
Visioni, interpretazioni, riflessioni e pareri per comprendere se ancora oggi l'arte, la cultura e il turismo sono da considerarsi dei settori strategici nei quali investire.
Quali sono le caratteristiche che dovrebbero essere possedute dalla musica liturgica? L’autore dà la sua personale risposta ispirandosi al Magistero della Chiesa e chiama tali caratteristiche le dieci “E” della musica liturgica: essa deve essere Ecclesiale, Eccellente, Eccedente, Estatica, Estetica, Espressiva, Edificante, Elegante, Educante.
Una sorta di decalogo liturgico-musicale per i nostri tempi.
A partire dal restauro recentemente portato a termine dal testamento e dell'inventario di Arcangelo Corelli, e sulla base di un rigoroso studio delle fonti documentarie e iconografiche, il volume introduce, nell'ambito delle celebrazioni del terzo centenario della morte di Corelli, alla figura di questo eccelso violinista e compositore tra i maggiori del suo tempo.
Il testo parla della diffusione del culto di san Rocco in Italia e delle sue modalità. Ci dice come spesso, fuori dalle mura delle città o dei paesi, sorgessero cappelle, chiese, capitelli dedicati a san Rocco quasi per chiedere al santo taumaturgo di tenere il morbo della peste fuori dalla città. Come siano nate confraternite, chiese, oratori, santuari, Scuole dedicati a San Rocco. Gli autori raccontano come il suo culto conobbe una rapida e straordinaria diffusione dall'Italia settentrionale, dove abbiamo le prime testimonianze, a quella meridionale dove si è profondamente radicato.
"In quest'opera Victoria Dragone svolge un lavoro di analisi e raccordo tra un gruppo di pittori e scultori, eterogeneo per origine, formazione e stile che sotto la sua mano plasmatrice riescono a formare un'opera complessiva dove il linguaggio dell'arte e della vita collimano in una sintesi seducente, se non altro per le modalità con cui viene 'dipinta' in questo volume. Rifuggendo da indugi su tecnicismi che esulano in ogni caso dalle finalità del libro, Victoria Dragone imposta con ognuno una sorta di colloquio che, pur partendo dalla connotazione del monologo, allude spesso ad un ideale confronto con gli autori stessi." Dall'introduzione di Enzo Santese.
Il libro analizza quello che si può definire il "fenomeno" del Purgatorio, perché di quest'ultimo indaga, in maniera multidisciplinare, non tanto gli aspetti dogmatico-teologici, quanto le manifestazioni nella vita sociale, nella letteratura, nella musica, nella pittura e nelle arti applicate. Queste manifestazioni sono analizzate con riferimento a Venezia e ai suoi Domini negli anni che vanno dal Concilio di Trento alla caduta della Serenissima, arricchendo un filone di ricerca ancora relativamente inesplorato.
Per la cultura russa la celebre tela di Raffaello, esposta nella pinacoteca di Dresda, è sempre stata molto più di un capolavoro artistico: «non un quadro, ma una visione» creata «non per gli occhi, ma per l'anima», come la definì il poeta Vasilij Zukovskij. Attraverso la Madonna Sistina Raffaello è assurto, da almeno due secoli, a simbolo dell'unità culturale che ha dato i natali all'Europa. La Madonna Sistina compare ripetutamente nelle opere di Dostoevskij, il quale si raccoglie sovente in preghiera davanti alla riproduzione che ne ha nello studio; suscita l'inquietudine di Lev Tolstoj; tocca il cuore di un brillante economista marxista, Sergej Bulgakov, futuro grande teologo ortodosso. E quando nel 1955 il dipinto viene esposto al Museo Puskin di Mosca prima di essere restituito alla Germania, a cui era stato sottratto come bottino di guerra, agli occhi di alcuni grandi scrittori e interpreti della tragedia staliniana - Varlam Salamov e Vasilij Grossman - la Vergine e il Bambino divengono il volto di milioni di vittime innocenti e un segno certo dell'insopprimibilità dell'umano nell'uomo.
In tutto il mondo la basilica di San Marco in Venezia, che custodisce fin dall'anno 828 d.C. le spoglie dell'evangelista Marco, è nota come la basilica d'oro. Tale appellativo lo si deve alle migliaia di tessere d'oro che compongono in gran parte la decorazione musiva delle cupole, degli archi e delle volte che costituiscono questo meraviglioso capolavoro dell'arte bizantina. Tra i numerosi cicli musivi, che raffigurano l'intera storia della salvezza compiutasi in Cristo, nell'atrio sud-ovest della cattedrale un posto privilegiato occupano i mosaici che stanno all'inizio della narrazione marciana. La "Cupola della Creazione", entusiasmante opera musiva tornata ai suoi vividi colori con l'ultimo restauro terminato nel 2011, ci riporta all'origine dei tempi. Nelle 24 scene distribuite su tre ordini, viene riportato - si direbbe minuto per minuto - l'atto d'amore con cui Dio crea il cosmo e ciò che contiene, ponendone al centro l'uomo creato a Sua immagine e somiglianza. È un racconto attuale che ci interroga sulla nostra origine, sulle domande di senso che l'uomo da sempre si pone e ci svela che il creato - quando non viene ridotto ad un uso ordinario - rende l'uomo cosciente di se stesso e delle relazioni originarie che lo costituiscono.
Questo libro presenta un'approccio nuovo all'arte sacra: una visione del tutto originale, interdisciplinare, che permette di cogliere pienamente il significato complessivo dell'opera della cappella, di indicarne i tesori e svelarne i segreti.
La cronaca restituisce un'immagine univoca delle periferie, fatta di disperazione e di criminalità, oppure di rivolte, quasi che queste siano le uniche occasioni in cui si squarcia il velo del degrado. Francesco Erbani si mette in viaggio, da Nord a Sud, alla ricerca di ciò che rende le periferie anche un luogo in movimento, dove si sperimentano iniziative di riscatto, di innovazione culturale, di lotta alla povertà educativa, di imprenditoria sociale e di recupero urbano, emerse con più forza proprio durante l'emergenza del Covid-19. Erbani parte dalla storia delle periferie nel Novecento fatta di progetti ad alta densità politica e intellettuale, talvolta conditi di utopismo, talvolta fallimentari; evidenzia le sfumature sia strutturali che sociali della parola periferia; e poi si mette in cammino: Corviale, Laurentino 38 e Tor Bella Monaca a Roma, San Berillo a Catania, Marghera a Venezia, Barriera di Milano a Torino, Scampia a Napoli. Insegnanti, preti, volontariato, cooperative, centri sociali, collaborazioni con le università... In questi luoghi presi a emblema della sofferenza metropolitana emergono un attivismo, un'energia creativa, una capacità di intervento che ha molto da insegnare al resto della cittaà. Un'inchiesta giornalistica fatta in presa diretta tra i vicoli, i "casermoni" e le Vele, ma soprattutto accanto alle persone che ci vivono e ci lavorano.