Negli ultimi anni, Luca Ricolfi ha analizzato in molti articoli e libri la difficile condizione del nostro paese e i fallimenti della nostra politica: un'analisi spesso impietosa e pessimistica, che lascia poco spazio alla speranza che i problemi italiani possano essere risolti. Ma davvero siamo senza speranza? Non c'è proprio niente da fare? Destra e sinistra continueranno a opporsi irriducibilmente su questioni di principio, per poi, una volta al governo, tradire quegli stessi principi accontentandosi di vivacchiare, mentre la nave affonda? Non ci sono idee, proposte, modelli da seguire per far ripartire il paese? In poche pagine che contengono molte idee, Ricolfi prova a indicare una strada politica possibile per risolvere il rebus italiano. E lancia una sfida alla destra come alla sinistra: governare all'altezza dei valori che proclamano a gran voce, concentrandosi sui mezzi concreti e non litigando sui fini ultimi.
Antonio Gramsci (Ales 1891-Roma 1937) è uno degli autori italiani più tradotti e studiati al mondo: il che testimonia l'attualità delle questioni cui dedicò le proprie analisi, ma anche l'originalità del suo pensiero e la forza della sua personalità. La sua parabola esistenziale tocca le principali tappe della storia della prima metà del Novecento, dalla Grande guerra al fascismo, dalla Rivoluzione bolscevica al "biennio rosso" in Italia: momenti cruciali che Gramsci visse in prima linea, coniugando l'impegno giornalistico, con l'azione politica, dalla giovanile adesione al Partito socialista al sostegno alle lotte di fabbrica sullo sfondo della Torino capitale industriale, fino alla fondazione del Partito comunista nel gennaio 1921. A dispetto di una detenzione durissima, Gramsci si impegnò in una eccezionale produzione teorica, che ci ha consegnato pagine tra le più illuminanti del pensiero di ogni tempo. I "Quaderni dal carcere", composti tra il 1929 e il 1935 e pubblicati postumi, rappresentano il lascito di un rivoluzionario che riflette non solo sulle ragioni delle sconfitta, ma altresì sulla possibilità di una diversa ipotesi rivoluzionaria "in Occidente" e della costruzione di un altro socialismo. La sua riscoperta internazionale dopo il crollo del Muro si spiega proprio in ragione della diversità del pensiero gramsciano da quello del "comunismo realizzato".
I diari di Amintore Fanfani sono complessivamente 43, suddivisi in due parti nettamente distinte: la prima, redatta su una serie di cinque quaderni, è relativa all'esperienza di soldato italiano rifuggiatosi in Svizzera negli anni 1943-1945; la seconda, che inizia dopo uno iato di quattro anni e prosegue fino al 1990, riguarda prevalentemente la sua attività politica.
Al pari di tante altre, la parola “potere” viene utilizzata nella comunicazione di tutti i giorni. Ognuno di noi la pronunzia e l’ascolta senza lasciare trasparire dubbi di sorta. Ma si tratta di una parola che evoca molte cose e che delimita un territorio della cui identità non siamo affatto certi. Questo volume svolge una funzione chiarificatrice. Con appropriata scelta metodologica, il fenomeno del potere viene “scomposto” e ridotto ai suoi elementi più semplici. L’analisi prende avvio dal rapporto intersoggettivo. È così che viene individuato il momento in cui, conferendo agli attori differenziati gradi di autonomia, la sovraordinazione e la subordinazione prendono corpo. Quel che viene dapprima “decifrato” è quindi il potere infrasociale, quello che nasce dalle relazioni interindividuali. Il che costituisce la base per giungere al potere pubblico, che è il potere esercitato dai governanti sui governati. Il suo processo generativo viene “disaggregato”. Con l’aiuto di una letteratura sovente trascurata, vengono isolati i “fotogrammi” indispensabili alla comprensione del fenomeno. Ne emergono ragioni, abusi e mistificazioni. Tutti gli orpelli che rivestono il potere vengono in tal modo strappati, il suo volto oscuro illuminato. È all’opera una teoria tramite cui le posizioni sociali conseguite mediante il confronto (e quanto sappiamo fare per gli altri) vengono nettamente separate da quelle occupate per mezzo della simulazione e il sostegno delle strutture coercitive. Ciò rende possibile “misurare” ogni situazione storico-sociale, dare evidenza ai fenomeni di «sfruttamento politico», smascherare l’inganno presente nella promessa totalitaria di “riplasmare” la condizione umana. Ed è possibile identificare gli accorgimenti istituzionali attraverso cui limitare il potere dell’uomo sull’uomo. Il volume è uno strumento di difesa degli indifesi, una straordinaria fonte di apprendimento. Ne è stata già annunziata l’edizione inglese e spagnola.