Questa storia ha inizio quando George Adamson, guardiacaccia di una riserva in Kenya, si trova costretto ad uccidere una leonessa. Comprende subito che l'animale ha lasciato tre cuccioli e decide di prenderli con sé. I cuccioli vengono svezzati da Joy, moglie del guardiacaccia, che stabilisce un particolare feeling con la più piccola, Elsa, destinata a rimanere con gli Adamson fino a quando non diventerà autonoma. Elsa è vissuta in libertà e a stretto contatto con l'uomo fino all'età di tre anni per poi essere restituita, dai suoi genitori adottivi, allo stato brado. Questa esperienza, qui raccontata da una dei suoi protagonisti, ha rivelato la possibilità di un rapporto diverso fra uomo e natura.
Il volume analizza l'atteggiamento della cultura umanistica di un secolo intero nei confronti della tecnica e fornisce una mappa per muoversi al suo interno. Si ferma sui maggiori filosofi che l'hanno tematizzata e su quella folla di intellettuali e letterati che ne hanno parlato: vengono indagati perciò la sociologia del primo Novecento e la fantascienza, la cultura della crisi, la grande narrativa e le utopie negative. Un tema centrale è il rapporto fra tecnica e politica: da un lato infatti la tecnica è stata considerata strettamente connessa all'idea di democrazia, dall'altra è stata (ed è tuttora) vista come l'incarnazione di un totalitarismo aggiornato con i tempi. Presentazione di Gianni Vattimo.
"I capitoli che compongono il libro hanno per oggetto la nuova astronomia, le osservazioni compiute con il cannocchiale e il microscopio, il principio di inerzia, gli esperimenti sul vuoto, la circolazione del sangue, le grandi conquiste del calcolo ecc., ma accanto a questi argomenti i vari capitoli sono anche volti a esporre le grandi idee e i grandi temi che furono centrali nel corso di quella 'rivoluzione': il rifiuto della concezione sacerdotale o ermetica del sapere, la nuova valutazione della tecnica, il carattere ipotetico o realistico della nostra conoscenza del mondo, i tentativi di impiegare i modelli della filosofia meccanica, l'introduzione della dimensione del tempo nella considerazione dei fatti naturali." (Dalla premessa)
Queste sono le prime lezioni di Feynman - saranno seguite da "Sei pezzi meno facili" - e partono da zero. Si dice di cos'è fatta la materia, atomi in moto, che sotto la materia c'è dell'altro, il mondo quantistico e i suoi paradossi. L'autore riesce a dare il senso dell'evolversi della fisica nel secolo appena trascorso, mettendone in luce il legame con le altre scienze. Ad ogni lettura cade una buccia della magica cipolla e si apre un nuovo affascinante scenario.
In passato, la scienza ha creduto di poter provare l'inferiorità biologica della donna e giustificarne la discriminazione sociale dimostrando le minori capacità mentali del sesso femminile. In questo saggio, Lesley Rogers analizza gli studi condotti sul comportamento sessuale e sulle differenze riscontrate fra cervello femminile e maschile, evidenziando come, in ogni epoca, le affermazioni "scientifiche" sulle caratteristiche dei due sessi abbiano riflesso la cultura del tempo.
Nel 1969 Gell Mann vinse il premio Nobel per la fisica proprio grazie ai quark, "i mattoni del mondo", che furono da lui teorizzati, scoperti e battezzati in onore di un famoso passo di Joyce. Lo stesso Gell Mann in quest'opera ci invita a passare "dal quark al giaguaro", cioè dalle leggi fondamentali della fisica alla complessità del mondo reale. Il sottotitolo sintetizza lo spirito e il contenuto del libro. Nella prima parte trovano posto varie "avventure" dell'autore: è quasi una piccola autobiografia scientifica. La seconda e la terza parte sono dedicate rispettivamente al "semplice" e al "complesso", cioè alle leggi fondamentali della fisica e ai sistemi biologici. L'ultima parte tira le fila del discorso.
"Continuamente mi sento chiedere: Come le è venuta la passione dell'astronomia? L'ha avuta fin da piccola? A sentir parlare di passione arriccio subito il naso. Infatti le passioni di solito durano poco e, del resto, se sono diventata astrofisica è stato un po' per caso..." Con queste parole Margherita Hack inizia la sua autobiografia, che non è solo il racconto di una vita ricca e della formazione di una grande scienziata. E' anche un emozionante viaggio nell'universo, è la testimonianza di una partecipazione civile alle vicende della società italiana, è una difesa, tenace ed appassionata, del metodo scientifico contro tante forme di superstizione e irrazionalismo.
Concepito per principianti e scienziati, per studenti e insegnanti, per filosofi e ingegneri, il libro offre una illustrazione accessibile del mondo matematico. Scritto in ordine sistematico, il libro può essere letto anche per gruppi di capitoli a seconda delle esigenze conoscitive e didattiche, e in ogni caso l'esposizione gradua sempre opportunamente le difficoltà. In questa nuova edizione, il curatore ha aggiunto commenti e integrazioni in vari luoghi del testo e un intero capitolo dedicato ai recenti sviluppi della matematica.
Robotica e bioingegneria permettono oggi di riprodurre le funzioni naturali degli organismi viventi. Questo risultato e i suoi più inquietanti risvolti sono in realtà il riflesso di un'attitudine che accompagna l'intera storia della tecnologia nel suo tentativo di ricreare artificialmente la natura. Massimo Negrotti delimita il campo di una nuova "teoria dell'artificiale" per eliminare gli equivoci del senso comune e per comprendere anche in senso etico le prospettive del sapere scientifico.
E' possibile ridurre una teoria scientifica a un'altra teoria scientifica o, più in generale, una scienza a un'altra scienza, per esempio la biologia alla chimica, o la chimica alla fisica? E' possibile spiegare compiutamente la stratificazione del reale in più livelli - particelle, atomi, molecole, cellule, organismi viventi pluricellulari, sistemi sociali - deducendo le leggi dei livelli più complessi da quelli dei livelli più semplici? Quanto problematiche siano le risposte a queste domande lo attestano le categorie interpretative, come quelle di "riduzione","sopravvivenza", "emergenza" e "olismo", discusse da scienziati e filosofi nel corso del Novecento con il fine di analizzare significato e limiti del riduzionismo.
Questo libro è un'analisi del modo in cui noi veniamo a conoscenza del mondo e lo descriviamo. Nelle sue pagine vengono esaminati un'abitudine, un pregiudizio e una constatazione. Ecco l'abitudine: gli esseri umani tendono a descrivere il proprio ambiente dicendo che esso è formato da cose corporee. D'altra parte, le descrizioni di questo tipo sono possibili solo in quanto possiamo usare un linguaggio fatto di fonemi, parole, gesti ecc. E qui si innesta il pregiudizio. Esso consiste nel credere che il linguaggio sia un veicolo grazie al quale si catturano idee e significati. La constatazione è, infine, la sensazione che abbiamo nell'esplorare l'ambiente e le descrizioni di quest'ultimo.