Una guida per accedere al senso spirituale che abita la liturgia, così che ogni comunità e ciascun cristiano possa viverla, comprenderla e interiorizzarla.
Il significato profondo del segno di croce
Il segno della croce, che è già in sé una preghiera, accomuna cristiani d’oriente e d’occidente, pur nelle diverse tradizioni. A partire dalla propria esperienza personale e lontano da ogni genere di pietismo, l’autore risale alle radici di questo gesto semplice e abituale, e ne sottolinea in particolare la dimensione liturgica e simbolica: con esso riconosciamo che il nostro corpo e il nostro intero io possono diventare dimora dello Spirito di Dio. Simbolo di una spiritualità cosmica, il segno della croce rinvia all’opera di salvezza e di guarigione operata da Cristo: con esso noi mettiamo la nostra fiducia e la nostra speranza nel Cristo cosmico, per mezzo del quale l’intero universo è stato creato.
Andreas Andreopoulos (1966) ha conseguito il dottorato di ricerca in teologia presso l’Università di Durham e ha insegnato a Toronto, Montreal e Philadelphia. I suoi interessi spaziano dalla patristica greca alla teologia ortodossa, dall’iconologia all’arte sacra. Attualmente è docente di teologia presso l’Università di Winchester.
Per riscoprire, grazie alla riforma conciliare, la più antica tradizione della chiesa nella celebrazione della messa.La riforma liturgica intrapresa da Paolo VI restituisce l?eucaristia a tutto il popolo di Dio: ritornando all?antica celebrazione dei primi secoli, oltre le interpretazioni del medioevo, essa ci ridona la ?messa di sempre? nella semplicità delle sue origini.
Il gesto ha una dimensione sociale, è una modalità di comunicazione, esprime l’appartenenza alla medesima comunità, manifesta l'unità dei cristiani. Il gesto è una testimonianza di fede, in se stesso esprime un credo, lo proclama dinanzi a tutti. Il gesto sostiene la preghiera, aiuta il credente a mettersi in uno stato d’animo a essa propizio, viene in aiuto all’orante. Quando corpo e spirito concorrono alla preghiera, questa riveste un carattere autenticamente umano e autenticamente cristiano.
Paul Christophe (1932), presbitero, professore emerito alla Facoltà di teologia dell’Université catholique di Lille, è specialista di storia religiosa. È autore di numerose opere sia di ricerca che di divulgazione.
“L’ambone, luogo della lettura delle Scritture, appartiene in modo privilegiato alla rivelazione giudeo-cristiana: a differenza dell’altare, esso non ha alcun debito da riconoscere alle religioni. Il cristianesimo e la sua liturgia custodiscono in sé, fin dalla loro origine, questo radicale rapporto con la parola di Dio: l’eucaristia dei cristiani è da sempre stata costitutivamente formata da due elementi fondamentali, la lettura delle Scritture e l’azione di grazie sui doni. Non vi è mai stata tavola del pane e del vino senza la tavola della Parola” (Enzo Bianchi).
Dopo secoli di oblio, il ritorno dell’ambone all’interno dello spazio liturgico corrisponde alla “riscoperta”, avvenuta con il concilio Vaticano II, del posto occupato della parola di Dio nella vita della chiesa. Il presente volume raccoglie le riflessioni di teologi, liturgisti, storici dell’arte e architetti sul significato, la funzione e la concreta realizzazione dell’ambone, presentate nel III Convegno liturgico internazionale di Bose, promosso dal Monastero di Bose in collaborazione con l’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Cei.
L’incarnazione e l’incontro con Cristo, “luce senza tramonto”, introducono al cuore dell’ umanità una novità capace di trasformarne il destino in storia. Le feste cristiane, che celebrano la venuta del Dio-con-noi, ordinano il tempo e la vita dei credenti e li introducono in questo spazio di trasfigurazione: celebrare una festa infatti non è solo fare memoria, ricordarsi, ma aprirsi alle energie dello Spirito, sempre presente ed efficace al cuore di ogni esistenza.
Olivier Clément, nato in Francia nel 1923, è docente di teologia presso l’Institut Saint-Serge di Parigi. Uomo delle fonti, sa cogliere con sapienza spirituale i germi di resurrezione disseminati nella storia dell’umanità. Presso le nostre Edizioni ha pubblicato Pregare il Padre nostro, Occhio di fuoco e Il potere crocifisso.
L’evangelizzazione è “il respiro della chiesa”, che è nel contempo eucaristica e apostolica. L’ opera ci invita a riflettere su queste due dimensioni, “liturgie inseparabili” che celebrano l’unico mistero di Gesù nella sua pasqua di morte e di risurrezione. Basandosi sulla testimonianza dei primi discepoli, l’autore articola la propria riflessione tra passato e futuro, tra memoria e attesa. Al dischiudersi di un nuovo millennio, la comunità dei credenti è chiamata dalla Scrittura stessa a riconsiderare la propria missione apostolica, per un annuncio rinnovato dell’unico ed eterno Vangelo di Gesù Cristo.
François-Xavier Durrwell, nato in Francia nel 1912, religioso redentorista e docente di teologia, dopo aver segnato una svolta nella cristologia con la sua opera prima (La risurrezione di Gesù, mistero di salvezza), si è dedicato a sondare il mistero pasquale. Presso le nostre edizioni ha già pubblicato L’eucaristia presenza di Cristo
Fate questo in memoria di me. A partire da questo comando del Signore, da quasi due millenni la chiesa celebra ininterrottamente l’eucaristia, percepita come la risposta più adeguata che l’uomo possa dare all’agire salvifico di Dio. I cristiani hanno visto nei gesti e nelle parole dell’ultima cena un canone cui affidarsi per ritrovare la totalità della fede. Segno di unità, la preghiera eucaristica, in tutte le sfumature che essa ha assunto nelle diverse tradizioni liturgiche, manifesta l’inesauribile ricchezza di grazia che promana dalla celebrazione del mistero del Signore morto e risorto. Viene qui offerta, per la prima volta in lingua italiana, una panoramica esaustiva dei più antichi testi anaforici, selezionati secondo criteri non arbitrari e tradotti dalle lingue originali, per mettere a disposizione di tutti un tesoro nel quale, come insegna l’oriente cristiano, è contenuto e custodito tutto l’essenziale della nostra fede.
Una guida alla scoperta dell'eucaristia come rappresentazione iconica del regno, come memoria dell'intera economia di salvezza, dalla creazione fino alla seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi. Attraverso una rilettura sapiente della liturgia e delle sue interpretazioni patristiche, siamo condotti a scoprire, con grato stupore, perché nell'oriente cristiano la liturgia eucaristica è percepita come il luogo eminente in cui la fede si alimenta, vive, viene professata, approfondita e tramandata.