Una schietta indagine su cosa significhi oggi essere nati a immagine e somiglianza di Dio.
Una riflessione sui dieci comandamenti che si spinge oltre essi, per gettare luce sulle due grandi richieste del Nuovo Testamento: «Ama Dio con tutto il tuo cuore e il prossimo tuo come te stesso».
Dalla quarta di copertina:
I dieci comandamenti sono un complesso di regole o un modo di vivere? Come può ognuno di essi invitarci a riflettere e ad agire? Che significa amare Dio e il prossimo in un mondo di violenza e paura, che minaccia le nostre vite e le nostre anime?
Joan Chittister pone queste e altre domande in questa schietta indagine alla ricerca di cosa significhi essere nati a immagine e somiglianza di Dio. L’autrice va oltre i dieci comandamenti, per gettare luce sui due grandi comandamenti: «Ama Dio con tutto il tuo cuore e il tuo prossimo come te stesso».
Recensioni:
[...] A ritrovare l'incredibile fondo vitale contenuto nel Decalogo provvede ora un bel libro di Joan Chittister, una benedettina americana che da tempo si è affermata come uno degli autori spirituali contemporanei più significativi e brillanti. [...] Basterà aprire il libro per respirare in un'atmosfera morale che dilata il cuore, sbriciola le facili e false sicurezze, crea un po' di inquietudine, e comunque presenta prospettive tali da costruire un ricco e salutare cammino di formazione della coscienza. [...] Ritrovare il cuore dei comandamenti - questo bel libro ce lo insegna - è fare dell'antico Decalogo la migliore pedagogia per una vera civiltà dell'amore. Pastori e catechisti, e ogni cristiano adulto, trarranno un gran vantaggio dalla lettura di queste pagine.
Quale immagine di Dio trasmettere ai nostri figli o ai nipoti che ci vengono affidati? Quale amore, quale chiesa, quale cristianesimo presentare ai ragazzi del catechismo? La risposta è duplice: per parlare correttamente ed efficacemente dell’amore del Padre di Gesù occorre avvalersi dell’aiuto delle scienze umane e della riflessione teologica, e occorre farlo nella maniera più concreta possibile, valorizzando cioè la relazione familiare o quella educativa.
Dalla quarta di copertina:
Il percorso è diviso in quattro parti in cui elementi di tipo teologico o pastorale entrano in circolo con le scienze umane e da queste si lasciano sollecitare. Ogni parte si conclude con concrete indicazioni narrative, a misura di bambino.
La prima parte esplora come Gesù stesso ci parla del suo approccio ai bambini, perché non gustarcelo? E, soprattutto, perché non lasciare che i loro dubbi e le loro domande aiutino anche noi adulti in questa opera fondamentale?
La seconda parte mostra, nell’ottica della formazione relazionale-sistemica degli autori, che la Parola raggiunge il bambino nelle interazioni e nel dialogo che qualifica il mondo che lo circonda. Il tema del male nel mondo e il tema dell’amore del Padre che si abbassa con tenerezza verso ogni bambino costituiscono la spina dorsale di questa seconda parte.
La terza parte prende in esame il contesto familiare/amicale e di gruppo in cui nasce la domanda del bambino all’adulto, mettendo in rilievo come l’adulto possa fraintenderla e tradirla e come invece la Parola può bonificare e rendere più vivibili quei rapporti che l’età evolutiva da tempo ha sigillato come tipici per il bambino. In particolare si occupa del senso del tempo, della formazione alla coscienza e di alcuni relazioni, quali la gelosia, la bugia, l’aggressività.
La quarta parte si occupa dello strumento principe della trasmissione volontaria e consapevole della fede in un arco che va dalla parola alla Parola e mette a fuoco la sollecitazione narrativa che percorre tutte le parti del testo.
La nostra fede è la più grande salvaguardia del bambino che Gesù ci chiede di rispettare in Suo nome. Da questa considerazione scende la nostra tesi che l’educazione alla fede non sia un sovrappiù né un optional, ma proprio una autentica protezione del bambino, ricca di futuro.
In questo senso, il testo si mette sulla scia della seconda enciclica di Benedetto XVI, Spe salvi che pone in stretta sinergia – e non solo in una prospettiva di dialogo e di aiuto reciproco – ragione e fede. Quale religione, quale Amore, presenteremo allora ai nostri figli? Ai ragazzi che troviamo a catechismo? Agli scolari che incontriamo in classe? Ai nipoti e ai piccoli che ci vengono incontro?
La risposta del testo è in accordo con queste premesse e ci invita: a) a parlare dell’Amore del Padre di Gesù utilizzando tutti i mezzi delle scienze umane e tutti i mezzi di una moderna riflessione teologica; b) a parlare dell’Amore del Padre di Gesù nella maniera più concreta possibile, cercando tracce della speranza proprio nella realistica incarnazione di ciascun umano: là dove ogni persona fa esperienza di amore; e cioè nella relazione di coppia che fonda, costruisce, plasma il famigliare. Tutti noi portiamo – in maniera più o meno esaltante e/o dolorosa – le stimmate di questo amore esperito agli albori della vita e dentro il terreno del noi della coppia parentale che ci ha generato.
Il testo riprende dopo più di dieci anni il tema che gli autori hanno già trattato nel fortunato Parlare di Dio ai bambini (Queriniana 20014) e vorrebbe completarlo e aggiornarlo con i caratteri fondamentali della relazione che insieme, genitori/educatori e ragazzi, costruiscono, quando si mettono in clima di trasmissione della fede. Questo intento, che guida tutto il libro, non solo intende fornire a coloro che parlano di Dio alle nuove generazioni spunti operativi, ma chiede di riflettere sulla loro trasmissione della fede, a favore del bambino come dice il titolo; nella speranza che faccia bene a loro e a tutti noi, generazione adulta.
L'impegno educativo esige che la fede cristiana diventi il cuore di una profonda spiritualità di chi educa. Oggi più che mai l'educazione si gioca soprattutto sulla testimonianza. Educando, saremo effettivamente e concretamente, e non solo a parole, testimoni di Gesù Cristo speranza del mondo e daremo il nostro apporto alla vita del paese collaborando al suo sviluppo materiale e culturale. Questo libro è sorretto dalla speranza di essere un piccolo stimolo nella realizzazione di questo grande sogno: a scuola in primo luogo, ma anche in famiglia e in ogni altro luogo di formazione.
Un gioco divertente per ripercorrere un anno di catechismo vissuto insieme.
C'è un momento, nella vita di tutti e degli adolescenti in modo particolare, in cui la fede ricevuta da bambini in maniera inconsapevole non basta più. Mille domande si affacciano all'orizzonte: perché credere? Cosa c'è dopo la morte? Perché devo andare a Messa? E' un momento importante in cui la fede infantile si prepara a diventare adulta. Questo libro è, per i ragazzi, un manuale da consultare al bisogno; per gli educatori, tanti spunti per avviare il dialogo e il confronto; per i genitori, un aiuto per comunicare con i figli.
Le cinque brevi catechesi del Vescovo di Limoges qui raccolte puntano su altrettante verità di fede difficili da credere nel mondo d'oggi, impastato di scienza, tecnica e ragione. In sintesi, le cinque verità trattate sono: Dio è onnipotente; Gesù è nato da Dio; Gesù è risuscitato dai morti; La Chiesa è santa; Lo Spirito dà la vita eterna. Lo stile discorsivo, il linguaggio semplice e comprensibile rendono questo libro uno strumento valido per la meditazione personale e possono costituire spunto di discussione in incontri con giovani e adulti (ad esempio con i genitori e i padrini dei battezzandi e cresimandi).
Descrizione dell'opera
La vita cristiana richiede un atteggiamento di continuo discernimento. L’accompagnamento della persona in cammino o in difficoltà non può essere quindi soltanto psicologico, ma deve riguardare anche l’aspetto spirituale.
Il testo offre contenuti di psicologia pastorale, utili per l’accompagnamento nella vita quotidiana. È frutto dell’esperienza sul campo dell’autrice, che ha indagato con successo nuove piste per illuminare la finalità dell’accompagnamento, la prospettiva da cui si accompagna e i criteri che aiutano il come. Fornisce inoltre utilissimi suggerimenti pratici.
Sommario
Introduzione. I. Contesto e quadro dell’accompagnamento. 1. Il punto di partenza: alcune percezioni su come si vive e si pensa l’accompagnamento. 2. Errori frequenti e condizioni di possibilità. II. Quadro teorico. 3. Un modo di intendere l’accompagnamento nella vita quotidiana. Definizione del concetto. 4. Chiavi per l’accompagnamento: la prospettiva integrale dell’accompagnamento nella vita quotidiana. III. Suggerimenti pratici. 5. Lavorare sui contenuti nel colloquio di accompagnamento. 6. Bagaglio necessario all’accompagnatore. Appendice. 7. Frammenti d’esperienza: l’accompagnamento di Antonio. Bibliografia.
Note sull'autrice
Lola Arrieta è religiosa carmelitana. Docente di psicologia alla Pontificia Università di Salamanca, insegna anche all’Istituto teologico di vita religiosa di Vitoria (Spagna). Ha dedicato tutta la vita all’accompagnamento delle persone in prospettiva vocazionale e alla formazione dei formatori. Numerose sono le sue opere di psicologia della vita religiosa; presso le EDB ha pubblicato Convivere con l’affettività (2007).
C'è un momento, nella vita di tutti, degli adolescenti in modo particolare, in cui la fede ricevuta da bambini in maniera inconsapevole, non basta più. Mille domande si affacciano all'orizzonte, mille interrogativi esplodono: Perché credere? Cosa c'è dopo la morte? Perché devo andare a Messa? È un momento importante in cui la fede infantile si prepara a diventare una fede adulta. Una fede che rompe con le abitudini del passato per diventare più vera e più forte: ecco il significato del titolo di questo libro. Non è un thriller da leggere tutto d'un fiato, ma un volumetto da tenere a portata di mano e da consultare quando, appunto, la fede "diventa difficile", cioè tormenta, provoca, interpella. Questo libro può essere di aiuto anche per gli educatori dei ragazzi: per la catechesi, gli incontri giovanili, i ritiri spirituali, in famiglia.
Questo libro del padre Ranwez può essere considerato un classico, capace di dare un grande aiuto per trasmettere la fede ai piccoli, evitando quegli errori che portano a forme di fede inventate" e per niente cristiane.
Questo sussidio biblico presenta diverse "schede" che trattano - per un complesso di capitoli di Genesi 12-30 - le figure dei Patriarchi, le radici del popolo di Dio, mettendo in evidenza un lineamento tipico della teologia di cui sono portatori: il legame familiare, secondo quell'intreccio di genitori, figli, fratelli, sorelle e parenti che costituisce in certo modo la struttura e la dinamica dei racconti e dentro cui il Signore sviluppa il suo progetto di salvezza.
Per una famiglia il momento del pasto, specialmente quello serale, è il momento di maggiore comunione. Nella mensa la famiglia si gioca una larga parte della propria identità. Questo libro, illustrato dai simpatici disegni, è un invito alle famiglie a dedicare il giusto tempo alla propria mensa perché diventi un luogo d'incontro, di scambio e di riflessione. Gli autori suggeriscono semplicemente un metodo di lavoro, o meglio ancora, offrono indicazioni per cercare ognuno il proprio metodo, quello che meglio si adatta all'identità della propria famiglia.