
Qual è il senso dell'arte, il suo scopo? Il testo intende rispondere in maniera chiara ed esaustiva a questa domanda mettendo a nudo la radice teologica di tutta l'arte, l'unica chiave di lettura capace di dare ragione di tutte le sue espressioni dagli albori dell'umanità alla rivoluzione delle avanguardie. In questo affascinante e documentato percorso emergono il cuore della condizione umana e l'enigma della posizione moderna - l'enigma che solo l'arte poteva svelare.
Michelangelo Mcrisi, detto il Caravaggio (1571- 1610), è una figura fondamentale nella storia dell'arte, un precursore della modernità. Al pittore lombardo, il cui realismo spinse Poussin ad affermare che era nato per «distruggere la pittura», si deve una svolta stilistica decisiva, persino rivoluzionaria, tra i secoli XVI e XVII. Apprezzato per la fedeltà al reale e per l'inedita intensità della luce, l'artista ha operato una profonda riflessione sui dispositivi interni al quadro e sulle sue strategie di interpellazione dello spettatore. Questo libro esplora da vicino la rivoluzione caravaggesca, attraverso i molteplici «specchi» con i quali questo straordinario pittore continua a metterei a confronto. Se lo specchio è l'oggetto di riflessione utilizzato materialmente nei primi autoritratti, nel corso della sua carriera Caravaggio lavora soprattutto sulle diverse forme di riflessività. L'immagine di sé diviene così un luogo di sperimentazione che fa dell'altro uno specchio rivelatore: il travestimento mitologico (da Bacco a Narciso, passando per Medusa), l'alterità culturale o il contrasto dci generi sono tutte espressioni di questa ricerca. Senza limitarsi a seguire il filo della sola biografia di Caravaggio o la vicenda storiografica delle sue opere, Careri rivolge uno sguardo ravvicinato ai singoli quadri come luoghi in cui si esercita un vero e proprio pensiero visivo, non solo attraverso ciò che essi rappresentano, ma per come essi presentano i loro soggetti. La gestualità dei personaggi, i loro sguardi, la luce e le forme propriamente sensibili della pittura fanno dci quadri di Caravaggio altrettanti inviti a farsi somiglianti al Cristo, chiamando il devoto a «conformarsi», per usare le parole di san Paolo. Nell'opera di Caravaggio lo spettatore diviene così il fulcro di un coinvolgimento affettivo, cognitivo e sensibile sino ad allora inedito nella storia della pittura: il quadro non è solo oggetto di visione, ma fabbrica dello spettatore, di forme del guardare, del sapere e del sentire.
Negli affreschi sistini numerose scene o figure della storia del popolo ebraico sono presentate come origine, o prefigurazione, della storia cristiana aperta dall'Incarnazione. Il ciclo degli Antenati di Cristo, dipinto sulle lunette e sulle vele della volta, svolge un ruolo essenziale nel connettere le due «età»: l'enumerazione dei patriarchi e dei re della stirpe di Abramo si conclude, in accordo con la genealogia proposta nel Vangelo di Matteo, col nome di Giuseppe, marito di Maria e padre di Gesù. La tradizione iconografica presentava solitamente questi patriarchi come venerabili figure maschili accompagnate dai loro discendenti; Michelangelo stravolge radicalmente le consuetudini figurative accostando, nelle lunette della Sistina, ai nomi degli antenati una straordinaria serie di famiglie immerse nella vita quotidiana: donne che accudiscono i loro bambini o intente ai lavori domestici, vecchi padri pensierosi o addormentati, personaggi erranti, uomini e donne in attesa.
Il camminare come forma autonoma di arte, atto primario nella trasformazione simbolica del territorio, strumento estetico di conoscenza e di trasformazione fisica dello spazio attraversato, che diventa intervento urbano. Dal nomadismo primitivo al Dadaismo e al Surrealismo, dal Lettrismo all'Internazionale Situazionista, e dal Minimalismo alla Land Art, il libro di Francesco Careri ricostruisce la storia della percezione del paesaggio raccontando la storia dell'attraversamento della città.
Genere ambiguo e sfuggente, che lega desiderio e soggettività, discorso amoroso e pulsione di morte, il melodramma è presente nel cinema italiano fin dagli albori, seppure con modi e intensità differenti. Invasivo, magniloquente e a tratti silenzioso, si attesta in modo stabile nella produzione nazionale con riprese d'autore, infiltrazioni nel tessuto della modernità, recenti ritorni di maniera e riflessioni che consapevolmente guardano alla realtà contemporanea.
Attraverso una serie di puntuali analisi filmiche, il volume offre una singolare cartografia del melodramma cinematografico italiano, tratteggiando un paesaggio franto e diseguale dove si alternano apici di alta e dirompente popolarità, e momenti di esistenza più discreta ed episodica.
È diffusa l'opinione che Dio sia già sceso almeno una volta sulla terra per venirci a cercare, accettando per questo, lui, re del cielo, di giacere bambino in una grotta. Spetta a noi adesso andare a cercarlo. Ed è così che l'uomo da sempre costruisce templi per incontrare Dio. Dov'è Dio? Dalla più remota antichità e dai recessi più profondi dell'inconscio, il suo silenzio ci ha parlato in infiniti modi. Lo abbiamo colto nei misteri della natura e nelle meraviglie dell'arte tutte le volte che, al di là dei limiti del visibile e del comprensibile, abbiamo visto una luce e sentito vibrare il suono della sua potenza. Prendendo le mosse dalla ricerca di un divino immaginato e sperato, questo libro approda alle immagini concrete di come Dio si sia proposto nelle opere dell'uomo, in quelle forme architettoniche spesso perdute, malintese e dimenticate del santuario, del tempio, della sinagoga, della cattedrale, della moschea. Un percorso drammatico e intenso verso i luoghi dell'eterno a misura d'uomo.
In queste pagine il medioevo è presentato anzitutto con occhio attento agli eventi, ma anche alla dinamica che li sostiene e alle istituzioni e alle strutture di cui essi sono espressione. Non si lasciano in ombra i protagonisti, i grandi: ma si dà voce e volto anche alle moltitudini, alle donne, alla gente comune, ai pellegrini, agli eretici, ai marginali. Questo libro è dedicato ai nostri antenati vissuti tra V e XV secolo: ma vuol mostrare al tempo stesso la loro familiarità con noi e l'enorme distanza non tanto cronologica, quanto antropologica che da noi li separa. L'"Uomo medievale" è un'astrazione che non s'incontra mai nella viva concretezza storica: ma gli uomini e le donne che hanno vissuto nel lungo periodo che noi definiamo come "medioevo", quelli sono stati reali. E hanno creduto, sì, nello stesso Dio nel quale la maggior parte dei credenti occidentali oggi crede; hanno parlato, sì, lingue che ancor oggi si continuano a usare; hanno vissuto, sì, in città, in spazi, in edifici che più o meno restaurati noi continuiamo a utilizzare; eppure ci sono per molti versi incredibilmente lontani. Questo medioevo così vicino/lontano ha bisogno, per essere spiegato e compreso, di strumenti che da storici debbono per forza farsi anche antropologici. Le pagine che qui presentiamo non hanno la pretesa di spiegare compiutamente tutto ciò; ma hanno la speranza d'introdurre il lettore a una visione nuova di un periodo su cui tanto si è scritto e detto e tanto poco si è compreso.
Notre-Dame, una chiesa, ma anche il cuore di Parigi e un'icona che supera i confini della Francia. A un anno dal rogo che ha distrutto la Cattedrale e commosso il mondo, Franco Cardini ne fa la protagonista del suo nuovo libro: un'interprete solo apparentemente senza voce della storia d'Europa che ha assistito a molti grandi eventi nel corso dei secoli e può quindi raccontarci il Vecchio continente dal Medioevo a oggi. In una cavalcata affascinante l'autore parte dalle sponde della Senna per portarci a esplorare un miracolo della tecnica, un monumento polimorfo distrutto e ricostruito più volte, un'enciclopedia di simboli alchemici, un orologio solare, riscoprendo il romanzo omonimo di Victor Hugo, i grandi passaggi e protagonisti della storia (dalla Rivoluzione Francese a Napoleone e Hitler) ma anche noi stessi. Perché, benché più volte riprodotta e falsificata, Notre-Dame resta un simbolo unico capace di agire ancora nella storia europea.
Nella liturgia del Natale i Magi rappresentano una delle voci più misteriose ed affascinanti; venuti da un lontano Oriente al seguito di una stella, cercano il Salvatore tra mille difficoltà e (secondo la stessa narrazione evangelica) dopo averlo finalmente trovato, rischiano addirittura di metterlo in pericolo, se solo un angelo non li indirizzasse su un'altra strada ingiungendo loro di non fare ritorno dal perfido Erode. In principio né Re, né tre, i Magi hanno assunto molteplici identità, divenendo anche quattro, otto o dodici, ed hanno svolto una funzione ideologica cangiante a seconda delle distinte realtà in cui la storia che li celebrava si è affermata, magari solo attraverso la voce (meno nota, ma per questo non meno significativa) di una minoranza cristiana. Tale narrazione si è col tempo espansa grazie alla letteratura "apocrifa", in cui il tema dei Magi si è intersecato con quello della regalità, della mercatura, dell'ambasceria e della divinazione astrale, sempre conservando la "cifra" distintiva dell'universalismo cristiano come valore centrale, di cui tali viaggiatori si fanno testimoni, a conferma di una buona novella che viene per tutti. La ricchezza espressiva, teologica, concettuale e propagandistica che ha connotato tale ciclo narrativo non ha conosciuto confini nel mondo eurasiatico e successivamente anche negli altri continenti, generando una rete di tradizioni devozionali e spirituali straordinariamente ricca e variegata. Questa raccolta di saggi, curata da alcuni tra i maggiori specialisti della materia, propone, in armonia con la complessità del soggetto, una serie di percorsi interpretativi ed esegetici, volti a indagare l'eccezionale ricchezza espressa dal cammino dei Magi nella sua ininterrotta diffusione, nel tempo e nello spazio, tra simboli e riti capaci di ispirare ancora i moderni a dispetto della diversità delle lingue e delle distinte modalità espressive. Presentazione di Franco Cardini.
«Al ripetuto invito di Papa Francesco di fare del dialogo il metodo per favorire le relazioni umane, la Pontificia Università Lateranense ha risposto tracciando un itinerario per collocare il dialogo in un settore strategico: l'educazione, declinata come cammino pedagogico per costruire la pace e garantire i diritti umani. Un passo concreto in questa direzione è stata la giornata raccontata in queste pagine e che si è svolta in tre momenti diversi, ma uniti dal medesimo fil rouge dell'educazione: la giornata di studio dedicata a Educazione, Diritti Umani e Pace; la firma della "Convenzione" tra la University for Peace dell'ONU e la nostra Università, alfine di creare sinergie al servizio della conoscenza tra diverse culture e del dialogo; l'apertura della mostra Calligraphy for Dialogue, inaugurata da Papa Francesco e organizzata insieme alle Missioni Diplomatiche del Regno dell'Arabia Saudita in Roma e a Ginevra, all'UNESCO e alla Caritas in Veritate Foundation (Ginevra) e dedicata alla memoria di un uomo del dialogo, il Cardinale Jean-Louis Tauran.» (Prof. Vincenzo Buonomo Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense)
Nella prima parte del volume, più speculativa, l’autore delinea i fondamenti per una analisi teologica del film, si domanda perciò se e come è possibile leggere e interpretare il testo filmico, con il suo peculiare linguaggio alla luce della ricerca teologica, distinguendo i film esplicitamente religiosi dagli altri cercando di dimostrare, però, come tutti possano essere suscettibili di una tale analisi così rilevante per il dialogo tra fede e cultura contemporanea. La seconda parte è più applicativa e l’autore si dedica all'analisi di un film specifico: Tre colori: Film Blu del regista polacco Krzysztof Kieślowski, autore del Decalogo, scomparso nel 1996. Scopo dell’analisi è penetrare, in maniera profonda, dialogica e discorsiva, i vari livelli della narrazione filmica. L’idea dell’autore è dimostrare come in un film apparentemente per nulla religioso come Film blu si possa invece scorgere una metafora del concetto teologico di conversione e come, attraverso il linguaggio filmico, questa tematica possa parlare ancor più incisivamente al mondo contemporaneo. Un libro destinato non soltanto ad un pubblico di studiosi, ma anche a chi ama il cinema e vuole approfondirne i variegati aspetti e per chi usa il cinema durante la catechesi.