Attraverso due brevi interventi, in occasione del V Centenario della nascita di santa Teresa d'Avila, papa Francesco offre una magistrale lettura dell'esperienza della santa riformatrice del Carmelo. "Santa camminatrice" alla cui scuola impariamo a essere pellegrini, il Papa vede in Teresa una "patrona" speciale cui affidare la Chiesa in quel processo di rinnovamento al quale il concilio Vaticano II l'ha fortemente invitata e che è la sola via per rimanere fedeli al mandato di Gesù per l'annuncio efficace e duraturo del vangelo. È la missione ideale che il Papa affida alla Santa di Avila, che insegna e intercede affinché tutta la Chiesa si metta in cammino, in un momento storico-culturale che vorrebbe la vita umana interamente votata al pragmatismo materialista e senza nessun orizzonte spirituale, facendo della terra il nostro unico e assoluto destino, senza Dio e l'uomo al posto di Dio: "Come fece allora, anche oggi la Santa ci apre nuovi orizzonti, ci convoca per una grande impresa, per guardare il mondo con gli occhi di Cristo, per cercare ciò che Lui cerca e amare ciò che Lui ama".
Il presente volume riunisce i discorsi di papa Francesco pronunciati al Parlamento Europeo (Strasburgo, Francia, 25 novembre 2014); al Consiglio d'Europa (Strasburgo, Francia, 25 novembre 2014); all'Assemblea Plenaria del Congresso degli Stati Uniti d'America (Washington, D.C., 24 settembre 2015); durante l'Incontro con i membri dell'Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (New York, 25 settembre 2015). La Presentazione del volume, curata Sa Ecc.za Mons. Lorenzo Leuzzi, riflette su alcuni passi dell'Esortazione apostolica Evangelii Gaudium di papa Francesco, nella quale egli, "seguendo le indicazioni di Paolo VI, ha definito la politica, tanto denigrata, "una vocazione altissima", una delle forme "più preziose della carità, perché cerca il bene comune"". Così, la carità politica, appare attraverso queste riflessioni "un volto della misericordia".
Il 26 luglio 2014 papa Francesco si è recato a Caserta per una breve visita alla diocesi, in una terra devastata dalla corruzione e dalle emergenze ambientali. La città di Caserta è simbolo di tutte le periferie che vivono nel mondo la catastrofe umana dell’inquinamento sistemico e del degrado morale. Di fronte ad esse Francesco rinuncia a generiche condanne e scontate raccomandazioni lasciando a tutti un compito impegnativo affermando: “Non lasciatevi rubare la speranza”. A partire da questo appello gli autori riflettono su chi sono i ladri della speranza, quali illusionismi utilizzano per rubarla e cosa fare per prevenire questi furti, ne viene fuori un programma di vita che si fonda sulla formazione di coscienze libere e autonome, capaci di resistere al male, ai suoi miraggi e alle tentazioni di nuovi regimi di cristianità.
(Dal testo): "Per tutti la quaresima di questo Anno Giubiliare è dunque un tempo favorevole per poter finalmente uscire dalla propria alienazione esistenziale grazie all'ascolto della Parola e alle opere di misericordia. Se mediante quelle corporali tocchiamo la carne del Cristo nei fratelli e sorelle bisognosi i essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quelle spirituali - consigliare, insegnare, perdonare, ammonire, pregare - toccano più direttamente il nostro essere peccatori. Le opere corporali e quelle spirituali non vanno perciò mai separate. E' infatti proprio toccando nel mistero la carne di Gesù crocifisso che il peccatore può ricevere in dono la consapevolezza di essere egli stesso un povero mendicante."
Mai nella storia della Chiesa si è avuta una così spaventosa concentrazione di profezie che prospettano un tempo catastrofico per la cristianità e per il mondo. E sono profezie cattoliche, cioè legate a santi, pontefici e mistici o messaggi di apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa. Dal Segreto di Fatima, per il quale Benedetto XVI ha evocato il 2017 come anno cruciale, alle profezie di don Bosco, da quelle della beata Anna Katharina Emmerich alle apparizioni di Kibeho, fino alle apparizioni in Rue du Bac e Lourdes ricondotte dal cardinale Ivan Dias a una lunga catena di fatti soprannaturali che ci allertano sull'imminenza di un tempo apocalittico. Antonio Socci nella sua lettera aperta a papa Francesco richiama l'attenzione di tutti sui segni del presente, ma soprattutto sul rischio dell'apostasia, sulla situazione di smarrimento e confusione che si è creata nella Chiesa con il pontificato di papa Bergoglio, di cui esamina gli atti e le parole più controverse. "Quelli che viviamo" scrive Socci "sono tempi dolorosi, ma anche gloriosi, in cui siamo chiamati a testimoniare Cristo. E forse, come per Ninive, ascoltare i profeti e convertirsi potrebbe ancora salvare la città dalla sua rovina."
«Perché oggi un Giubileo della misericordia? Semplicemente perché la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata a offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio. Questo non è il tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all'essenziale. È il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre» (Papa Francesco). Nell'anno del Giubileo della misericordia, il sussidio accompagna nel cammino verso il Calvario attraverso alcune brevi riflessioni di Papa Bergoglio.
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La Iglesia no está en el mundo para condenar, sino para permitir el encuentro con ese amor visceral que es la misericordia de Dios. Para que eso suceda, es necesario salir. Salir de las iglesias y de las parroquias, salir e ir a buscar a las personas allí donde viven, donde sufren, donde esperan.
«La misericordia es el primer atributo de Dios. Es el nombre de Dios. No hay situaciones de las que no podamos salir, no estamos condenados a hundirnos en arenas movedizas.»
Con palabras sencillas y directas, el papa Francisco se dirige a cada hombre y mujer del planeta entablando un diálogo íntimo y personal. En el centro, se halla el tema que más le interesa –la misericordia–, desde siempre eje fundamental de su testimonio y ahora de su pontificado. En cada página vibra el deseo de llegar a todas aquellas almas –dentro y fuera de la Iglesia– que buscan darle un sentido a la vida, un camino de paz y de reconciliación, una cura a las heridas físicas y espirituales. En primer lugar está esa humanidad inquieta y doliente que pide ser acogida y no rechazada: los pobres y los marginados, los presos y las prosti-tutas, pero también los desorientados y los que viven alejados de la fe, los homosexuales y los divorciados.
En la conversación con el vaticanista Andrea Tornielli, Francisco explica –a través de recuerdos de juventud y episodios relacionados con su experiencia como pastor– las razones de un Año Santo extraordinario que ha deseado intensamente. Sin ignorar las cuestio-nes éticas y teológicas, rebate que la Iglesia no puede cerrar la puerta a nadie; por el contrario, su tarea es adentrarse en las conciencias para abrir rendijas a la hora de asumir responsabilidad y alejar el mal realizado.
En la franqueza de la conversación, Francisco no se sustrae tampoco de afrontar el vínculo de la relación entre misericordia, justicia y corrupción.
Y a esos cristianos que se colocan a sí mismos en las filas de los «justos», les recuerda: «También el Papa es un hombre que necesita la misericordia de Dios».
Il nome di Dio è Misericordia se publica con un lanzamien-to mundial en 82 países.
Pensieri scelti da un dialogo di papa Francesco con l'amico Marcelo Figueroa, pastore evangelico e giornalista della Radio Milenium di Buenos Aires, sul tema dell'amicizia. Incontro che Bergoglio aveva lasciato sospeso per andare al conclave; con la promessa che l'avrebbe fatto al suo ritorno. Ma, come lui stesso ha detto: "sono rimasto lì, a Roma. Ho dovuto restituire il biglietto e il tema è rimasto in sospeso. Bene, parliamone ora". I due amici si incontrano alla fine dello scorso agosto in Vaticano, nella Casa Santa Marta, in clima confidenziale realizzano l'intervista... proprio perché, come dice il Papa: "Con l'amico si può parlare di cose comuni in modo molto profondo". Cos'è l'amicizia, i vari aspetti dell'amicizia, le caratteristiche: l'amicizia vera, profonda, generosa, l'amicizia nella bibbia, l'amicizia con Dio, il bisogno di avere degli amici, la gioia di camminare con gli amici? ma anche l'amicizia interessata di cui, prima o poi purtroppo, a tutti capita di fare esperienza.
In occasione del Giubileo della Misericordia, Papa Francesco si rivolge a ogni uomo e donna del pianeta in un dialogo semplice, intimo e personale. La sintesi del suo magistero è raccolta in questa intervista, arricchita dal racconto della sua vita e delle vicende di tante persone incontrate lungo il cammino. Papa Francesco è il volto di una Chiesa che non giudica, che non rinfaccia le fragilità e gli errori, ma che accoglie sempre. La misericordia è il volto del suo pontificato.
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno promosso dalla Fraternità Francescana Frate Jacopa sulle Dolomiti nell'agosto 2015. Il tema - "Laudato si'. Sulla cura della casa comune. Custodire la terra, coltivare l'umano" - è stato analizzato da autorevoli esperti a partire dall'esame dell'Enciclica di Papa Francesco sull'ambiente. A fronte del quadro inquietante della terra, sempre più agitata da una crisi antropologica ed etica, oltre che ambientale, emerge una interpellanza profonda al cambiamento, che richiede da parte di tutti un impegno sistematico ed urgente, innanzitutto sul versante dell'ecologia umana per porre relazioni con Dio, con gli uomini e con la natura, improntate allo spirito di fraternità universale e cosmica, ed approdare, sulla base di una ecologia integrale, ad un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo. "Laudato si'" rimanda all'esemplarità di S. Francesco, per vivere il presente restituendo al nostro pianeta, così oltraggiato, quel volto che il Creatore gli aveva dato secondo un progetto di pace e bellezza. Perseguire stili di vita improntati ad una cittadinanza attiva e responsabile, segno di una conversione personale e comunitaria, è nostro compito.
In queste pagine dal carattere profetico, che risalgono all'epoca in cui Jorge Mario Bergoglio era un sacerdote gesuita, scopriamo il Papa Francesco che noi tutti abbiamo imparato a conoscere. Sono meditazioni sulla vita religiosa che l'allora padre provinciale ha dedicato ai suoi confratelli e che oggi illuminano i concetti fondamentali della sua spiritualità e del suo modo di intendere la fede, la comunità e il sacerdozio: famiglia, fratellanza, amore, fiducia, misericordia, pace, paternità. "Fin dalla Chiesa primitiva" spiega "la paternità esprimeva una dimensione essenziale della fede: la necessità della mediazione degli strumenti umani per la sua nascita". Il sacerdote, infatti, è soprattutto un padre: "Il senso primitivo del nome 'padre' riporta alla paternità di Dio, al mistero di Dio che ci genera eternamente, sia che si tratti della paternità della predicazione che suscita la fede, o del Battesimo che introduce in una vita nuova, o della direzione spirituale che conduce alla santità". Ma questo non è l'unico aspetto importante della paternità: nelle parabole evangeliche i padri di famiglia sono coloro che nel germoglio di grano vedono sempre la speranza della crescita, nonostante la zizzania, che scendono in strada a correre incontro al figlio prodigo, che sono capaci di sviluppare una sintesi di nuovo e di vecchio. Memoria del passato e slancio verso il futuro sono due atteggiamenti, apparentemente opposti, che riflettono tuttavia la maniera di essere dei gesuiti e di Papa Francesco.
Il presente volume raccoglie i discorsi pronunciati dal Santo Padre in occasione del viaggio apostolico in Kenya (25-27 novembre 2015), Uganda (27-29 novembre 2015) e Repubblica Centrafricana (29-30 novembre 2015).Sono inclusi inoltre i discorsi tenuti con i giornalisti durante i volo di andata e ritorno e i testi dei videomessaggi del Santo Padre alla vigilia dei due viaggi.