Dalle origini leggendarie all'evoluzione storica dell'avventura cavalleresca, la ricerca parte dal "mistero" della cavalleria esoterica per risalire il filo della storia attraverso il diradarsi delle nebbie barbariche, le crociate, la nascita dei grandi ordini - templari, ospitalieri, teutonici - e il passaggio dal mondo feudale al potere delle case regnanti. La realtà cavalleresca vi è descritta nella particolarità dei suoi riti e dei suoi codici, del linguaggio araldico, dei tornei e delle "corti d'amore", con riferimenti a fenomeni analoghi di altre civiltà. Particolare attenzione è riservata alla letteratura cavalleresca, dalla leggenda di Artù ai grandi poemi rinascimentali e agli eroi romantici d'età moderna.
Un viaggio alle origini della nostra democrazia che assume un significato attuale in un momento di crisi della nostra democrazia. Provincia di Lucca, settembre 1944. La guerra è finita, ma per la maggior parte della popolazione la pace è ancora lontana. Per lungo tempo ancora la sopravvivenza resta la principale preoccupazione. Quali sono i riflessi politici di questa diffusa condizione di disagio? Con quali difficoltà e con quali limiti nasce in questo contesto ed è accettato dalle masse popolari il sistema democratico? Il libro cerca di rispondere a questi interrogativi attraverso uno studio articolato dal 1944 al 1948. Descrive la formazione culturale e politica della classe dirigente antifascista, lo sviluppo dei partiti di massa, intesi come luoghi di partecipazione politica e di integrazione sociale, l'azione delle prime Giunte Comunali e le prime competizioni elettorali e soprattutto pone al centro della riflessione la relazione tra la soddisfazione dei bisogni primari della popolazione e la costruzione di forme di convivenza e istituzioni democratiche.
Questa ricerca prende le mosse dall'analisi di alcuni versetti fittili iscritti provenienti da Priene, città ionica dell'Asia Minore. I reperti, databili al II-I secolo a.C., costituiscono a tutt'oggi un unicum nel panorama dei microcontenitori di medicamenta ed è proprio la loro specificità/eccezionalità ad offrire lo spunto per un'ampia indagine non solo sui contesti di fruizione, ma anche sulle ricadute politiche, economiche, sociali e culturali di tale produzione per la città di Priene.
Le clamorose dimissioni di Benedetto XVI avvengono alla fine di una lunga sequenza di scandali che hanno travolto il Vaticano dalla morte di Giovanni Paolo II a oggi. Un Vaticano spinto quasi a forza dalla parte opposta di un simbolico confessionale. Costretto a difendersi, a confessare "peccati" veri e presunti. E non solo davanti a se stesso ma anche ai suoi fedeli disorientati, al tribunale dell'opinione pubblica occidentale e a quello delle istituzioni finanziarie internazionali. La Chiesa, "maestra di vita" per antonomasia, rischia di essere confinata dalla propria crisi di identità nella posizione scomoda e inedita di "imputato globale". Gli scandali e i veleni che hanno toccato alcune delle persone più vicine a Benedetto XVI sono dunque percepiti come il sintomo di una decadenza allarmante. Al punto che fra gli avversari si parla del Vaticano come di un "secondo Cremlino", destinato alla stessa rovinosa caduta dell'impero sovietico dopo la guerra fredda. Massimo Franco analizza le cause profonde e le implicazioni di un affanno emerso con il tramonto della Seconda Repubblica berlusconiana, legata alle gerarchie ecclesiastiche da una lunga alleanza di fatto: una stagione da cui il cattolicesimo politico riemerge diviso e debole, dopo avere cercato invano di ricompattarsi.
"L'invenzione dei soldi" ci racconta in maniera approfondita e divertente, con tanti aneddoti e curiosità, la storia di un'Italia all'avanguardia nel momento in cui per la prima volta la moneta si trasforma in merce e il mercante può così diventare banchiere. È infatti proprio tra Genova, la Toscana (Lucca, Siena, Firenze) e Venezia dopo il Mille che nascono le prime società multinazionali ed è da qui che i mercanti partono per costruire colonie commerciali in tutto il Mediterraneo. È in Italia che nascono le banche e le società di assicurazione, che vengono inventati gli assegni e le prime obbligazioni e qui, di conseguenza, avvengono anche i primi reati finanziari, dai rocamboleschi furti con scasso ai danni dei forzieri di prestigiose banche fino alla creazione di vere e proprie zecche clandestine per falsificare monete. È la moneta italiana, con il genovino, il fiorino e il ducato, a dominare per secoli i commerci di tutto il mondo grazie alla fiducia che riscuote e al suo pregio artistico. "L'invenzione dei soldi" è inoltre un viaggio ricco di personaggi geniali e intraprendenti, capaci di incidere profondamente nella storia moderna, da Fibonacci, che per primo introduce in Occidente lo zero, a Luca Pacioli, che diffonde gli strumenti della contabilità utilizzati ancora ai nostri giorni, fino a John Law, lo scozzese che dà vita alla prima bolla finanziaria della storia, quella della Compagnia del Mississippi, e che finisce la sua vita a Venezia.
Nell'Europa del Cinquecento prende forma un sistema politico destinato a durare tre secoli o più. Le guerre d'Italia diventano lotta per l'egemonia sul continente; l'impero di Carlo V, prima potenza mondiale moderna, riesce a contenere la Francia e, con maggior fatica, l'espansione ottomana. La crisi religiosa della Riforma favorisce guerre civili e alimenta le tensioni tra Stati protestanti e cattolici, ma anche le speranze di una Cristianità di nuovo unita, o il desiderio di liberare gli Stati dai legami confessionali. Intanto la diplomazia permanente diviene la normale modalità delle relazioni tra Stati; la gestione di una massa sempre più densa di informazioni e l'emergere di un'amministrazione strettamente collegata alla politica modificano l'esercizio del potere, le esigenze belliche promuovono l'incremento (pur mai uniforme o lineare) della potenza dello Stato. Attento alle peculiarità dei vari Stati, il volume ne individua dei tratti comuni nella concezione patrimoniale del potere, nello sviluppo di una società di corte, nella costruzione sempre precaria di identità collettive, restituendoci gli interrogativi di un'epoca inquieta - come la nostra - per la fragilità della politica.
Questa storia della Siria ricostruisce i tormentati sviluppi storico-politici di tale nazione, dedicando ampio spazio agli aspetti culturali della società siriana e al complesso mosaico etnico e religioso della regione. Ripercorrendo le tappe fondamentali del cammino verso l'indipendenza, i contrasti e i conflitti con gli stati limitrofi, la genesi delle attualissime questioni curda, libanese e palestinese, il libro consente di comprendere il ruolo centrale della Siria nello scacchiere mediorientale, immergendosi al tempo stesso nell'atmosfera incantata di una nazione ancora misteriosa e ricca di tradizioni.
L'oggetto di interesse di queste pagine è la posizione della Chiesa cattolica, e del papato in particolare, nei confronti della questione ebraica e dell'antisemitismo quali si manifestarono nel corso dell'Ottocento e nei primi decenni del Novecento. Se decisivo è l'atteggiamento - e le omissioni - di Pio XII di fronte alla violenza della persecuzione antiebraica scatenata dai nazisti e alla Shoah, all'indagine di questa figura lo sguardo dello storico non si può ridurre. Ben più ampio è il movimento della storia che comprende i fatti, le persone, ma anche la complessità di quegli anni e le preoccupazioni dominanti in Vaticano. L'intento del volume è recuperare lo spessore storico del problema, dove antisemitismo e cattolicesimo non sono definizioni a posteriori cui ricondurre gli individui, ma volti di un intricato contesto storico-culturale di portata assai vasta quanto al suo interno differenziata. Una prospettiva, critica, che rende questi saggi (composti fra il 1989 e il 2008) storiograficamente attuali per la loro impostazione: un paradigma divenuto ormai classico, dove le differenze aiutano a comprendere l'insieme dei processi e il contesto generale a rileggere i singoli eventi.
Il libro ferma lo sguardo sulle categorie giuridiche nitidamente modellate nel secolo XII (furono dogmi, allora), per il coraggio di chi seppe opporsi al dominante sistema feudale e signorile. Fra tanti, i giuristi e il diritto vi ebbero parte decisiva. Per secoli è stata una partita vincente. Oggi si pone una domanda: servono le categorie giuridiche, rimodellate di epoca in epoca, per liberare l'uomo da obblighi involontari o casuali o arbitrari e per formare un ordine sociale condiviso?
Temi di questo libro sono il matrimonio, la famiglia, la parentela e la sessualità nel Medioevo. Duby apre nuovi percorsi di ricerca per chi è interessato a conoscere in modo particolare il ruolo della donna, la morale e il costume dell'epoca, approfondendo, attraverso l'analisi di numerosi documenti storici, la vera vita di alcuni gruppi d'élite. Matrimonio medievale è un esempio di come la comprensione storica si possa ampliare e rinnovare attraverso l'uso libero e spregiudicato di strumenti provenienti da esperienze scientifiche diverse: dalla sociologia all'etnologia, all'antropologia. Introduzione di Ida Magli.