La lunga vita di due gemelli identici, chiusa in un cerchio magico con un raggio di poche miglia, intorno a una fattoria del Galles ("sulla collina nera").
Suggestioni horror e personaggi cyberspaziali, l'incubo di certe colonie penali su Altair IV e poi, alla maniera dei cartoon, i secrétaire del Settecento, con ribaltina, che tentano di spacciarsi, riuscendovi, per esponenti politici di primo piano; le terrificanti profezie "elettorali" di Lovecraft-Poe; dei gran diari tenebrosi del Paraguay non indegni, sempre sul piano dell'incubo estremo, d'uno Stoker o d'un Barker. E' dunque il trash delle culture giovanili d'oggi uno degli ingrediendi di cui Silvia Ballestra sembra servirsi a profusione per dar corpo a pagine esilaranti. Un mondo "trasho" e vertiginoso di rimandi e citazioni che l'autrice scaraventa nella pentola alchemica delle sue narrazioni.
Il volume raccoglie il meglio dei saggi letterari di Giorgio Caproni, protagonista discreto della vita culturale italiana del dopoguerra. Quello che ne esce è il percorso di un critico-poeta autorevole e lucido, grazie a una serie di doti indiscutibili: il fiuto nel riconoscere a colpo sicuro, non solo la qualità di un autore, ma anche il suo significato storico e le sue possibili linee evolutive, l'infallibile felicità nell'esprimere giudizi, la spregiudicata inventività nell'indicare connessioni e paralleli, a prima vista sbalorditivi ma illuminanti, l'assoluta non arroganza della scrittura.
Secolo lungo il nostro, anzi lunghissimo, soprattutto a percorrerlo a ritroso per tornare alle origini e arrivare all'oggi. Mille anni sembrano trascorsi e non cento perché ci sia stato il tempo per tutte le cose che sono accadute, per i capovolgimenti e le rivoluzioni, le passioni e gli ardori, i disastri e le lotte, le speranze e le attese. Per raccontarlo ci vuole la pazienza della memoria e l'estro della fantasia. Il romanzo racconta il cammino, attraverso tre generazioni e i tre protagonisti, padre, figlio, nipote, del loro tempo: l'anarchico ribelle, il partigiano, il giudice. Tutti sullo stesso palcoscenico che vede culle e bare, spoliazioni e banchetti in un'antica casa contadina nella terra padana.
Marie-Eve vive nei Caraibi. E' una donna apparentemente realizzata. Artista, alla vigilia di un vernissage destinato a essere la sua consacrazione, incontra una coppia strana che ha paura di riconoscere. Comincia così un lungo viaggio interiore che porterà nel Gabon e sulle rive del fiume Congo. In un'Africa arsa di sole, risonante di musiche e scintillante di danze, ancorata ad antiche convinzioni e interrogativa sul ruolo da svolgere in questo secolo di velocità, la protagonista narra una storia d'amore, ma anche una società indagata dal suo sguardo affettuoso, ironico e lucido.
In questo secondo romanzo, che fa parte di un trittico sull'antica Roma, i grandi protagonisti sono i condottieri Caio Mario e Lucio Cornelio Silla, il primo anziano e in declino come generale e come uomo politico, il secondo nel pieno vigore della maturità, affascinante, spietato, dissoluto e assetato di gloria e di potere. Grandi battaglie in terra d'Asia, grandi confronti in Senato fino ad arrivare alla terribile guerra civile. Nello scenario: spie e traditori, matrone incorruttibili e adultere, assassini e straordinari esempi di integrità.
In un paesino olandese da cartolina "dove tutti sono felici, o quasi, e soprattutto dove tutti controllano i propri istinti perché questa è la regola se si vuole vivere nella società", Maigret scopre subito una rete di sofferenze e insofferenze, di passioni e di risentimenti, e provvede a spiegare un delitto mettendolo in scena e facendo recitare a ciascuno dei protagonisti la parte che gli spettava nella realtà.