Davvero Dio è Buono con i buoni e punisce i cattivi? Talvolta sembra esattamente il contrario. La domanda, velata di accusa, attraversa la fede contraddetta dell'orante alla ricerca del vero volto di Dio e del modo misterioso di attuarsi della sua giustizia. Superata la crisi il salmista canterà la lode di Dio anche nella sofferenza o in prossimità della morte (dalla Prefazione di Donatella Scaiola).
Il volume intende introdurre alla figura e alla teologia di Geremia. Lo fa ricorrendo al genere letterario dell'intervista, nella prima parte; e al genere letterario, più argomentato, delle Introduzioni, nella seconda. Il volume permette una conoscenza del profeta più importante dell'Antico Testamento in poche pagine. Lo stile dell'intervista permette una lettura agile; la competenza dell'autore permette un'esplorazione sicura. Il volume si rivolge a quanti, sprovvisti di una formazione biblica articolata, vogliono fare conoscenza con il profeta Geremia. Molte informazioni in poche pagine: l'ideale per membri di gruppi biblici e per quanti desiderano iniziare un primo approccio a questo profeta.
Le tredici epistole attribuite a san Paolo si distinguono in lettere maggiori, lettere della prigionia e lettere pastorali. Tra le maggiori, la seconda ai Corinzi è la più sofferta e personale. Il testo sembra essere una compilazione di più lettere e biglietti, piuttosto che uno scritto unitario, anche se non privo di una sopraffina organizzazione retorica. L'apostolo scrive perché sollecitato da informazioni riguardanti calunnie nei suoi confronti diffuse da imprecisati avversari. Dietro lo screditamento personale di Paolo si nasconde però un attacco frontale alla sua missione verso le genti. Di fronte al pericolo che a Corinto si possa decadere dalla purezza del Vangelo verso aspetti maggiormente legati alle forme e non più alla sostanza, con grande maestria Paolo riesce a controbattere agli avversari regalandoci pagine meravigliose in cui parla di sé, della sua mistica della debolezza, in una serie di passaggi di tale altezza da rendere a buon diritto la Seconda lettera ai Corinzi la magna charta del ministero apostolico.
Il testo del card. Carlo Maria Martini è un commento profondo e semplice alla Costituzione 'Dei Verbum' sulla Divina Rivelazione, promulgata da Paolo VI con tutti i Padri Conciliari il 18 novembre 1965.
Alla domanda: «Come concepire il "Regno di Dio" predicato da Gesù Cristo?» l'autore risponde passando in rassegna - dapprima l'Antico e il Nuovo Testamento - e poi la riflessione teologica. Il testo si conclude con la presentazione delle caratteristiche e degli aspetti costituivi della realtà predicata e instaurata da Gesù Cristo.
«Con Dio noi faremo prodezze ed Egli annienterà i nostri oppressori» (Sal 108,14). Attraverso queste pagine si vuol suggerire al lettore un percorso che pone l'attenzione sul mistero del male nella storia umana, vinto dalla potente azione di Dio. Lo studio esegetico-teologico dei racconti delle dieci piaghe d'Egitto (Es 7,1-14,31) cercherà di mettere in luce che l'agire di Dio con l'uomo è sempre volto alla liberazione da ogni tipo di schiavitù perché ogni essere umano possa appartenere totalmente a Lui. Si considererà da vicino l'esperienza del rifiuto di Dio, di cui il faraone è il simbolo, e alla fine si delineerà il cammino che ciascuno di noi è chiamato a fare per vivere con Dio: morire a ciò che si era prima per nascere alla libertà. Come Mosè e Aronne, siamo invitati a operare con Dio per realizzare, insieme a Lui, grandi cose! «Il volume di suor Angela Maria ci porge un invito, e non solo un invito; ci porge anche tutte le chiavi necessarie per entrare nel castello dell'Esodo e visitare le sue innumerevoli camere. Per tutte queste ragioni, Le possiamo essere molto grati» (dalla Prefazione di Jean Louis Ska).
Il libro di P. Boschi completa una sua precedente opera, Il nome nella Bibbia, estendendo il tema fra i due Testamenti e mostrando l'importanza fondamentale per ogni uomo.
978882631772 Il volume è stato pensato come uno strumento utile ai fini della comprensione del Pentateuco e dei Libri Storici della Bibbia ebraica. Esso nasce dall'insegnamento e mira a facilitare l'approfondimento dei testi e delle problematiche che si affrontano nei percorsi di formazione degli Istituti Superiori di Scienze Religiose e delle Facoltà Teologiche, non mancano studi seri e approfonditi su questi argomenti; più raro è, invece, disporre di un manuale che tratti in maniera accessibile e, allo stesso tempo, scientifica le principali questioni in rapporto alla ricerca sul Pentateuco e sui Libri Storici, e che comprenda al suo interno anche alcuni saggi di esegesi. L'intento del manuale è quello di porre ordine nell'ampio e intricato quadro degli studi biblici sulla Tôrâ e sui libri della tradizione storica, esponendo sia le principali acquisizioni e le questioni sulle quali è ancora aperto il dibattito, sia due «focalizzazioni» attorno ai temi della terra e della Legge, temi ritenuti fondamentali per una sintesi teologica dei testi. Due sezioni compongono il volume, nella prima si affrontano le questioni fondamentali quali: i problemi letterari e la paternità mosaica del Pentateuco con la storia relativa agli studi sulla sua formazione e compilazione. Anche in rapporto alle tradizioni del Deuteronomista e del Cronista si presenta lo status quaestionis e le attuali convinzioni degli autori. Nella seconda parte del manuale si collocano sette brani di esegesi. Infine, quattro excursus raggruppati nell'appendice (sulla storicità degli avvenimenti dell'esodo, sul genere letterario, sulle quattro fonti e sul metodo storico-critico) racchiudono argomenti importanti sui quali spesso, nella didattica, è stato necessario indugiare ai fini di una migliore comprensione delle questioni.
Sebastiano Pinto, è nato a San Vito dei Normanni (BR) ed è presbitero della diocesi di Brindisi-Ostuni. Ha conseguito la Licenza in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, il Dottorato in Teologia con Specializzazione Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana e la Laurea in Sociologia presso l'Università degli Studi di Lecce. È docente di esegesi dell'Antico Testamento nella Facoltà Teologica Pugliese presso l'Istituto Teologico Pugliese (Molfetta) e l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Brindisi.
Un dialogo sulla crisi, non solo economica, della società globale e su come ad essa si possa reagire concretamente. Le voci sono quelle dell'economista Leonardo Becchettie del biblista Giuseppe Florio, che affrontano i temi legati al profondo mutamento sociale degli ultimi anni. Si parte dal monito di Gesù "Non potete servire Dio e Mammona" e da altri passi evangelici, per analizzare l'uso del denaro e come sia possibile farne uno strumento per operare il bene comune. Gli autori dibattono dello scollamento sempre più drammatico tra economia ed etica, delle più urgenti questioni sociali (povertà, lavoro, inclusione finanziaria, distribuzione della ricchezza), del rispetto dei valori umani così come di quello per l'ambiente, della responsabilità sociale d'impresa e della sostenibilità, delle visione economiche alternative (come la cooperazione). E, soprattutto, suggeriscono come ognuno di noi possa diventare attore del cambiamento, mettendo in atto giorno dopo giorno comportamenti in grado di ridare centralità alla persona. Testi introduttivi di Mario Toso e Loretta Napoleoni.
In diversi modi, il vangelo secondo Giovanni apre la nicchia temporale in cui accogliere il compimento della parola di Dio, all'intersezione delle profezie del passato e delle attese escatologiche, le une e le altre attuate da Gesù. In questa nicchia temporale l'evangelista, tramite la sua arte narrativa, colloca il lettore. Per capire la posta in gioco è tuttavia essenziale conoscere meglio i contesti del racconto giovanneo. Il percorso qui proposto si articola in tre tappe. Anzitutto, i primi tre capitoli del vangelo secondo Giovanni sono contestualizzati in un dibattito sull'interpretazione delle Scritture tra la fine del I secolo a.C. e la fine del secolo seguente. La seconda tappa si focalizza sui contesti liturgici del discorso presso la piscina di Betzatà (Gv 5), di quello sul «pane di vita» (Gv 6) e della similitudine del «buon pastore» (Gv 10). Il contesto teologico evidenziato nella terza tappa mira a favorire la comprensione dell'attualità della parola di Gesù che compie le profezie del passato e anticipa le promesse escatologiche nelle comunità dei suoi discepoli. La coincidenza delle profezie del passato con le anticipazioni delle attese escatologiche è presentata nel vangelo secondo Giovanni come un tempo nel quale è possibile discernere il compimento della parola di Dio. Per operare tale discernimento è necessaria una visione capovolta, resa possibile dall'accoglienza e dalla comprensione di Gesù - il Cristo di Dio, il Figlio unigenito - e della sua parola.
La parola di Dio, che si è fatta carne in Gesù, vuole avere bisogno di predicatori credibili per manifestarsi, Natale dopo Natale, in tutta la sua novità salvifica. Grazie alla predicazione di evangelizzatori affidabili, la carne degli ascoltatori si potrà fare parola, memoria creativa di Cristo, «Immagine del Dio invisibile». Incentrati sul prologo del Vangelo di Giovanni (1,1-18) e sul racconto della nascita di Gesù nel Vangelo di Luca (2,1-14), questi spunti omiletici potranno essere utili ai predicatori di Rito Ambrosiano e di Rito Romano.
E’ un viaggio, questo, che attraversa i due Testamenti, il primo e il nuovo, alla ricerca della relazione tra giustizia e pace. Nella storia di Israele, se il richiamo del primato di Dio e della sua giustizia, nei testi profetici e sapienziali, è una costante, la pace, frutto della giustizia, è collegata alla figura messianica del “Principe della pace”.