Attraverso cinque saggi che scandiscono il percorso di ricerca di Claudio Pavone, "Gli uomini e la storia" presenta alcuni dei contributi più rilevanti dello storico e propone una visione coerente della fase fondatrice della nostra Repubblica che affonda le sue radici fin dalla «crisi della democrazia risorgimentale». Cuore del volume è rappresentato dal saggio sulla continuità dello Stato tra il fascismo e l'immediato dopoguerra, pubblicato per la prima volta nel 1974, e sempre più attuale. Ogni saggio è legato nella chiara e puntuale prefazione di David Bidussa a una parola chiave (Resistenza tradita, zona grigia, totalitarismo), tracciando così un discorso unitario e coerente della cornice interpretativa dello storico di "Una guerra civile". Mai come oggi la società civile è tenuta a interrogarsi sul senso della storia e su un passato non ancora condiviso. È quindi sempre più opportuno rivolgersi agli studiosi che si sono dedicati con serietà e passione alla riflessione sulle costanti, che sembrano sempre ritornare, della nostra storia nazionale.
Prendendo avvio dalla nozione di sistema e dall’esame di alcune particolari realtà – le immagini, le persone, le opere d’arte, i corpi virtuali – il volume indaga la categoria di relazione. In principio è la relazione e l’analisi dei corpi virtuali ne mostra bene l’originarietà. Ibridi ontologici, plessi di corpo e immagine, oggetto ed evento, interno ed esterno, artificiale e vivente, esistono solo nell’interazione. Come emerge in alcune operazioni artistiche che schiudono orizzonti di possibilità estetiche ed etiche.
ROBERTO DIODATO insegna Estetica all’Università Cattolica del Sacro Cuore e alla Facoltà di Teologia di Lugano. Per Morcelliana ha pubblicato: La bellezza non salverà il mondo (ebook, 2020); Logos estetico (2012) e, con E. De Caro e G. Boffi, Percorsi di estetica. Arte, Bellezza, Immaginazione (2009).
Trentaquattro discorsi pubblici pronunciati da Albert Camus dal 1937 al 1958 e raccolti per la prima volta in volume. Di intervento in intervento lo scrittore descrive e affronta quella che definisce la “crisi dell’uomo”, si sforza di restituire voce e dignità a coloro che ne sono stati privati da mezzo secolo di rumore e rabbia. Sono discorsi pieni di un profondo senso di civiltà. Per Albert Camus, infatti, quella di uomo è una professione, ritagliata su misura per ogni individuo, che consiste nell’opporsi al male del mondo per diminuirne la sofferenza. E lo scrittore non può sottrarsi a questo compito, né a questo onore: “Preferisco uomini impegnati a letterature impegnate” scrive Camus nei suoi Taccuini. “Il coraggio nella vita e il talento nelle opere non sono poi così male.” È sottile il distinguo fra cultura e civiltà, ma è sulla seconda, unita al sentimento fraterno, che gli uomini devono poter contare per vincere l’eterna lotta contro il loro destino.
Il 22 luglio 1941 Heinrich Himmler porta la moglie Margarete a visitare il giardino di erbe officinali che ha fatto costruire all'interno del campo di concentramento di Dachau: coltivare insieme piante per preparati omeopatici era stato il sogno che avevano condiviso da giovani innamorati. Il 20 aprile 1945 è il compleanno di Hitler, ed Eva Braun non si rassegna a un festeggiamento tetro, immalinconito dai presagi della disfatta: beve champagne, mette sul grammofono un vecchio disco, cerca di coinvolgere i pochi invitati rimasti in un ballo triste e sfrenato. Dieci giorni più tardi, il primo maggio, Magda Goebbels fa sedare e avvelenare i figli. Poi esce insieme al marito nel giardino del Reichstag e morde una capsula di cianuro; lui le spara alla testa, ingerisce a sua volta il veleno e si spara. Nonostante la storiografia le abbia per lo più ignorate, le donne raccontate in questo libro, mogli, compagne, amanti dei più importanti gerarchi nazisti, sono state letteralmente in primo piano sulla scena della storia. Difficilmente inquadrabili nel cliché della donna docile e sottomessa, queste Naziste hanno avuto un ruolo decisivo nella costruzione e nel consolidamento del Terzo Reich, determinando svolte, conversioni, rotture, alleanze, e conservando tenacemente la memoria dei mariti ben oltre la fine della seconda guerra mondiale. Non rimasero insomma "dietro" gli uomini ingombranti che avevano sposato, come vorrebbe l'abusato modo di dire, inermi custodi della loro vita privata; ma accanto, fianco a fianco nella costruzione quotidiana del più tragico progetto politico di tutti i tempi. Ripercorrendo diari, lettere, libri di memorie, documenti d'archivio, James Wyllie fa emergere un versante sconosciuto della storia del nazismo, e rende più comprensibile la vita interiore, apparentemente inspiegabile e mostruosa, degli uomini che hanno avverato l'incubo hitleriano. E mentre ordisce un fitto intreccio di notazioni psicologiche e trame politiche, faccende personali e questioni diplomatiche, problemi sentimentali e sogni di dominio, Wyllie ci costringe a riconsiderare la tradizionale distinzione tra pubblico e privato, tra fatti storici e gossip. Perché, parafrasando la celebre intuizione di Hannah Arendt, è necessario fare storicamente i conti con la "normalità" del male, con la sua domestica e feroce quotidianità.
Non sarebbe bello capire come le persone si comportano sul lavoro, cosa spiega le loro prestazioni lavorative, come si sentono a riguardo e come tutto ciò può influire sulla loro vita non lavorativa? Questo è l'obiettivo della psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Nello specifico, la psicologia del lavoro è una specializzazione incentrata sull'applicazione dei principi psicologici nel tentativo di comprendere le persone al lavoro. Nel corso del libro, questo ci porta a considerare diversi aspetti, a partire da come meglio individuare una buona corrispondenza tra persone e lavoro attraverso le procedure d'assunzione, come formare e valutare i lavoratori, come motivare le persone sul lavoro e come farle sentire soddisfatte. Inoltre si esamina come il lavoro condizioni la vita extra-lavorativa delle persone e cosa i datori di lavoro possono fare per mantenere i lavoratori sani, produttivi e soddisfatti. In altre parole, se volete sapere cosa rende le persone felici e produttive sul lavoro, questo è il libro che fa per voi.
L'arte è bellezza, ma è, prima ancora, storia delle persone e del loro percorso di liberazione e di presa di coscienza del mondo e della società.
"Questo libro, come tutti i libri, è un'idea, una specie di sogno. Il sogno che l'arte possa ancora essere capace di liberarci. L'arte figurativa, il cinema, la letteratura, la musica liberano la mente e i cuori, e possono rompere l'assedio del pensiero unico. È un potere nascosto, perché secondo l'opinione dominante anche l'arte sarebbe solo una merce come le altre. Noi, invece, pensiamo che sia l'arte l'alleata forse più forte dell'umano: contro la morte".
Le opere d'arte non sono solo "pezzi da museo" o, peggio, oggetti di consumo di quella che viene chiamata industria culturale. Studiare l'arte e visitare le sue espressioni serve a diventare cittadine e cittadini. Amare l'arte non significa occuparsi dei gingilli dei ricchi, ma di un patrimonio culturale comune che appartiene anche a chi, apparentemente, non ha nulla. Un patrimonio grazie al quale scoprire che è esistito un passato diverso, e che dunque sarà possibile anche un futuro diverso. Da questa consapevolezza nasce il libro di Tomaso Montanari e Andrea Bigalli, una finestra su venti vere "grandi opere", note e meno note, del nostro Paese. Spaziando fra venticinque secoli e venti regioni, si va da Masaccio ai Murales di Orgosolo, dall'Abbazia di Novalesa a Giotto, dai Bronzi di Riace a Carlo Levi.
Il volume ideato e curato da Isabella D’Isola indaga il rapporto tra esseri umani e animali nelle principali religioni mondiali. Partendo dallo studio della Bibbia ebraica, di quella cristiana e del Corano, e passando poi all’analisi di buddhismo, sikhismo, induismo, confucianesimo e taoismo, emergono le differenti concezioni dell’importanza e del ruolo degli esseri umani nell’ordine del creato e della natura.
«L’analisi delle posizioni filosofiche, storiche, etiche, bioetiche, economiche, letterarie, scientifiche non è bastevole per la comprensione delle relazioni con gli animali. Attraverso i secoli le religioni hanno determinato le modalità esistenziali dei credenti e dei non credenti, hanno costituito uno sfondo ideologico di cui è necessario avere coscienza per comprendere come gli esseri umani si sono relazionati con il mondo».
Isabella D’Isola
Indice testuale
Introduzione
di Isabella D’Isola
1. «Non metterai la museruola al bue, mentre sta trebbiando» (Deut. 25,4)
Esseri umani e cura degli animali nella tradizione ebraica
di Claudia Milani
2. Un cantico per le creature
Tracce animaliste nel pensiero cristiano
di Raffaele Mantegazza
3. Gli animali nel Corano: il rapporto fra Allah, uomo e natura
di Francesca Badini e Francesco Cargnelutti
4. «Aspiro soltanto ad essere l’asina di Balaam»
Protestantesimo e animali
di Daniela Di Carlo
5. Religioni indiane e mondo animale
di Donatella Dolcini
6. Buddhismo: che tutti gli esseri possano essere felici
di Marilia Albanese
7. Rappresentazioni degli animali nei miti e nelle leggende dalla Cina arcaica ai nostri giorni
di Isabella Garofali
Gli autori
Bibliografia
di Michele Cacciapuoti e Isabella D’Isola
A te che questo tempo ha appena portato a sfogliare le pagine di questo libro. Devo dirti una cosa importante: ti prego, fa' attenzione. In questo libro, non troverai nessun supereroe e nemmeno parole come "mantello" o "e dalla lampada uscì", no, niente di tutto questo. Qui troverai una vita vera, una vita che esiste, e le vite vere che esistono sono fragili, delicate, forti ma piene di cuore e di spaventi che ci portiamo dentro da anni e anni o, forse, da tantissime vite. Ci sono dentro coraggi e amore e amici, e c'è il mare, e un parco giochi incastrato nel centro della città. Ci sono i ricordi, tantissimi ricordi. E come ci insegna il piccolo Noah, il protagonista di questa avventura calma, i ricordi sono importanti. Meglio salvarli, quelli buoni. Età di lettura: da 6 anni.
Sommario
3 Editoriale Lorenzo Bertocchi
6 In bacheca
7 Di vedetta Gianpaolo Barra - Riccardo Cascioli
8 Chiesa Matteo Matzuzzi
9 Mondo Benedetta Frigerio
10 Economia e Stato alla prova delle criptovalute AA. VV. Abstract
18 ESCLUSIVO – Cardinale Pell: le mie prigioni George Pell Abstract
23 Attacco all’embrione, qualcosa o qualcuno? AA. VV. Abstract
26 Kattolico Rino Cammilleri
28 L'abito lo fa il monaco Luisella Scrosati
41 Jocelyne della terra e del cielo AA. VV. Abstract
44 Alla mente non basta il cervello Francesco Agnoli
46 Ican Illich, la dittatira sanitaria Marco di Matteo
49 La democrazia di Atena, mito e realtà Valerio Pece
52 Matita blu - La nuova sinistra di Elly Schlein Andrea Zambrano
53 Parole proibite Andrea Zambrano
54 Filosofando - Attento a dove metti i soldi Giacomo Samek Lodovici
56 La riscoperta del sacro Andrea Zambrano
57 Un vescovo risponde Francesco Cavina
58 Miracoli - Quel ritratto tecnicamente inspiegabile Saverio Gaeta
61 Schermi Laura Cotta Ramosino
62 La rosa del Timone Tommaso Scandroglio
63 Catt woman Raffaella Frullone
64 Biblioteca Vincenzo Sansonetti
65 Social
66 Don Camillo sul crinale Lorenzo Bertocchi
Dossier
Sgranando la corona si fa la storia AA. VV. Abstract
Perché abbiamo bisogno di amici? Come possiamo fare nuove amicizie? Come si riconosce un vero amico? Cosa possono fare gli amici insieme? Scoprilo in questo fantastico libro. Età di lettura: da 3 anni.
La fama di Saladino in Occidente affonda le sue radici nel 1187, quando «il re vincitore» riconquistò Gerusalemme sconfiggendo i cristiani, che la detenevano da quasi novant'anni. Nonostante li avesse sconfitti, il sultano si guadagnò il rispetto e l'ammirazione dei «franchi» perché non si era lasciato andare al massacro efferato dei nemici, in stridente contrasto con le violenze brutali e ingiustificate perpetrate dagli eserciti della Prima crociata. Jonathan Phillips, esperto di storia delle crociate, parte da qui per riscoprire le origini lontane dell'eccezionale popolarità di cui godette Saladino, indagando una vasta quantità di fonti arabe ed europee. In due decenni, il fondatore della dinastia degli Ayyubidi unificò Egitto e Siria, dando vita a un impero compatto e leale che abbracciava tutto il Vicino Oriente. Affrontò la rabbia prorompente dei soldati della Terza crociata, tra le cui file spiccava Riccardo Cuor di Leone, e fu ricordato, nelle cronache coeve e nei resoconti successivi, come un uomo generoso, onesto, devoto e colto. Il suo animo quasi cavalleresco lo rese un condottiero stimato al punto da meritarsi un posto tra gli spiriti di grande valore della "Divina Commedia", impossibilitati a salvarsi soltanto perché non cristiani. Tolleranza, sobrietà e generosità furono le virtù che rinvigorirono il suo prestigio nel XIX secolo, quando la fascinazione europea verso il medioevo fu condivisa da storia, letteratura e teatro. La sapienza militare e politica, che non risparmiò di contrastare gli eretici e gli infedeli con un obiettivo unificatore, fu invece alla base della celebrità del sultano, assurto a simbolo della resistenza e della vittoria sull'Occidente invasore, nella cultura di massa del mondo islamico. Saladino ebbe un ascendente ancora maggiore quando il nazionalismo arabo cominciò la sua ascesa e Nasser, Saddam Hussein, bin Laden cercarono di sfruttarne l'eredità richiamandosi a lui nei modi più disparati. A seconda dei casi, dunque, Saladino fu ricordato come un sovrano mite ed erudito, oppure spregiudicato e senza scrupoli. "Il sultano Saladino" ci consegna un resoconto, spogliato di qualsiasi pregiudizio, di un uomo che dopo otto secoli può ancora contare su un'eredità vibrante che mescola storia e leggenda, e ci aiuta a capire quanto possa essere ambiguo, nella contemporaneità, il travisamento della realtà storica.