I saggi compresi in questo volume, nel quale viene presentata un'interpretazione globale della narrativa sveviana di indirizzo prevalentemente comparatistico, sono frutto di un corso di lezioni su Italo Svevo tenute dall'Autore presso il Dipartimento di Italianistica dell'Università di Trieste nel 1997. I capitoli affrontano problemi essenziali di una ricerca odierna sullo scrittore triestino sulla sua narrativa: la cultura europea di Svevo; il rapporto con l'ebraismo; il confronto con i Buddenbrock di Thomas Mann; il senso delle ascendenze flaubertiane; il rapporto con Schopenhauer e con Nietzsche anche attraverso la problematica del lavoro; le diverse forme e modalità di presenza della psicanalisi nella Coscienza di Zeno; il peso della guerra nella formazione dello stesso romanzo; il,rapporto con Joyce da un lato, e quello con il mondo inglese dall'altro. In appendice, cinque contributi saggistici sulla civiltà inglese, firmati "E.S.", pubblicati sulla "Nazione" di Trieste fra il dicembre 1920 e il gennaio 1921: "studi storici- oggi forse diremmo sociologici", come sottolinea l'Autore.
Il testo, destinato a coprire un intero corso di finanza aziendale, fornisce un quadro completo degli aspetti teorici e degli aspetti pratico-istituzionali della materia realizzando una fusione dei due approcci.
Gli autori di questo volume hanno voluto costruire un corso più "europeo", valorizzando in particolare, della tradizione sociologica continentale, l'attenzione per la dimensione storica dei fenomeni sociali. Più che un'introduzione alla sociologia come disciplina accademica, ne è nato un manuale che prepara alla comprensione concreta delle società umane.
L'imperatore Marco Aurelio, scrisse in greco, durante le numerose campagne militari ai confini dell'impero, dodici libri di riflessioni, aforismi, meditazioni. Il titolo originale significa letteralmente "colloqui con se stesso", e i pensieri di Marco Aurelio sono in effetti un percorso individuale, sulla base della filosofia stoica, attraverso i grandi temi del senso della vita, della morte, dei doveri dell'uomo rispetto a se stesso e ai suoi simili. Questa raccolta ha svolto nel corso dei secoli la funzione di un breviario di altissima moralità. Testo greco a fronte.
Dopo una breve parte introduttiva sulla quantificazione in psicologia e sulla storia dei test, si affronta il tema della psicometria (che cosa misurano realmente i test?) e si propone una classificazione dei diversi tipi di test. Si discutono poi i problemi della somministrazione, dell'interpretazione dei punteggi, dell'attendibilità e della validità. Il volume si chiude con una serie di considerazione sull'adattabilità di un test a contesti culturali diversi e con una guida pratica alla scelta di un test.
Qual è la verità della storia? Quali sono i suoi gradi e i suoi limiti? Quali le condizioni per l'opera storiografica? In altre parole: qual è il corretto atteggiamento della ragione nella ricerca storica? Ponendo queste essenziali domande, Marrou mira a individuare i caratteri della ricerca storica e le regole pratiche che la devono informare: di fatto, nelle sue parole, egli compone una deontologia, "una sorta di trattato sulle virtù dello storico". Marrou sviluppa il suo discorso a partire dalla definizione generale di storia, per riflettere sul carattere intellettuale e creativo dell'attività dello storico, sull'uso dei documenti e sul cruciale passaggio che va dall'interpretazione del documento alla comprensione del passato.
L'autore esamina minuziosamente la vita sociale come tessuto di relazioni elementari: "routines" quotidiane, incontri casuali, interazioni episodiche, frammenti di conversazione. Per farlo si serve abilmente di una metafora antica della società: la rappresentazione drammaturgica. La messa in scena è opera di gruppi che collaborano come vere e proprie "equipes" teatrali all'interno di uno spazio scenico diviso tra "ribalta" e "retroscena". La posta in gioco è il successo nella presentazione di se stessi.