"Zhuang Zi (o Chuang Zu, come si scriveva una volta, o Ciuanghezzù, come qui romanescamente viene tradotto), è l'intestatario del secondo grande libro del taoismo, che risale a 2500 anni fa. Questo libro porta in sé una filosofia comica, per mostrarci la nostra alienazione quotidiana a tutti i "si dice", "si fa così", "si deve pensare così" - fino a perderci nel mare delle parole astratte, che ci rendono tanto più imbecilli quanto più si crede d'essere sapienti. Per questo tutte le traduzioni di Zhuang Zi redatte in una lingua ufficiale, seriosa e scolastica, hanno già perso per strada i tre quarti del loro bagaglio" (Gianni Celati). Ed ecco l'impresa di Morelli: tradurre il libro in una lingua rude e inventiva, nel solco dei vecchi poeti in romanesco.
La terza parte delle Opere di Alberto Moravia, proposta in due tomi raccolti in un cofanetto, propone i romanzi e i racconti risalenti al periodo 1950-1959: "Il conformista" (con un episodio espunto), "I racconti", "Racconti romani", "Il disprezzo" (con un capitolo espunto), "L'epidemia", "Racconti surrealistici e satirici", "La Ciociara" (con la conclusione espunta), "Nuovi racconti romani" e "Racconti dispersi".
Apparentemente il romanzo sembra raccontare una storia d'amore, che, come tutte le storie d'amore, mette in scena i meccanismi di un sentimento sempre in bilico tra promesse e disinganni, tra accensioni e smarrimenti. Enrico e Laura sono due giovani medici che, con tutto l'ardore e gli impulsi della giovinezza, pensano di essere pronti, insieme, ad affrontare un destino già indicato in qualche modo da sogni e propositi tessuti in comune. Ma qualcosa succede a deviare fin dall'inizio il cammino previsto, qualcosa che era già dentro di loro, un impulso diverso, come sopito e celato dalla passione. E l'altro amore di cui parla il titolo, che ha un'irruenza più sottile ma non per questo meno urgente.
Un giovane pittore in crisi di creatività accetta di trascorrere una vacanza estiva nella villa in riva al mare di un'affascinante donna di mezz'età con fama di grande libertinaggio, abituata ad ospitare gruppi di amici, tra lussi e lussurie. Il lettore apprende, fin dalla prima frase del romanzo "Addio a tutti", che chi narra questa storia ne è anche la vittima. Dovrà poi attendere l'ultima pagina per scoprire la causa e il modo di questo assassinio, nonché il suo autore. Nel mezzo, si sviluppa l'intricata vicenda di questa allegra brigata, che, nello svago estivo, lascia affiorare le impurità della vita: in un rapido turbine di personaggi, che scoperchiano angosce rancori, tradimenti, menzogne e quanto le vicende della vita lasciano nella storia di ciascuno.
Un cofanetto che presenta un monumentale lavoro critico condotto sull'intera produzione di Svevo. I testi sono ordinati distinguendo gli editi dagli inediti e quelli completi da quelli incompiuti. Un lavoro critico di controllo sui dattiloscritti e sugli autografi dei testi non pubblicati dall'autore definisce un percorso "genetico" che permette di ricostruire il modo in cui Svevo stendeva le sue opere e vi apportava poi successivi interventi correttori. Nel caso delle opere pubblicate si è fatto il confronto di varianti fra diversi testimoni. In entrambi i casi, il lavoro filologico corregge i non pochi arbitri commessi in precedenza e offre un apparato critico di carattere esplicativo, interpretativo e di rimando intertestuale.
Trentatré racconti che, a partire dagli anni Trenta alla morte, Buzzati dedicò al Natale: c'è il ricordo del suo primo Natale adolescenziale senza il padre, una riflessione sulla tecnica dei regali, una fiaba illustrata dallo stesso scrittore bellunese. E ancora, il racconto scritto a bordo dell'incrociatore su cui Buzzati prestava servizio come inviato di guerra, una poesia su Gesù Bambino. Ne risulta un lungo viaggio nel mondo di un grande scrittore attraverso la lente di un argomento che lo ha sempre stimolato, offrendogli lo spunto per considerazioni più ampie. Una raccolta di pagine toccanti che disegnano il ritratto di un uomo e della sua vita, svelata attraverso abitudini, contraddizioni e meraviglie del Natale.
L'impagliatore uccide le sue prime vittime quasi per caso, nel silenzio della campagna. Attorno al suo segreto, gravita una caotica città di mare resa invivibile da un interminabile sciopero della nettezza urbana. Il commissario Amaldi indaga nel ricordo di un atroce delitto che sconvolse la sua adolescenza. Il poliziotto Ajace giace inerte in un letto d'ospedale e il suo passato di orfano scampato all'incendio del suo orfanotrofio viene a galla contemporaneamente ai primi delitti del maniaco. Una vicenda morbosa, tesa e vibrante.
Xenia è la tata di Mirò, la donna che tutto ha guardato e mai giudicato. Nel suo narrare si affacciano isole di mandorle e viti, case che sanno di cucina, di spezie e di gelsomini, di esistenze interrotte. E tanti personaggi, come Colette, la bisnonna di Mirò, finita a occuparsi di un convento in un'isola dell'Egeo, o come il nonno Selim, grande giocatore di carte, che viveva ai piedi dell'Acropoli in una casa piena di donne e tappeti. Ma anche Omar, finito tra i ballerini russi di un piccolo teatro parigino e morto forse senza sepoltura. Il romanzo dello psichiatra e sociologo, docente di Culture e linguaggi giovanili, racconta una storia che si dipana lungo tutto il Novecento, passando da un lato all'altro del Mediterraneo.
Dopo la "Storia di Roma" e la "Storia dei Greci", nel 1964 Montanelli pubblicò quella che sarebbe diventata la vera anteprima della "Storia d'Italia": un affresco sul Medioevo - in cui l'autore si sofferma anche su moda, dieta, giochi, sport, arredamento "e perfino sui bagni e sui gabinetti di decenza" con un grandioso protagonista al suo centro, Dante Alighieri. Allo storico-giornalista Montanelli interessano "soltanto l'uomo, il suo carattere, le sue emozioni, le sue passioni" e il suo scopo è riaccostare Dante alla "intelligenza umana del pubblico".
"Si sa quanto gli originali più autentici siano proprio quelli sottoposti a costanti revisioni" afferma Busi "e in questo sta la loro vitale inossidabilità: nella letteratura universale le più grandi opere immutabili sono quelle che hanno ancora e sempre tanta energia in serbo" tale da sopportare ogni manipolazione "e pungolano i contemporanei di ogni epoca a [...] farle 'risorgere' in un'edizione qualsiasi, e renderle, appunto, di volta in volta nuovamente originali." Le straordinarie storie di Giovanni Boccaccio (Gertaldo 1313-1375) trovano nuova linfa in un'opera originalissima - la prima di un filone di traduzioni d'autore di classici dall'italiano antico al contemporaneo - che conserva il ritmo serrato dell'originale, ma in una lingua moderna, agile, godibile e accessibile a tutti. Scevri da ogni intento moralistico e ogni fronzolo letterario, gli intrighi, le avventure, le beffe e i personaggi del nuovo Decamerone acquistano così un sapore più sciolto e più vicino al gusto moderno.
Sono trascorsi 500 anni da quando il veneziano Aldo Manuzio pubblicò questo sfuggente romanzo, ritenuto il più bel libro della storia della stampa, ma l'opera mantiene intatto il suo fosco fascino. E non cessa di suscitare stupore, interrogativi e acri polemiche. Risolta la questione dell'autore, che Giovanni Pozzi ha identificato in un Francesco Colonna frate indocile e libertino, resta il mistero del linguaggio che fa del "Polifilo" uno spericolato e intrepido esperimento senza passato e senza futuro. Ma che cosa narra? Una storia d'amore. Polifilo ritrova in sogno l'amata Polia superando una serie di prove iniziatiche: un viaggio dell'anima, intrapreso in lotta con Amore per raggiungere la vera Sapienza.
Trafalgar Square, con la statua di Horatio Nelson in cima alla poderosa colonna di granito; la Torre di Londra, dalle atmosfere ancor oggi inquietanti; l'East Side, cupa e delittuosa, in cui si aggiravano Mr Hyde e Jack lo Squartatore; Greenwich e il Tamigi dei corsari e dei pirati, che ebbero un ruolo importante nella costruzione dell'Impero. Sono solo alcuni dei luoghi della capitale britannica attraverso cui Corrado Augias ci accompagna, svelando le storie significative, misteriose e spesso sconosciute che si nascondono dietro le vie, i monumenti, i parchi, traccia dei numerosi passati succedutisi nel ciclo vitale di questa straordinaria città.