"Un libro vivace e ricchissimo che, ripercorrendo i tempi e i modi del fare pasta e del condirla in Estremo Oriente e in Occidente, offre complessi itinerari culturali e gastronomici". (Tullio Gregory, "Il Sole 24 Ore") "Un'opera importante, che collega la storia dell'alimentazione con la genetica, la botanica, la storia dell'agricoltura e la letteratura e indaga in trattati di geografi e in diari di grandi viaggiatori". (Titti Marrone, "Il Mattino"). Silvano Serventi è storico dell'alimentazione e delle pratiche alimentari francesi e italiane. Françoise Sabban è sinologa e studiosa di storia dell'alimentazione in Cina e in Europa.
Il presente volume cerca di capire la dimensione drammatica delle relazioni tra gli arabi e l'occidente aperta dal massiccio dispiegamento militare degli Stati Uniti e dei suoi alleati nella penisola arabica e nel Golfo Persico, in seguito all'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq. Il libro procede con il bloccarsi del processo di pace tra israeliani e arabi, con gli attentati dell'11 settembre 2001 e l'invasione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti, che verosimilmente si configurano come risultanze dello sviluppo delle tensioni generate nell'ultimo mezzo secolo nella regione.
Su quel granellino sperduto nello spazio che chiamiamo terra passano miliardi di persone: solo di pochissime resta, sui libri di scuola, qualche traccia. Tutte le altre sprofondano nella notte della dimenticanza. Eppure si tratta, spesso, di esistenze che - come lucciole - interrompono per qualche momento il buio del nonsenso e lasciano intravedere la filigrana del mondo. per ridurre, sia pur minimamente, l'insopportabile sperpero di così prezioso patrimonio, si sono volute fissare alcune storie: attraverso la registrazione di colloqui diretti, altre volte attraverso brevi profili biografici. Il lettore potrà così incontrare, o riconoscere, volti - pìiù o meno noti nel nostro paese - di laici particolarmente impegnati nel mondo della cultura, della politica e del lavoro sociale, sia uomini (Francesco Lo Sardo, Lucio Schirò D'Agati, Giorgio La Pira, Peppino Impastato, Sergio Cipolla, Giovanni La Fiura, Luigi Lombardi Vallauri, Franco Cassano, Pietro Barcellona) che donne (Candida Di Vita, Simona Mafai, Amelia Crisantino); di preti cattolici (Don Pino Puglisi, Don Cosimo Scordato, Don francesco Michele Stabile, Don Carlo Molari, P. Ortensio da Spinetoli, Don Baldassare Meli, Don Vincenzo Sorce) e di pastori protestanti (Pietro Valdo Panascia).
Mauro Canali lavora da tempo al tema scottante degli apparati informativi e repressivi del regime fascista: a partire dallo studio su Cesare Rossi, animatore della Ceka, proseguendo con i retroscena del delitto Matteotti, per arrivare al discusso caso di Ignazio Silone e del suo ruolo di informatore. Ora ha portato a termine un'opera complessiva che, raccogliendo il frutto di molti anni di lavoro e rendendo pubblica una approfondita conoscenza della documentazione archivistica (in larga parte ancora ignota agli studiosi), fotografa nei dettagli la rete informativa stesa dal regime fascista per controllare e neutralizzare l'opposizione e il dissenso, in Italia come all'estero. Canali segue l'evoluzione dei vari organismi di polizia (la Polizia politica, l'Ovra) e ne descrive il funzionamento, rintracciando zona per zona, città per città, l'esercito di fiduciari e informatori, dei quali vengono ricostruite identità e attività e, in una corposa appendice, elencati i nomi. Da un consimile viaggio nei sotterranei del regime, il fascismo si rivela per quello che fu: un gigantesco, efficiente, occhiuto e corruttore stato di polizia.
Una madre con il cadavere carbonizzato del figlio nella valigia, una famiglia che fa colazione nella veranda di una villa in mezzo alle macerie, una massaia che pulisce i vetri dell'unico edificio rimasto in piedi in mezzo alla distruzione. Immagini che testimoniano la serie di bombardamenti alleati che distrussero Amburgo durante la Seconda guerra mondiale e che hanno sempre costituito un argomento tabù in Germania. In quanto colpevole, il popolo tedesco doveva tacere il dolore patito da milioni di civili. Sebald trattò questo tema nel 1997 in una serie di lezioni di poetica tenute a Zurigo, toccando un nervo scoperto e componendo una storia naturale della distruzione in cui il meccanismo della guerra non risparmia niente e nessuno.
"Questo libro, che parte dall'esplosione dei conflitti imperialistici e giunge all'età della globalizzazione, non è una sintesi degli avvenimenti del Novecento. Esso è stato scritto, facendo centro sull'analisi e sull'interpretazione dei maggiori nodi problematici del secolo scorso con le sue ambiguità e con le alternative che ha aperto all'uomo, avendo l'intento di stimolare, oltre che la riflessione dell'autore, quella dei lettori intorno all'eredità che ne viene al secolo che ha iniziato il suo cammino." (Massimo Salvadori)