Che cos'è un'anima bella? Se da Platone a Goethe è un'anima armoniosa, orientata istintivamente al bene, è a partire da Hegel che in lei si scorge una soggettività inconsistente, incapace di misurarsi con la realtà. Sono qui proposte in una nuova traduzione queste celebri pagine della Fenomenologia dello Spirito, ampiamente commentate da Adriano Tassi che, nella Postfazione, ne chiarisce le premesse filosofiche e il contenuto. Quel punto che si credeva al massimo grado dell'elevazione dello spirito, la buona coscienza morale, è mostrato nella sua negatività e degradato a mera astrazione. Resta un senso di sconforto destinato a essere superato al termine del cammino della coscienza.
Il mare è un abisso di tenebra: ad andare troppo in fondo non si torna più. Una ragazza di quindici anni scompare nella notte, vicino alla Scogliera degli Angeli. Non ci sono tracce, non si trova il corpo; solo le scarpe sono rimaste, una sulla pietra, l'altra in acqua, a suggerirne il destino. La notizia travolge il paese, lì vicino: arrivano i telegiornali, poi i sommozzatori. Eppure, nulla. Sparita. Sul caso cala impietoso un velo di indifferenza, a fagocitare ogni ipotesi e ogni pettegolezzo. C'è qualcuno però che non si arrende: un uomo, un appassionato di immersioni subacquee, decide di tornare in acqua per trovare la ragazza. A spingerlo è il desiderio di riscattarsi nei confronti della donna amata che lo ha lasciato e, insieme, di annegare nello sforzo la propria insostenibile sofferenza. Nella solitudine e nel silenzio delle profondità marine, tuttavia, circondato solamente dalla vastità e dalle creature dell'ombra, i ricordi lo travolgeranno e sarà costretto a rivivere tutto: il primo, romantico incontro; la passione, la felicità; l'ultimo dolore condiviso, l'addio straziante. "Io sono il mare" è un viaggio romanzesco in un universo rovesciato; un'immersione in un luogo senza tempo, in cui anemoni variopinti e coralli millenari dominano la superficie della Terra e animali estinti sopravvivono attraverso le forme di migliaia di specie differenti. Tra storie dimenticate e rimorsi mai confessati, nella sua ricerca disperata il protagonista dovrà esplorare ogni centimetro del fondale della sua anima fino a capire qual è la differenza tra ciò che sparisce per sempre e ciò che invece sa tornare a galla. Perché il mare è un involucro trasparente: più lo si indossa, più ci si rivela.
In questo breve saggio Peter Sloterdijk presenta un agile affresco di filosofia della storia, nel quale sono anticipati diversi temi centrali delle sue monumentali opere successive. L'intera storia dell'umanità è ripercorsa in tre stadi, modellati a partire dalla metafora del viaggio marittimo. La prima fase, quella paleopolitica, precede la nascita stessa dello Stato. In questa fase, in cui le orde primordiali attraversano lo spazio come zattere alla deriva su un fiume, si forma la prima grammatica del vivere in comune. Solo in seguito subentrerà la fase della politica tradizionale, in cui l'uomo si misura con un cosmo più grande di lui ed elabora strategie di controllo e razionalizzazione dello spazio, a partire dall'idea di Stato. Con la globalizzazione, infine, il genere umano entra nella sua fase iperpolitica: la crisi dei grandi modelli di organizzazione spaziale lascia l'individuo in balìa di un tutto frammentato, dove non esistono più figure capaci di fornire una rotta. Scritto prima della trilogia di "Sfere", "Sulla stessa barca" costituisce una introduzione allo stile e ai temi fondamentali del pensiero di Peter Sloterdijk, oltre a fornirci ancora una prospettiva lucida e stimolante per comprendere i tratti fondamentali e i pericoli della nostra epoca.
Questo libro muove da una constatazione oggettiva, da uno stato delle cose che balza davanti agli occhi di tutti ogni giorno: la pazzia delle folle. Non è un fenomeno riscontrabile soltanto on line, dove i cosiddetti hater abbondano, ma anche nella vita quotidiana in cui la gente si comporta in maniera sempre più irrazionale. Murray, tuttavia, non si limita semplicemente a descrivere il fenomeno, ne mostra le cause. Viviamo in un'epoca definita post-moderna, un termine ambiguo che indica però un dato di fatto: la fine delle grandi narrazioni, delle fedi religiose e politiche che hanno alimentato i secoli passati, e la conseguente negazione di ogni verità che non sia soltanto un'interpretazione. Si può vivere, però, senza un criterio che orienti le nostre scelte? Senza nessun racconto che offra un perché alla vita? Poiché la natura aborre il vuoto, nella nostra epoca post-moderna si è fatta strada, secondo Murray, una nuova metafisica, una nuova religione: la «politica identitaria». Una politica che «atomizza a la società in diversi gruppi d'interesse in base al sesso (o genere), alla razza, alle preferenze sessuali e così via». E che invita costantemente a cercare «dentro noi stessi e negli altri tutte le istanze di identità e vulnerabilità» capaci di rivendicare un valore aggiunto, una superiorità morale che deve essere riconosciuta come un diritto indiscusso. Questa religione "identitaria" non può, per Murray, che generare follia. Quella follia che spinge, ad esempio, a dichiarare che vi è «un'accresciuta conoscenza morale» derivante dal fatto di essere neri o donne o gay. O che, sempre sulla base di una supposta istanza di identità, concepisce l'idea di «dare farmaci ai bambini per impedire loro di entrare nella pubertà». Come tutte le fedi prive di senno, questo credo è tutt'altro che privo di pericoli, poiché non soltanto capovolge nel suo opposto,in nuovi totalitarismi, le conquiste liberali dei diritti civili, in primo luogo quelli dei gay, ma può approntare un futuro di atomizzazione, rabbia e violenza sempre maggiori in cui «al razzismo si risponderà con il razzismo, alla denigrazione basata sul genere si risponderà con la denigrazione basata sul genere». Nominato da Times e Sunday Times libro dell'anno, "La pazzia delle folle" ha generato un acceso dibattito sui media.
Lo sviluppo dell'arte occidentale è stato profondamente condizionato dalla nuova presenza, a partire dal XIX secolo, degli ebrei nel mondo dell'arte e, in seguito, dal pensiero estetologico ebraico. Mario Costa sostiene che la penetrazione della riflessione e delle esigenze religiose ebraiche nelle vicende dell'arte occidentale ha portato sì all'attuale situazione di caos e di deperimento dell'arte, ma ha posto, a un tempo, le premesse per un nuovo cominciamento dell'estetico nella direzione di quello che, trent'anni fa, l'autore ha chiamato sublime tecnologico.
Il compendio
- è aggiornato alla legge finanziaria del 2020
- offre una spiegazione d'insieme della funzione pubblica di
determinazione dei tributi, in massima parte relativa alla base di
commisurazione delle imposte (tasse, contributi e tariffe si
inseriscono invece in altre funzioni pubbliche)
- spiega con attenzione la nuova esternalizzazione della tassazione
affidata alla determinazione ragionieristica da parte delle
organizzazioni, soprattutto aziendali, col gettito in massima parte
riconducibile infatti agli uffici amministrativi delle aziende, che
tassano consumatori, lavoratori, professionisti e risparmiatori, oltre
che l’azienda stessa, a fronte dei redditi spettanti ai relativi
proprietari
- propone una nuova prospettiva per esaminare e coordinare i
tradizionali argomenti del diritto tributario, dalle fonti normative ai
poteri amministrativi, al contenzioso, all’interpretazione, alle
sanzioni, ai soggetti passivi, ed ai concetti strutturali dei singoli tributi
Come si scrive è infinitamente più importante del cosa si scrive: la commissione di concorso non incontrerà la nostra intelligenza o la nostra anima e neanche la nostra cultura, ma incontrerà la nostra penna.
Il volume mette a disposizione dei giuristi animati dall’ambizione, le nozioni, le regole e i trucchi per usare la scrittura giuridica.
Si parte dallo stile per riflettere sull'equilibrio e sulla logica che sono solida organizzazione del discorso e coerenza visibile dell'impostazione.
Si passa poi all'analisi di alcuni strumenti giuridici universali, preziosi in ogni scritto alla stregua di chiavi utili per aprire ogni porta con la potenza della curiosità intellettuale: l'argomentazione interpretativa, le antinomie normative, il valore assoluto dei principi del diritto, l'allocazione dell'onere probatorio, il dialogo tra diritto sostanziale e mistero processuale.
Il taglio pratico del volume è accentuato da una tabella degli errori e orrori da evitare e da un elenco di consigli da seguire.
Il volume rappresenta un unicum nel suo genere, anzi ad essere precisi introduce un vero e proprio nuovo genere: quello della scrittura e narrazione e-pistolare, ossia un racconto attraverso e-mail.
Il modello da cui muove l’opera è quello dei vecchi epistolari che raccoglievano le lettere con i quali le persone si narravano gli accadimenti o condividevano le proprie riflessioni sul reale. Ma questo e-pistolario (2.0) raccoglie le e-mail inviate dall’Autore (socio di uno dei più importanti studi legali italiani) dal 21 marzo al 3 maggio 2020 (durante la quarantena in Fase 1) ai propri colleghi di studio (circa 200 persone). In quelle email (una al giorno), l’Autore condivideva le riflessioni (giuridiche e non) che nascevano da quella situazione di costrizione e che potevano muovere da una notizia, da un evento, da un timore, da una speranza o da una immagine… ogni giorno quell’immagine, quella speranza, quel timore o quell’evento dell’oggi trovava un suo riferimento nella letteratura, nella filosofia o nella poesia del passato.
Le e-mail raccolte in questo e-pistolario, intervallate dalle prime pagine dei quotidiani e da fotografie, raccontano la Primavera 2020 in cui l’Italia, i suoi cittadini, i suoi lavoratori e i suoi bambini furono sospesi in un limbo, dovendo mettere in quarantena sé stessi, le proprie professionalità e passioni, e i propri affetti.
Con il fascino discreto di una ‘ritrovata’ scrittura e-pistolare questo volume va, dunque, ad inaugurare una ‘ritrovata’ forma di narrazione molto asciutta a cavallo tra il racconto e il saggio, con un filo diretto di comunicazione con la cronaca del Corriere della Sera, e che giorno dopo giorno, quotidiano dopo quotidiano, foto dopo foto, ci conduce per mano all’interno di quei giorni di quarantena, con un’analisi non solo giuridica di ciò che è accaduto in quelle settimane in cui la vita e, in buona parte, anche le libertà e i diritti sono stati sospesi.
Chi entra in queste poesie, sentirà vibrare il Mistero di Dio, e insieme il profumo della donna e il respiro del mare. Mare, donna e Dio sono la triade che sostiene queste liriche. Che articolano un canto antico, perché Dio, nel magma primigenio, ha impastato di Sé il mondo, e ha scelto di abitare in modo speciale nella donna e nel mare. Ma al tempo stesso un canto nuovo, temperato su risonanze cosmiche, che si apre all’Universo e abbraccia la Terra -violata- con potente amore filiale.
Un canto che, dopo la tragedia inaudita della pandemia, che ha mutato il mondo e noi stessi, si fa invocazione ad un radicale cambiamento della visione della Realtà, riflesso di un’ inedita armonia tra il Divino, l’ Umano
e il Cosmico.
I codici delle opere di Cassiodoro sono ricchi di segni speciali, di immagini mnemotecniche e di una serie di indicazioni paratestuali che l'autore raccomanda esplicitamente. Questo apparato che accompagna i testi ha la funzione di indirizzare il lettore e di introdurlo in un mondo a sé stante. La biblioteca che Cassiodoro propone ai suoi monaci è un "Teatro della Memoria", un luogo in apparenza misterioso ma assai ben organizzato al suo interno: una sorta di palazzo incantato dove chi entra accede come un iniziato neoplatonico ai vertici della Saggezza attraverso un itinerario scandito dall'apprendimento lento e sicuro dei fondamenti di ogni dottrina e della teologia. In questo modo l'adepto raggiunge una totale indipendenza nei confronti del mondo caotico che lo circonda: protetto dalla sua biblioteca e dal suo sapere sempre accessibile, affronta impavido i marosi dei tempi nuovi, sicuro come un pesce nell'acqua, quegli stessi pesci che erano presi a modello di vita e di vitalità dalla fondazione di Vivarium, il cui nome alludeva proprio ai vivai dove pullulano i figli del mare.
Il calendario liturgico 2021 per il rito romano è un sussidio dettagliato ed essenziale, con tutte le informazioni necessarie per vivere tutto l'anno in compagnia della Parola di Dio, per una più attenta e proficua preparazione alla celebrazione della santa Messa. Inizia con la prima domenica di Avvento (29 novembre 2020) e termina con l'ultima domenica dell'anno liturgico (4 dicembre 2021). Per ogni giorno dell'anno il calendario indica: - Il grado della celebrazione prevista dalla liturgia (solennità, festa, memoria obbligatoria o facoltativa del santo) e il colore liturgico.- I riferimenti biblici delle letture della santa Messa e il ritornello del salmo responsoriale. - Uno dei santi del Martirologio Romano o dei Calendari propri delle Chiese locali nei giorni in cui non ci sono delle ricorrenze liturgiche. - La settimana del Salterio della liturgia delle ore, indicata con un numero romano. Uno strumento indispensabile per immergersi nel mistero di Cristo!