
Opera trasversale di storia della pittura. Quando nel 1998 uscì presso la Jaca Book l'opera La natura morta, la tiratura si esaurì tra ottobre e dicembre.Il paesaggio, come la natura morta, rappresenta uno dei fondamentali "generi" dell’arte, espressa nei dipinti su tavola e su tela, ma come vedremo non può essere limitato a semplice genere.
Il paesaggio largheggia nella tarda antichità, diviene simbolico e trattenuto nel Medioevo, prorompe sempre più impetuosamente nell’epoca moderna per divenire nuova metafora e pretesto espressivo nella contemporaneità.
Nils Büttner ne illustra qui in modo chiaro la storia dall’antichità ai giorni nostri, affrontando i diversi contesti in cui il paesaggio è stato visto e rappresentato nelle varie epoche. L’opera si avvale dell’eccezionale documentazione offerta dalle immagini di 220 capolavori, che permettono di identificare le tappe e gli sviluppi di questo genere pittorico.
Il testo è arricchito da ampie didascalie, dense di informazioni, che invitano all’osservazione e acuiscono lo sguardo, costituendo un ulteriore percorso autonomo di lettura.
Il volume si pone come un ideale percorso riccamente illustrato, guidato da due eminenti storici dell’architettura e dell’arte, che accompagna il lettore da Houston a Chandigarh, da Parigi a Hiroshima, fino allo spazio interstellare immaginato da un grande architetto come Paolo Soleri. In questi luoghi memorabili, solo apparentemente lontani, ritroviamo diverse tipologie di monumenti (cappelle, musei, parchi) che, consacrati dai loro autori alla Pace, vengono idealmente accostati da questa comune dedicazione. Si susseguono così opere e progetti di architetti come E. Tange, Philip Johnson, J.L. Sert, Le Corbusier, T. Ando, M. Botta e grandi realizzazioni di artisti come Picasso, Chagall, Rothko; capolavori che si ergono come monito e speranza per l’umanità.
BENEDETTO
L’eredità artistica
Mentre è inconcepibile pensare alla storia della cultura e della religiosità europea senza il contributo dei benedettini, è meno ovvio riconoscere, nei 1.500 anni trascorsi da Benedetto, le numerose stagioni artistiche nelle quali il fattore culturale benedettino è stato fondamentale. Oggi non è più in uso la formula "arte benedettina", come se Benedetto fosse stato all’origine di un movimento artistico in senso proprio. È invece riconosciuto che nessun altro avvenimento ha influenzato le arti occidentali con tanta forza e in ondate successive come il fenomeno benedettino.
Il volume non tratta quindi di arte benedettina ma di diverse stagioni artistiche, passi fondamentali, nella storia dell’arte occidentale.
Con Benedetto, la scelta dello spazio monastico non racchiuso in se stesso diviene modello per il monachesimo occidentale.
Nel IX secolo, con Benedetto d’Aniane e il favore di Carlo Magno, il monachesimo europeo diviene benedettino; lo stesso accade per l’arte monastica già prima dell’anno Mille. La riforma di Cluny segna l’esplosione dell’arte romanica europea. Poco dopo, a cavallo tra il romanico e il gotico, la riforma di Bernardo fa nascere l’arte cistercense. In età barocca, i benedettini danno la loro impronta monastica e artistica alla riforma cattolica, particolarmente in Europa centrale e in Brasile.
Nel XIX secolo, alle arti sacre accade come all’esperienza monastica: sono respinte in una sorta di esilio nell’Europa liberale e borghese. Sul finire del secolo, tuttavia, la scuola artistica benedettina di Beuron getta ponti verso l’art nouveau e la modernità. Infine, l’età contemporanea vede nascere edifici che sono veri capolavori, legati alla committenza di monasteri e spesso per opera di architetti benedettini.
Sono stati coinvolti in questo libro 32 autori tra i massimi studiosi dell'arte a livello internazionale.
Questo volume, riccamente illustrato, ci parla dei diversi incanti legati al nome di Bisanzio, e soprattutto alla sua pittura, che ha saputo trovare un linguaggio adatto per dare forma tangibile all'assoluto. Ma c'è anche, sulle rive del Bosforo, l'abbagliante Santa Sofia, ci sono i sogni e le emozioni degli uomini, i canti liturgici che ci sollevano al cielo, la magnificenza delle chiese e dei palazzi, e ancora le impareggiabili cerimonie civili, e gli imperatori onnipotenti, simili a icone nei loro paramenti. L'arte bizantina fiorisce per oltre mille anni (IV-XV secolo) in tutta l'Europa orientale, in gran parte dell'Italia e nella Russia settentrionale. La forza straordinaria di questa tradizione le garantisce una lunga sopravvivenza dopo la scomparsa dell'impero che l'ha generata e i nostri contemporanei si mostrano sensibili alla sua bellezza.
Ripercorrere la continuità storica delle arti in Cina e render conto della loro esemplare unicità: questi gli scopi del volume. Volutamente conciso, il testo chiaro e preciso espone le maggiori espressioni di tremila anni d'arte cinese; s'interessa delle arti funerarie rivelate dall'archeologia, ma anche delle arti sacre nelle loro prospettive spirituali e, infine, delle "arti della vita", come la pittura, il giardino o le arti decorative. Corredata da una ricca iconografia, con numerose illustrazioni a colori, schemi, ricostruzioni originali e da un glossario delle principali nozioni, l'opera è destinata a quanti vogliono capire e apprezzare le arti di un mondo, la Cina, che comprende un quinto dell'umanità del XXI secolo.
Deluigi, Scarpa, Viani: un pittore, un architetto, uno scultore, un comune sentire. Questo libro è l'occasione per fare omaggio a questa amicizia e alle opere che essa ha prodotto.
Sino ad oggi la Cappella Sistina è stata soprattutto studiata sotto il profilo stilistico e, sulla scorta dei lavori di restauro, sotto quello eminentemente tecnico.
Questo volume mostra una nuova Sistina attraverso uno sguardo del tutto innovativo all’iconografia delle pareti laterali dipinte fra gli altri da Botticelli, Perugino, Signorelli e del lavoro michelangiolesco nella volta, nelle lunette e nella parete del Giudizio Universale.
L’aspetto rivoluzionario del lavoro non consiste nel sovvertire giudizi storico artistici o attribuzioni oramai del tutto assodati dalla critica, ma nel mostrare immagine per immagine, colore per colore la soggiacente struttura simbolica che ordina coerentemente l’intera opera. Questa struttura simbolica, un vero e proprio programma filosofico-teologico, anticipa e determina l’intera storia degli affreschi della Sistina, dagli artisti quattrocenteschi sino al lavoro di Michelangelo. Si tratta di un programma iconografico unitario formulato dai teologi di Sisto IV, in pieno Quattrocento, e poi seguito dallo stesso Michelangelo molti anni dopo.
La pubblicazione è anche l’occasione per mostrare la Sistina con un’eccezionale abbondanza di particolari in modo che questo scrigno d’arte risulti ‘squadernato’ di fronte agli occhi del lettore ma anche ‘decodificato’ nei significati e persino nell’uso dei colori di ciascuna scena.
Questo libro è dedicato alla pittura a Roma nel IV e V secolo, in un periodo che prende avvio alla fine del mondo antico e si sviluppa con il progressivo affermarsi del Cristianesimo. Nel volume la pittura è analizzata da tre punti di osservazione diversi: la pittura monumentale, che vede l'avvento dei grandi programmi figurativi all'interno delle nuove basiliche cristiane; la pittura profana, che contempla le ultime testimonianze prodotte dal contesto pagano e la pittura funeraria, straordinario serbatoio di immagini nascosto nelle viscere della città. L'opera, volume I del Corpus della "Pittura medievale a Roma", vuole scrivere una storia della pittura romana tardo antica e paleocristiana, studiando e organizzando tutte le opere, quelle esistenti e quelle testimoniate, della città di Roma, in un ordine cronologico plausibile. Nel volume sono schedate le pitture murali, i mosaici, ancora esistenti in gran numero e spesso ancora visibili sui muri degli edifici sacri della città. Ma sono anche recuperate tutte le tracce che questo stesso patrimonio pittorico ha lasciato nella memoria storica, nel corso dei secoli: acquerelli, disegni, copie, antiche fotografie, descnzioni, che contribuiscono in maniera sorprendente a integrare la nostra conoscenza della pittura di questi secoli.
Il volume è dedicato alla cultura figurativa che si manifesta a Roma, a partire dalla metà dell'XI secolo (quando ancora permangono tracce del recente passato ottoniano) fino alla chiusura del XII secolo, arco cronologico segnato dalla Riforma Gregoriana. Alla profonda riorganizzazione della Chiesa di questi decenni si accompagna un'intensa produzione di immagini e programmi figurativi che rispecchiano tale "renovatio", intesa come recupero e rilettura del proprio passato paleocristiano; il periodo si chiude, alla fine del XII secolo, con una nuova penetrazione bizantina. L'opera, volume I del Corpus della "Pittura medievale a Roma", vuole scrivere una storia della pittura romana medievale, studiando e organizzando tutte le opere, quelle esistenti e quelle testimoniate, della città di Roma, in un ordine cronologico plausibile. Nel volume sono schedate le pitture murali, i mosaici, le icone, ancora esistenti in gran numero e spesso ancora visibili sul muri degli edifici sacri della città. Ma sono anche recuperate tutte le tracce che questo stesso patrimonio pittorico ha lasciato nella memoria storica, nel corso dei secoli: acquerelli, disegni, copie, antiche fotografie, descrizioni, che contribuiscono in maniera sorprendente a integrare la nostra conoscenza della pittura di questi secoli.
Il volto pittorico della Roma tardo antica e medievale, raramente è giunto a noi intatto; più spesso si mostra frammentato o nascosto o perduto. E tuttavia di questo patrimonio, moltissime sono ancora le tracce visibili sulle pareti di chiese e monumenti della città o i brani di dipinti e mosaici staccati che si conservano nei musei e nei loro depositi. Nel caso di contesti pittorici perduti talora ne sopravvive la memoria visiva, grazie a copie antiche (acquarelli, disegni, incisioni) e fotografie storiche. L'Atlante, di cui si presenta qui il I volume, ricrea i nessi, anche se perduti, fra le pitture murali e il loro originario assetto all'interno degli edifici, presentando una serie di percorsi visivi sulla base di planimetrie e modelli digitali 3D. Si tratta di ricostruzioni grafiche studiate per far emergere mosaici e pitture in contesti architettonici compromessi o meno, ricollocare virtualmente i dipinti staccati, raccontare i palinsesti pittorici "sfogliandoli", visualizzare le decorazioni ormai perdute, ma documentate.
Il primo cristianesimo mostra una grande capacità di adottare le forme artistiche e architettoniche allora comuni nell'Impero romano e vi introduce una sensibilità diversa, preoccupata di rendere presente nello spazio e nelle immagini l'invisibile. "In questo breve percorso attraverso l'arte cristiana, dal II al VI secolo, ci siamo schierati con quella parte della storiografia che reputa l'arte di questo periodo innovatrice e fondata su un'estetica propria, articolata e complessa; un'arte dotata di un ricco bagaglio iconografico, che ha saputo fondersi con le tematiche proprie del cristianesimo. Ci siamo quindi rifiutati di considerarla come il frutto della decadenza dell'arte classica. L'arte di questo periodo pone le basi stilistiche di quella che chiamiamo arte dell'alto Medioevo, che svilupperà in pienezza gran parte dei temi iconografici propri di tutta l'arte medievale."