Da quando ha iniziato a scrivere, Rick Moody si è sempre occupato di musica: questo libro raccoglie i suoi testi sul tema, da leggere come un'appassionata dichiarazione d'amore per il mondo delle note. Moody passa dal jazz degli anni '40, quando la parola cool evocava vibrazioni finalmente positive dopo la guerra, ai progetti dei Wilco o di Pete Townshend, passando in rassegna il meglio della musica: la delicatezza di Otis Redding, l'estasi dei Velvet Underground, le collaborazioni con Meredith Monk, fino alla sperimentazione estrema di Arvo Part. "Musica celestiale" è una guida all'ascolto che invita a immergersi nella musica come ha fatto il suo autore, per scoprire suoni nuovi e sorprendenti.
I ricordi scolastici, a volte poco piacevoli, ci hanno abituato a pensare che la filosofia sia di casa tra volumi polverosi e nei pensieri astratti di studiosi lontani dalla realtà. Maria Bettetini, con piglio divertito e rigore scientifico, riporta finalmente il pensiero filosofico alla dimensione che fin dall'antichità le è propria: un benefico esercizio della mente, utile per affrontare anche i problemi di tutti i giorni. Intrecciando le nostre vite con quelle, spesso molto ordinarie, dei filosofi, ci stupiremo forse nel ritrovare molti dei vizi e delle debolezze che ci contraddistinguono. Ma in questo divertente dialogo a distanza scopriremo anche l'importanza di porre le domande giuste, prima di cercare frettolose risposte. Un invito a scoprire la bellezza con cui la filosofia può colorare le nostre vite, in cui può accadere di sorprendere Aristotele nella cucina di casa, dialogare con Agostino sotto l'ombrellone, e persino incontrare Hegel in coda al supermercato.
È un Levi-Strauss innamorato profondamente della civiltà giapponese quello che i lettori ritrovano in questo volume che raccoglie testi scritti tra il 1979 e il 2001. Molto sappiamo delle antiche civiltà egizia, greca e romana ma ancora pochissimo delle tradizioni e i costumi delle popolazioni delle isole nipponiche. Levi-Strauss ci mostra come il Giappone sia stato e sia un ponte culturale tra l'Europa e l'area del Pacifico, conducendoci attraverso fatti storici, miti e abitudini di una terra lontana.
Nel 1928 Landolfi è studente all'Università di Firenze. Dai corsi ufficiali, però, si tiene "a rispettosa distanza": la sua unica, "beata", occupazione è parlare per notti intere di letteratura con gli amici Carlo Bo, Leone Traverso e Renato Poggioli. "Lì era la nostra università," ricorda "a quella vera non andavamo mai". E grazie a Poggioli che scopre la letteratura russa: e in questa disciplina, che a Firenze allora nessuno professava, si laureerà nel 1932 con una tesi sull'opera di Anna Achmatova. Intanto, nel 1930, sono usciti un racconto, Maria Giuseppa, e la recensione al Re Lear delle Steppe di Turgenev: il suo doppio destino - di scrittore e di slavista - è segnato. Ma slavista è forse il termine meno adatto. Incontrando la letteratura russa, Landolfi incontra in realtà una parte di sé: e l'"uomo superfluo" - in cui confluiscono senso di estraneità, stanchezza spirituale, profondo scetticismo - diventa uno specchio nel quale non cesserà di guardarsi. Per non parlare del dualismo morale, dei fantasmi, dell'innocenza russa, di Gogol' e Dostoevskij, che entrano stabilmente fra gli agenti attivi della sua immaginazione, per poi rifluire nella narrativa. Non meraviglia allora che in Russia Landolfi non sia mai andato: quel paese era per lui, e sarebbe rimasto, un'immagine, la matrice di una letteratura consegnata a un "eterno romanticismo", nonché di scrittori irriducibili agli schemi, capaci di ricreare da capo il proprio mondo.
"Sono omosessuale ma non gay. Ho sempre fatto la scelta di vivere in coppia, eppure sono contro il matrimonio tra persone dello stesso sesso, non per motivi di unione tra due persone che si amano, ma per il problema fondamentale del bambino e del suo diritto ad avere un padre, una madre e dei nonni. In realtà sono molti gli omosessuali che non provano alcun desiderio di sposarsi e ancor meno di avere un bambino! Le cifre parlano chiaro. A 25 anni ho preso in considerazione l'idea di avere un bambino per potergli trasmettere un patrimonio, uno status sociale [...] in breve, volevo avere un bambino per i motivi sbagliati. Senza dubbio gli avrei dato tutto l'amore che aveva il diritto di aspettarsi ma c'era anche un'altra domanda da porsi: quella riguardante la filiazione. Quali sarebbero stati i riferimenti di questo bambino, il suo non-rapporto con la madre? E poi penso anche agli altri bambini. Quelli che la genitrice ha avuto come madre vera e propria. Libertà, uguaglianza, fraternità, sì! Libertà per il bambino di non essere escluso in quanto figlio di omosessuali (maschi o femmine che siano) nelle piccole città e in campagna. Uguaglianza per il bambino affinché possa crescere con un padre e una madre. Questo libro costituisce la voce di tutti coloro che non vengono ascoltati durante il dibattito sul 'matrimonio per tutti' e le sue conseguenze sul nostro avvenire comune; costituisce la speranza di essere finalmente capiti."
Ascoltare o leggere Ascanio Celestini oggi sembra un po' come guardare dall'alto un'autostrada a tre corsie piena di berline aerodinamiche e rimanere ipnotizzati da una piccola 500 del 1967 che procede per conto proprio. Protagonista della scena teatrale italiana, voce di coloro che non compaiono mai nelle storie ufficiali, Celestini è capace di ascoltare tante storie e distillarne una sola e collettiva.
Negli ultimi anni la sinistra di tutto il mondo ha trovato la sua fonte di ispirazione principale in un piccolo paese del Sudamerica, l'Uruguay. Il protagonista di questa storia è senza dubbio José Mujica, ex guerrigliero tupamaro e poi presidente, personaggio inclassificabile e anticonformista, promotore di una serena austerità. Oltre a segnare progressi nella lotta alla povertà, il presidente ha lanciato il paese in progetti innovativi a livello mondiale, come la legalizzazione della marijuana o il programma che ha portato un computer a tutti gli studenti, anche nella pampa più sperduta. Ma tutto il paese è da sempre ricco di storie di visionari. In questo viaggio incontriamo persone originali e coraggiose, storie in contrasto con il vittimismo e la noncuranza della nostra Europa.
L'amore ci dà piacere. L'amore ci fa soffrire. Ciò che ci fa oscillare dall'esaltazione allo sconforto, dalla fiducia all'angoscia, dalla serenità alla disperazione è spesso la gelosia. Con la gelosia tutti i legami che tessono la trama delle nostre abitudini si disfanno. Tutti i gesti che formano la reciprocità quotidiana, improvvisamente restano sospesi. Che si tratti di vita comune o di amori effimeri, ci si ritrova sconvolti, spiazzati o, comunque, delusi. Le bugie incrinano la fiducia, e più si è sorpresi dell'infedeltà reale o temuta, più si soffre. Nulla è più come prima. E oltre il nulla: la vergogna. Oggi che il desiderio circola liberamente e il godimento è disinvolto, la gelosia è diventata una passione inconfessabile: bisognerebbe curarla, estirparla, ripudiarla e, soprattutto, non ammetterla mai. Giulia Sissa racconta cosa ci ha portato, nell'esperienza dell'amore, all'imbarazzo di esprimere un sentimento che, in primo luogo, è sofferenza. Nella Grecia antica, come nella Roma di Ovidio, nell'Europa di Stendhal, a Parigi e in tutto il mondo occidentale, è sempre Eros a condurre il gioco: restituita alla sua storia, la gelosia rivela la natura intensa e inquieta dell'amore, che è 'desiderio di desiderio'.
Che delizia, quando arriva la notte, rifugiarsi sotto le coperte. Se poi si è in due... Eppure, passato il tempo della passione, chi ogni sera si stende al nostro fianco può rivelarsi qualcuno che russa terribilmente, un subdolo lottatore che tira continuamente la coperta dalla sua parte o, peggio ancora, un mostro dai piedi freddi. Il letto rivela oggi le nostre aspettative contraddittorie: si aspira al confort personale ma non si vuole rinunciare all'amore fusionale. Come trovare la giusta distanza? Come leggere o alzarsi senza infastidire l'altro? E cosa rappresenta invece il letto per i molti o le molte che, più o meno per scelta, vivono da single? A partire da numerose testimonianze, Jean-Claude Kaufmann fruga nei segreti delle stanze da letto per rispondere a questi interrogativi e, attraverso la tenera guerra che si gioca tra le lenzuola, disegna le nuove aspirazioni della coppia e quelle della società. Un'inchiesta divertente e istruttiva su uno degli aspetti essenziali della nostra vita.
La disuguaglianza è uno dei problemi più urgenti con cui ci confrontiamo oggi. Conosciamo la dimensione del problema, il discorso su un 99% contrapposto all'1% fa ormai parte del dibattito pubblico, ma poco si è discusso di che cosa si possa fare al riguardo, a parte disperare. Secondo l'illustre economista Anthony Atkinson, possiamo fare molto più di quanto immaginano gli scettici. Il punto non è semplicemente che i ricchi stanno diventando più ricchi, ma che non riusciamo a contrastare la povertà e che la rapida trasformazione dell'economia sta lasciando indietro la maggioranza delle persone. Se si vuole ridurre la disuguaglianza, non bastano le proposte di nuove tasse sui più abbienti per finanziare programmi già esistenti. Occorrono idee originali. Atkinson raccomanda politiche innovative in cinque campi: la tecnologia, l'occupazione, i sistemi di sicurezza sociale, la condivisione del capitale e la tassazione. E difende la validità di tali politiche a fronte degli usuali argomenti contrari e delle scuse addotte per l'inazione, ossia che un simile intervento farà contrarre l'economia, che la globalizzazione rende impossibile agire e che i costi per metterle in atto sono troppo alti. Più che un semplice programma per il cambiamento, questo libro è una voce di speranza e di consapevole ottimismo sulle possibilità dell'azione politica. Prefazione di Chiara Saraceno.
Il Banco Alimentare rifornisce oltre 8 mila strutture caritative che aiutano un milione e seicentomila poveri grazie al recupero di 75 mila tonnellate di cibo e di 1 milione 100 mila piatti pronti. I volti e le storie di chi deve fare i conti con la fame, dei volontari che li aiutano a "ripartire" e delle aziende che donano le eccedenze. Viaggio-inchiesta alla scoperta di un pianeta dove la dimensione della gratuità e la condivisione di un bisogno elementare si sposano con la lotta agli sprechi. Uno spaccato dell'Italia solidale che ogni anno trova nella Giornata Nazionale della Colletta Alimentare (5 milioni e mezzo di donatori in 11 mila supermercati) la sua espressione più popolare. Con un intervento di papa Francesco.
Europa, cristianità, istruzione, educazione, società secolare, tempi moderni. Questi e molti altri ancora i temi affrontati in questo volume. Il continuo processo di individualizzazione, caratterizzato dal razionalismo, ha comportato un totale indebolimento dei legami societari e ha posto al centro le libertà e i diritti dei singoli. Si assiste così all'evoluzione di una società secolarizzata che giunta al suo capolinea non riesce più a bastare a se stessa. Il pensiero moderno non sembra essere in grado di giustificare il fatto che esistono degli uomini sulla terra, cercando di costruire unicamente sul proprio terreno senza considerare ciò che trascende l'umano, Natura o Dio. "Il progetto dei Tempi moderni è fallito. L'ateismo è incapace di rispondere alla questione della legittimità dell'uomo". Brague insiste nel mettere in rilievo il carattere missionario del cristianesimo: questo - scrive - non è riservato esclusivamente agli europei. Si chiede quindi Brague se la nostra società abbia ancora il desiderio di vivere e di agire e auspica che tale desiderio sia destato, attingendo alla sorgente della vita. Contro il cristianismo e l'umanismo si presenta come una originale riflessione sulla società di oggi, attenta a non nascondere l'aspirazione propria di ciascun individuo, per cui è legittimo parlare di ciò che veramente è 'umano' e di una dimensione spirituale che caratterizza ciascuna cultura.