
È bello e consolante "celebrare" i frutti di autentica vita cristiana della diocesi di Spoleto-Norcia attraverso il tempo: perché la grazia dello Spirito che vivifica e santifica la Chiesa è come un fiume carsico che scorre sotterraneo e di tanto in tanto appare in superficie, dando origine a figure particolarmente significative. L'800 è stato nella valle spoletina un tempo straordinario nel quale diverse figure di uomini e donne afferrati dallo Spirito hanno seguito il Signore con cuore indiviso e generosità apostolica, rendendo particolarmente visibile la fecondità del Vangelo.
Il volume raccoglie tutte le conoscenze relative al comprensorio callistiano, dalla riscoperta di Giovanni Battista de Rossi negli anni centrali dell'Ottocento fino ai nostri giorni, ma vuole, specialmente, rendere note le scoperte effettuate in seguito al restauro e allo scavo del cubicolo di Orfeo, nell'Area I del complesso. Lo studio propone anche la collezione del nuovo museo della Torretta, dove sono presentati un centinaio di frammenti marmorei (sarcofagi ed epigrafi) accuratamente restaurati ed utili a costituire un polo museale aggiornato e realizzato secondo i più recenti criteri espositivi, tale da rappresentare il centro ideale del grande "museo diffuso" del comprensorio callistiano.
Il volume raccoglie salmodie inedite per la liturgia domenicale. Ogni salmo musicato è accompagnato da una suggestiva illustrazione fotografica.
Le vicende storiche che legano la realizzazione della basilica di S. Pudenziana al pontificato di papa Siricio (384-399) per opera dei presbiteri Ilicio, Massimo e Leopardo sono ben note grazie ad una serie di testimonianze archeologhe ed epigrafiche che, per molti versi, consentono di ricostruire un quadro nitido e dettagliato dei modi e dei tempi con cui, allo scadere del IV secolo, si impiantò, alle pendici dell'Esquilino e a ridosso del vicus Urbanus, la chiesa di Pudente. Più problematico risulta invece il quadro cronologico relativo al mosaico del catino absidale, poiché se, da una parte, varie testimonianze epigrafiche suggeriscono di ricondurre la sua realizzazione nell'ambito del primo progetto edilizio promosso dai tre presbiteri durante l'età siricana, dall'altra, invece, alcune iscrizioni, ora perdute, spingono la datazione della decorazione absidale oltre l'età di Siricio, superando le soglie del IV secolo, sino ad arrivare al pontificato di papa Innocenzo I (401-417).
L'opera, in italiano e in inglese, mira ad illustrare la tesi dell'autore secondo cui c'è una corrispondenza concettuale e grafica fra due celebri opere di Michelangelo. Il titolo dell'opera per un verso allude a ciò che Michelangelo stesso ha inteso fare nella Madonna di Manchester e nella Pietà Rondanini, mostrare l'invisibile, dall'altro invece allude all'esame digitale delle strutture nascoste di queste due opere qui condotto con l'utilizzo di diffusi strumenti di manipolazione digitale delle immagini. File dopo file, il lettore è accompagnato all'interno del laboratorio mentale del più grande artista di tutti i tempi e a condividere scoperte rivoluzionarie su due sue opere ben note. "Ciò che è noto, però, non è conosciuto" affermava Hegel e questo libro gli dà ragione.
Un'Opera dai pregi antichi e classicheggianti, frutto di incitamento a salutari e sofferte riflessioni, che permette di immergersi direttamente all'interno della scena di quello che deve esser stato il mistero della Pasione e Morte di N.S. Gesù Cristo. Tutta la seconda parte dell'opera offre una ricca carrellata di approfondimenti filologici, storici ed esegetici richiamati nel testo.
«Solo l'amore, sorretto dall'amore incondizionato di Dio, può portare al rischio, al pericolo, ma anche a quel desiderio che, in un periodo così instabile per la Chiesa, animava l'intimo di tutti quelli che avevano fatto del "beneficio di Cristo" la loro vita. È l'amore, nella sua essenza, che permette all'uomo di osare; solo l'innamorato trova il coraggio di andare contro tutto e tutti». Il testo indaga sul contesto storico-religioso che ha caratterizzato gli ultimi anni della vita di Michelangelo. L'obiettivo è quello di capire da dove scaturiva quella profonda spiritualità che tanto lo aveva affascinato verso la fine degli anni trenta del Cinquecento e che lo aveva portato a manifestare, attraverso la materia, la sua totale devozione verso il Cristo Salvatore.
Il canto è un ministero liturgico: questo opuscolo - con uno stile talvolta ironico o provocatorio - vuole essere un invito a lodare degnamente Dio attraverso il canto, nella liturgia della Chiesa. Spesso si rischia di dimenticare le cose essenziali di questo servizio: la preparazione tecnica è certamente importante ed indispensabile, ma ricordando sempre che l'attenzione principale spetta sempre e solo al Signore. Questa sorta di vademecum - che cerca di mettere insieme ricerche e considerazioni maturate dall'autore nel corso degli anni - desidera quindi esaltare l'importanza del canto liturgico aiutando, sacerdoti e musicisti, a viverlo con responsabilità, gioia e bellezza.
L'Opera cerca di interpretare le immagini cinematografiche per comprendere come la nostra società e la moderna biomedicina si pongano di fronte al dolore e alla sofferenza. Si assiste spesso al rifiuto di dare la vita, alla facilità con cui la si vuole controllare e distruggere, ma anche ad un accanimento con il quale, oltre ogni limite, si insiste nel volerla mantenere, anche quando l'eccezionalità dei mezzi adoperati risulta chiaramente sproporzionata agli obiettivi della condizione specifica.
Alcuni anni fa il coro di una parrocchia di Forlì eseguì questi canti mariani ed io ne feci un commento storico e semantico. Oggi, nel riproporne il testo vorrei ravvivare la fiamma d'amore per Maria e l'interesse per questi canti, ormai classici, ma purtroppo accantonati, perché possano tornare nel repertorio sia pure accanto a quelli moderni.
Il linguaggio delle icone mariane, per natura, trascende la dimensione episodica dell’evento per afferrare quell’ “oltre” che lo abita e ne costituisce il senso profondo. Le icone, tutte inedite tranne una, ripercorrono il cammino Mariano tracciato dai testi biblici cogliendolo nel suo essenziale riferimento a Cristo e all’uomo.
Il libro ricolloca, a valle di ricerche storicamente e filologicamente fondate, Giacomo Farelli nell'orizzonte artistico del suo tempo, mettendo a fuoco la notevole posizione sociale e professionale del pittore. Cavaliere dell'Ordine di Malta e per vari anni Governatore della Città dell'Aquila, Farelli fu un artista molto stimato dai suoi contemporanei, attivo con successo a Napoli, in Abruzzo, nel Meridione continentale e a Pisa; e registrato in antichi inventari di collezioni in Spagna, in Germania e in Francia.