
Niente è più astratto e sfuggente della nostra identità e nello stesso tempo niente è più esposto al giudizio altrui, è più concreto e visibile. A cominciare dal volto, la prima immagine di noi stessi. Da quasi due secoli la fotografia è legata alla nostra stessa idea di identità. Tutti portiamo con noi un documento con il nostro volto e abbiamo fotografie delle persone che più amiamo. Il rapporto emozionale che stringiamo con queste immagini è talmente complesso da farci rifiutare, qualche volta, i nostri stessi ritratti. Non ci riconosciamo, anche se bastano pochi anni per trovare sorprendentemente migliorate fotografie che prima detestavamo. Perché la fotografia è come la memoria: cambia. Non resta immobile, ma si trasforma sulla base della storia di ciascuno e dell'idea che si ha di se stessi.
Raffinato protagonista dell'élite del suo tempo, James Tissot (Nantes 1836 Chenecey-Buillon 1902) è un pittore la cui arte è ancora oggi per alcuni aspetti un enigma, tra influenze impressioniste e istanze preraffaellite. Personaggio celeberrimo nella storia dell'arte britannica e francese, amico di Whistler, Degas, Manet, ma anche di Helleu, Boldini o Gervex, Tissot incarna uno stile, il talento francese di un esiliato a Londra. Francese di nascita ma britannico di adozione, vissuto a suo agio tra conservatori e liberali, Tissot celebra nei suoi quadri la vita dell'alta borghesia - il ceto portato in auge in epoca vittoriana tra rivoluzione industriale e colonialismo - trasformando la quotidianità in imprese eroiche e celebrative, mutando ogni gesto in un cliché non privo di originalità. Realizzata a corredo della mostra romana, la monografia racconta l'arte e la vita di Tissot, tra Francia e Inghilterra, impressionisti e preraffaelliti, conservatori e liberali, documentando da un lato l'influenza che su di lui ebbero l'ambiente parigino e la realtà londinese, dall'altro il suo incredibile talento di colorista e di fine osservatore del suo tempo. Il volume presenta i saggi di Cyrille Sciama, Alison Smith, Emanuela Angiuli e Paolo Serafini. Seguono il catalogo delle opere, la biografia e la bibliografia.
Il volume, un classico del pensiero architettonico del '900, nasce dall'idea che, antidoto al progresso forzato e ai rischi di una meccanizzazione tecnocratica, la tecnica possa essere ricondotta alla spiritualità, come mezzo per un fine fondamentale: la comunità. L'architettura esiste in funzione del corpo sociale che la accoglie, è la vita che si fa monumento. Quest'opera presenta sette modelli di progettazione della chiesa come spazio sacro e liturgico dove, simbolicamente, i fedeli incontrano Dio. Per costruire la chiesa, Rudolf Schwarz invita a partire dalla realtà, da un'immagine dell'uomo, dal suo corpo che interagisce con le forme del mondo prima di tutto attraverso l'occhio e la mano. I tipi progettuali proposti, che si sono susseguiti e intersecati nelle epoche della storia ecclesiastica, rappresentano in ogni tempo i diversi modi in cui i membri del popolo di Dio possono atteggiarsi nel loro rapporto col Signore, i fratelli, la vita e il mondo. Prefazione di Ludwig Mies van der Rohe. Presentazione di Guardini Romano.
Caravaggio, o più precisamente Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610), è sempre stato un nome con cui fare i conti. Celebre enfant terrible della pittura italiana, è stato un artista al contempo apprezzato e controverso: di temperamento violento, di grande precisione tecnica, un maestro di creatività e un uomo sempre in fuga. Questo volume della collana Bibliotheca Universalis offre un'ampia analisi dell'intera opera di Caravaggio con un catalogo ragionato delle sue opere. Ogni dipinto è riprodotto in grande formato, con recenti fotografie di estrema precisione che offrono suggestivi close-up dei geniali dettagli di gesti e sguardi, realizzati da Caravaggio. Cinque capitoli introduttivi analizzano la carriera artistica di Caravaggio dai suoi primi tentativi di guadagnarsi da vivere ai suoi primi incarichi pubblici a Roma e alla sua fama crescente. Affrontano la sua crescente audacia nel riprodurre l'illuminazione e nel mettere in atto un realismo rivoluzionario che permetteva di mostrare agli occhi dell'osservatore anche gli eventi biblici con un'immediatezza senza precedenti. Una cronologia della vita dell'artista ne segue le tumultuose vicende personali.
Caravaggio, o più esattamente Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610), è sempre stato un nome da tenere in considerazione. Celebre enfant terrible della pittura italiana, è stato un artista al contempo apprezzato e controverso: di temperamento violento, di grande precisione tecnica, un maestro di creatività e un uomo sempre in fuga. Questo volume offre un'ampia analisi dell'intera opera di Caravaggio con un catalogo ragionato delle sue opere. Ogni dipinto è riprodotto in grande formato, con recenti fotografie di estrema precisione che offrono suggestivi close-up dei geniali dettagli di gesti e sguardi, realizzati da Caravaggio. Cinque capitoli introduttivi analizzano la carriera artistica di Caravaggio dai suoi primi tentativi di guadagnarsi da vivere ai suoi primi incarichi pubblici a Roma e alla sua fama crescente. Affrontano la sua crescente audacia nel riprodurre l'illuminazione e nel mettere in atto un realismo rivoluzionario che permetteva di mostrare agli occhi dell'osservatore anche gli eventi biblici con un'immediatezza senza precedenti. Una cronologia della vita dell'artista segue le tumultuose vicende personali di Caravaggio, ripercorrendo la sua storia di debiti, gioco, risse tra ubriachi e omicidio.
Palazzo Sacchetti a via Giulia, su cui ad oggi, nonostante la rilevanza architettonica e degli apparati decorativi, non era stato ancora dedicato uno studio monografico, ebbe fin dai tempi della sua edificazione illustri abitanti e "grandi firme" che ne progettarono la costruzione e la decorazione quali Antonio da Sangallo e Francesco Salviati. Allo scadere del Cinquecento, fu un grande banchiere fiorentino, Giovan Battista Salviati, ad individuarlo come dimora adatta alla sua famiglia per il grande salto sociale che si era prefisso di compiere nel momento di massimo splendore della Roma papale. Lui, Marcello e Giulio, destinato alla carriera ecclesiastica, si adoperarono con grande successo per garantire alla famiglia, tramite sapienti alleanze ed amicizie, l'ambitissimo ruolo politico ed economico meta di molte famiglie non romane, anche attraverso un'intensa attività di mecenatismo ed acquisizioni di proprietà nelle sedi appropriate: di qui l'acquisto di tre grandi latifondi (Frascati, Valle dell'Inferno e Castelfusano), la costruzione della cappella gentilizia in San Giovanni dei Fiorentini, la costituzione di una splendida quadreria per il palazzo di città, l'affidamento alla stella nascente Pietro da Cortona dei progetti architettonici e decorativi delle nuove acquisizioni. La fortuna dei Sacchetti si andò accrescendo anno dopo anno al punto tale da sfiorare il pontificato con il cardinal Giulio alla morte di UrbanoVIII Barberini...
"Gli scritti critici di Robert Schumann costituiscono una testimonianza della vita musicale romantica d'insostituibile valore. In essi è la rivelazione di Chopin, presentita con indescrivibile acume sin da un'opera della più acerba giovinezza; di Berlioz, imposto all'attenzione del pubblico europeo con una memorabile analisi della Sinfonia fantastica; di Brahms, annunciato solennemente come l'iniziatore di nuove vie in un ultimo scritto che è al tempo stesso una sorta di testamento spirituale e la consacrazione di una novella forza creatrice. [...] Come sempre avviene quando si tratta di uno scrittore ben vivo e originale, la critica schumanniana ha un timbro inconfondibile e tanto più raro in quanto dal musicista si è soliti attendere disquisizioni tecniche aride e secche, mentre in essa il tono poetico supera di gran lunga quello minuziosamente esegetico, delizia del mediocre e del pedante. [...] L'acutezza del giudizio si accompagna non soltanto alla raffinatezza del gusto, ma a un'assoluta probità morale che è veramente da pregiare quando si mostra così costante in tutte le manifestazioni di una lunga, quotidiana attività inevitabilmente esposta, per sua natura, a tentazioni non buone." (Dallo scritto di Luigi Ronga)
Arnold Schönberg, tra i massimi compositori del Novecento, fu uno scrittore arguto, e di temi non esclusivamente musicali. Scriveva di getto, scriveva per annotare riflessioni, per fissare un'intuizione, ma soprattutto per diffondere e difendere il proprio pensiero. Schönberg operò una svolta radicale nella musica, creò nuovi concerti compositivi e trasformò la sensibilità dell'ascoltatore, portandolo a confrontarsi sempre di più con la disgregazione della tonalità, per arrivare infine all'esperienza dodecafonica. Fu pienamente consapevole della portata delle sue innovazioni, le riteneva necessarie, perciò volle spiegare, chiarire e sostenere con ogni mezzo - insegnamento, conferenze, articoli, lettere - la Musica Nuova, la composizione con dodici note, la propria posizione rispetto ad altri musicisti, contemporanei e del passato. Protagonista del suo tempo, presagì la tragedia nazista e nei suoi scritti si occupò ampiamente della questione ebraica, senza trascurare altri temi sociali, dal rapporto tra guerra e profitto, a come valutare l'equità dei salari, a come sostenere i giovani musicisti, rivelando una sorprendente visione anticipatrice. Acuto osservatore del panorama culturale del Novecento, formulò le sue osservazioni in uno stile leggero e ironico, senza rinunciare a una stringente logica argomentativa. I testi, scelti da Anna Maria Morazzoni dal vasto insieme degli scritti del compositore, sono corredati da un rigoroso apparato scientifico.
L'attività didattica di Arnold Schönberg occupa un posto preminente nella cultura musicale del Novecento. Questo libro non vuole essere un "trattato di armonia" secondo gli schemi precostituiti nell'insegnamento dei conservatori, bensì una vera e propria fenomenologia del linguaggio musicale, continuamente soggetta alle modificazioni dell'esperienza viva dell'arte. Completamente ritradotto, il Trattato continua a essere uno strumento di studio e approfondimento, non solo per i musicisti, ma anche per chi è interessato a conoscere e ad approfondire la storia di un'epoca.

