le tematiche dell’educazione, del futuro della nostra civiltà, di una politica sempre più lontana, di una scienza “polemica” con la fede impongono a tutti un esame di coscienza su quale umanità vogliamo essere.
destinatari
Chi ancora cerca una voce non banale nel rumore del mondo.
L’autore Davide Caldirola è nato nel 1963 ed è prete dal 1987. Parroco in una zona centrale di Milano, è autore di vari libri, tra cui La compassione di Gesù, pubblicato per i tipi di Ancora. Ha lavorato a vari progetti della diocesi milanese, tra i quali spicca il lavoro compiuto con il Vicariato per la Formazione permanente per il Clero. Da anni collabora con la «Scuola della Parola Giovani» in diocesi; predicatore apprezzato, è collaboratore del Centro Missionario del PIME di Milano.
Le ore scorrono rapide. Impossibile fermarle. Il credente però le può «redimere». Don Davide ci suggerisce come. Ho pensato alle giornate di Gesù e alle mie, alle nostre, e ho provato a scandirle in quattro capitoli che seguono il corso naturale del tempo: mattina, giorno, sera, notte. Cercherò di identificare non soltanto il tempo cronologico, ma anche ciò che l’ora in questione è in grado di evocare: un atteggiamento, un sentimento, un’attenzione. Passeremo così attraverso l’ora della preghiera, del tradimento, della chiamata, del lavoro, della sosta, del cammino, della tentazione, del desiderio, della stanchezza, della speranza. Il tutto cercando di lasciarci conquistare dalla Parola e dall’esempio di Gesù» (dall’Introduzione).
  
