Secondo molti, la psicoterapia presta il fianco a violenti attacchi, dato che si tratta di un ambito oscuro, come protetto da un’aura di segreti. Non è possibile che, nel ventunesimo secolo, una categoria professionale lavori senza testimoni, senza controllo esterno, persino senza alcuna valutazione. Mettendo in evidenza le differenti opzioni offerte a chi intraprende una psicoterapia e i rischi a cui ci si può esporre, Tobie Nathan e Nathalie Zajde delineano le caratteristiche che dovrebbero identificare una psicoterapia adeguata al mondo moderno, ovvero una psicoterapia democratica.
Tobie Nathan, antropologo e psicoanalista, insegna Psicologia clinica e psicopatologia all’Università Paris-VIII. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Una nuova interpretazione dei sogni (2011).
Questo libro dedicato ai comportamenti di dipendenza presenta un programma di prevenzione delle ricadute molto innovativo, che integra la pratica della mindfulness con strategie cognitive e comportamentali evidence-based. Il programma prevede otto sessioni di gruppo, in cui i partecipanti abbandonano i loro abituali schemi di pensiero e acquisiscono abilità concrete per affrontare le sfide quotidiane del percorso di recupero. Si offrono ai clinici linee-guida dettagliate per condurre ogni sessione, tracce esemplificative delle meditazioni guidate e più di venti schede e moduli riproducibili.
Edizione italiana a cura di Marina Devoti, Mariagrazia Movalli, Martina Testa
Gli autori
Sarah Bowen lavora presso l’Addictive Behaviors Research Center dell’Università di Washington.
Neha Chawla, psicologa clinica, si occupa dello sviluppo dei trattamenti basati sulla mindfulness.
G. Alan Marlatt (1941-2011) è stato direttore dell’Addictive Behaviors Research Center e professore di Psicologia all’Università di Washington.
La psicoterapia del Vangelo di Cristo contiene insegnamenti assimilabili alla psicologia junghiana e freudiana. La psicoterapia termina nel momento in cui il paziente viene a contatto con il proprio Sé, il "maestro interiore"; nel cristianesimo, ciò è chiamato "voce di Dio", e lo si ricerca mediante lo stato di grazia raggiungibile con l'integrità etica e la purezza di condotta. Nel testo Gesù viene interpretato come simbolo della psicologia junghiana. Il Sé è la Scintilla e la Guida di Dio nell'anima, che indica la via per raggiungere il pieno benessere e sviluppare il proprio potenziale.
Lo spirito è stato definito dalle religioni e dalla metafisica come soffio di natura incorporea. Attraverso le ultime ricerche è possibile ipotizzare una sua origine determinata da principi e leggi di fisica subatomica e dargli una definizione più precisa. L'autore lo inquadra come ente energetico coscienziale infinitesimale, sviluppando ulteriormente il concetto di OmnEssente, già esposto nella sua precedente opera. Lo spirito viene presentato come espressione di un principio di vita premateriale, che possiede una sua struttura, collegamenti con mente e corpo ed una funzione ontologico-teleologica.
Una donna singolare - dall'enigmatica Penelope, alla perturbante Gertrude, alla Donna fatale di Pirandello, da una parte, e la figura di un padre - che sia quella del burbero Principe del Manzoni, del Padre dell'Uomo dei Topi dall'altra, si alternano e a volte s'incrociano nei vari capitoli di questo libro, per giocare la stessa funzione che tenta ogni volta di esplicarsi nella regolazione di ciò che, nell'essere dotato di parola, fa fallire il rapporto con l'altro sesso. Secondo l'autore, che abbia o meno radice nell'odio, ogni affetto è riconducibile all'originario amore assoluto per il Padre.
In una società come la nostra in cui la comunicazione sembra essere la chiave di tutto, il dilemma delle relazioni umane è la "Babele" degli scontri caratteriali: ognuno capisce quello che gli serve e risponde unicamente a quello che vuole e può aver capito. L'ostacolo è rappresentato dalle interpretazioni, dalle proiezioni e dall'evocato emotivo che l'argomento suscita negli interlocutori, i quali sono poco disponibili a dare fiducia all'altro e quindi ad ascoltarlo. Un libro dedicato ai professionisti della salute e anche a tutti coloro che della comunicazione fanno oggetto di studio.
Le risorse umane hanno un ruolo strategico nell'equazione dello sviluppo economico e sociale e nessuna società o organizzazione può permettersi di non valorizzare le potenzialità individuali, soprattutto oggi nel mondo della competizione globale. Ma che cosa innesca e sostiene l'impegno a fare, a mettersi in gioco, che cosa alimenta la passione di innovare e la voglia di crescere? Perché a parità di intenzioni, di fronte ai medesimi ostacoli, alcune persone desistono scoraggiate, mentre altre continuano a lottare e raggiungono l'obiettivo? Sono gli interrogativi che percorrono questo volume dedicato alla motivazione come fattore decisivo della possibilità di successo sia individuale sia collettivo.
Dalla filosofia alla teologia, l'interesse nei confronti del perdono attraversa ambiti differenti. Solo di recente però si è affrontato il tema del perdono in una prospettiva psicologica e psicoterapeutica, evidenziandone le potenzialità curative. Si pone un problema fondamentale, quello della definizione condivisa del costrutto: cos'è il perdono? Se una vittima non prova più rabbia e non intende vendicarsi, significa che ha perdonato? È davvero sempre possibile passare dallo stato emotivo-cognitivo-comportamentale della vendetta a quello del perdono? Quali sono i fattori che ostacolano il processo? E quelli che lo facilitano? Esistono situazioni in cui il perdono è psicologicamente impossibile? È sempre utile perdonare? Può avere la pratica del perdono applicazioni di natura clinica? In questo volume, studiosi di differenti discipline affrontano per la prima volta il tema del perdono, del perdono di sé, della rabbia, della vendetta in ambito psicologico e psicoterapeutico. Sono messe in evidenza le potenzialità curative del perdono, contribuendo alla comprensione di un processo che permea in modo così significativo molti aspetti dell'esistenza umana. Contributi di Viviana Balestrini, Barbara Barcaccia, Cristiano Castelfranchi, Alessandro Couyoumdjian, Valentina D'Urso, Antonio Malo, Francesco Mancini, Maria Miceli, Francesca Giorgia Paleari, Sara Pelucchi, Nicola Petrocchi, Angelo Maria Saliani. Prefazione di Robert Enright.
L'idea di questo libro nasce dal Convegno dell'Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia (AIMMF), "Di padre in figlio fra regole ed affetti", svoltosi a Bologna nel 2010. In tale Convegno sono stati trattati vari aspetti attinenti la figura del padre che trovano ulteriore approfondimento nel corso della presente pubblicazione. Il libro si è arricchito anche di altri contributi che permettono di analizzare la figura del padre da diverse angolature disciplinari. Oggi si parla molto del padre, sia a livello scientifico che in campo giornalistico e divulgativo, ma è solo perché "argomento di moda"? La realtà sociale, in continuo movimento, ha comportato un cambiamento nella famiglia che è percettibile, concreto, visibile anche a occhi inesperti. È cambiato il ruolo della donna, si sono modificati gli assetti relazionali e funzionali all'interno della coppia, sono mutati i diversi modi di essere padre e queste trasformazioni sono avvenute in tempi più rapidi e repentini rispetto alla madre. È così? Gli autori che appartengono a diverse discipline - giuridica, psicologica, sociologica, educativa - a partire dall'analisi storica e mitologica, delineano gli aspetti principali dell'essere padre nel mondo attuale.
"Per quanto l'uomo, dal punto di vista femminile, sia un animale semplice oltre che stupido, bisogna sapere che come i vermi (altri animali semplici oltre che stupidi) l'uomo si distingue in diversi tipi, tutti semplici e stupidi ma tutti diversi fra loro. E come i passeri si prendono con la rete, le anatre con la doppietta e gli struzzi con il lazo, pur essendo tutti uccelli, così gli uomini si prendono con la rete se piccoli, con la doppietta se grandi, con il lazo se grandissimi. Occorre solo conoscerli. E usare un metodo scientifico." Le idee contenute in "Come diventare bella, ricca e stronza" si incontrano con la "psicologia evolutiva", teoria elaborata dallo stesso Giacobbe. Nasce così questo manuale pratico che insegna alle donne il metodo "scientifico" per fare innamorare un uomo. Se si riesce a comprendere a quale tipologia appartiene la nostra preda (bambino, adulto o genitore) non resta infatti che applicare una serie di semplici mosse. Come tutti i libri di Giacobbe questo è un libro serissimo, ma tutto da ridere.
Talora la psicologia travalica i propri limiti e accade che si confonda la direzione spirituale con la consulenza psicologica. Teologia e psicologia devono invece collaborare, ma senza sovrapporsi, perseguendo un obiettivo comune da impostazioni diverse. L'apporto primario della psicologia nella formazione sta nell'aiutare il soggetto a essere vero; ma a questo percorso va affiancato un atteggiamento orante. Non si tratta solo di un cambiamento del comportamento, ma di una conversione dei sentimenti, fino all'identificazione con gli stessi sentimenti di Gesù.