Il trattato la Notte Oscura del grande mistico spagnolo (1542-1591), - fondatore dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, santo e dottore della Chiesa, considerato uno dei maggiori poeti in lingua spagnola - costituisce un dittico dottrinale con la Salita del Monte Carmelo, a cui si ispira. In esso Giovanni commenta e spiega il significato del suo testo poetico, in cui descrive il viaggio dell'anima dalla propria sede corporea verso l'unione con Dio. Il testo ha un forte significato teologico e letterario.
La specificità della traduzione di Luisito Bianchi sta nell'estrema fedeltà al pensiero dell'autore, ma soprattutto nello sforzo di aderenza al suo stile (rispetto dell'andamento sintattico, con tutte le subordinate, gli incisi, le ripetizioni, le riprese del pensiero).
Sommario
Nota preliminare del traduttore. NOTTE OSCURA. Prologo per il lettore. Canzone dell'anima. Libro primo. In cui si tratta della Notte (passiva) del senso. Libro Secondo. Della Notte oscura. Si parla della più intima purificazione costituita dalla seconda Notte (passiva) dello spirito. Giovanni della Croce (1542-1591). Notizia storica e letteraria (p. L. Gaetani ocd).
Note sul traduttore
LUISITO BIANCHI è nato a Vescovato in provincia di Cremona, ed è sacerdote dal 1950. È stato insegnante e traduttore, prete-operaio e inserviente d'ospedale. Attualmente svolge funzione di cappellano presso il monastero benedettino di Viboldone (Milano).
L’estetica è una disciplina le cui categorie mutano al variare dei tempi e delle rispettive questioni filosofiche. Ecco perché non può essere sistematica: nella molteplicità delle forme dell’arte si riflette la pluralità delle sue prospettive. Queste pagine cercano di rendere tale complessità riformulando la riflessione estetica in tre interrogativi – cos’è arte, bellezza, immaginazione? – e affrescando itinerari per una sua definizione.
Di qui le tre sezioni del libro, con ricche introduzioni e testi commentati. L’arte: nell’antichità si declina come mimesis, in differenti accezioni – in Platone, Agostino, Aristotele, Plotino fino a Giordano Bruno. È la dialettica tra arte e verità, con le sue aporie, a divenire dominante nella modernità: l’arte ha sempre più a che fare con la verità che noi stessi siamo, diversamente declinata in Hegel, Schopenhauer, Schelling, Vico. L’età contemporanea coglie la differenza fra opera e rappresentazione: l’arte diventa enigma – un tema esplorato da Heidegger, Adorno, Merleau-Ponty.
La bellezza: se nell’antichità è sinonimo di equilibrio e perfezione (Agostino, Vitruvio, Platone, Plotino, Firenzuola), nel moderno richiama un modello di universalità (Kant, ma anche Burke, Baumgarten, Winckelmann, Hegel). Il contemporaneo invece rompe con il paradigma della “forma bella” (Baudelaire, Vigarello, Dostoevskij, von Balthasar, Danto) proponendo altri modelli: la bellezza dell’effimero, la bellezza artificiale.
L’immaginazione: è imitare immagini o produrne di proprie? È un concetto che oscilla tra phantasía e imaginatio, e muta da Aristotele, Plotino, Averroè e Marsilio Ficino fino ai moderni – Montaigne, Spinoza, Hume, Kant, Novalis – rovesciando il suo significato, nell’età contemporanea, da rappresentazione in irrealtà, creazione d’essere e potenza trasformatrice, con Ribot, Sartre, Jung, Bachelard, Foucault, Marcuse.
Rileggere i classici sotto la lente di queste categorie estetiche mostra come esse rimettano in gioco antiche questioni filosofiche: verità, rappresentazione, soggettività e intersoggettività.
La santa preferita dal beato Giovanni Paolo II ci aiuta a riflettere sulla realtà del Purgatorio, che, come dichiarò il papa polacco in un discorso dell’agosto 1999, “non indica un luogo, ma una condizione di vita. Coloro che dopo la morte vivono in uno stato di purificazione, sono già nell’amore di Dio, il quale li solleva dai residui dell’imperfezione”.
Visioni, dialoghi e profezie. Rivelazioni ricevute in stato di estasi dalla più straordinaria donna del suo tempo.
Gregorio di Nazianzo, vescovo di Costantinopoli vissuto nel IV secolo, teologo, padre e dottore della chiesa, fu soprattutto un uomo dall’animo complesso e tormentato che ci offre riflessioni di straordinaria attualità sul senso dell’esistenza umana. I suoi versi accattivanti tentano di carpire il significato del dolore, della morte, del nostro essere qui su questa terra, sperduti nel cosmo come formiche. È rivolgendo lo sguardo a Dio che egli comprende l’inestimabile valore dell’uomo, immagine della Trinità, e la grandezza del compito affidatogli: celebrare la gloria e l’amore del suo creatore e unirsi a lui.
Autore
Alice Franceschini, laureata in lettere classiche presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ove si sta specializzando in scienze dell’antichità, è membro dell’Associazione italiana di cultura classica.
Quinto volume, indice analitico dell'Opera Omnia di Sant'Agostino, (lettere T-Z).
Colta matrona romana, madre di famiglia, innamorata a un tempo delle Scritture e di Virgilio, Proba si cimenta nella stesura di un componimento in 694 esametri di argomento biblico. L'opera, divisa un due sezioni di estensione quasi eguale - la prima relativa a episodi dell'antica storia d'Israele, la seconda incentrata su fatti della vita di Gesù - venne presto a godere di notevole fama.
L'età di Proba è il IV secolo, un'epoca che vede il cristianesimo affermarsi definitivamente: attraverso una poesia di carattere dotto, diventa finalmente possibile e insieme opportuno dare dignità letteraria ai contenuti di questa religione. Traendo ispirazione dai testi sacri e riproponendone i temi nelle forme proprie dei centoni virgiliani, Proba e altri poeti cristiani del tempo puntano a stabilire un collegamento fra mondo classico e mondo cristiano. Nel caso della poetessa e teologa romana, a suscitare interesse non sono tanto gli argomenti della sua opera, già affrontati da altri scrittori ecclesiastici, quanto piuttosto le prospettive da cui ella li esamina, che sono sempre quelle di una donna di profonda cultura e spiccata sensibilità.
Antonia Badini è autrice del commento dell'opera e dell'analisi del contesto storico, letterario e iconografico in cui essa s'inquadra.
Antonia Rizzi ha curato la traduzione del poema e la supervisione degli aspetti più strettamente filologico-letterari del volume.
Sommario
Premessa. Introduzione. Centone. Testo e traduzione. Commento. Bibliografia. Indici.
Note sulle curatrici
ANTONIA BADINI (Castelnuovo Bocca d'Adda [Lodi], 1948) ha conseguito il baccalaureato allo Studio teologico Collegio Alberoni di Piacenza e il dottorato in Sacra Theologia alla Facoltà teologica dell'Italia centrale di Firenze. Ha frequentato il corso di perfezionamento in scienze storico-antropologiche delle religioni all'Università di Urbino. Ha pubblicato «I progenitori nella poesia biblica di Proba» in Studia Ephemeridis Augustinianum 108, che raccoglie i contributi del XXXVI Incontro di studiosi dell'antichità cristiana (Roma, 3-5.5.2007). È docente di antropologia teologica all'UNITRE di Milano.
ANTONIA RIZZI (Codogno [Lodi], 1969), laureata in lettere classiche presso l'Università degli Studi di Milano, insegna italiano e latino nei Licei.
Si tratta della meditazione sulla passione di Cristo che l’autore scrive mentre è in prigione alla Torre di Londra, in attesa della condanna a morte. È un testo libero da schemi, al di là del seguire la progressione della Passione, in cui vi sono meditazioni in cui Moro sembra parlare a se stesso e brani di tipo quasi omiletico , esposti da Moro stesso o che lui mette in bocca a Gesù.
I temi sono quindi diversi: dal dovere di ringraziare Dio dopo i pasti, alla preghiera, dalla paura di fronte al martirio al sonno dei pastori, all’interrogarsi sulle ragioni della tristezza di Cristo.
Strutturato in due parti (la seconda molto più breve) in cui ogni capitoletto è preceduto dal testo evangelico che viene commentato o meditato.
rivivendo con quella di Gesù la propria agonia, Moro si interroGa ripetutaMente sulla paura di fronte a quella Morte violenta, sulla sonnolenza che ci fa riluttanti a operare il bene, sulla necessita dell’orazione per rimanere svegli.
Punti forti
Una lunga riflessione che stimola il cristiano a un atteggiamento di vigilanza e fedeltà. Pathos, argomentazione, esortazione e ironia sono strumenti letterari efficacissimi in mano a Moro
Gioca su registri stilistici diversi: dallo stile meditativo alla lucidità argomentativa quando si tratta di questioni teologiche.
Nel testo risuona la verità e la testimonianza coerente dell’autore
Destinatari
Accessibile a tutti sempre.
Cultori di Letteratura rinascimentale
Autori
Tommaso Moro (1478-1535), grande letterato e politico del Rinascimento, amico di Erasmo da Rotterdam. È il momento dell’umanesimo religioso, che produce opere come l’Utopia, che ispira movimenti di riforma nella Chiesa. Domenico Pezzini, specialista di testi ascetici e mistici del medioevo e primo Rinascimento, ha curato per noi molti testi, da Aelredo di Rievaulx a Isacco della Stella e Pietro il Venerabile, oltre che alcuni testi di spiritualità.
Nato a Nisibi attorno al 306 da famiglia cristiana, Efrem è l'esponente più rilevante del cristianesimo di lingua siriaca. È il più grande tra i Padri siriaci nonché, senza dubbio, il vertice più elevato della poesia d'epoca patristica. È nella sua poesia e per mezzo di essa che Efrem fa teologia per i fedeli delle Chiese di Nisibi ed Edessa, nella seconda metà del IV secolo. Mettendo la sua arte poetica a servizio della liturgia, dà ai suoi inni un carattere didattico e catechetico; per questo sono allo stesso tempo teologici e adatti per la recita o il canto liturgico. I testi proposti in questo volume offono una riflessione sul digiuno; ci si "riferisce ovviamente al digiuno come a una pratica ascetica, ma di certo Efrem pensa anche al Digiunante per eccellenza, Cristo stesso, che è Colui che salva, arricchisce, libera, abbellisce, dà la vera gioia".
Il trattato Salita del Monte Carmelo del grande mistico spagnolo (1542-1591), - fondatore dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, santo e dottore della Chiesa, considerato uno dei maggiori poeti in lingua spagnola - costituisce quasi un dittico dottrinale con La notte oscura. Rimasto incompleto, si presenta come uno dei testi di Giovanni della Croce meno lineari e comprensibili, in quanto di stile ibrido tra l'elaborazione dottrinale e il commento alle strofe poetiche.
La Salita si divide in tre libri e tratta della purificazione attiva dell'uomo. Il tema della salita alla vetta simboleggia lo sforzo ascetico dell'anima in ricerca dell'unione perfetta con Dio. Il testo ha un forte significato teologico e letterario.
La specificità della traduzione di Luisito Bianchi, sta nell'estrema fedeltà al pensiero dell'autore, ma soprattutto nello sforzo di aderenza al suo stile: rispetto dell'andamento sintattico, con tutte le subordinate, gli incisi, le ripetizioni, le riprese del pensiero.
Sommario
Nota preliminare del traduttore. SALITA DEL MONTE CARMELO. Prologo. Libro primo. Libro Secondo. Libro terzo. Giovanni della Croce (1542-1591). Notizia storica e letteraria (p. L. Gaetani ocd).
Note sul traduttore
LUISITO BIANCHI è nato a Vescovato in provincia di Cremona, ed è sacerdote dal 1950. È stato insegnante e traduttore, prete-operaio e inserviente d'ospedale. Attualmente svolge funzione di cappellano presso il monastero benedettino di Viboldone (Milano).
I Padri ci insegnano non delle cose su Dio ma ad ascoltare Dio. Luogo privilegiato di questo ascolto, non in terza persona, è la Sacra Scrittura.
L'opera teologica più significativa di Ilario di Poitiers e documento storico rilevante del dibattito intorno all'eresia ariana.