
"È andata così" ripercorre la straordinaria parabola artistica di Luciano Ligabue, disco per disco, concerto per concerto e hit dopo hit, svelando aneddoti, retroscena e dettagli creativi completamente inediti. Il racconto di Luciano Ligabue e Massimo Cotto è accompagnato da un ricco apparato fotografico di 360 foto. Molto interessante anche l'appendice che contiene tutta la discografia di Ligabue con tutte le copertine dei singoli, degli album, dei cofanetti, dei VHS, insomma, di tutta la produzione musicale di Ligabue. Quando Luciano Ligabue apre le porte a Massimo Cotto a Correggio, tutto sembra chiaro: ha voglia di raccontare 30 anni di musica e di carriera. I due si rifugiano a Ca' di Pòm, la palazzina dove Ligabue ha scritto (nella famosa Stanza rossa) la maggior parte delle canzoni di "Buon compleanno Elvis". Una giornata a ricordare e registrare, a sbobinare ricordi e accumulare materiale. Ma accade l'imprevedibile. La situazione in Italia peggiora. Dal giorno successivo, è lockdown. Impossibile vedersi. Ma il libro oramai deve andare avanti, c'è l'urgenza di raccontare. Cambia il metodo, e i due iniziano a confrontarsi e a scambiarsi i racconti via mail. Sembra un ripiego, invece è una bellissima scommessa, un modo diverso di confessarsi. In questo libro Ligabue racconta come sono andate davvero le cose, spazza via leggende metropolitane e racconta la verità, solo la verità, nient'altro che la verità. È un viaggio bellissimo, una storia unica, una parabola lucente. Nel periodo più brutto - l'isolamento, la paura, il Covid - nasce la cosa più bella: un libro dove Luciano Ligabue dice a Massimo Cotto: "È andata così".
«Del mio tempo mi interessa tutto. E se poi si tratta di arte, di creatività e di bellezza, semplicemente mi perdo». Flavio Caroli, tra i più noti e stimati critici e storici dell'arte italiani, ci ha fatto innamorare delle grandi opere del passato. In questo nuovo volume ci prepara invece al colpo di fulmine con «il genio del Duemila», individuandone i «pilastri», perché «non si può capire l'arte d'oggi se non se ne conoscono almeno le fondamenta». All'origine dei tanti linguaggi dell'arte contemporanea, Caroli identifica sette rivoluzioni maturate a partire dagli anni della Seconda guerra mondiale. L'avventura non può che cominciare con l'Action Painting e le tele di Jackson Pollock - accanto a lui, il francese Jean Fautrier, fondatore dell'Informale al di qua dell'Atlantico -, per proseguire con la Pop Art in un «mondo che sfugge in ogni modo dai confini dell'arte visiva tradizionale». Mentre poi fotografia e pittura figurativa, due linguaggi in combattimento tra loro da più di un secolo e mezzo, s'impongono attraverso gli scatti di Irving Penn e di Ugo Mulas, e i quadri di Francis Bacon e Lucian Freud: tutto è già pronto per le rivoluzioni successive. L'Arte Ambientale, il Minimalismo, l'Arte Concettuale, l'Arte Povera, la Body Art, l'autolesionismo nella Londra negli anni Settanta, la pioniera Marina Abramovi?, l'Arte Astratta, Anish Kapoor, «ponte mirabile fra arte d'Oriente e arte d'Occidente», fino agli «antimanieristici» anni Ottanta - che sempre, nei diversi secoli, più che chiudere il proprio tempo anticipano il secolo che sta per cominciare -, con protagonisti, tra gli altri, Jean-Michel Basquiat e Keith Haring. Caroli racconta la formazione e l'evoluzione di questi fondamentali snodi artistici, ne segnala le derivazioni, le eredità maturate e le proiezioni nel futuro. Tra ricordi personali, aneddoti e interpretazioni poetiche, accompagnati dalle immagini dei capolavori degli ultimi settant'anni, "I sette pilastri dell'arte di oggi" è un prezioso viatico per leggere la nostra contemporaneità con gli occhi dell'estetica.
I 5 monologhi nati dalla collaborazione tra Marco Paolini e la trasmissione "Report" di Milena Gabanelli, sono riproposti in questo DVD accompagnato da un volume che è un racconto o un diario di bordo della genesi di queste storie. Un esperimento originale di narrazione televisiva in cui trovano spazio argomenti disparati: si va da "Binario illegale", viaggio autobiografico nell'Italia conosciuta stazione dopo stazione, attraverso i ricordi di un bambino cresciuto sui treni, a "U 238", simbolo del famoso "uranio impoverito" di cui non si parla più, mentre si continuano a raccogliere dati su una malattia che colpisce i reduci delle missioni in Kosovo e Bosnia. Racconti in cui la "forma breve" concentra storia, memoria e autobiografia collettiva.
Oltre cinquanta saggi su tutti gli aspetti del cinema statunitense. Le origini, il rapporto col pubblico, il cinema di genere, il rapporto tra cinema e guerra, lo star-system, il muto e il sonoro, la censura e la politica, i miti, il sistema produttivo, l'animazione, Hollywood, il western, il musical, gli italiani, gli irlandesi, gli ebrei, i russi, i tedeschi, il dopoguerra, i gangster, la metropoli, il noir, la politica, la guerra fredda, la fantascienza, l'avanguardia, la tv e le cifre astronomiche della più celebre industria dei sogni. Uno strumento per comprendere una parte consistente del nostro immaginario collettivo.
Oltre cinquanta saggi su tutti gli aspetti del cinema statunitense. Le origini, il rapporto col pubblico, il cinema di genere, il rapporto tra cinema e guerra, lo star-system, il muto e il sonoro, la censura e la politica, i miti, il sistema produttivo, l'animazione, Hollywood, il western, il musical, gli italiani, gli irlandesi, gli ebrei, i russi, i tedeschi, il dopoguerra, i gangster. la metropoli, il noir, la politica, la guerra fredda, la fantascienza, l'avanguardia, la tv e le cifre astronomiche della più celebre industria dei sogni. Uno strumento per comprendere una parte consistente del nostro immaginario collettivo.
La prima guida all'uso personale del cinema. Di tutto il cinema. Da quello mai visto o dimenticato al grande successo planetario. Da Hollywood a Dakar, da Hong Kong a Cinecittà, di serie A e di serie Z, in nitrato d'argento o digitale. Una mappa geografica ed emozionale del cinema, suddivisa per generi.
Guardare un quadro costituisce una guida accessibile allo studio e alla comprensione della pittura a partire dall'analisi di singole opere esemplari.
L'autrice accompagna il lettore lungo un tragitto che gli permette di sviluppare le proprie capacità visuali, analitiche e storiche, invitandolo a scoprire il sistema di funzionamento di ogni immagine artistica, i suoi caratteri costitutivi e il loro rapporto armonico all'interno dell'opera.
Ogni capitolo del volume è dedicato agli elementi di base a disposizione dell'artista nel momento in cui realizza l'opera (Composizione, Spazio, Forma, Tono, Colore). Al contempo viene sottolineata l'importanza del tema, il ruolo della tecnica impiegata e il particolare contesto storico d'appartenenza (destinatario, messaggio, intenzione artistica...).
Il volume è illustrato da oltre 100 immagini a colori e in bianco e nero appartenenti alla tradizione europea e americana, da Piero della Francesca a Paolo Uccello, da Caravaggio a Rembrandt, da Van Gogh a Botticelli, da Picasso a Matisse, da Rothko a Kiefer.
Argomento di questo libro è la vicenda delle arti nella seconda metà del Settecento, quando la cultura dell'Illuminismo stabilisce un collegamento sovrannazionale tra letterati, filosofi e artisti dell'intera Europa. Nel secolo appena trascorso questo periodo è stato oggetto di studi che ne hanno proposto molteplici letture, dalle quali è scaturita la fortunata definizione di Neoclassicismo applicata all'arte che dal Settecento maturo risvolta nel primo Ottocento, in un rinnovato rapporto con la classicità. Le ricerche dell'ultimo decennio hanno tuttavia messo in discussione, grazie a una migliore conoscenza dei protagonisti di quegli anni fondamentali per l'arte europea, tale sistema storiografico. Le Arti e i Lumi privilegia la diretta lettura dei testi figurativi e letterari del tempo, rispetto all'impianto prevalentemente teorico che finora ha caratterizzato gli studi sul periodo. Ne costituiscono tema centrale i dipinti e le sculture interpretati nel contesto delle idee e degli scritti degli artisti stessi, impegnati a rivendicare un ruolo maggiormente incisivo rispetto a quello loro riconosciuto dai ceti intellettuali. Osservatorio privilegiato è la più sovrannazionale di tutte le capitali, Roma, crocevia d'Europa come era definita dai contemporanei e che nella più aggiornata storiografia ha recuperato il suo ruolo di protagonista.
Ejzenstejn non è solo il regista che ha saputo imporsi con film come La corazzata Potèmkin e Ivan il Terribile nel grande canone della storia del cinema mondiale, ma anche l'autore di un'ampia ricerca sul senso e sulle possibilità del montaggio che si sviluppa attraverso le sue regie, i suoi disegni e i suoi scritti teorici. Ripercorrendo tutta l'opera di Ejzenstejn, dagli spettacoli teatrali dei primi anni '20 fino agli ultimi progetti a cui lavora poco prima della morte nel 1948, questo libro si propone di riconsiderare la produzione del regista sovietico portando in primo piano scritti, progetti di film e disegni che solo negli ultimi anni sono venuti alla luce. Lungo questo percorso, emerge in tutta la sua ricchezza e complessità una ricerca che ha visto nel montaggio un metodo compositivo con cui realizzare delle opere efficaci, capaci di agire sul presente, e al tempo stesso uno strumento con cui confrontarsi con il passato, smontando e rimontando quella storia delle arti di cui il cinema è pensato come l'"erede" e la "sintesi". Considerata in quest'ottica, l'opera di Ejzenstejn può essere discussa in relazione a tutta quella riflessione sul montaggio che negli anni '20 e '30 coinvolge registi, artisti, storici, critici e filosofi come Vertov ed Epstein, Moholy-Nagy ed El Lisickij, Warburg e Bataille, Kracauer, Benjamin e Bloch.

