Il libro per chi ha deciso di dedicarsi seriamente alla preghiera, ma anche per chi vorrebbe farlo e non sa come fare e chiede un aiuto. Contiene una sintesi del catechismo e le più belle preghiere della tradizione cristiana tra cui varie forme di rosario meditato, di via crucis, novene alla Madonna, per il Natale, agli angeli, a san Francesco, a santa Chiara, a san Giovanni Paolo II… Lo stile è fortemente francescano e antoniano: una ampia parte è dedicata a san Francesco e a sant'Antonio. Di quest'ultimo si racconta la vita e si propongono diverse forme di tredicina e le preghiere più amate dai suoi devoti. C'è anche un «pellegrinaggio spirituale» alla sua Basilica in Padova. Non mancano infine un aiuto per vivere il sacramento della Riconciliazione e una lunga serie di preghiere da recitare, nelle diverse occasioni, lieti o tristi della vita e preghiere di benedizione da recitare prima dei pasti. Contiene immagini. Edizione aggiornata e con caratteri più grandi.
Un libro che via via ci sveste dalle abitudini, dallo scontato, dal risaputo per farci entrare, con una nuova leggerezza, nel sogno di Dio.
"Dilexi te", titolo della prima Esortazione apostolica di Papa Leone XIV, significa "Ti ho amato" e riprende il versetto del libro dell’Apocalisse 3,9, una dichiarazione di amore da parte di Dio per una sua comunità cristiana, che non aveva alcuna rilevanza o risorsa ed era esposta alla violenza e al disprezzo. Papa Francesco, che, nell’Enciclica Dilexit nos, aveva approfondito l’amore divino e umano del Cuore di Cristo, stava preparando, negli ultimi mesi della sua vita, un documento sulla cura della Chiesa per i poveri e con i poveri, intitolato proprio Dilexi te, immaginando che Cristo si rivolga ad ognuno di loro dicendo: Hai poca forza, poco potere, ma "io ti ho amato" (Ap 3,9).Papa Leone, sentendo di aver ricevuto come in eredità questo progetto, si dichiara - all’inizio del documento - felice di farlo proprio, aggiungendo alcune sue riflessioni, per proporlo all’inizio del suo pontificato, "condividendo il desiderio dell’amato Predecessore che tutti i cristiani possano percepire il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri".
Calendario da muro 2026 cm 30 x 44 "La prossimità di Padre Pio"
Occuparsi di politica, oggi, è sempre più difficile, a tratti impossibile. Chiunque provi ad avvicinarsi a questo mondo, così complesso e articolato, si ritrova inevitabilmente ad affrontare un clima di diffidenza, di sospetto, di profonda sfiducia! È pensiero comune che la politica sia una attività affidata a "professionisti" delle parole e del consenso. Un mestiere, dunque non un servizio né tantomeno una missione, consegnato nelle mani di donne e uomini che sentiamo distanti anni luce dalla storia dei comuni cittadini e dalle storie delle persone. Ma chi non ha a cuore la politica, non ha a cuore il proprio quotidiano, non si cura del proprio domani e non si fa artefice di futuro. Quel futuro che non può che costruirsi nel presente che vogliamo. Quel futuro che i cristiani, ogni giorno, generano esercitando speranza autentica, a motivo della loro fede, e praticando gesti di cura e carità. Dobbiamo imparare a venir fuori dalla convinzione secondo cui la politica è un luogo oligarchico in cui solo alcuni lavorano e solo per i propri interessi. La politica è quel posto sociale in cui si può scrutare un orizzonte comune, è lo spazio in cui possono essere attivati processi per raggiungere la meta del bene comune, migliorando la qualità della vita della città che cristianamente abitiamo.
Libro con disegni da colorare e quiz e giochi da risolvere.
Insieme a Carismino coloriamo il Natale di gioia, di amore e di amicizia! Così faremo una grande festa per il compleanno di Gesù!
Adatto a partire dai 5/6 anni.
L'intelligenza artificiale non è soltanto una nuova tecnologia: è la forza che sta ridefinendo il nostro presente. Capace di apprendere, adattarsi e decidere in autonomia, l'IA sta già trasformando in profondità la nostra vita quotidiana, l'economia, le imprese, il lavoro, l'istruzione, la politica, la cultura e persino il tessuto delle relazioni sociali. Mai come oggi è urgente comprenderne la vera natura per distinguere il possibile dall'illusione e affrontare con lucidità le sfide che ci attendono. L'IA è davvero un'intelligenza paragonabile alla nostra? Oppure è la nostra mente che funziona, in parte, come una macchina computazionale? E come cambierà il mondo dopo il suo avvento? Luciano Floridi, tra i massimi filosofi contemporanei e riferimento internazionale per l'etica del digitale, offre una prospettiva nuova e sorprendente: l'IA non va intesa come una forma di intelligenza, bensì come una nuova forma di "agency". Non pensa né comprende come un essere biologico, come un essere umano, ma è un insieme potentissimo di capacità computazionali in grado di agire nel mondo con efficacia e successo, senza però possedere alcuna intelligenza. Questa svolta concettuale ha conseguenze decisive. Solo distinguendo l'intelligenza dalla agency artificiale possiamo evitare errori di valutazione, orientare il progresso in modo responsabile e trovare risposte concrete ai problemi concettuali, etici, giuridici e politici che l'IA sta già creando. Comprendere davvero che cosa sia - e che cosa non sia - l'intelligenza artificiale significa imparare a conoscerla e usarla meglio, invece di subirla. È questa la condizione necessaria per affrontare con coraggio e lucidità le sfide del futuro.
Dilexi Te, ti ho amato, è la prima e attesissima esortazione apostolica di papa Leone XIV. Il testo mette al centro l’amore verso i poveri, in dialogo con la Dilexit nos di papa Francesco. È solo nella cura dei poveri che la chiesa può restare fedele al Vangelo, e in questa fedeltà le sue opere, le sue istituzioni e le sue esperienze diventano atti profondamente politici. La prefazione di don Mattia Ferrari nasce dall’incontro tra la sua testimonianza quotidiana al servizio dei migranti e quella di Francesco e Leone, che nei loro scritti consegnano un Vangelo vissuto prima ancora che pensato.
Siamo entrati nell'epoca dei tecnomonarchi. Una nuova rivoluzione reazionaria, concepita tra la Silicon Valley e i circoli intellettuali della destra americana e basata su sofisticate tecnologie di sorveglianza e controllo, è divenuta oggi programma politico a Washington. I suoi protagonisti sono imprenditori tech, ideologi e politici animati da una visione del mondo fondata sul ritorno a idee arcaiche di diseguaglianza, gerarchia naturale e monarchia assoluta. Il loro obiettivo? La fine della democrazia.
Nato a Port Talbot, cittadina gallese dominata dalle acciaierie, Anthony Hopkins è cresciuto in mezzo a uomini duri, per usare un eufemismo: uomini che rifiutavano ogni forma di vulnerabilità emotiva. A scuola era uno studente modesto, considerato un fallito senza futuro non solo dai coetanei ma dai suoi stessi genitori. Finché, un fatidico sabato sera del 1949, quel ragazzo gallese ignorato da tutti vide un film tratto da Amleto e dentro di lui si accese una passione a cui non aveva ancora dato un nome, segnando l'inizio di un percorso che nessuno avrebbe potuto prevedere. Con disarmante spontaneità e una voce accattivante, Anthony Hopkins si racconta e ci svela gli straordinari retroscena dei suoi ruoli più iconici. Il monologo di Iago per l'audizione gli vale l'ammissione alla prestigiosa Royal Academy of Dramatic Art di Londra. In seguito, è invitato a unirsi al Royal National Theatre ed è scelto da Sir Laurence Olivier come suo sostituto. Lo seguiamo quindi lungo le tappe di una carriera incredibile e assistiamo alla creazione delle sue interpretazioni più grandi, da Hannibal Lecter al memorabile Re Lear per cui egli attinse alla crudezza dello stoicismo del padre e del nonno. Con generosa onestà, Hopkins ripercorre i momenti più intimi e difficili della propria vita privata. L'alcol distrugge i suoi primi due matrimoni, mina il rapporto con l'unica figlia e gli costa quasi la vita. Ma sfiorare la morte lo convince a smettere di bere, una scelta che riconferma ogni giorno da quasi mezzo secolo. In queste pagine l'attore confessa anche la sua costante lotta con la tentazione della solitudine, pesante lascito familiare che lo spinge a fuggire i legami per paura di soffrire. E, con il passare degli anni, ammette di confrontarsi sempre più spesso con la propria mortalità, interrogandosi su ciò che suo padre chiamava «il grande segreto». Tra successi e cadute, perdite strazianti e luminosi momenti di gioia, la vita di Anthony Hopkins si rivela ai nostri occhi. Scopriamo che c'è un piccolo talismano che l'attore porta sempre con sé, è una foto che lo ritrae in spiaggia, con suo padre, all'età di tre anni: un momento in cui il piccolo Tony ha ottenuto una seconda possibilità di essere felice, quasi la premonizione degli errori ̶ e delle infinite opportunità ̶ del futuro. Oggi, così distante dal bambino insicuro di un tempo, Sir Hopkins può sussurrare a quel giovane se stesso: «È andata bene, ragazzino».
Ad Aosta è quasi Natale. Una stagione difficile, per Rocco Schiavone, e non solo per lui. Un periodo dell’anno che da sempre con le sue usanze svetta nella nota classifica affissa in Questura. Tutto sembra andare male. Ovunque nelle strade si esibiscono cori di dilettanti che cantano in ogni momento della giornata. La città è preda di lucine a intermittenza, della puzza di fritto, dell’agitazione dovuta all’acquisto compulsivo. Lampeggiano vetrine e finestre, auto e antifurti. Di fronte ai negozi, pupazzi di raso e fiamme di stoffa si agitano al soffio dell’aria calda dimenando braccia, teste e lingue. Non c’è da aspettarsi niente di buono. E infatti. Una rapina finisce nel peggiore dei modi possibili, coprendo Rocco di ridicolo, fin sui giornali. Un cadavere senza nome viene ritrovato in un lago, incatenato a 150 chili di pesi. Un chimico di un’azienda farmaceutica sparisce senza lasciare traccia. Rocco non parla più con Marina. E nevica. Eppure qualcosa si muove. Sandra sta meglio, sta per uscire dall’ospedale. Piccoli spiragli, rari sorrisi, la squadra, come la chiama Rocco con un filo di sarcasmo, sembra crescere, i colleghi migliorano, i superiori comprendono. Schiavone a tratti sembra trovare le energie per affrontare gli eventi che si susseguono, le difficoltà che si porta dentro, e poi quello slancio svanisce e ancora si riforma. Il vicequestore entra ed esce dalla sua oscurità, a volte il sole lo aspetta, quasi sempre il cielo è plumbeo, una promessa di neve e di gelo. Passo dopo passo, però, anche se stanco, amareggiato, arrabbiato, Rocco Schiavone continua a guardare il mondo con gli occhi socchiusi, a indignarsi, a tenere insieme il cuore e il cervello, la memoria e il futuro.