Un décor quasi convenzionale (la Firenze frequentata dalla colonia inglese, vista però da una distanza molto più ravvicinata del solito), una donna bellissima e a suo modo perduta, due uomini molto diversi che se la contendono, e al centro di tutto uno scabroso fatto di sangue. Ma per combinarli a dovere ci voleva la mano di Somerset Maugham.
Il sergente Franz Schirmer nel 1806, gravemente ferito in battaglia, trova rifugio presso la famiglia locale dei Dutka. Eccoci improvvisamente trasportati in uno studio legale del Novecento dove l'avvocato George Carey viene incaricato di scovare il destinatario della favolosa eredità di Amelia Schneider Johnson, vedova Schirmer. Carey dovrà spostarsi nello spazio e nel tempo in un'altalena di flashback che lo porteranno a scardinare le serrature di molti armadi della memoria storica, cavandone scheletri perturbanti come quelli legati al periodo nazista.
Per un uomo in cerca di distrazione nell'arte, meglio ritrarre nudi di donna o bottiglie come Morandi? E quando si opta per una "settimana bianca" quanto è importante avere l'equipaggiamento giusto? Ma soprattutto, è evidente che non esista nessuna analogia tra gli asparagi e l'immortalità dell'anima. Oppure no? In questa serie di racconti brevi, surreali e gustosissimi, Campanile schiera sulla scacchiera della narrativa le sue migliori pedine: umorismo, nonsense, giochi letterari e di parole che esaltano le innate capacità funamboliche delle storie ben raccontate, trasformandole in irresistibili lezioni di vita, senza prendersi troppo sul serio. Tra acute analisi psicologiche e piccole ma essenziali fisiologie del matrimonio, Campanile ci accompagna nel suo mondo di scrittore raffinato, che sottopone alla sua lente d'ingrandimento, deformante e mai così chiarificatrice, i luoghi comuni e i cliché di una società in cui ancora oggi è possibile riconoscersi.