Fermiamoci un attimo. Ora, proviamo a pensare a quanto spesso ci ritroviamo così travolti da doveri e scadenze, dalla necessità di essere sempre reperibili e sul pezzo, da scordarci di prendere fiato, di dedicare tempo a noi stessi. Quante volte, poi, non ci curiamo di trovare un giusto equilibrio tra velocità e lentezza, di concederci attimi di silenzio e di noia, due dimensioni tanto temute eppure così necessarie e inevitabili? Per non parlare di quando è stata l'ultima volta che ci siamo fermati a riflettere sulla nostra felicità, a contemplare le meraviglie intorno e dentro di noi, la bellezza dell'arte, il potere antico del cantare, la pienezza di una castità che è libertà dal possesso in ogni rapporto, d'amore o d'amicizia. In un mondo sofferente in cui l'uomo si è posto al di sopra di ogni creatura, dovremmo invece, con umiltà, imparare dalla piccola lumaca: come lei, anche noi funzioniamo secondo un ritmo naturale che è ora di riscoprire, ascoltare e rispettare per poter vivere con gioia. È questo il messaggio che padre Maurizio Botta affida alle pagine del suo libro: prendendo le mosse dal successo del ciclo di catechesi dei "Cinque Passi al mistero" da lui ideato, con lo sguardo al Vangelo ma citando anche da Pavese, a Sartre, fino a Franco Califano e al rapper Anastasio, il giovane sacerdote procede a uno studio della contemporaneità che ci restituisce una nitida fotografia del presente; con delicatezza e onestà ci invita a meditare su aspetti del quotidiano spesso dati per scontati, ma fondamentali per riappropriarci di uno spazio di serenità nella frenesia del nostro tempo. Prefazione di Costanza Miriano.
In ogni domenica e in ogni festa dell'anno liturgico, ai credenti e proposta una pagina di Vangelo. Con un ciclo che si ripete ogni tre anni: nel primo (anno A) la prevalenza dei brani è tratta da Matteo, nel secondo (anno B) da Marco e nel terzo (anno C) da Luca, mentre Giovanni e gli Atti degli Apostoli sono utilizzati in tutti e tre gli anni.
Queste pagine evangeliche hanno ispirato, come poche altre, la storia dell'arte. Non solo l'arte sacra, ma anche quella nata con altri intenti; l'arte antica e quella contemporanea; l'arte che abita nelle chiese e nei musei e quella che preferisce i muri delle città; arte dei pittori e degli scultori, degli illustratori, dei grafici e dei fotografi; l'arte firmata e quella anonima di un disegno infantile...
Attingendo a questo straordinario deposito di immagini e di simboli, l'autore propone, per ogni domenica e per le festività dell'anno, una lettura che mette in rilievo aspetti inattesi e tuttavia fondamentali della storia Sacra.
In questo volume, dedicato all'Anno A nella trilogia "colori del cielo”, oltre cento opere ci introducono, cosi, alla comprensione e all'ascolto dei testi evangelici.
"Black correva, e se aveva dei pensieri dovevano essere allegri. Guardandolo, mi prese una smodata voglia di correre anch'io: la volevo a tutti i costi quella leggerezza che vedevo in lui». A volerla racchiudere in un'immagine, la vita di Mark è una grande pianura assolata. Un lavoro da broker ben pagato, una bella casa a Londra, una lunga relazione, anche quella piatta, con Susan e una prospettiva di carriera tutta in discesa. Una vita al riparo da qualsiasi imprevisto. Non ricorda un passo in salita, Mark, nemmeno per passeggiare. Ma un giorno, un velo nero lo avvolge e tutta la sua sicurezza si infrange come un vetro. Anche il suo rapporto con Susan si incrina e, in preda a una crisi che non ha visto arrivare, Mark decide di prendersi una pausa. Trascinato dal suo amico Nic, si trasferisce in Italia, nelle Langhe piemontesi, terra di tutto ciò che non ricorda più: piccoli borghi, ritmi lenti, buon vino, un paesaggio che invita a guardarsi dentro. E salite, tante salite, che tolgono letteralmente il fiato. Mentre Mark, sempre più spaesato, dispera ormai di ritrovare se stesso, un nuovo ciclone si abbatte su di lui: Black, un giovane labrador nero che Nic gli affibbia in custodia. Pieno di energia e di voglia di esplorare, Black trascina un riluttante Mark in corse tra i vigneti e in affannosi saliscendi. Poco alla volta Mark comincia a rientrare in contatto con il proprio corpo e con la natura. E scopre con sorpresa che alla fatica di correre in salita corrisponde una gioia mai provata prima. E anche che Black, da impegno dovuto, è diventato la luce delle sue giornate. Così, un giorno, decide di partire con lui per una nuova avventura
Ed. bilingüe promovida por la Federación Agustiniana Española
Traducción, notas e índices de Pío de Luis Vizcaíno.
Las Enarrationes in Psalmos pueden verdaderamente ser catalogadas como una «enciclopedia del pensamiento de san Agustín», ya que son el fruto de más de treinta años de trabajo y predicación del Obispo de Hipona, y en ellas ha quedado recogido su pensamiento espiritual y teológico. Por esta razón pueden considerarse, junto con Las Confesiones y La Ciudad de Dios, como las obras más significativas del Hiponense. Por la densidad escriturística, teológica y ascética de estos comentarios, por la claridad y unción con que se explican en ellos el sentido literal y las aplicaciones espirituales del texto sagrado, por la actualidad de la orientación práctica que imparten, esta obra de san Agustín ofrece al lector moderno valores extraordinarios.
El libro comprende una serie de entrevistas realizadas a Sebastián Gayá sobre su vida y sobre el nacimiento y propagación del Movimiento de Cursillos de Cristiandad. Ambas vidas están tan íntimamente relacionadas que con mucha dificultad, por no decir imposibilidad, podría relatarse la una sin la otra. Acompañan a las entrevistas numerosos testimonios de personas que le conocen bien, así como una serie de documentos y fotografías que corresponden a alusiones hechas por Sebastián a lo largo de dichas entrevistas.
Sebastián Gayá Riera, nace en Felanitx (Mallorca) el 30 de julio de 1913 y al día siguiente es bautizado. Fue ordenado sacerdote el 22 de mayo de 1937. A lo largo de su vida sacerdotal desempeña diferentes funciones entre las que podríamos destacar: en Mallorca, Iniciador del Movimiento de Cursillos de Cristiandad, Canciller Secretario del Obispado; en Madrid, Viceconsiliario del Secretariado Nacional de Cursillos, Prelado Doméstico de su Santidad con el consiguiente título honorífico de Monseñor.
El Movimiento de Cursillos de Cristiandad, inicia su andadura con el primer Cursillo impartido del 7 al 10 de enero de 1949, en San Honorato, en el monte de Randa (Mallorca). Sin embargo, venía gestándose mucho antes de esa fecha. Ya desde 1945 en la Escuela de Dirigentes, de la que Sebastián era director, los jóvenes mallorquines se prepararon con ilusión y esfuerzo para la Peregrinación Nacional a Santiago de Compostela que tuvo lugar el 28 de agosto del año 1948.
La notable disminución del número de cristianos hace más evidente que nunca la centralidad del tema de la misión de la Iglesia, incluso en Occidente. No es suficiente detenerse en la constatación de que la Iglesia es misionera por naturaleza o en la llamada de la urgencia de una nueva evangelización. Es necesario preguntarse cómo la Iglesia puede ser misionera hoy sin abdicar de su propia identidad y cómo hacerlo en el contexto cultural actual, marcado por la secularización, los efectos de la globalización y la experiencia cotidiana del pluralismo religioso. Con ayuda de una rica reflexión filosófica y antropológica sobre el tema, este volumen propone la vía del don como posibilidad para repensar la misión eclesial. El resultado es un camino convincente en el plano teológico y rico en ideas para la praxis pastoral de nuestras Iglesias. Es un libro útil para que la llamada urgente a una Iglesia misionera en salida no se convierta en un eslogan vacío de contenido y de profundidad espiritual para la vida de los creyentes y de las comunidades cristianas.
Roberto Repole (Turín, 1967), se licenció y doctoró en Teología Sistemática en la Pontificia Universidad Gregoriana. Arzobispo de Turín desde 2022 fue creado cardenal el 7 de diciembre de 2024 por el papa Francisco. Es miembro de la Comisión Episcopal para la Educación Católica, las Escuelas y las Universidades de la Conferencia Episcopal Italiana y, desde 2024, miembro del Dicasterio para la Doctrina de la Fe.
Título de la edición original: Il dono dell’annuncio. Ripensare la Chiesa e la sua missione. Traducido del original italiano por Sol Corcuera Urandurraga.
Ogni giorno nell'Ufficio di corrispondenza del Papa arrivano migliaia di lettere, disegni e messaggi dei bambini. I più piccoli si rivolgono a Francesco con fiducia e confidenza, spesso in maniera buffa e fantasiosa, aprendogli il cuore sulle loro paure e le loro speranze: la scuola e i nonni, la pace e la guerra, Totti e Messi, la tv e la fede. In questa raccolta, i pensieri delle "letterine" incontrano le parole del Pontefice, che racconta di sé, della sua Prima Comunione, della propria infanzia. Perché, dice Papa Francesco, "solo i bambini possono insegnarci di nuovo a sorridere e a piangere". Età di lettura: da 6 anni.
Una ristretta schiera di Tecnotitani - a capo di imprese come Amazon, Google, SpaceX e Meta - detiene le redini del progresso tecnologico alimentando disuguaglianze laceranti, consumismo di massa, concentrazioni di potere e ingenti speculazioni finanziarie. È il "tecnocapitalismo" di cui Loretta Napoleoni offre un ritratto accurato e impietoso, e che mina alle fondamenta la democrazia e la società tutta. Per l'autrice, a minacciare il futuro è soprattutto la rapidità della trasformazione tecnologica: quanto più le innovazioni si susseguono dirompenti, tanto più i mostruosi profitti dei Tecnotitani si dilatano, a danno di salari e diritti del resto di una popolazione gettata in preda all'ansia. Come se non bastasse, le criptovalute e l'intelligenza artificiale applicata agli scambi di Borsa stanno gonfiando nuove bolle finanziarie destinate a scoppiare, mentre la corsa allo spazio viene appaltata alla voracità di nuovi Baroni. Tecnocapitalismo è un invito a riappropriarsi della tecnologia - e del futuro -, perché solo mettendo l'innovazione al servizio della collettività e del bene comune possiamo evitare il disastro sociale ed ecologico.
Cos'è quel "brivido ai polpastrelli" a cui è impossibile resistere? La smania che porta gli scrittori, nei secoli, a gioire e disperarsi davanti al foglio bianco, alla macchina da scrivere, alla tastiera del computer? Con la disinvolta competenza del narratore navigato e il tono sornione dei suoi pezzi su "la Lettura" del "Corriere della Sera", Piperno ci regala un'irresistibile riflessione sull'arte di scrivere. "Si scrive perché si sente il dovere di farlo" sosteneva Philip Larkin, con un'ironia che non trascura l'aspetto etico della questione. A dispetto della piÃ^1 immediata delle motivazioni, il piacere che si puÃ^2 trarre dal fare quello che si fa, è indubbio che la scrittura per taluni somigli piÃ^1 a un vizio che non a un passatempo. E come ogni vizio che si rispetti, è molto difficile, se non impossibile, farne a meno. In Ogni maledetta mattina Alessandro Piperno s'interroga sul senso del proprio mestiere, su quella specie di richiamo al tavolo da lavoro, non meno potente del richiamo della foresta, che costringe ogni santo giorno chi scrive a passare ore chino su una tastiera nel tentativo di portare a casa il necessario per sopravvivere. In cerca di risposte, o forse soltanto di itinerari artistici esemplari, Piperno si affida all'esperienza di alcuni grandi scrittori del passato, immaginando per ciascuno di essi una motivazione preliminare all'atto di scrivere. Ambizione. Odio. Responsabilità . Piacere. Conoscenza. Cinque buone ragioni per mettersi al lavoro, a cui i vari Montaigne, Flaubert, Woolf, Fitzgerald, Capote, Kafka, Bernhard - solo alcuni degli autori chiamati a testimoniare in questo libro - aderirono per realizzare se stessi e il proprio mondo poetico. Ma che lo si faccia per vanità , per ambizione, alla ricerca di uno status, per dare forma al proprio odio, per tradurre attraverso un gesto responsabile gli appelli lanciati dal mondo, per inseguire il proprio piacere o perché animati da una genuina sete di conoscenza, ciascuno degli scrittori presi in considerazione ci ricorda che scrivere non è un diritto, e nemmeno un dovere, bensì una necessità .