La Chiesa attraversa la più grave crisi della sua storia, secondo tanti osservatori. Si ripropongono sempre più le domande su ciò che è davvero accaduto nel 2013 con la sorprendente "rinuncia" di Benedetto XVI, la sua decisione di restare "papa emerito" e la convivenza di due papi. Perché Benedetto XVI era diventato un segno di contraddizione? Cosa stava accadendo a livello geopolitico? Chi caldeggiava una "rivoluzione" dentro la Chiesa cattolica? E il papa si è veramente dimesso? Sono le domande a cui cerca di rispondere Antonio Socci attraverso i fatti, i gesti e le parole di Benedetto XVI in questi sei anni, scoprendo, come in un thriller, che egli in realtà è rimasto papa, con conseguenze ancora inesplorate. In questa documentata inchiesta si cerca di capire cosa sta succedendo in Vaticano, ma soprattutto si indaga sulla misteriosa missione a cui Benedetto XVI si è sentito chiamato, per la Chiesa e per il mondo. L'autore ipotizza che possano esserci anche eventi soprannaturali all'origine della sua scelta. C'è poi da decifrare un'antica profezia che riguarda Benedetto XVI e c'è infine una nuova rivelazione che arriva da Fatima. Che non riguarda solo la Chiesa, ma il mondo intero.
Due personalità diverse e lontane fra loro, due strade in apparenza prive di particolari punti di contatto, che si scoprono vicine nella ricerca di risposte al quesito del tempo che scorre. Per Ratzinger, il frutto di tale ricerca è la meditazione, distillata negli scritti sulla Settimana Santa, raccolti in questo volume. Per William Congdon, artista statunitense segnato dall'esperienza bellica, si tratta di una lotta dell'uomo in cerca di un tempo significativo, di una storia trasfigurata. Per Ratzinger, il Sabato Santo è un «singolare intreccio di oscurità e di luce, di dolore e di speranza, di nascondimento e di presenza di Dio», «un grande silenzio, ma un silenzio nel quale si opera una grandiosa trasformazione». Sotto questo segno radicalmente trasformativo l'uomo può accettare il suo tempo affaticato come ricchezza operosa, perché nel buio «la luce sta in attesa». E Congdon: «Dipingo su nero perché il dipingere non è rappresentare una luce che c'è e basta ma piuttosto partecipare della luce che sta divenendo dal buio - e tu la segui fino al punto o qualità di luce che è quella che ti ha afferrato». Con la riproduzione di 42 opere di Congdon, accompagnate da sintetiche schede di approfondimento a cura di Rodolfo Balzarotti.
«Una nuova generazione di cristiani è chiamata a contribuire all’edificazione di un mondo in cui l’amore non sia avido ed egoista, ma puro, fedele, e sinceramente libero, aperto agli altri, rispettoso della loro dignità, un amore che promuova il loro bene e irradi gioia e bellezza. Il mondo ha bisogno di questo rinnovamento!» Joseph Ratzinger/Benedetto XVI
La breve antologia sui sacramenti che qui viene presentata è guida preziosa alla vita cristiana. Evidenzia da una parte il centro della riflessione teologica di Benedetto XVI. Dall’altra manifesta la sua sensibilità pastorale che invita e accompagna i cristiani ai sacramenti, la fonte che sola può nutrire e rendere feconda la loro vita di fede.
Il concetto di segno sotteso alla visione dei sacramenti del teologo e pastore Joseph Ratzinger/Benedetto XVI poggia su uno dei cardini del suo pensiero: l’equilibrato rapporto tra natura e grazia, tra fede e ragione nel pensiero e nella vita del credente.
Un ottimo strumento per accostarsi ai singoli sacramenti, per comprendere e vivere la contemporaneità con Gesù, il legame d’amore con Gesù e la sua Chiesa.
Benedetto XVI è stato una figura dirompente non solo nella storia della Chiesa a cavallo tra due millenni ma nel cammino della modernità, che ha sfidato, ma in modo positivo, proponendo la scommessa della Fede in Gesù Cristo nel dibattito intellettuale, dominato da una cultura secolarizzata e secolarizzante, e riuscendo a suscitare l’interesse e la stima del mondo accademico e culturale ma anche una veemente reazione contraria. I punti cardine della sua opera teologica e del suo Magistero pontificio sono stati: l’ermeneutica della continuità del Concilio Vaticano ii, la riscoperta della liturgia tradizionale, il confronto fra Fede e Ragione, la grande sfida alla dittatura del relativismo. Le sue dimissioni, un gesto storico, hanno concluso un pontificato straordinario ma non l’influenza del suo pensiero su milioni di persone, così come la sua morte, che ha, anzi, fatto emergere come fosse ancora amato da larga parte del Popolo di Dio e come le questioni da lui poste siano più che mai attuali.
Papa Benedetto XVI affronta il mistero del figlio di Dio con gli strumenti del grande teologo e il carisma del Pastore di popoli, percorrendone la vicenda dal Battesimo fino alla crocifissione e alla Trasfigurazione sul Monte Tabor. Al centro della ricostruzione c'è la figura storica del Messia, così come ci è tramandata da Vangeli e fonti alternative: una prospettiva che evidenzia la grandezza di Cristo, perché "proprio questo Gesù è storicamente sensato e convincente". Questo libro toccante - parte di un percorso che unisce esegesi biblica e incontro spirituale - ci regala preziosi spunti per comprendere ancora più a fondo la grandezza dirompente del Nazareno: la sua figura e le sue parole hanno superato radicalmente speranze e aspettative della sua epoca, e la sua umanità ha messo in discussione tutte le categorie disponibili, rendendosi comprensibile solo a partire dal miracolo di un Dio che si è rivelato nel farsi completamente umano. "Ho voluto fare il tentativo di presentare il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale, come il "Gesù storico" in senso vero e proprio. Io sono convinto che questa figura è molto più logica e comprensibile delle ricostruzioni con le quali ci siamo dovuti confrontare negli ultimi decenni".
Novena e Meditazioni di Benedetto XVI per prepararsi a vivere il Natale. Il Natale ci aiuta a comprendere che Iddio non ci abbandona mai e sempre ci protegge e si preoccupa di ciascuno di noi, perché ogni persona, soprattutto la più piccola e la più indifesa, è preziosa ai suoi occhi di Padre ricco di tenerezza e misericordia.
Compiendo il "gran rifiuto", Benedetto XVI ha dato prova non di viltà, ma di un coraggio che acquista oggi un senso e un valore esemplari. La sua decisione richiama con forza l'attenzione sulla distinzione fra due principi essenziali della nostra tradizione etico-politica, di cui le nostre società sembrano aver perduto ogni consapevolezza: la legittimità e la legalità. Se la crisi che la nostra società sta attraversando è così profonda e grave, è perché essa non mette in questione soltanto la legalità delle istituzioni, ma anche la loro legittimità, non soltanto, come si ripete troppo spesso, le regole e le modalità dell'esercizio del potere, ma il principio stesso che lo fonda e legittima. Il 'mistero del male', di cui parla l'apostolo Paolo, non è un cupo dramma teologico che trattiene la fine dei tempi e paralizza e rende enigmatica e ambigua ogni azione, ma un dramma storico in cui l'Ultimo Giorno coincide col presente e in cui ciascuno è chiamato a fare senza riserve e senza ambiguità la sua parte.
"Caritas in veritate": è questo il titolo della nuova enciclica di Benedetto XVI, la terza del suo pontificato, dedicata ai temi sociali.
Attesa già prima della "Spe Salvi", l'enciclica sociale era stata momentaneamente accantonata dal Papa in favore di quella sulla Speranza.
Ora, dopo essere stata letta dai diversi dicasteri che hanno collaborato alla sua elaborazione, la "Caritas in veritate" (in italiano "Carità" o "Amore nella verità") è pronta ad essere pubblicata.
La lettera del Papa sarà diffusa, per la prima volta, anche in cinese, per la volontà di Benedetto XVI di far arrivare il suo messaggio ai cattolici di Pechino.
L'atteso documento papale, diviso in quattro capitoli, nella sua parte iniziale è celebrativo di altre due precedenti encicliche: la "Populorum progressio", del 1967, di Paolo VI, di cui sono stati celebrati i quaranta anni dalla pubblicazione, e la "Sollecitudo rei socialis", di Giovanni Paolo II, pubblicata invece nel 1987, che Benedetto XVI ha voluto richiamare, ritenendo anch'essa un fondamentale riferimento sui temi sociali.
Nelle parti successive viene sviluppato il tema di quanto sia stata profetica la "Populorum progressio", ma il documento di Benedetto XVI esprime soprattutto la visione della Chiesa rispetto ai cambiamenti sociali che sono avvenuti a partire proprio dai tempi dell'enciclica montiana.
L'analisi di Benedetto XVI riguarda quindi i problemi posti dal processo di globalizzazione e la necessità di un umanesimo che concili lo sviluppo sociale ed economico con il rispetto dovuto alla persona umana e con un giusto rapporto tra le categorie sociali, attenuando le eccessive disparità tra ricchi e poveri.
Povertà, pace, cooperazione internazionale, disarmo, guerre su fonti energetiche e ambiente, globalizzazione, divario digitale, microcredito: sono tutti temi toccati nel documento.
La pubblicazione di una terza enciclica a così; breve distanza dalle precedenti è fatto piuttosto eccezionale che testimonia quanto i temi sociali siano cari a Benedetto XVI e a tutta la Chiesa Cattolica.
Una enciclica sociale, infatti , era già stata oggetto della discussione delle riunioni del Collegio cardinalizio durante la sede vacante, prima del Conclave che ha eletto Joseph Ratzinger al soglio di Pietro.
Gli anni del pontificato di Benedetto XVI (2005-2013) coincidono con la crisi mondiale del modello che segue al post-'89, la caduta del Muro di Berlino. Crisi della globalizzazione e dei suoi miti, a partire dal crack finanziario del 2008; crisi dell'occidentalismo teocon, naufragato nel bagno di sangue dell'Iraq; crisi della politica mediatica, senza partiti; crisi della Chiesa, travolta dagli scandali e dai giochi di potere. Un mondo senza legami è il risultato dei processi etico-politico-religiosi degli ultimi decenni. È il trionfo della "società del vuoto" (Lipovetsky), in cui virtuale e reale si confondono e l'individualismo trionfa. Ad esso il pontificato di Benedetto ha indicato un nuovo inizio, oltre il nichilismo e il manicheismo, a partire da un rinnovato incontro tra cristianesimo e modernità.
*****IN SPEDIZIONE DAL 10 MARZO 2011
Secondo volume sulla vita di Cristo. Prosegue la riflessione di Joseph Ratzinger Benedetto XVI sulla figura e le parole di Gesù.
In passato l'autore si è dedicato agli avvenimenti che vanno dal battesimo al Giordano fino alla confessione di Pietro ed alla Trasfigurazione.
Nel presente volume vengono affrontati in nove capitoli gli episodi decisivi della vita di Gesù, quelli al centro della fede cristiana: la passione, la morte e la Risurrezione di Cristo.
Gesù di Nazareth è l'ultimo grande libro che uno dei maggiori teologi del XX secolo si era proposto di scrivere come atto conclusivo del suo percorso intellettuale e scientifico, prima ancora di essere eletto Papa. Così l'autore non intende parlare in primo luogo quale Romano Pontefice, ed il libro non vuole essere un atto ufficiale del suo magistero. Ma questa apparente debolezza in realtà si rivela la forza di un libro che desidera liberamente interloquire con tutti.
L'analisi tanto appassionata quanto scientificamente rigorosa degli avvenimenti - l'Ingresso a Gerusalemme, la Lavanda dei piedi, l'Ultima Cena, il Getsemani ed altro ancora - è come attraversata da una nota di sottofondo sempre ricorrente: è la domanda di importanza decisiva ad un tempo per lo studioso e per ogni credente: il Gesù nel quale crediamo è anche il Gesù veramente esistito? I Vangeli ci mostrano la figura di Gesù la più storicamente sensata e convincente?
Così diviene evidente che in questo libro l'autore non intende solo cimentarsi nelle dispute teologiche relative ad una figura, quella di Gesù di Nazareth, con la quale il teologo si è occupato tutta la vita, Joseph Ratzinger - Benedetto XVI intende insieme adempiere al suo compito sacerdotale ed episcopale: con un linguaggio avvincente ed immediatamente accessibile prende per mano tutti ed ognuno - esperti e non, credenti e non - per accompagnare all'incontro con un uomo in carne ed ossa che è più di un uomo e la cui tomba trovata vuota, oggi come ieri, è un avvenimento che può ragionevolmente soddisfare le speranze e le aspettative più vere di ognuno di noi.
***************LA NOSTRA PRESENTAZIONE***************
Dal libro del Papa alla fede in Cristo.
Osservando le novità editoriali che si affastellano sugli scaffali delle librerie a carattere religioso, si può notare una vasta produzione libraria dedicata allo studio del Gesù storico: dai tomi scientifici e di ricerca serrata ai fascicoli di divulgazione, si assiste al continuo della third quest che, dal 1975 circa, procede nello studio storico della figura umana di Gesù. Teologi, filologi ed esegeti, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, si sono cimentati nella ricerca su Gesù, uomo vissuto in Palestina e condannato alla pena della crocifissione da Ponzio Pilato nel primo secolo della nostra era.
Queste analisi, volte ad approfondire la storicità della vita terrena di Gesù e che si sono susseguite in un incalzare di tre distinte tappe (old, new e third quest), hanno prodotto una grande quantità di immagini di Cristo. Esse in un movimento “a pendolo” hanno avuto un'oscillazione che ha portato a considerare Cristo da moralista a fazioso politico e rivoluzionario, da mago a filosofo, da asceta mistico a fondatore di una nuova religione, il tutto avendo come sfondo o come contesto i vangeli analizzati sotto l'egida delle norme del metodo storico-critico.
Dai risultati delle analisi che si sono prodotte nel corso dei decenni è risultato un rilancio inatteso di Gesù come figura dalla grande attualità in un mondo sempre più scristianizzato od indifferente al discorso religioso. Tra i molti teologi che si sono cimentati nella ricerca sul Gesù storico, nel 2007 c'è stato un evento che ha avuto le caratteristiche dell'assoluta novità. Per la prima volta è un Papa, Benedetto XVI, il teologo Joseph Ratzinger, a scrivere e pubblicare un libro su Gesù. I suoi predecessori sul soglio di Pietro ci avevano abituati ad opere diverse, dall'indole biografica (Il Giornale dell'anima di Giovanni XXIII, i testi inediti di Giovanni Battista Montini o la storia vocazionale di Giovanni Paolo II in Dono e mistero per il suo 50° di sacerdozio) ma mai prima d'ora un Papa aveva prodotto una pubblicazione monografica sul Cristo, frutto delle ricerche di anni di studio. Gesù di Nazaret di Papa Benedetto è infatti un'opera in cui egli espone l'intera vita di Gesù Cristo, mettendo gradualmente in luce il significato ed il valore delle sue parole e dei suoi gesti.
Quando la prima parte della sua opera uscì in molti si erano chiesti, in modo ingenuo, se un tale libro avesse delle implicazioni magisteriali, senza contare che il magistero universale del Papa si svolge e rivolge ad ambiti differenti; le questioni del resto erano state chiarite dal Papa stesso il quale, alle prime pagine, dichiarava che il suo è un testo in cui è raccolta la sua personalissima ricerca “del volto del Signore” (Sal 27,8).
Da dove deriva questo libro, Gesù di Nazaret, nelle sue due parti? Conosciamo il pontefice Benedetto XVI ma conosciamo anche il teologo Ratzinger, il professore e lo studioso che ha dedicato la sua vita alla ricerca ed all'insegnamento. Ricordiamo inoltre che ogni anno il Papa, secondo una sua consuetudine, anch'essa del tutto nuova, riceve in udienza i suoi alunni. L'aspetto accademico del Papa forse viene dimenticato ma il contesto storico in cui egli era impegnato nelle attività accademiche universitarie è dato proprio dal periodo in cui il discorso sul Gesù era fervente ed in pieno dibattito nel mondo cattolico e protestante. L'insegnamento di Ratzinger si stagliava quindi nel quadro di un impegno volto ad una maggior conoscenza e comprensione del Cristo professato dalla fede. Questi suoi libri sono, in un certo senso, una sua risposta alle diverse inchieste su Gesù. Il metodo, applicato allo studio di Gesù nella sua esistenza concreta, nel suo svolgersi ha dato adito ad un'inevitabile separazione tra il Cristo della fede ed il Gesù della storia.
La riflessione del Papa su Gesù, di come la fede in lui ha attraversato la Storia degli uomini, si caratterizza e si innalza rispetto alla precedente letteratura perché oltre ad essere un libro sul Figlio di Dio fatto uomo nel solco della vicenda storica della Palestina del I secolo, è anche un libro in cui Gesù non è relegato nella storia ma è una figura coerentemente storica capace di interpellare l'attualità. Il messaggio di Cristo è presentato da Benedetto XVI nei suoi risvolti odierni; non siamo di fronte ad un testo meramente intellettuale corredato di sole teorie scientifiche e prove documentarie sull'esistenza di Cristo ma è una esposizione di quanto Egli sia presente nella vita e nella fede della Chiesa lungo il corso dei secoli. L'attualità della vita di Gesù diviene forte e interpella il lettore e la sua fede. Il libro di Benedetto XVI segue quindi un metodo preciso che vorremmo ricordare per poter comprendere meglio la prossima uscita della seconda parte di quest'opera.
Già nel 1969 quando Ratzinger pubblicò Introduzione al Cristianesimo erano state gettate le basi dei suoi libri. Nel pensiero del Papa è ribadita innanzitutto una precisa posizione di distacco dal metodo storico-critico che fino ad ora ha guidato in modo esclusivo la ricerca sulla storicità di Cristo. Il metodo ha un valore che non viene messo in dubbio ormai da nessuno, in ambito accademico, ma il problema rilevato dal Papa è che esso rischia di sezionare e smembrare il testo in esame prescindendo dal continuo riferimento al contenuto che esso trasmette. Un uso privilegiato di questo metodo può aiutare la ricerca ma pone anche il pericolo di perdere di vista l'annuncio e le proposizioni di fede che i testi relativi a Gesù trasmettono. Il Papa allora si propone e realizza una lettura delle vita di Gesù alla luce della totalità della Scrittura in una visione del messaggio di Cristo esteso sull'Antico e sul Nuovo Testamento “intimamente collegati tra loro”. Nel pensiero del Papa l'ermeneutica cristologica ha necessariamente al centro Cristo ed il suo riferimento costante all'unità dei due Testamenti, presupponendo una scelta di fede che non riesce a derivare dal metodo storico-critico.
Chi possiede una certa frequentazione dei discorsi e delle scelte del Papa, ha potuto riconoscere a più riprese la precisa impostazione del pontefice: egli non cerca di imporre la fede ma costringe i suoi interlocutori a pensare, a riflettere. Le sue opere sono essenzialmente questo, un continuo ritornare al fides quaerens intellectum di sant'Anselmo, in cui la ragione lavora con e per la fede, affinché essa sia autentica e perché l'uomo nella sua interezza possa accedervi non solo nel moto dei sentimenti ma anche nella riflessione della mente. Il Papa nello scrivere la vita di Gesù porta a compimento questo suo particolare itinerario chiedendo di non opporre la fede alla storia o di abbandonarla in una posizione che gli sia inferiore. Le ricerche del Papa offrono al lettore, credente e non, un Gesù che è un uomo concreto, reale, pieno di senso e da cui la Chiesa non può prescindere. Tra le fonti dell'opera del Papa si pongono i vangeli, integrati con ciò che su di essi ha potuto trasmettere la ricerca esegetica. Con l'uscita di Gesù di Nazaret. La settimana santa, dall'ingresso a Gerusalemme alla resurrezione, continua il cammino interiore che ha spinto il Papa a scrivere su Gesù. Un cammino segnato dall'erudizione di un grande studioso e dalla semplicità con cui egli è capace di trasmettere al mondo il suo pensiero. Questi due libri sono infatti la testimonianza viva dell'impegno di un teologo che spiega e illustra l'esperienza terrena di Cristo mostrandone il significato per la storia e per l'uomo di oggi incardinando le sue pagine sulla vera e vivificante persona del Figlio di Dio.
Questa seconda parte, in cui le parole del Papa si sono profuse sull'esposizione del centro dell'annuncio cristiano, il mistero pasquale di passione, morte e resurrezione di Cristo, sono anche la descrizione del “fallimento del profeta”, quel fallimento visto dall'antico Israele e che ha la sua dimensione visiva nell'abbassamento della crocefissione: “Egli – diceva il Papa nel suo primo testo – finisce sulla croce ma proprio dalla croce deriva la grande fecondità”.
La Regola di san Benedetto nei capitoli che parlano del lavoro manuale ed intellettuale del monaco, quasi ad introdurre il successivo tema del digiuno e della Quaresima, afferma:
“In quei giorni di Quaresima ciascuno riceva un libro dalla biblioteca e lo legga ordinatamente da cima a fondo” (RB 48,15)
Questo ammonimento del padre del monachesimo occidentale può essere un concreto esempio per noi e per la nostra Quaresima. Il nuovo volume del Papa esce nel giovedì dopo la celebrazione delle Ceneri, inizio della Quaresima nel rito romano. Caratterizzare il tempo della conversione quaresimale con la lettura del nuovo libro del Papa, che ha come oggetto i misteri centrali della vita di Gesù, può essere un valido strumento per preparare lo spirito all'esultanza della celebrazione della Pasqua del Signore. È utile, in questo senso, fare nostre le parole che Benedetto XVI aveva scritto nel suo primo libro, utilizzandole come “parole chiave” della Quaresima 2011: “il tema più profondo dell'annuncio di Gesù era il suo personale mistero, il mistero del Figlio di Dio, in cui Dio è fra noi e tiene fede alla sua parola”.
Francesco Bonomo
Questo breve saggio rivisita il tema della nuova evangelizzazione del sociale alla luce del Magistero di Benedetto XVI e Papa Francesco. In particolare l'autore, al fine di realizzare una nuova tappa dell'evangelizzazione, presenta l'importante e stimolante apporto dei pontefici con riferimento ad alcuni campi della pastorale e dell'educazione, quali l'antropologia, il lavoro, la salvaguardia del creato, economia e finanza, democrazia. Un importante documento utile a tutti i fedeli per conoscere il magistero di Benedetto XVI e Papa Francesco sul tema dell'evangelizzazione.
Aveva previsto tutto. La cesura del Sessantotto, il collasso della sua Chiesa, il dominio del relativismo, l'addio dell'Europa al cattolicesimo senza lacrime né nostalgia, il fanatismo islamico, il neomarxismo della Chiesa del popolo, gli ecologismi apocalittici, il mondo nuovo delle Nazioni Unite, il paradosso di un Occidente che al massimo della propria potenza materiale raggiunge l'apice dell'insicurezza culturale, l'avvento di un'Europa post-europea. È Joseph Ratzinger. Prima di diventare Benedetto XVI, in mezzo secolo di saggi, conferenze e interviste, Ratzinger ha compiuto un lucido pellegrinaggio nella modernità e nel vecchio mondo segnato dalla mancanza di respiro, dal vuoto, dalla derisione. Da papa, la sua presenza era intollerabile, il suo genio una minaccia, le sue dimissioni sono state un sollievo per tanti. A distanza di quindici anni dall'elezione al soglio pontificio, Benedetto XVI appare come l'"ultimo papa" di cui parlava Friedrich Nietzsche. Almeno d'Occidente. Introduzione di John Waters.