Madou ha tenuto come in uno scrigno, come un tesoro, l'esperienza incredibile ma vera di una vita sbocciata in piena guerra dei diamanti: «Ero molto piccola, ma ricordo bene di aver visto, verso sera, i ribelli entrare con dei grandi fucili nella nostra casa e sparare a tutta la mia famiglia. Solo io sono rimasta viva sotto il corpo di mia mamma». Si trascina nella foresta dove vive con le scimmie per un tempo imprecisato, finché non viene trovata da un missionario.
Quale legame esiste tra politica e crisi ecologica? Può esserci continuità nell'era dell'Antropocene con la democrazia moderna? Può la stessa adattarsi o trasformarsi in base alle esigenze delle future generazioni e dell'intera biosfera? Il racconto della crisi ecologica in chiave multidisciplinare attraverso la lente della eco-democrazia potrebbe costituire al contempo un metodo e un cambiamento radicale di visione. Natura e storia, teoria e prassi, diritto e filosofia dell'ambiente si intrecciano nel tentativo di revisionare la tradizionale idea di sviluppo sostenibile, forgiata in base al paradigma della crescita, a favore di una differente narrazione del benessere individuale e collettivo, ma nel rispetto dei confini planetari. Da tale tentativo si manifestano nuove forme e spazi di democrazia riflessiva, partecipativa e radicale, non riducibili a una mera governance internazionale di sistema, oltre il territorio locale e i confini nazionali. Così che si possa agire cooperando per una alternativa forma di vita entro un mondo comune ed evitare la catastrofe.
Hans-Georg Gadamer ripercorre le tappe fondamentali della filosofia del ventesimo secolo che hanno portato a maturazione la sua filosofia ermeneutica, e con Riccardo Dottori ne discute i temi fondamentali: la fine della metafisica con Heidegger e la sua filosofia nella bufera del Nazionalsocialismo, il problema del pluralismo, della globalizzazione e del necessario dialogo delle culture e delle religioni. Salvando tutto quello che in tutto questo si può salvare, un ultimo dio, ovvero un ultimo concetto di verità. È la verità del dialogo, che non è legata ad un sapere, ma al fare e al suo principio guida: la saggezza.
Questo testo intende evidenziare e analizzare il contributo determinante che il romanzo di formazione ha dato alla forma-romanzo, all'indomani del grande quindicennio di sperimentalismi degli anni Sessanta e Settanta, attraverso una serie di opere, tra cui Altri libertini, Seminario sulla gioventù, Treno di panna, Camere separate, Gli sfiorati, che diventeranno riferimenti imprescindibili per la letteratura e gli autori successivi. Questi romanzi di formazione, liberandosi gradualmente dal timbro generazionale, offrirono, attraverso il racconto della maturazione dei propri personaggi, giovani irrequieti ed in cerca di identità, una rappresentazione e interpretazione di quel tempo nuovo che furono gli anni Ottanta, il decennio dell'Io, al tempo stesso rinnovando e rilanciando il romanzo italiano. Dopo aver definito il perimetro del romanzo di formazione, e averne tracciato brevemente la storia, europea e italiana, questo libro, partendo da una approfondita analisi del ritorno del romanzo del decennio precedente, ne descrive la parabola vitale lungo gli anni Ottanta, le ragioni della sua affermazione e della sua diffusione, i motivi della sua ancora attuale validità.
La narrativa cinese del Novecento ha incarnato tutte le sfide e le contraddizioni della modernità. Eletta a genere letterario più rappresentativo all'inizio del secolo, ne ha attraversato i tumultuosi mutamenti intrecciando suggestioni occidentali ed elementi stilistici e filosofici della tradizione. Il volume propone un percorso storico e tematico analizzando in profondità gli autori e i testi che hanno contribuito fino ai nostri giorni alla creazione di un universo letterario unico e innovativo. Particolare attenzione viene posta sulle idee, il linguaggio e lo stile che caratterizzano gli autori del Novecento cinese, da Lu Xun a Wang Shuo, da Zhang Ailing a Mo Yan. La complessa commistione e la contrapposizione tra arte e ideologia che convivono nella loro narrativa rivelano anche la complessità dell'interazione tra correnti, movimenti e istanze dei singoli scrittori e scrittrici con una società cinese in continua trasformazione, e il fascino di scritture lontane ma sempre in dialogo con il mondo.
I cinquanta migliori ristoranti per le grandi occasioni. Le cinquanta migliori tavole popolari - trattorie, pizzerie, etnici, mercati, wine bar - per tutti i giorni. La guida per chi ama mangiar fuori a Roma.
«Ho lavorato per decenni sul filo della ricerca sull'esperienza di pre-morte. Nel corso dei miei studi ho ascoltato migliaia di persone che mi narravano di viaggi profondamente intimi verso... cosa? L'aldilà? Il paradiso del quale parlava la loro religione? Una zona del cervello che si rivela soltanto nel momento della disperazione? So che molti studiosi sono convinti in cuor loro che le esperienze di pre-morte siano un accenno della vita oltre la vita, ma non hanno ancora trovato la 'prova scientifica' del fatto che una parte di noi continui a vivere dopo la morte fisica. Partendo da questo presupposto, sono convinto che l'esperienza di pre-morte costituisca un'occhiata nell'aldilà, un breve passaggio in una realtà completamente diversa.»
Secondo un'antica leggenda poco prima di morire, a Caracalla, angosciato da visioni spaventose, comparve in sogno Settimio Severo armato di spada, che gli rivolgeva parole minacciose: «Come tu hai ucciso tuo fratello, io ucciderò te!». Per la tradizione infatti Caracalla è un assassino tormentato da apparizioni angosciose legate ai suoi crimini. Del resto la fama di sanguinario se l'era conquistata sul campo, in particolare durante la repressione dei moti di Alessandria nella primavera del 216. Il primo atto del suo regno fu il fratricidio e ciò non poteva non funestarlo, anche nel profondo. L'imperatore infatti aveva ritenuto intollerabile che il fratello potesse pensare di prendere il suo posto o che insidiasse il suo primato. Tuttavia proprio in seguito al fratricidio prese avvio la grande iniziativa che lo riabilitò: l'estensione della cittadinanza romana a (quasi) tutti gli abitanti dell'impero, oltre i confini di Roma. Seguì la costruzione delle terme, tra le più imponenti e sfarzose di tutti i tempi; le guerre in Occidente (contro i Germani) e in Oriente (contro i Parti), a onor del vero di non grande rilievo, ma lo schiacciante confronto con il padre lo mortificava. Calvo, di bassa statura, ma dotato di un fisico possente, univa doti straordinarie a un temperamento sanguigno e poco incline al compromesso. Nonostante il suo temperamento gli avesse attirato l'odio del senato, Caracalla godette di una grande popolarità: fu amato soprattutto dai soldati, legionari e pretoriani, con i quali si dimostrò sempre molto generoso, ma anche dalla plebs, come mostra il successo delle terme. Ecco perché - anche per la pochezza del suo successore - alla sua morte fu divinizzato e rimpianto.
Il rapporto con la Terra costituí, per l'antico romano, il principio fondante della organizzazione religiosa, civile e politica della città. Egli non guarda al cielo per cercare i segni del divino; li sente vicini, nello spazio terrestre, e si preoccupa di definire confini e procedure per realizzare la pace con gli dèi. Sui presupposti della sacralità di Tellus e del nomen che individuava la divinità si sviluppò la civiltà giuridica romana. Dalle formule cultuali, scrupolosamente osservate, si andò formando quel corpus iuris che è il lascito piú prezioso trasmessoci dalla romanità.
«Il libro che avete tra le mani in questo momento non è quello che pensate. Se credete di leggere l'ennesima biografia di Jorge Mario Bergoglio resterete delusi. Questo non è un testo agiografico teso ad esaltare la figura o la personalità di Papa Francesco. Non si propone come un'analisi del suo pontificato, e certamente non pretende di offrire né interpretazioni della sua teologia, né considerazioni sul suo Magistero. Questo volume intende offrire al lettore una chiave di lettura della comunicazione del Papa innovativa e coraggiosa. Ci rivela delle sfaccettature insolite, sia dell'uomo Bergoglio come persona sia di Papa Francesco come personalità. A partire dai gesti. I gesti sono un linguaggio universale. Sono un richiamo a tutto ciò che ci unisce come esseri umani, in modo atavico, antico e antropologico. I gesti sgorgano dal più profondo della nostra memoria collettiva, scatenati da ciò che è più vero, più spontaneo e più intimo. I gesti sono autenticità. L'autore ha approfondito i temi della gestualità e dell'autenticità in occasione del corso di Paralinguismo della Pontificia Università Gregoriana di Roma, da me tenuto alcuni anni fa [...]». (Seàn-Patrick Lovett)
La penna e la cetra sono gli emblemi di un agone poetico sospeso tra arte e fede che percorre come un filo rosso cento anni cruciali per la storia della cristianità occidentale e per la letteratura italiana del Rinascimento. Le vicende dei volgarizzamenti biblici e della censura ecclesiastica tra Riforma e Concilio si intrecciano con l'affermarsi del petrarchismo spirituale e di forme poetiche che trovano nella Scrittura il principale fattore di rinnovamento. Dai sette salmi dello Pseudo-Dante ai sonetti penitenziali di Francesco Bembo, passando per le numerose riscritture, i poeti moderni si misurano con la voce di David, «dolce cantore di Israele», in un arco cronologico che coincide con la più ampia parabola delle traduzioni bibliche in Italia. Questo libro unisce una ricostruzione della «poetica davidica» basata sul triangolo fondamentale di autore, testo e pubblico a un'indagine stilistica mirata a delineare il «ritmo della riscrittura». La prima sezione propone un esame dei metodi e degli oggetti di traduzione, parafrasi, ricreazione, insieme a una classificazione delle tipologie del libro poetico di salmi e a un profilo dei lettori. La seconda parte si rivolge alla semantica traduttiva delle forme, esplorando il rapporto dinamico tra metro, sintassi e ipotesto nelle numerose tradizioni metriche coinvolte.