Il libro ripercorre l'idea dell'immortalità che si sviluppa nel mondo greco, rivisita l'attesa messianica che nasce nel mondo ebraico, affronta poi il tema della risurrezione nel Nuovo Testamento, con particolare attenzione ai racconti evangelici, alle lettere dell'Apostolo Paolo e all'Apocalisse, letta come libro della speranza. L'Autore rivendica infatti il carattere di evento storico della risurrezione di Cristo, che dunque non sarebbe spiegabile né come esperienza interiore, né come illusione del desiderio, ma come "buona notizia" da annunciare nella sua irriducibile scandalosità. Una notizia che non soffoca l'infinita ricchezza dell'umanità dell'uomo, ma invece la rivela a lui stesso.
Il volume approfondisce alcuni temi che sono diventati cruciali nel dibattito sul giornalismo contemporaneo con l'avvento del web. L'utilizzo sempre più pervasivo della rete, e soprattutto la diffusione di dispositivi che consentono a tutti di filmare e poi riportare in tempo reale fatti un tempo trattati esclusivamente dai giornalisti, rende necessario riflettere tanto sugli eventi, quanto sui mutamenti mediali che si stanno verificando. Affrontando sia il versante teorico, che si fonda sull'attuale letteratura in sociologia dei media, sia il coté relativo alla realtà della professione e agli strumenti del mestiere, il volume propone l'analisi di chi il giornalismo lo studia teoricamente e lo vive quotidianamente sul campo. Prefazione di Pier Cesare Rivoltella.
Età di lettura: da 3 anni.
Alice ha tre anni e domani andrà alla scuola dell'infanzia per la prima volta. Alice è emozionata ma anche un po' preoccupata. La mamma le consegna un regalo speciale che l'aiuterà ad affrontare il distacco da lei. Età di lettura: da 3 anni.
Con la sistematica penetrazione in Europa, il 29 maggio 1453 i turchi ottomani conquistarono Costantinopoli, mutando il massimo tempio della cristianità orientale di S. Sofia in moschea musulmana. Svaniva così il mito della capitale cristiana fondata da Costantino, mettendo a maggiore repentaglio le chiese d’Oriente e aprendo immediate conseguenze per quelle d’Occidente, per Roma in primo luogo: questo era infatti l’obiettivo del giovane sultano Maometto II, che apriva spazi nuovi in Europa per il suo impero in progressiva estensione. Senza dimenticare l’influsso esercitato da spose e concubine cristiane nella Porta, l’abilità politica dei sultani volle che i patriarchi ortodossi rimanessero in sede pagando onerose tasse per ottenere il berat di investitura, che li investiva di potestà civile sui cristiani dell’impero al punto da porre il solo patriarca di Costantinopoli al di sopra degli altri patriarchi d’Oriente. Sul fronte orientale, nel frattempo, con la fine della seconda Roma, a Mosca cresceva l’interesse per avere un proprio patriarcato indipendente da quello costantinopolitano, come avvenne alla fine del Cinquecento. La ricostruzione analitica delle vicende di quelle chiese ci fa cogliere la tenacia e la capacità di convivenza del cristianesimo ortodosso e delle sue varie chiese pur sotto un impero di religione islamica. Ad un tempo ci permette di comprendere le peculiarità che il cristianesimo russo andava assumendo, in questo caso in intesa col potere.
La figura di don Primo Mazzolari (1890-1959) sta sempre più emergendo come una delle voci più significative del cattolicesimo italiano della prima metà del Novecento: i suoi scritti e le annate di "Adesso" (la rivista da lui fondata e in gran parte redatta) rappresentano ancora oggi un essenziale punto di riferimento per un'adeguata conoscenza del cammino della Chiesa italiana attraverso il nazionalismo, il fascismo, la Resistenza, la ricostruzione. Le pagine qui raccolte fanno il punto sull'insieme dell'opera mazzolariana, dalle passioni nazionalistiche degli anni giovanili alle intense e sofferte pagine di Tu non uccidere (1955), quasi suo testamento spirituale. Un'ampia ricognizione sull'ormai cospicua mole di studi mazzolariani consente di fare il punto sulla sua personalità e sull'eco che ha avuto in Italia l'opera, e soprattutto la testimonianza di vita, del parroco di Bozzolo.
Questo libro offre al lettore un aiuto per realizzare un dialogo personale con Dio, scrutando le Scritture e immergendosi nella sua Parola. Il tema scelto dall'autore è il tempo, ma anche la vita umana intesa come attesa gioiosa e operosa. Prefazione del Card. P.J. Cordes.
“Mi considerano pazzo perché non voglio vendere i miei sogni in cambio di oro; e io li giudico pazzi perché pensano che i miei sogni abbiano un prezzo”
Kahlil Gibran
Sono un infermiere che da più di vent’anni lavora in ambito psichiatrico, sia in strutture di tipo riabilitativo sia in reparti per pazienti acuti. Ho iniziato con questa tipologia di pazienti poiché, avendo una sorella con problemi psichiatrici che abita lontano da me, curando loro era come se mi prendessi cura di lei, una persona splendida alla quale voglio molto bene. In tutti questi anni ho avuto modo di constatare come la malattia, soprattutto quella psichica, allarghi la dimensione interiore dell’uomo. Tale dimensione interiore traspare anche da queste bellissime poesie, che ho potuto raccogliere in questo periodo e che, a mio parere, costituiscono il traboccare spontaneo di sentimenti possenti. In esse io ritrovo il sorriso e le lacrime di questi malati, ritrovo i loro sogni e le loro aspettative che non sono poi così diverse dalle mie, come si può constatare dai versi che anch’ io ho scritto nel tempo e che ho inserito in questa raccolta. Nei giorni vissuti con loro, questi pazienti hanno preso tanto di me, anche perché mi sono lasciato “prendere”, in barba ai consigli di chi mi spingeva a non lasciarmi coinvolgere troppo. Ho appurato tuttavia che nessuno di loro se n’è andato senza lasciarmi nulla in cambio, prova evidente che due anime non si incontrano mai invano.
Giorgio Celsi è nato a Fossombrone (Pesaro-Urbino) nel 1963. Da più di vent’anni lavora in qualità di infermiere in ambito psichiatrico. È presidente dell’associazione “Ora et Labora in Difesa della Vita”.