Questo volume nasce dalla collaborazione tra l'Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG), l'Unione dei Superiori Generali (USG) e la Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori (PCPM). Il materiale in esso contenuto è di grande rilevanza per chi è coinvolto nella tutela di minori e adulti vulnerabili nell'ambito della vita consacrata. Gli articoli sono frutto di ricerche e incontri internazionali tra superiori generali di istituti religiosi, delegati alla tutela ed esperti in materia di diritto canonico e formazione alla vita consacrata. Gli interrogativi e i suggerimenti di chi è sopravvissuto ad abusi sono il punto di partenza per una riflessione necessaria dentro e fuori le comunità religiose. Le voci di cardinali, vescovi, religiosi e laici si alternano in queste pagine, dimostrando che solo una risposta comune può tradursi in nuovi percorsi di azione che rendano la Chiesa un ambiente sicuro per tutti. Può essere un buon vademecum per delegati alla tutela di congregazioni e per superiori e superiore generali e locali. A seguire disponibili in Italia anche le lingue spagnola e inglese.
C'è una tentazione che serpeggia da sempre. È quella di fare da soli. Anche nella formazione, nell'educazione, nel diventare grandi. Vale per tutti. Anche nella formazione del prete, che è insieme uomo e credente prima che ministro. E non da solo, ma dentro una Chiesa, con dei compagni di viaggio, in una realtà, che sono da accogliere. La formazione dei preti non si interrompe mai e non è una questione solo individuale o di «seminario», ma interessa tutta la vita e tutti gli attori in gioco: il prete, il presbiterio, il vescovo, perché ha una valenza collettiva e fraterna. Afferma l'autore: «Vale la pena darsi tempo e voglia per pensarci sempre di più come "presbiterio" e sempre meno come "presbitero", più al "plurale" che al "singolare", meglio insieme che da soli perché, solamente come corpo, sapremo affrontare gioie e dolori, fatiche e traguardi e accompagnarci reciprocamente». Guida e caratterizza questa riflessione «ad alta voce» una metafora musicale: quella dell'orchestra, del coro. Il prete dovrebbe essere non un solista stonato ma un orchestrale accordato che suona la sinfonia del Maestro assieme agli altri.
Camminare secondo lo Spirito è per tutti, ma non tutti lo fanno allo stesso modo. Nella vita religiosa c'è un inedito proprio delle donne, non sempre considerato. Forse non tutti sappiamo che accanto ai Padri del deserto sono esistite anche le Madri del deserto: donne coraggiose e sagge, studiose della Scrittura, innamorate di Dio, esperte nel combattimento spirituale. La storia ha conosciuto maestre nei cammini dello spirito che hanno intrapreso vie diverse rispetto a quelli maschili; riscoprirle significa ritrovare nuove possibilità per la vita religiosa, e per tutti coloro che cercano il senso dell'esistenza.
Il documento aggiorna la Ratio sulla formazione dei sacerdoti del 1970, alla luce del Magistero pontificio. All?interno della Ratio si trova l?Ordo studiorum, l?elenco indicativo delle materie che costituiscono il corso di studi dei seminaristi. È diviso in otto parti: I. Norme generali: precisa l?ambito di applicazione, le responsabilità delle Conferenze Episcopali e l?esigenza del progetto formativo in ogni Seminario. II. Le vocazioni sacerdotali: illustra le tappe formative degli aspiranti al sacerdozio. III. I fondamenti della formazione per una chiara identità presbiterale, fondata su interiorità e comunione. IV. Formazione iniziale e permanente, specificandone le singole tappe. V. Dimensioni della formazione, che deve integrare le componenti umana, spirituale, intellettuale, pastorale. VI. Gli agenti della formazione: il Vescovo diocesano, il presbiterio, i seminaristi, la comunità dei formatori, i professori, gli specialisti, la famiglia, la parrocchia. VII. Organizzazione degli studi: materie propedeutiche, studi filosofici e teologici, specializzazione. VIII. Criteri e norme per le diverse tipologie di Seminario, l?ammissione, dimissione e abbandono del Seminario; alcune indicazioni sulle persone con tendenze omosessuali.
José Gabriel del Rosario Brochero è nato nel 1840, quarto di dieci figli; fu ordinato sacerdote all'età di ventisei anni e subito si trovò a fronteggiare l'epidemia di colera che colpì la città di Cordoba, dove morirono più di tremila persone. Nel 1869 gli fu affidata la parrocchia di San Alberto: diecimila anime sparse su 4.300 chilometri quadrati, uno spazio enorme, popolato da gauchos, contadini e briganti. "Odorava di pecora" perché trascorreva il suo tempo tra i contadini delle colline attorno a Cordoba, correndo da una casa all'altra per portare la comunione agli anziani o per confessare. Girava a dorso di una mula, vestito come un gaucho, con un poncho che copriva la talare. Per questa ragione in Argentina è noto come "il prete gaucho". È morto il 26 gennaio 1914. Nel 2009 si è aperto il processo di beatificazione, per la guarigione di un ragazzo argentino in stato vegetativo dopo un incidente stradale. È stato beatificato il 14 settembre 2014 a Cura Brochero, dove è vissuto; sarà canonizzato a Roma il 16 ottobre 2016.
Il libro affronta un tema particolare, la bellezza, su cui sono presenti oggi sensibilità opposte: da un lato uno scadimento inquietante del senso estetico, dall'altro una sorta di nostalgia della bellezza come esigenza insopprimibile. Il testo costruisce attorno a questa domanda di bellezza, che è assieme ricerca del vero e del bene, la proposta vocazionale, quale risposta a questa nostalgia, che consente al giovane chiamato di realizzarsi nella bellezza del progetto di Dio, Bellezza somma. Perché Dio è bello, e bello è lodarlo e ancor più servirlo. La crisi vocazionale è anche conseguenza dell'averlo dimenticato. Per arrivare a questo traguardo, dopo aver definito le caratteristiche della bellezza (misteriosa e drammatica, luminosa e disarmata), propone una pedagogia generale della bellezza, che consiste in un cammino di evangelizzazione dei sensi, per dare loro un significato autentico e profondo; e poi una pedagogia vocazionale della bellezza, per rendere il chiamato, ovvero ogni credente, sempre più sensibile, evangelicamente sensibile alla bellezza, e capace quindi di fare una scelta di vita ad essa ispirata. Bella dev'esser dunque, non solo corretta e fedele, la testimonianza di chi lo segue e lo annuncia, per testimoniare che seguire Gesù rende belli come lui. La Bellezza salva il mondo e la Chiesa, perché chiama ogni vivente a realizzarsi secondo la propria bellezza: unica, singola, irripetibile.
"I religiosi devono essere uomini e donne capaci di svegliare il mondo". Da queste parole di papa Francesco prende idealmente le mosse questo libro. Si tratta, infatti, di una serie di ritratti di uomini e donne che hanno scelto la vita religiosa e che, per la concretezza e la profondità della loro esistenza, sono diventati un punto di riferimento per gli altri. Ecco alcune delle personalità, fra le altre, contattate dalle autrici: padre Giovanni La Manna, gesuita, responsabile del Centro Astalli; suor Elisa Scalabrino, giovane medico, suora del Cottolengo; suor Rita Giaretta, orsolina, fondatrice di Casa Rut; suor Laura Girotto, salesiana, operante in Etiopia; Marilena Civetta, dell'Ordo Virginum, psicoterapeuta di Gubbio; madre Anna Maria Cànopi, benedettina, fondatrice dell'abbazia Mater Ecclesiae, sull'isola di San Giulio; padre Claudio Monge, missionario domenicano a Istanbul; suor Teresa, paolina di Nairobi; suor Frederick, missionaria della Carità, braccio destro di Madre Teresa di Calcutta. Questi religiosi e religiose testimoniano quotidianamente lo spirito del Vangelo tra osservanza e profezia e hanno incarnato, prima ancora che venisse formulata, l'esortazione del Papa a "svegliare il mondo".
Il libro presenta diciotto storie di religiosi - uomini e donne - la cui vocazione è arrivata dopo un percorso di vita tortuoso, spesso inizialmente lontano dalla fede. Si tratta di testimonianze raccolte in prima persona e raccontate senza spettacolarizzare gli eventi, che pure, spesso, hanno avuto qualcosa di straordinario. Per questo, l'autore ha privilegiato storie "di periferia" o confinate a una notorietà locale o addirittura sconosciute, cercando di dare spazio alle vocazioni più diverse ed emerse dalle esperienze più disparate: Marco Capecci, per esempio, era dirigente alla Rai; Cristina Alfano aveva intrapreso la carriera di cantante lirica; Graziano Lorusso, Gianni Castorani e Samuele Biondini erano delle promesse dello sport; John McElroy era sergente maggiore della marina militare americana; Roberta Vinerba era militante di estrema sinistra; Benedetta Umiker era protestante; Firmin Adamon era musulmano. Il volume intende evidenziare come la vocazione abbia completamente cambiato la prospettiva e la visione esistenziale di ciascuna di queste persone, che hanno abbandonato la vita precedente per mettere al centro Cristo e il suo messaggio salvifico.
Questo testo è scritto per chi non conosce a fondo la "vita religiosa" e per chi, pur conoscendola, la vuole rileggere ancora. Dunque per le religiose e i religiosi, certamente, ma anche per idealisti e idealiste degli anni Sessanta/Settanta e per quelli postmoderni. Il testo comincia con una contestualizzazione della riflessione: rileggere la vita religiosa oggi alla luce della sapienza umana ed evangelica, in un momento storico che chiamiamo di "crisi". Si rifà quindi alle origini dell'epoca cristiana per ritrovare ispirazione: dove è nata la vita religiosa, scoprendo così la scelta alternativa a un cristianesimo strutturato, la creatività di questa scelta e la laicità dell'origine nella religiosità della vita. Analizza poi le metamorfosi della vita religiosa insieme a quelle della società, fa una rilettura dei voti e dei lineamenti principali della vita religiosa: la solitudine comunitaria, l'appartenenza all'altro, ecc. Trasformazione o metamorfosi della spiritualità? Ciò che chiamiamo vita religiosa e la sua storia, letta in modo sapienziale, oggi potrebbe diventare uno stile alternativo per tutti.
Frase contenuta: Preghiera dei Consacrati e delle Consacrate. "Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, Padre del Signore nostro Gesù Cristo e Padre nostro, accogli la preghiera che ti rivolgiamo. Guarda con benevolenza il nostro desiderio di bene e aiutaci a vivere con passione il dono della vocazione…" Papa Francesco
I preti operai sono stati coloro a cui è toccato interpretare il Vangelo nella vita quotidiana degli operai e dei lavoratori, dentro la società capitalistica, in decenni che hanno visto una progressiva perdita di valore del lavoro. La loro scelta si colloca come parabola evangelica di un ministero vissuto in un tempo segnato dalla fine della "cristianità" e con l'impulso decisivo alla figura di Chiesa fatta balenare da Giovanni XXIII: la Chiesa di tutti e particolarmente la Chiesa dei poveri. La narrazione si snoda attraverso la biografia di un prete che ha lavorato per 30 anni come infermiere nel Servizio Sanitario Nazionale, pienamente inserito nell'organizzazione leggera dei preti operai italiani. Nel racconto compaiono volti che in tanti anni di lavoro e di compagnia legata al posto di produzione di beni e servizi hanno incorporato l'odore delle pecore, come dice papa Francesco, diventato ormai come una seconda pelle.