La cosmologia moderna nasce all'inizio del Novecento grazie a nuove idee (la relatività e la meccanica quantistica) e all'uso di nuove tecniche (la fotografia). A un secolo circa da questi primi sviluppi, la cosmologia è ora molto diversa, perché basata su osservazioni astronomiche precise, ottenute con grandi telescopi o con satelliti, e fondata sui principali risultati della fisica moderna. In un certo senso, si può affermare che la cosmologia è la sintesi delle conoscenze scientifiche attuali: dall'unificazione delle interazioni fondamentali alla formazione di stelle e galassie, dal plasma di quark e gluoni dell'Universo primordiale alla nucleosintesi degli elementi leggeri, dalla natura di materia ed energia oscure alla ricerca di pianeti extrasolari e di altre forme di vita nell'Universo o, anche, alla possibilità che esistano altri Universi. Possiamo dire, parafrasando il titolo di un libro di Alexandre Koyré, che in questo secolo la cosmologia è passata dal mondo chiuso agli Universi infiniti, e che l'umanità ha ora la fortuna, abbandonato (quasi) il dogmatismo dei secoli bui, di assistere a quella che sarà la storia stessa della cosmologia. In questo volume sono presentati i concetti chiave dello sviluppo più recente in cosmologia e gravitazione.
Come funziona la coscienza? Scoprire in che modo le strutture cerebrali producano la consapevolezza di sé costituisce probabilmente la massima sfida delle neuroscienze. Denton avanza un'ipotesi nuova su questo tema antico e dibattuto: la coscienza si sarebbe progressivamente manifestata nel corso dell'evoluzione animale sotto forma di "emozioni primordiali", come la fame, la sete, il bisogno d'aria, il desiderio sessuale, cioè quelle forme impellenti di eccitamento che sono altamente funzionali alla sopravvivenza di un organismo, in quanto lo costringono ad agire, talvolta per scongiurare una minaccia alla sua stessa esistenza. L'ipotesi si basa sull'osservazione del comportamento di svariati animali - dagli elefanti che vanno in cerca di sale nelle grotte del Kenya alle tattiche di caccia dei polpi, dalla danza delle api alla capacità dei pesci di sentire dolore - e su studi di neuroimaging effettuati con soggetti umani, i cui risultati rivelano come siano le aree cerebrali ancestrali a rivestire un ruolo dominante nell'organizzazione delle emozioni primordiali. Anche attraverso il confronto delle proprie tesi con quelle di altri illustri scienziati, Denton delinea la teoria secondo cui le emozioni primordiali, oltre a giocare un ruolo primario negli stati di coscienza, costituiscono il fondamento della varietà di sensazioni e sentimenti tipicamente umani.
Fra gli appassionati di misteri non si parla d'altro: secondo il calendario Maya, il 21 dicembre 2012 sarà la fine del mondo. O almeno di questa era, del mondo come lo conosciamo noi adesso. I segnali che sembrano avvalorare questa ipotesi arrivano da fonti e culture diverse: i seguaci della New Age segnano per quella data l'inizio della cosiddetta "Età dell'acquario"; le profezie sui papi di Malachia si fermano al pontefice attuale; proprio per quel giorno c'è chi parla di un'invasione extraterrestre. E poi le leggende cambogiane, la profezia dei teschi di cristallo, la teoria delle piramidi d'Egitto come strategia per evitare il congiungimento dei poli previsto per la fatidica data. Fino all'ultima profezia di Nostradamus, che parla di una grande rivelazione religiosa che porrà fine al mondo come lo abbiamo conosciuto finora e darà avvio a un periodo di pace lungo 400 anni. Dobbiamo davvero aspettare quella data col fiato sospeso? E cosa succederà dopo? Sarà una catastrofe o una nuova rinascita, una inaspettata rivelazione? Il conduttore di "Voyager" guida il lettore nella fascinazione di grandi misteri e nella vertigine di domande inquietanti senza mai far perdere l'orientamento. Proponendo infine una sua originale, strabiliante, ipotesi su quello che potrebbe accadere all'alba del 21 dicembre 2012.
Che animale è un Homo sapiens? Cosa lo distingue dagli altri? La libertà? Oppure questa è un'illusione? Sono domande che ci poniamo da secoli: su libero arbitrio e predestinazione si è consumata la frattura tra Cattolicesimo e Riforma; di uomo-macchina e determinismo ha discusso la filosofia tra il Seicento e l'Ottocento, poi è arrivato Darwin con la sua "pericolosa idea" dell'evoluzione; nel Novecento tutto è sembrato dipendere dai geni; i progressi delle neuroscienze hanno spostato - l'indagine all'interno del cervello. Edoardo Boncinelli e Giulio Giorello fanno il punto sullo stato attuale della ricerca e analizzano i limiti teologici, fisici, etici e biologici che condizionano l'individuo. Il risultato è una nuova concezione di libertà: non più un dono dato per scontato, ma un processo strettamente legato alle nostre azioni. L'uomo costruisce la sua libertà giorno dopo giorno e poco importa se agisce contro Dio e la natura o se accetta le loro regole, perché, alla fine, non siamo altro che il prodotto delle nostre scelte.
La storia dell'uomo di Neandertal è la storia dell'umanità vissuta in Europa per alcune centinaia di migliaia di anni. Alla luce delle nuove scoperte sembra che caratteri neandertaliani siano già presenti nei fossili europei a partire da almeno 600.000 anni indicando il carattere endemico del popolamento dell'Europa nel Pleistocene medio. 150 anni di scoperte e di studi evidenziano caratteristiche fisiche , interessi culturali, spirituali e sociali che fanno cadere molti pregiudizi sui Neandertaliani, visti spesso come un livello inferiore di umanità. Recentemente si sono aggiunte le analisi del DNA dei reperti. Restano però aperte alcune questioni, come i rapporti con l'umanità moderna, proveniente dall'Africa e le cause della loro estinzione. Il volume, che riporta contributi di specialisti di livello internazionale, fa il punto delle attuali conoscenze sui Neandertaliani.
Sin dalla comparsa della vita sulla Terra, circa 3,6 miliardi di anni fa, è esistita una stretta connessione fra le trasformazioni del pianeta e l'evoluzione degli organismi viventi che hanno popolato i continenti. In alcuni momenti la vita è stata anche sul punto di scomparire dalla Terra, ma a queste fasi di cosiddette crisi biologiche ne sono seguite altre di esplosione evolutiva e diffusione di specie nuove. Il volume ripercorre le tappe principali di questa lunga storia: dalla diffusione degli organismi pluricellulari nei mari alla conquista delle terre emerse da parte delle piante, dal dominio dei rettili fino all'avvento delle faune moderne e di "Homo sapiens".
Questo libro del 1962, l'opera più conosciuta del filosofo americano e uno dei testi teorici più influenti della seconda metà del ventesimo secolo, è divenuto un punto di riferimento stabile per il mondo degli scienziati e dei filosofi della scienza, di cui ha contribuito a rinnovare profondamente vocabolario e orizzonti di riferimento. Nella "Struttura delle rivoluzioni scientifiche", Kuhn sostiene la tesi che la scienza, invece di progredire gradualmente verso la verità, è soggetta a rivoluzioni periodiche, le spiegazioni sono tali all'interno di una struttura, di una vasta rete di interconnessioni, che diventa sempre più sottile, ma che spesso si imbatte in fenomeni che non riesce a spiegare senza trasformare radicalmente se stessa. Esiste una interazione tra struttura concettuale della scienza e realtà, tra realtà sociale e scienza, che si manifesta nel complesso di forze che decidono cosa è problema e cosa è "soluzione" di un problema. Cosa non nuova, ma che Kuhn è stato il primo ad affrontare analiticamente, tenendo fede al detto baconiano con cui si apre questo libro non baconiano: "La verità emerge piuttosto dall'errore che dalla confusione".
Tutti sanno che Einstein ha creato la fisica del XX secolo con i suoi lavori sulla relatività e i quanti. Ma cosa sappiamo veramente delle idee fondamentali che ha offerto alla cultura contemporanea? Come vi è arrivato? Che cosa rimane oggi degli sconvolgimenti concettuali da lui inaugurati? Attraverso la scelta di episodi concreti della vita del grande fisico, questo libro ricostruisce la formazione delle sue teorie e invita a riflettere anche sulla loro portata filosofica. Il lettore viene condotto passo dopo passo, in maniera graduale e metodica, a prendere dimestichezza con gli aspetti anche più complessi, e persino ostici e oscuri. Si viene così introdotti alle principali rivoluzioni einsteniane: dalla dissoluzione delle teorie classiche dello spazio e del tempo assoluti al riesame della questione della natura della luce, fino alla relatività ristretta e generale. Al contempo, l'autore ne esplora le implicazioni e i presupposti di carattere epistemologico e filosofico.
In questo libro stimolante e divertente, David Ruelle esplora i processi intellettivi che avvengono nella mente degli scienziati, trasportando il lettore nel vivo della pratica matematica. Come funziona il cervello di un matematico? Per rispondere a questa domanda Ruelle ricorre all'introspezione e a una serie di vivaci racconti sui principali protagonisti della matematica del Novecento: da Alan Turing e Kurt Godel ad Alexander Grothendieck, Rene Thom, Bernhard Riemann e Felix Klein. In una girandola di excursus storici e di aneddoti personali, prende forma una rassegna delle idee matematiche più importanti dall'antichità a oggi, delle menti che le hanno concepite e delle loro implicazioni filosofiche. La matematica appare quindi come il contesto più opportuno per affrontare questioni universali quali il significato, la bellezza e la natura stessa della realtà.
Lo scenario mondiale è caratterizzato da manifestazioni d'insofferenza politica. La scienza e la tecnologia decretano la fine irenica della storia, per inaugurare un percorso tattico, volto a salvaguardare i benefici conseguiti negli ambiti regionali e a renderli operanti a livelli planetari, secondo una strategia conciliatrice dell'abilità individuale e dell'equità distributiva. La legittima committenza del benessere è commisurata al dislivello esistente fra i paesi tecnologicamente avanzati e i paesi depositari delle risorse energetiche (e manuali), necessarie per renderli operanti. L'ingegneria biologica s'industria di adeguare le risposte immunitarie dell'organismo umano alle sfide della realtà geneticamente modificata e comunque rispondente a un modello razionalmente prefigurato. Le dottrine delle propensioni estetiche, confortate dalle variabili del gusto e del desiderio, non rispondono alle aspettative, che si manifestano - sotto forma addirittura fideistica e intransigente - nelle varie regioni del mondo. La difesa del buon senso e contestualmente il rivendicazionismo dei diritti positivi si esplicano con quella forza coesiva, che s'instaura fra le parole e il loro significato, talvolta allegorico e ultimativo, come se fossero espressione di una nuova religione panica, laicamente provvidenziale.
La cucina è un laboratorio: spaghetti e pollo arrosto sono il risultato, più o meno gradevole, di un vortice di reazioni bio-fisiche. In camera da letto avvengono reazioni ancora più delicate: piccole invenzioni come cerniere lampo, reggicalze e bottoni a pressione in posizione strategica talvolta hanno effetti travolgenti. In bagno sono molecole a due facce, una idrofila e una idrofoba, a combattere la millenaria guerra alla sporcizia. Satelliti artificiali portano il mondo davanti al divano del salotto e un laser ci fa ascoltare Madonna o i Berliner Philharmoniker. Computer e Internet mettono un miliardo di persone alla portata di un clic... Dal forno a microonde al lettore di DVD, dall'aspirapolvere alla lavatrice, decine di macchine fanno della nostra casa una tana accogliente. Dietro ci sono secoli di scienza, geni come Faraday e Einstein. Eppure a queste macchine siamo così abituati che per noi sono diventate invisibili, "scatole nere" dal contenuto misterioso. Questo libro racconta la loro storia, a cominciare dai 30-40 motori elettrici che lavorano come docili schiavi nascosti negli elettrodomestici. Scienza e tecnologia hanno migliorato l'esistenza umana in modo incredibile: è merito loro se nel 1900 si campava in media 44 anni e oggi 80: saponetta e frigorifero hanno salvato più vite degli antibiotici.