In questo volume Sebastiano Pinto introduce i lettori a Salmi e Cantico in maniera non convenzionale e più consona all'etimologia del termine (intro-ducere, portare dentro), invitando chi legge a entrare nel testo, ad attraversarne gli snodi tematici e ad appropriarsi dei contenuti. La serie a cui appartiene il volume è pensata come un'introduzione ai libri della Bibbia attraverso un commento consapevole dei maggiori apporti dell'esegesi contemporanea. Non lasciando mancare elementi di originalità, le pagine che seguono optano per la lettura diretta di alcuni passi biblici che, come punti di accesso privilegiato, consentono uno sguardo all'insieme del maestoso edificio della Scrittura.
20 Attività per vivere in pienezza il tempo liturgico. Età di lettura: 8 anni
20 Attività per vivere il sacramento della riconciliazione.
Età di lettura: da 8 anni. 
Un sussidio per ragazzi in vista del Giubileo 2025. A partire da alcuni brevi cenni storici sul significato della parola giubileo e sui giubilei del passato, vengono affrontati alcuni aspetti peculiari dell'evento: ogni quanto ricorre un giubileo, cos'è la porta santa e perché viene aperta in San Pietro a Roma, il pellegrinaggio alle basiliche papali e quello alle sette chiese. Segue una parte su come prepararsi al prossimo Giubileo attraverso le parole chiave che lo caratterizzano (indulgenza, speranza, preghiera, pellegrinaggio, misericordia, perdono) e la proposta di alcune semplici attività.
 La preghiera pubblica, ufficiale, della Chiesa resta sempre il punto di riferimento della preghiera cristiana e il modello della preghiera privata. Tuttavia la partecipazione alla liturgia non esaurisce la preghiera del cristiano, il quale è chiamato alla preghiera personale e continua.
Questa raccolta di preghiere persegue lo scopo di obbedire alla raccomandazione di Paolo ai cristiani di Tessalonica di «pregare sempre, senza interruzione» (1Ts 5,17). Inoltre è stata compilata seguendo il principio per cui è un bene la preghiera privata che abbia un costante riferimento alla liturgia.
Per assecondare la viva tradizione della Chiesa, le preghiere più comuni, e non solo quelle della messa, sono state riprodotte anche nel testo latino, ancora familiare in tante comunità cristiane e a molti oranti, che le hanno apprese nella loro prima giovinezza.
Edizione in brossura. 
In un paesino come tanti, ricco di persone di chiesa e di persone di "bordello", di uomini onesti e disonesti, giunge, come un tornado, un nuovo prete. Il suo non è un compito facile, chi lo ha preceduto è stato cacciato dalla gente e dal suo, sventurato, comportamento. Don Juliàn ha alle spalle una storia difficile, che parla di carceri e violenza; ma grazie a lui gli abitanti del paese imparano a conoscere un modo nuovo, diverso, di credere; un modo forse soltanto dimenticato, nascosto dietro processioni, riti svuotati di significato e fraintendimenti su che cosa siano davvero bellezza e amore. Il don diviene così una pietra di paragone per tutti, credenti o meno, e li obbliga a fare i conti con la realtà della vita, che è difficile ma meravigliosa. Un romanzo corale, un moderno Diario di un curato di campagna, pensato per chi abita le città, il paese, le campagne di oggi.
Il nuovo calendario d'Avvento con finestrelle, un classico per tutti i bambini, in una nuova e moderna veste. Sul retro del calendario è raccontata la storia del Natale, da leggere a casa tutti insieme: grandi e piccini. Età di lettura: da 7 anni.
Le tre virtù teologali - fede, speranza e carità - compongono uno dei grandi arazzi della teologia e della spiritualità di Benedetto XVI. Ciascuna di queste virtù si nutre dell'altra e opera mediante l'altra. La fede è l'inizio di tutto e quindi anche la sorgente delle altre virtù. Ma se la stessa fede non è sospinta dalla speranza e non è alimentata dalla carità cammina invano. Perciò, le tre virtù teologali sono necessarie e inseparabili. Sull'insieme di queste tematiche si articola la riflessione di Benedetto XVI, che attinge sempre alla concretezza teologica e alla sapienza catechetica nell'interpretazione e nella meditazione della Parola di Dio.
La cattedrale parigina di Notre-Dame è il simbolo della gloriosa stagione europea delle cattedrali gotiche. Grandiosa per concezione e per le sue originali soluzioni architettoniche, è al centro di Parigi ed è protagonista della sua storia, nel bene e nel male. Quando, nel XII secolo, nel pieno della rinascita dell'Europa delle città e dei commerci, la capitale del regno di Francia divenne un punto di riferimento per la vita politica, culturale e religiosa del nostro continente, gli stessi cittadini, in pieno accordo con il vescovo e con il sovrano, diedero mano all'edificazione di un tempio che fosse casa comune dei credenti e prova della volontà della nazione di appartenere alla tradizione cristiana per sempre. Dopo il terribile incendio che il 15 aprile 2019 ha minacciato di distruggerla, oggi, ancora una volta, Notre-Dame è rinata vittoriosa e più bella che mai.
La chiesa più grande d'Italia, monumento nazionale, capolavoro di architettura e di ingegneria la cui costruzione sembra non avere mai fine, il Duomo di Milano, con le sue numerose statue e guglie, con le sue vetrate e i tanti tesori che contiene, è un gigante di marmo, "una grande macchina" nella definizione di Renzo nei Promessi Sposi, ma anche "una poesia incisa nel marmo", come ebbe a dire Mark Twain, uno dei tanti illustri viaggiatori che in visita a Milano sono rimasti affascinati dalla cattedrale. Dalla guglia più alta del Duomo, "tuta d'ora e piscinina", l'Assunta - nota con l'affettuoso appellativo di "Madunina" - rivolge il suo sguardo verso il cielo e tiene le braccia aperte a implorare la benedizione di Dio sulla città.
Quando abbiamo iniziato a festeggiare il Natale? Big bang o Genesi? Posso pregare se non credo? E, al contrario: si può credere e fare a meno di pregare? Ma anche: cosa fare affinché l'amore sopravviva al tempo? Come custodire l'amicizia? È giusto nascondere il dolore? L'eletto di Dio è una persona che vive da figlio e, come tale, non ha paura di essere se stesso, di vivere all'altezza del proprio interrogare. L'eletto di Dio non è il servo che ha paura e fa finta che tutto va bene. Domande sulla fede e sulla vita, domande difficili, che talvolta cerchiamo di evitare per non sentirci stretti alla necessità di una risposta che ci sfugge. Domande che facciamo a noi stessi, magari nel silenzio di una serata finita male; ma anche domande che ci pongono i nostri figli, i nostri amici, i nostri compagni di vita; domande che ristagnano senza essere davvero mai dette, e che pure riconosciamo ai confini delle nostre giornate. Tutto questo è ciò che, lungo lo scorrere dei capitoli di questo agile eppure intenso volume, Robert Cheaib ci ripropone senza peli sulla lingua, cercando con il lettore le risposte, spesso non definitive, ma che aprono un cammino.
Come affrontare l'arrivo di un figlio al giorno d'oggi? Come pensare a una Buona Nascita? Cosa serve per recuperare quegli aspetti più caratteristici, fisiologici, storici e umani che la nascita di un figlio porta con sé? Senza edulcorare i racconti, senza diluire le riflessioni, crediamo che sia necessario avere il coraggio di prendere posizione su cosa voglia dire l'attesa, il dare alla luce, l'essere genitori, sul fatto che non esistono scorciatoie per fare meglio le cose, su come si possa sempre cambiare rotta, leggere la propria storia e assumere un ruolo importantissimo verso i propri figli e verso la società. In questo libro, narrativo e non manualistico, completo di storie reali e spunti concreti, si vogliono accompagnare le donne e i loro partner nella scoperta - e nella ri-scoperta - del percorso della gravidanza, mettendo in luce le ambivalenze, raccontando ciò che ci si aspetta non venga taciuto, affrontando cosa bisognerebbe socializzare di questa esperienza. Un libro che propone la Buona Nascita come il modo per poter avviare il più bel percorso che si possa fare: quello di una vita insieme. Perché se tutta la gravidanza è una storia, un percorso "in relazione" e "di relazioni", allora non possiamo affidarci solo all'esperienza scientifica, ma dobbiamo recuperare il ruolo del partner, dei fratelli, della rete, del villaggio, del bambino stesso che stiamo aspettando e quindi la relazione con noi stesse. Per rimettere al centro la persona, con il suo peso specifico di essere, di bisogni, di sensazioni, di emozioni. Di vita che passa e che fa nascere.