Roma. Il cardinale Michelangelo Aldrovandi, uomo di fiducia del Papa, viene trovato morto in circostanze oscure. Lo scandalo è messo a tacere. Ma Remedios, la suora che lo accudiva, ritrova un telefonino con quattro foto. Che compromettono il leader politico emergente del Popolo dell’Onestà.
La scrittura è un incontro tra se stesso e l'altro. Si scrive per l'altro, per conoscerlo, per ritrovarlo una volta che sarà perduto. La scrittura è, in definitiva, un atto amoroso. "L'ultimo che mi sia rimasto." Raffaele La Capria, una delle voci più importanti e amate della Letteratura del Novecento, si racconta a Giovanna Stanzione, scrittrice esordiente, in un lungo, intenso dialogo che non è mai solo un incontro intellettuale ma intreccia ricordi, riflessioni, delusioni e speranze di un'esistenza, l'una al tramonto, l'altra all'inizio, raccogliendo e custodendo tutto ciò che della vita alla fine si salva. In un'intima e appassionata confessione Raffaele La Capria ripercorre i temi topici della sua scrittura, ponendosi ancora una volta gli interrogativi esistenziali e umani di tutta una vita e che hanno segnato, tappa per tappa, quella dei suoi lettori: la costruzione della propria identità di uomo e di scrittore; la "ferita" che origina la vocazione letteraria; lo stupore della letteratura e la conoscenza del mondo grazie all'intuizione poetica; il rapporto con il passato, che per mezzo del presente è rinnovato e rivive; e poi i libri amati, quelli riusciti e non, la fuga dalla falsa complicazione, dalla retorica e dal vuoto artificio; il ruolo della letteratura come leva che smuove e ricerca la verità sotterranea del nostro tempo; il ricordare e l'essere ricordati; e infine la riflessione sul rapporto tra uno scrittore e la morte, sulla scena letteraria italiana di oggi e il suo legame con la tradizione. Pagina dopo pagina, emerge un ritratto inedito di Raffaele La Capria, messo a confronto con il passare del tempo, con i cambiamenti e le similitudini del presente, ma anche la fotografia della generazione di coloro che si affacciano oggi alla scrittura e si trovano ad affrontare il senso di smarrimento, la frantumazione dell'identità e la necessità di costruire la vita intera che hanno davanti. A tutti La Capria consegna il suo insegnamento più prezioso: l'importante è conservare una visione lieve del mondo. Quella che dopo ogni immersione ti spinge a guardare in alto e a cercare in tutti i modi di tornare a galleggiare in superficie.
Dante è il poeta che inventò l'Italia. Non ci ha dato soltanto una lingua; ci ha dato soprattutto un'idea di noi stessi e del nostro Paese: il «bel Paese» dove si dice «sì». Una terra unita dalla cultura e dalla bellezza, destinata a un ruolo universale: perché raccoglie l'eredità dell'Impero romano e del mondo classico; ed è la culla della cristianità e dell'umanesimo. L'Italia non nasce da una guerra o dalla diplomazia; nasce dai versi di Dante. Non solo. Dante è il poeta delle donne. È solo grazie alla donna - scrive - se la specie umana supera qualsiasi cosa contenuta nel cerchio della luna, vale a dire sulla Terra. La donna è il capolavoro di Dio, la meraviglia del creato; e Beatrice, la donna amata, per Dante è la meraviglia delle meraviglie. Sarà lei a condurlo alla salvezza. Ma il poeta ha parole straordinarie anche per le donne infelicemente innamorate, e per le vite spente dalla violenza degli uomini: come quella di Francesca da Rimini. Aldo Cazzullo ha scritto il romanzo della Divina Commedia. Ha ricostruito parola per parola il viaggio di Dante nell'Inferno. Gli incontri più noti, da Ulisse al conte Ugolino. E i tanti personaggi maledetti ma grandiosi che abbiamo dimenticato: la fierezza di Farinata degli Uberti, la bestialità di Vanni Fucci, la saggezza di Brunetto Latini, la malvagità di Filippo Argenti. Nello stesso tempo, Cazzullo racconta - con frequenti incursioni nella storia e nell'attualità - l'altro viaggio di Dante: quello in Italia. Nella Divina Commedia sono descritti il lago di Garda, Scilla e Cariddi, le terre perdute dell'Istria e della Dalmazia, l'Arsenale di Venezia, le acque di Mantova, la «fortunata terra di Puglia», la bellezza e gli scandali di Roma, Genova, Firenze e delle altre città toscane. Dante è severo con i compatrioti. Denuncia i politici corrotti, i Papi simoniaci, i banchieri ladri, gli usurai, e tutti coloro che antepongono l'interesse privato a quello pubblico. Ma nello stesso tempo esalta la nostra umanità e la nostra capacità di resistere e rinascere dopo le sventure, le guerre, le epidemie; sino a «riveder le stelle». Un libro sul più grande poeta nella storia dell'umanità, a settecento anni dalla sua morte, e sulla nascita della nostra identità nazionale; per essere consapevoli di chi siamo e di quanto valiamo.
Il 13 dicembre 2010 Walter Pedullà morì per arresto cardiaco; un minuto dopo, i medici del pronto soccorso rimisero il suo cuore in movimento grazie a un potente defibrillatore. Se Pedullà è sempre stato, per indole e poetica, un uomo della commedia più che della tragedia, superata quella soglia non c'era più alternativa: la sua vita ormai poteva raccontarla unicamente dalla prospettiva di chi ha imparato a ridere di tutto e di tutti perché non appartiene più a questo mondo e, senza smettere di amarlo, ha conquistato la distanza necessaria per smascherare le passioni e le illusioni (a cominciare dalle proprie). Dall'estrema povertà del Sud all'insegnamento universitario, dalla militanza socialista nelle campagne ai palazzi della politica romana, dall'impegno per ogni sperimentalismo letterario alla direzione delle massime istituzioni culturali del Paese, Walter Pedullà conduce i suoi lettori alla scoperta dell'Italia del secondo Novecento, cucendo assieme centinaia di aneddoti esemplari che gettano nuova luce sui maggiori protagonisti del secolo scorso. Non solo per ridere.
Edith e Andrea, una giovane un po' trasgressiva e un capitano molto rigoroso, si incontrano per caso su un traghetto, tra Venezia e la Grecia. Un evento minimo dei tanti di cui è fatta la vita. Ma la loro cambia per sempre. Dapprima c'è il rifiuto: come possono, loro così diversi, sentirsi attratti una dall'altro? Poi le fasi alterne di un amore dapprima clandestino, le avventure di una lunga separazione, il pericolo di un segreto, una felicità inattesa e una grande prova... E infine l'isola, piena di vento e di luce, dove i due vanno ad abitare ristrutturando una vecchia casa abbandonata. L'isola dove ora Andrea si ritrova solo. I dialoghi veramente importanti, però, non si esauriscono mai: mentre la cura quotidiana del giardino e delle api dell'amata moglie lo aiuta a tornare alla vita, Andrea continua a parlare con lei. Le racconta, con tenerezza e passione, la loro grande storia d'amore. E le promette che ritroverà la figlia, Amy, che da troppo tempo ha interrotto i rapporti con i genitori. Forse è possibile ricominciare, riscoprirsi famiglia, nonostante i dispiaceri e le scomode verità? Una storia che ci pone domande fondamentali: sui legami che forgiamo tra le anime, sulla nostra capacità di cambiare, sul destino che unisce e separa. Quando ci sembra di aver perso la capacità di stupirci, cercare la luce, prenderci cura, è il cuore che tace o solo noi che non lo sappiamo ascoltare?
Maddalena, la maggiore, è timida, sobria, riservata. Nina, di poco minore, è bella e capricciosa, magnetica, difficile, prigioniera del proprio egocentrismo. Le due sorelle hanno costruito la loro infanzia e adolescenza intorno a un grande vuoto, un'assenza difficile da accettare. Ancora adesso, trent'anni dopo, cercano di colmarla con corse, lunghe camminate, cascate di parole e messaggi whatsapp che, da Parigi a New York, le riportano sempre a Roma dove la loro strana vita ha preso forma. È proprio a Roma che Maddi, da sempre chiusa nel suo carapace, decide di tornare, fuggendo dai ruoli che la sorella, prima, e la famiglia poi, le hanno imposto. Finalmente sola con sé stessa e con i suoi ricordi, lascia cadere le difese e rivivendo i luoghi del passato, inverte le parti e si apre alle sorprese che riserva la vita. Un romanzo intimo, femminile e pieno di luce.
Maria si trova all’ultima sera della sua vita, prima che il Figlio torni a prenderla con sé come le aveva promesso. In questa ultima notte, vissuta nella casa di Giovanni, che l’aveva accolta con sé, la Madre di Gesù racconta la sua vita a coloro che le sono stati accanto negli ultimi anni.
Pian piano la scena del racconto si arricchisce di figure che vengono a rendere l’ultimo omaggio. Ogni pagina è una scena di quel dramma che ha composto la vita della donna più importante nella storia umana, la Madre di Dio.
Prendendo spunto dai Vangeli canonici e dai Vangeli apocrifi, Benazzi dà vita a un romanzo intenso, capace di toccare le corde dello spirito dei lettori.
NATALE BENAZZI lavora da anni nell’editoria. Responsabile del settore di spiritualità presso le Edizioni San Paolo, è scrittore e saggista. Tra le sue pubblicazioni più significative spiccano alcune ricostruzioni storiche dal
tono rigoroso e narrativo, che contano anche varie traduzioni all’estero. Tra i suoi volumi ricordiamo: Il libro nero dell’inquisizione (Piemme, 1998), Il caso del monastero indemoniato (Piemme, 2000), Il Terzo Cantico (San Paolo, 2012), Storia della Chiesa in 100 vite (Newton&Compton, 2016), Maria Maddalena. Storia di un vero amore e di una straordinaria confusione (San Paolo, 2019).
Torino, 1799. Una serie di efferati omicidi, apparentemente legati agli ambienti esoterici e a una misteriosa loggia massonica, sta terrorizzando la città sabauda, occupata dagli austriaci. Sui crimini indaga un professore di filosofia, Eugenio Caffarel, ritrovatosi suo malgrado a lavorare come poliziotto, proprio a causa degli sconvolgimenti provocati dalle guerre. Il Cairo, Egitto. All'ombra delle piramidi, pochi giorni dopo la scoperta della stele di Rosetta, un altro antico segreto riaffiora dalle sabbie del deserto. Un segreto che fa gola a molti e che lo scrittore Conon de Solis, giovane ufficiale dell'esercito napoleonico ed esperto di egittologia, è chiamato a svelare a qualunque costo. Quale oscuro mistero nasconde la città di Torino? Quale segreto è sepolto sotto le sabbie del deserto egiziano? Eugenio Caffarel e Conon de Solis dovranno fare affidamento su tutte le loro conoscenze e mettere a rischio la propria vita, per riuscire a scoprirlo. Perché qualcosa di inaudito e terribile è riemerso dalle profondità del tempo...
Cinquant'anni con i libri, sui libri, nei libri. Cinquant'anni per i libri. Romano Montroni è nato in una casa in cui non si leggeva, ma da ragazzo è stato assunto per caso come fattorino alla libreria Rizzoli di Bologna ed è stata la cosa più bella che potesse capitargli: diventato libraio, ha conosciuto moltissimi scrittori e lettori e poi ha lavorato tutta la vita per formare nuove generazioni di librai che amino i libri quanto li ama lui, librai capaci di accendere entusiasmi, nutrire sogni e «sussurrare ai lettori» i libri giusti, quelli che riempiono la vita e a volte la cambiano. In queste pagine Montroni tira le somme della sua esperienza come presidente del Centro per il libro e la lettura e lo fa guardando al futuro: parla di giovani lettori, di scuola, di lettura ad alta voce, di librerie, di biblioteche e naturalmente di librai, di come formarli e come appassionarli. Una testimonianza che ha il fascino di una storia vera e il profumo dei libri nuovi, un'entusiasmante dichiarazione d'amore e di fiducia nella straordinaria potenzialità dei libri e nella infinita felicità dei loro fortunati lettori.
Stalin andava quasi ogni sera al Bolscioi, percorrendo un corridoio sotterraneo segreto. Spesso gli artisti ricambiavano la cortesia e si recavano al Cremlino. Tra essi, una donna ebbe un rapporto privilegiato con il dittatore: Olga Lepeshinskaya, prima ballerina a Mosca dal 1933 al 1963. Stalin le portava delle rose in camerino, poi cenava con lei e le chiedeva di danzare. Dopo la fine della guerra fredda e la dissoluzione dell'Unione Sovietica, dagli archivi, dalle biblioteche, ma soprattutto dalle confidenze personali di molti protagonisti della storia russa emergono racconti sorprendenti.
Sommario
Prefatio dolorosa. 1. Il catalogo di Voltaire e la volpe russa. 2. Le tesi di Lenin sono nel menù . 3. Un pinguino per Eisenhower. 4. Tolstoj sul divano verde . 5. Il pendolo di Jasnaja Poljana . 6. Segreti della Stalinka. 7. «Non uccidete lo Zar». 8. Le rose di Stalin. 9. Pasternak e Togliatti. 10. Simenon: l’indizio è in una pipa. 11. Chruščëv e il falso della scarpa. 12. Una lettera per il Papa. 13. Il modesto comò del dottor Čechov. 14. Una beauty farm nel bunker. 15. Leggere De Amicis nella dacia di Gorki. 16. La notte in cui l’Urss si fermò per Glenn Gould. 17. Cervelli da clonare. 18. Quando Dostoevskij dormiva nel baule. 19. Il mistero delle dodici stazioni. 20. Una lunga scia di fuoco. 21. Le spie in cantina. 22. Come i cosacchi inventarono il bistrò
Note sull'autore
Armando Torno è stato fondatore e responsabile del supplemento culturale “Domenica” de Il Sole 24 Ore e responsabile delle pagine culturali del Corriere della Sera. Ha frequentato la Russia per oltre un decennio ed è stato l'unico giornalista italiano ad accedere alla biblioteca di Stalin. I suoi libri sono stati tradotti in francese, inglese, tedesco, russo, svedese, sloveno e portoghese.
«Non c'è un problema che un farmaco non curi, mamma lo dice sempre. A casa nostra non si parla, si prendono medicine. Così lei mi dà il Dulcolax ogni sera perché sono una bambina grassa. Due compresse, quattro, otto. E io non so che legame ci sia tra il Dulcolax e una bambina grassa, visto che non dimagrisco...». C'è un peso che non si può perdere, anche quando l'hai perso tutto. Matilde lo sa: la mamma, bulimica, passa le giornate a vomitare; lei ha cominciato a ingrassare quando aveva sei anni ed è affamata da una vita. A scuola elemosina biscotti, a casa ruba il pane, e intanto sogna che le taglino la mano. Ottanta chili a sedici anni, a diciotto quarantotto; Matilde va in America a studiare, splende, ma la fame e la paura le vengono dietro. Finché, dopo la morte della madre, il tracollo finanziario del padre e una relazione violenta, supera i centotrenta chili. E quando esce, c'è sempre qualcuno che la guarda con disprezzo. Allora Matilde si chiude in casa per tre anni, e sui social si finge normale. Ma che vuol dire normale? Un romanzo tra due lingue e due culture, tra gli anni Settanta e oggi. Un libro vorticoso tra perfezionismo, autolesionismo, menzogna e dipendenze.
Oggi. Ci sono enigmi che una sola persona al mondo può sciogliere: Sara Terracini, esperta archeologa e moglie dell'inafferrabile Oswald Breil. Proprio lei, infatti, riceve l'incarico di tradurre le decine di tavolette d'argilla affiorate dalle sabbie d'Egitto, rivelatrici di una storia rimasta fino a ora piena di enigmi. Ma i due coniugi ben sanno che dietro ogni enigma si nasconde una minaccia, stavolta più subdola e infernale di quanto fosse immaginabile... Primo secolo avanti Cristo. Teie è la guardia del corpo assegnata a Cleopatra. La sua ombra, anzi. È la donna responsabile dell'incolumità della regina sin dalla sua nascita. Teie osserverà la sovrana d'Egitto crescere, sfidare gli intrighi di corte, conquistare il trono, innamorarsi pericolosamente di un condottiero romano, recarsi nell'insidiosa capitale dell'Impero più potente del mondo. E la vedrà morire, diventando la sola testimone e custode dell'ultimo segreto di Cleopatra. 9 giugno 1815. Un uomo dalle fattezze di un gigante arriva ad Alessandria d'Egitto, ma non sa ancora che quella terra e i suoi misteri gli entreranno nel cuore e nell'anima, come un dolce veleno. Giovanni Battista Belzoni, di origini italiane ma con cittadinanza inglese, è a caccia di tesori, di testimonianze del passato, di scoperte. Il suo ingegno lo porta a compiere imprese incredibili che gli procurano ricchezze e riconoscimenti, ma anche crescenti rivalità, antipatie e numerosi nemici, pronti a tutto pur di appropriarsi del più prezioso dei tesori rinvenuti da Belzoni: una tavoletta d'argilla che probabilmente indica il luogo di sepoltura della leggendaria regina d'Egitto, Cleopatra, e del suo grande amore, il condottiero romano Antonio.