Questo piccolo volume costituisce un tentativo di analisi e di sintesi degli elementi caratteristici della spiritualità di San Giovanni Bosco e delle radici della sua esperienza spirituale. L'autore offre a quanti si accostano, anche per la prima volta, alla spiritualità del santo piemontese alcuni elementi di riflessione e alcuni spunti per un approfondimento. Il quadro che emerge dalle conclusioni si fonda su studi e ricerche documentate e si presta per questo a essere uno strumento di verifica per la famiglia spirituale che da Don Bosco ha avuto origine e che è chiamata a custodire, come prezioso dono, il suo "codice genetico", l'eredita spirituale ricevuta dal fondatore.
Don Bosco fu maestro di preghiera. Con la sua vita e i suoi scritti ha insegnato a giovani e adulti come pregare. Questo libretto presenta le testimonianze di persone che hanno visto Don Bosco pregare spiega quando pregava, dove, in che modo, come aveva imparato e come avvicinava i ragazzi alla preghiera. Il testo riporta anche quanto lui scrisse sul significato della preghiera in generale, del "Padre nostro", dell' "Ave Maria", del "Credo", del Rosario e sulla devozione all'Angelo Custode. Ogni capitolo si conclude con domande che aiutano il lettore nella meditazione personale per migliorare la propria vita di preghiera.
Sussidio per l'animazione educativa di Centri Estivi e Campi scuola, utilizzabile anche nella catechesi di bambini e ragazzi. Dieci tappe autoconclusive con tre percorsi: educativo (la spiritualità), biblico (la figura di Maria), teologico (i frutti dello Spirito Santo). Il cofanetto contiene i tre fascicoli del sussidio (Storia e Progettazione Attività e Preghiere Giochi Eventi e Laboratori) + Accendi una luce, il libretto di preghiera e formazione per animatori.
L'agile e spigliato sussidio si propone in una duplice funzione: come un'approfondita riflessione a tappe sul tema dell'intercessione nella preghiera del cristiano, accompagnata da brani biblici scelti, e allo stesso tempo come concreto invito e supporto per realizzare quotidianamente l'orazione di intercessione individualmente, in famiglia, in comunità.
Uno splendido libro fotografico, per ripercorrere il primo anno di pontificato di Papa Bergoglio. Dall'attesa dell'"habemus Papam" in quella piovosa serata di marzo 2013, alla GMG di Rio de Janeiro, ai tanti incontri con i bambini, gli anziani, gli ammalati, le famiglie...: la cronaca di un anno che ha cambiato il volto della Chiesa. Le splendide foto sono corredate da agili testi che permettono di delineare la personalità e i gesti "rivoluzionari" del Papa venuto dalla "fine del mondo".
Il volume presenta e descrive l'esperienza di quasi settant'anni di oratorio tra le parrocchie di Roma e ha come obiettivo la condivisione del "metodo COR": un modello di oratorio nato nelle periferie romane del secondo Dopoguerra dall'intuizione di un laico, Arnaldo Canepa, figura importante per la realtà ecclesiale della diocesi di Roma. È un modello che fin dall'inizio si è strutturato attraverso il confronto tra i catechisti che operavano negli oratori e si è via via consolidato in uno stile e in una prassi educativa frutto della condivisione tra le diverse realtà parrocchiali. Un modello sempre in divenire, per raccogliere le sfide che le nuove generazioni ci chiedono di affrontare insieme a loro.
«Misericordia, misericordia, misericordia»: una delle parole più care a papa Francesco, che nella festa dell'amore misericordioso dichiara santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Pochi giorni dopo viene elevata agli altari Madre Speranza, la mistica che non ha esitato a chiedere al Signore: «Annegami nell'abisso del tuo amore misericordioso». Il teologo Valentino Salvoldi propone un percorso a due voci intorno al tema della misericordia, scoprendo la consonanza tra Madre Speranza e papa Francesco: la stessa fede, la stessa spiritualità, la stessa semplicità, lo stesso amore per Dio e per questa umanità, affascinata dalla divina misericordia.
VALENTINO SALVOLDI, missionario, è professore di filosofia e teologia morale. Già docente di antropologia culturale all’Accademia Alfonsiana in Roma, è professore visitatore dei seminari delle giovani chiese (Africa e Asia). Ha creato un vasto movimento di solidarietà con i popoli del Sud del mondo. È autore di numerosi libri, scritti con stile semplice e tradotti in molte lingue.
L’empatia è l’altro nome della relazione, un aprirsi all’altro che dischiude il senso pieno della nostra umanità, oltre la solitudine e l’indifferenza. E questo stesso libro diventa occasione, per il lettore, di empatia con l’autrice e la sua preziosa riflessione. «Se c'è una parola perfettamente a suo agio davanti allo specchio, questa è proprio empatia. Lo specchio restituisce un'immagine riflessa, la mia immagine, che tuttavia non sono io».
PATRIZIA MANGANARO, docente di storia della filosofia contemporanea presso la Pontificia Università Lateranense, dedica la sua attività di ricerca al legame tra filosofia e scienze cognitive da un lato, e al nesso tra fenomenologia, teologia e mistica dall’altro. Autrice di Filosofia della mistica (Lateran University Press 2008), con Angela Ales Bello ha curato Le religioni del Mediterraneo (Mimesis 2008) e …e la coscienza? Fenomenologia, psicopatologia, neuroscienze (Edizioni Giuseppe Laterza 2012).
Questo libro è un'avventura nel significato profondo e multiforme della parola "cura", in un arco che attraversa quotidianità, pratica medica, mito, filosofia e Scrittura.
In un arco che attraversa quotidianità, pratica medica, mito, filosofia e Scrittura, questo libro è un’avventura nel significato profondo e multiforme dell’essere, pensare e agire cura. «Cura è desiderare che la verità prenda forma». Accade che ci prendiamo cura, di noi e degli altri, dei corpi, delle parole, del creato. Accade che gesti e parole di cura trabocchino in noi, o che percepiamo sulla nostra pelle la compassione degli altri e di Dio.
Autore
PAOLO CATTORINI, professore ordinario di bioetica all’Università degli studi dell’Insubria, offre consulenza etica e formazione permanente in bioetica clinica e medical humanities a operatori, staff, istituzioni sanitarie. È autore di numerosi articoli scientifici e pubblicazioni, tra le quali: Estetica nell’etica. La forma di un’esistenza degna (EDB 2010), La libertà del cervello. Neuroscienze, etica e cinema (EDB 2013), Il desiderio di salute. Bioetica nella clinica, nella società, nello sport (Edizioni Camilliane 2013).
In una società sempre più plurale, sommersa da un sistema mediatico pervasivo e giocato sull’istante, c’è ancora spazio per una reale comunicazione di contenuti culturali? In che modo può svilupparsi l’informazione culturale in un contesto in cui i social media sembrano sostituirsi all’incontro «a tu per tu» e i tweets diventano la principale fonte di notizie? L’esperienza di «Domenica», supplemento culturale inventato negli anni Ottanta da «Il Sole 24 Ore», si offre come interessante e peculiare caso di studio per rispondere a tali domande, e per comprendere come, anche in scenari socio-tecnologici trasformati, ciò che rimane costante nel percorso storico e contenutistico di un giornale di cultura è la centralità dell’umano, con il suo desiderio di infinito e il suo complesso e irrinunciabile bisogno di verità.
MARIA LAURA CONTE, laureata in lettere classiche, ha conseguito il dottorato di ricerca in sociologia della comunicazione ed è giornalista professionista. Direttrice editoriale e della comunicazione della Fondazione internazionale Oasis, per la rivista omonima ha in particolare curato alcuni reportage e interviste da Sudan, Kosovo, Bosnia-Erzegovina, Tunisia, Egitto e Indonesia. Il suo libro Dove guarda l’Indonesia. Cristiani e musulmani nel paese del sorriso (Marcianum Press, Venezia 2006) ha ricevuto il Premio Capri-San Michele 2007.
Questo libro, scaturito dalla grande esperienza dell'autore, sottolinea l'importanza in ambito missionario ed ecclesiale di una comunicazione intesa non più solo come strumentale. Occorre riappropriarsi della propria capacità di giudizio, per restituire dignità alla conoscenza e per poter dire chi siamo e che cosa vogliamo in relazione alle vicende di un mondo soggetto a repentini cambiamenti. Se non sappiamo comunicare la Parola, parafrasando papa Francesco, come pensiamo di uscire dalle sacrestie, di scendere nell’agorà, di avventurarci nelle periferie?
GIULIO ALBANESE, comboniano, ha diretto il New People Media Centre di Nairobi e fondato la Missionary Service News Agency. Attualmente collabora con varie testate giornalistiche per i temi legati all’Africa e al Sud del mondo tra cui «Avvenire» e il Giornale Radio Rai. Dal 2007 insegna giornalismo missionario presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e dirige le riviste missionarie delle Pontificie Opere Missionarie Italiane. Tra le sue pubblicazioni segnaliamo: Missione XL. Per un Vangelo senza confini (EMP 2012); Cliccate e troverete (con S. Pillon, Infinito edizioni 2011); Ma io che c’entro? Il bene comune in tempi di crisi (EMP 2009); Hic sunt leones (Paoline 2006); Soldatini di piombo (Feltrinelli 2005).
Il percorso del libro prende avvio dalle 'sorgenti della fede', approfondisce il tema della comunicazione della fede ('la fede trasmessa') ed esamina poi la 'fede professata'. Alla celebrazione che attualizza nel tempo l'opera divina della salvezza è dedicata la sezione sulla 'fede celebrata', mentre della 'fede vissuta' si occupano i capitoli successivi. In un contesto pluralista quale è quello attuale è doveroso riflettere sulla 'fede in dialogo', non senza qualche specifico richiamo alla 'fede in cammino', e cioè al carattere sempre itinerante dell'atto di credere. A mo' di approdo il libro offre infine una considerazione sul 'sorriso della fede'.