Nell’ultima pubblicazione - n° 3954 del 21/03/2015
Editoriale. ANNUNCIO DELL'ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA -
Articolo. LA FAMIGLIA E LE SUE CONTRADDIZIONI. Un approccio biblico -
Articolo. LUCIO GERA: UN TEOLOGO «DAL» POPOLO -
Articolo. IL RAGIONAMENTO GIURIDICO E LA PASTORALITÀ DEL DIRITTO CANONICO -
Articolo. LA QUESTIONE ARMENA NEI DOCUMENTI DEGLI ARCHIVI ECCLESIASTICI -
Focus. LA POLITICA DI FRONTE ALLE SFIDE DEL POSTUMANO -
Vita della Chiesa. LA SCOMUNICA AI MAFIOSI -
Intervista. LA DEVOZIONE DELLA CROCE. Un incontro con il regista Paolo Benvenuti -
Rassegna bibliografica. RASSEGNA BIBLIOGRAFICA -
Editoriale
ANNUNCIO DELL'ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA
Alla vigilia della quarta domenica di Quaresima in San Pietro, il 13 marzo 2015, secondo anniversario del suo Pontificato, davanti a una assemblea riunita per celebrare la liturgia penitenziale, Papa Francesco ha annunciato l’indizione di «un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere alla luce della parola del Signore: “Siate misericordiosi come il Padre” (cfr Lc 6,36)». Il Papa ha detto che cosa lo ha spinto a questa decisione: «Ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale; e dobbiamo fare questo cammino».
L’annuncio ufficiale e solenne dell’Anno Santo avverrà con la lettura e la pubblicazione — presso la Porta Santa — della Bolla, nella domenica della Divina Misericordia, festa istituita da san Giovanni Paolo II, che viene celebrata la domenica dopo Pasqua.
L’Anno avrà inizio nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, domenica di Cristo Re dell’universo e «volto vivo della misericordia del Padre». Inizierà dunque sotto lo sguardo di Maria Immacolata, Mater misericordiae, il prossimo 8 dicembre, che è anche il giorno del 50° anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, nel 1965. In questo senso il Giubileo si connette esplicitamente con il Concilio e, cadendo a poche settimane dalla chiusura del prossimo Sinodo dei vescovi sulla famiglia, acquista un significato davvero rilevante.
L’Anno Santo si concluderà nel giorno in cui si celebra Cristo che giudica la storia dal suo trono che è la croce. E il giudizio coincide con l’amore. Proprio la croce, infatti, «è anche giudizio: Dio ci giudica amandoci. Ricordiamo questo: Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore, sono salvato; se lo rifiuto, sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva» (Parole del Santo Padre durante la Via Crucis al Colosseo, Venerdì Santo, 29 marzo 2013).
L’indizione del Giubileo è annunciata in un contesto penitenziale: esso dunque evoca uno svolgimento sobrio, meditativo, non legato a grandi eventi, ma a una profondità interiore che è una forma di esercizio spirituale.
* * *
Amore e giudizio. La misericordia, possiamo dire, è la parola chiave del Pontificato di Francesco. Essa rappresenta il leitmotiv dei suoi discorsi, delle sue omelie e dei suoi gesti. Il Papa con parole e opere vuole mostrare al mondo il vero volto di Dio.
E in realtà è proprio questo l’intimo significato del Giubileo della Misericordia. Esso affronta con coraggio e con passione la crisi di fede di un mondo che rischia di smarrire il volto di Dio, che appare a molti distante, freddo, o comunque sbiadito, a volte proprio dall’ombra di un «giudizio» non rettamente inteso. Ma l’Anno giubilare anche sostiene e incoraggia la Chiesa nella sua «missione di portare ad ogni persona il Vangelo della misericordia» (Omelia di Papa Francesco, 13 marzo 2015).
Ecco il punto centrale, il cuore del messaggio del Giubileo: «Nessuno può essere escluso dalla misericordia di Dio. Tutti conoscono la strada per accedervi, e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte rimangono spalancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono» (ivi).
È proprio il Papa a dirlo con chiarezza, meditando il Vangelo della celebrazione penitenziale (Lc 7,36-50): «In questo brano ritornano con insistenza due parole: amore e giudizio. C’è l’amore della donna peccatrice che si umilia davanti al Signore; ma prima ancora c’è l’amore misericordioso di Gesù per lei, che la spinge ad avvicinarsi». E prosegue: «Questa donna ha veramente incontrato il Signore. Nel silenzio, gli ha aperto il suo cuore; nel dolore, gli ha mostrato il pentimento per i suoi peccati; con il suo pianto, ha fatto appello alla bontà divina per ricevere il perdono. Per lei non ci sarà nessun giudizio se non quello che viene da Dio, e questo è il giudizio della misericordia. Il protagonista di questo incontro è certamente l’amore, la misericordia che va oltre la giustizia» (ivi, corsivo nostro).
Alla figura della peccatrice il Papa contrappone quella di Simone, il padrone di casa, il fariseo che, al contrario, «non riesce a trovare la strada dell’amore. Tutto è calcolato, tutto pensato… Egli rimane fermo alla soglia della formalità. È una cosa brutta l’amore formale, non si capisce. Non è capace di compiere il passo successivo per andare incontro a Gesù, che gli porta la salvezza. Simone si è limitato ad invitare Gesù a pranzo, ma non lo ha veramente accolto. Nei suoi pensieri invoca solo la giustizia e facendo così sbaglia. Il suo giudizio sulla donna lo allontana dalla verità e non gli permette neppure di comprendere chi è il suo ospite» (ivi, corsivo nostro).
Più volte il Papa si è espresso dipingendo il volto della Chiesa come «la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta» e ha messo in guardia da altre immagini che anche gli stessi uomini di Chiesa possono proiettare su di essa come un’ombra. Accade, infatti, a volte come a Giuda, che «non ha saputo leggere la misericordia negli occhi del Maestro» (Papa Francesco, Aprite la mente al vostro cuore, Milano, Rizzoli, 244).
* * *
La «logica» di Dio. Allora questo Anno giubilare, che sarà inaugurato tra sette mesi, sarà anche un invito alla Chiesa nel suo insieme alla conversione profonda, una conversione missionaria del cuore e della mente. È un cambiamento di «logica» (cfr Papa Francesco, La logica dell’amore, Milano, Rizzoli, 2015). La «logica» di cui parla Francesco è la logica di Dio, il suo modo di guardare al mondo, alla storia, all’umanità e al singolo essere umano. È quella che san Paolo definisce «i sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5). La parola italiana «sentimenti» traduce il greco phronesis. Ricordiamo che per Aristotele essa non è la «sapienza» (cioè la sophia), ma la capacità di riflettere e di decidere quale deve essere il fine e di intuire qual è il giusto modo per raggiungerlo: il criterio di azione.
In una delle omelie più «fondative» e programmatiche del suo pontificato, nella Messa del 15 febbraio 2015 con i nuovi cardinali creati il giorno precedente, il Papa ha parlato di questa «logica», dicendo: «Gesù rivoluziona anche le coscienze nel Discorso della montagna (cfr Mt 5), aprendo nuovi orizzonti per l’umanità e rivelando pienamente la logica di Dio. La logica dell’amore che non si basa sulla paura, ma sulla libertà».
Il Papa ha proseguito descrivendo «due logiche di pensiero e di fede: la paura di perdere i salvati e il desiderio di salvare i perduti. Anche oggi accade, a volte, di trovarci nell’incrocio di queste due logiche: quella dei dottori della legge, ossia emarginare il pericolo allontanando la persona contagiata; e la logica di Dio che, con la sua misericordia, abbraccia e accoglie reintegrando e trasfigurando il male in bene, la condanna in salvezza e l’esclusione in annuncio. Queste due logiche percorrono tutta la storia della Chiesa: emarginare e reintegrare».
* * *
Una forza di reintegrazione. La misericordia è la potente forza di reintegrazione che sgorga dal cuore di Cristo e, grazie alla Chiesa, può toccare ogni persona umana, anche la più distante da Dio. In particolare i sacerdoti sono «ministri della misericordia»: il Papa lo ha ricordato ai partecipanti al Corso promosso dalla Penitenzieria Apostolica proprio il giorno precedente l’annuncio dell’Anno giubilare, nominando ben otto volte «la misericordia». Il sacramento della penitenza deve dunque essere «un incontro liberante e ricco di umanità, attraverso il quale poter educare alla misericordia, che non esclude, anzi comprende anche il giusto impegno di riparare, per quanto possibile, il male commesso».
Questa forza di reintegrazione — che, come ha detto il Papa, salva il peccatore anche dallo zelo cieco di coloro che sono pronti a lapidare, ritenendo di applicare la Legge — è resa in immagine dalla guarigione del lebbroso: «[Gesù] l’ha voluto toccare, l’ha voluto reintegrare nella comunità, senza “autolimitarsi” nei pregiudizi; senza adeguarsi alla mentalità dominante della gente; senza preoccuparsi affatto del contagio. Gesù risponde alla supplica del lebbroso senza indugio e senza i soliti rimandi per studiare la situazione e tutte le eventuali conseguenze! Per Gesù ciò che conta, soprattutto, è raggiungere e salvare i lontani, curare le ferite dei malati, reintegrare tutti nella famiglia di Dio. E questo scandalizza qualcuno! E Gesù non ha paura di questo tipo di scandalo! Egli non pensa alle persone chiuse che si scandalizzano addirittura per una guarigione, che si scandalizzano di fronte a qualsiasi apertura, a qualsiasi passo che non entri nei loro schemi mentali e spirituali, a qualsiasi carezza o tenerezza che non corrisponda alle loro abitudini di pensiero e alla loro purità ritualistica. Egli ha voluto integrare gli emarginati, salvare coloro che sono fuori dall’accampamento (cfr Gv 10)» (Omelia di Papa Francesco, 15 febbraio 2015).
Il Papa ha parlato di «schemi mentali e spirituali», facendo riferimento a un’altra logica, come si è detto, che deve sostenere, nel prossimo Anno giubilare, anche la riflessione e lo studio. Francesco lo ha scritto appena dieci giorni prima del suo annuncio del 13 marzo in una lettera al cardinal Poli per il centesimo anniversario della Facoltà teologica della Pontificia Universidad Católica Argentina: «La teologia sia espressione di una Chiesa che è “ospedale da campo”, che vive la sua missione di salvezza e guarigione nel mondo. La misericordia non è solo un atteggiamento pastorale, ma è la sostanza stessa del Vangelo di Gesù. Vi incoraggio a studiare come nelle varie discipline — la dogmatica, la morale, la spiritualità, il diritto e così via — possa riflettersi la centralità della misericordia. Senza la misericordia la nostra teologia, il nostro diritto, la nostra pastorale corrono il rischio di franare nella meschinità burocratica o nell’ideologia, che di natura sua vuole addomesticare il mistero. Comprendere la teologia è comprendere Dio, che è Amore».
* * *
Un Giubileo sulla questione di Dio. Dunque in questo Anno giubilare la Chiesa, «ospedale da campo», si sente già impegnata sul fronte del ministero dell’annuncio e della riconciliazione, come anche sul fronte della riflessione e del pensiero. Le letture per le domeniche del Tempo Ordinario saranno prese dal Vangelo di Luca, che è chiamato «l’evangelista della misericordia». Dante Alighieri lo definisce scriba mansuetudinis Christi, «narratore della mitezza di Cristo», anche a causa delle note parabole della misericordia presenti nel suo Vangelo: la pecora smarrita, la dramma perduta, il padre misericordioso.
L’organizzazione di questo Giubileo è stata affidata dal Pontefice al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, perché possa animarlo. E questo, tra l’altro, conferma il fatto che la sfida è davvero grande, soprattutto per l’Occidente secolarizzato: non solo una riflessione sui modi pastorali, ma l’impegno a riaprire in termini non soltanto astratti, ma esistenziali, la questione di Dio, su chi sia Dio, sul suo volto, in un mondo che ormai agisce etsi Deus non daretur, cioè a prescindere dalla sua esistenza, non riconoscendone il volto e la rilevanza. Perché — come il Papa ha detto più volte (cfr Omelia di Papa Francesco, Piazza San Pietro, 16 giugno 2013) — non riconosce più il Misericordioso.
Quaderno N° 3953 del 07/03/2015 - (Civ. Catt. I 417-520 )
Articolo
IL MESSIA SCONFITTO: LA CROCE E IL SUO MISTERO
Amaury Begasse de Dhaem S.I.
Articolo
L'ISIS E LA TATTICA DELLA SPETTACOLARIZZAZIONE DELLA VIOLENZA
Giovanni Sale S.I.
Articolo
LA DIGNITÀ DELL'UOMO. Riflessioni alla luce del pensiero di I. Kant
Georg Sans S.I.
Focus
FINE DELLA «GUERRA FREDDA» TRA CUBA E USA
Pierre de Charentenay S.I.
Focus
L'ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE
Luciano Larivera S.I.
Vita della Chiesa
LE PERSECUZIONI DEI CRISTIANI NEL MONDO ATTUALE
GianPaolo Salvini S.I.
Intervista
I MOVIMENTI POPOLARI IN VATICANO. Intervista a p. Diego Fares S.I.
Antonio Spadaro S.I.
Note e Commenti
SIAMO SOLI NELL'UNIVERSO?
Giandomenico Mucci S.I.
Rassegna bibliografica
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
Marzo 2015
SOMMARIO
3
Editoriale
4
La pagina dei lettori - Il "raccomandato"
6
Dove trovare il Timone
9
In ricordo di MARIO
10
News dall'Italia e dal mondo
12
Un presidente al bivio
Vincenzo Sansonetti
14
Moschee integrate, che illusione
Andrea Morigi
16
Cibo, quando a sprecare sono i paesi poveri
Anna Bono
18
L'epoca della magia? È la nostra
Massimo Introvigne
20
Il Kattolico. Gudridur Thorbjarnardottir
Rino Cammilleri
22
I figli della contemplazione
Renato Mambretti
24
Pillole di apologetica
Gianpaolo Barra
25
Non tutti sanno che...
26
Quel Cristo che interrogava gli imperatori
Ilaria Ramelli
28
Cistercensi controcorrente
Andrea Galli
30
La legge morale naturale
Giacomo Samek Lodovici
32
Virtù? Dai classici una conferma
Maurizio Schoepflin
34
Hanno scritto... hanno detto...
38
Un'esplosione di energia
Giuseppe Baldacchini
46
Andiamo incontro al Signore
don Domenico Repice
47
Il canto liturgico in Oriente
Giannicola D'Amico
48
Adamo ed Eva: per la scienza è plausibile
Umberto Fasol
50
I miracoli sono possibili?
Antonio Livi
52
Un'altra storia
Robi Ronza
54
René Guenon
Mario Iannaccone
56
La fede e l'impegno civile
Giuseppe Brienza
58
Gender come il nazismo, figli e conigli
Marco Invernizzi
60
"Chi vuol seguirmi..."
Don Pietro Cantoni
61
365 volte "Non temete"
Stefano Biavaschi
62
Libri di casa nostra
Giovanni De Marchi
63
Cinema - Jane Eyre
Ludovico Grassi
63
Home video
Giovanni De Marchi, Salvatore Mussari
64
Lourdes: una sorpresa
Vittorio Messori
67
Cattolici in internet
Alessandro Nicotra
DOSSIER
SACRA SINDONE. IL MISTERO SI FA PRESENZA
36
Ecce Homo
Emanuela Marinelli
39
Mandylion, la vera impronta di Cristo
Filippo Burgarella
41
Portata in Francia dalla Grecia
Alessandro Piana
42
«Torino capitale della fede». Intervista a Mons. Cesare Nosiglia
Raffaella Frullone
44
Lucia che il Lino liberò dal demonio
Ada Grossi
Rivista mensile, n. 01/2015
LA RIVISTA
03/03/2015 - Nel numero di marzo
PER MENDICARE
LA FEDE
Il 7 marzo il movimento di CL va in udienza dal Papa.
Per imparare da lui cosa vuol dire essere cristiani oggi
EDITORIALE
La strana gratitudine
Ora, come in tutte le cose che ci riguardano da vicino, l’esperienza non mente. Ci si scopre grati, e non dipende da noi. E ci si scopre grati per qualcosa che c’è, che è vivo, «cresce nel tempo», appunto, e ci parla oggi. Non per un passato...
PRIMO PIANO
A casa di Pietro
Il 7 marzo, in Piazza San Pietro, il movimento incontra papa Francesco. In queste pagine, storie e contributi per aiutarci ad attendere quel momento. E a viverlo
DOPO PARIGI
Il bivio della libertà
È possibile un dialogo reale oggi? E il cristianesimo che incidenza ha? In queste pagine, inizia un confronto con la sfida lanciata da Julián Carrón sul Corriere della Sera, dopo gli attentati che hanno scosso l’Europa
IMMIGRAZIONE
È il mare nostro
Le minacce dell’Isis in Libia. I migranti che continuano a partire (e morire) in massa. E la Marina costretta a restare in porto, o quasi... Giuseppe De Giorgi, ammiraglio capo della flotta italiana, racconta cosa succede dopo Mare Nostrum. E cosa hanno scoperto in questi mesi lui e i suoi uomini
UCRAINA
La resitenza del cuore
Dodici mesi di guerra. E una tregua che vacilla di continuo. Ma c’è un’altra battaglia che prosegue: quella dentro ciascun uomo. Per padre Mychajlo Dymyd, cappellano di Piazza Maidan, il contributo dei cristiani inizia dentro casa propria. E ha la forma di una vita cambiata
PAGINA UNO
Il fascino della bellezza disarmata
Appunti dall’Assemblea con i Responsabili di Comunione e Liberazione in Italia.
Pacengo di Lazise (Verona), 15 febbraio 2015
DON GIUSSANI
Più fede, per vivere
L’urgenza della conversione «per affrontare il male, educare i figli, costruire una vita buona nella società». Il compito indicato dall’Arcivescovo di Milano a dieci anni dalla morte del fondatore di CL. Qui ampi stralci dall’omelia e dal saluto
GIRO D'ITALIA/2
È sempre un'avventura
Continua il viaggio nelle piccole comunità sparse per lo Stivale. È la volta di Toscana, Abruzzo e Calabria. Dall’università sul pontile alla cene in famiglia, tra caritative, studenti, “vasche” in centro e mostre... Nascita (e rinascita) di legami che sfidano il tran tran
CATALOGNA
Perché qui?
Tra le mille iniziative dedicate in questi giorni a don Giussani, una si è svolta in un paesino di campagna, tra Barcellona e i Pirenei. Dove alcune famiglie avevano lasciato tutto per venire a lavorare nelle scuole. Così «Dio tocca l’intoccabile»...
ETIOPIA
Un segno di speranza
È stato in carcere sotto il regime, ora assiste i suoi ex carnefici. E guida i cristiani d’Etiopia. Il neocardinale Berhaneyesus Souraphiel racconta di sé e di un popolo con duemila anni di fede alle spalle. Che ha molto da insegnarci anche oggi
INTERVISTA
Aspetto la mia bella giornata
«Il mistero sta proprio lì: nell’origine di tutte le cose. E per me è bellissimo». Novantenne irrequieto ed in bilico, lo scrittore Raffaele La Capria ci racconta l’importanza della memoria. E spiega perché «è vita solo quella che si giudica»
TESTIMONI
L'opera dell'Altro
«Guardava nella stessa direzione di Gaudí». Lo scultore della Sagrada Família, Etsuro Sotoo, racconta l’amicizia con Sandro Rondena, l’architetto che ha restaurato Morimondo, scomparso di recente. «Non esistono addii quando si intravede l’eterno»